Antropocene: inizio (e fine) di un’epoca geologica
(dal video “L’Economist della Settimana”)
L’articolo di questa settimana è il necrologio di Paul Crutzen,
morto il 28 gennaio scorso.
Una figura importantissima, colui che ha introdotto il concetto di “Antropocene” o “epoca dell’uomo”.
Non è l’unica cosa che ha fatto, e infatti ha vinto il premo Nobel nel 1995 per aver fatto una scoperta importantissima –ossia che i clorofluorocarburi, che prima si trovavano in ogni frigorifero e bomboletta spray, erano i responsabili del buco dell’ozono.
Poi è stato lui a introdurre il concetto di “inverno nucleare”. Sia il buco nell’ozono sia l’inverno nucleare sono concetti che abbiamo sentito tutti. Ma l’Economist insiste soprattutto su un terzo merito: la creazione dell’Antropocene…
L’Economist parla di Crutzen soprattutto in merito alla all’introduzione del termine Antropocene. Che cos’è l’antropocene? I geologi dividono la vita della terra in tante età esattamente, come facciamo noi esseri umani per noi: abbiamo l’infanzia, l’adolescenza… Ogni età è divisa in sotto-età e così via. L’Antropocene è un’età della terra che è stata introdotta –ma non ancora definitivamente accettata– nel 2000 proprio da Paul Crutzen, ed è, come dice il termine, l’età in cui la terra sente l’influenza dell’anthropos, dell’essere umano.
Tipo il giurassico, che è il periodo centrale in cui sono esistiti di dinosauri.
L’antropocene non è stato ancora accettato definitivamente, siamo nell’Olocene. L’Olocene è una epoca –le epoche durano 10–100 mila anni è iniziata 11.000 anni. Cosa è successo 11 mila anni fa ? C’è stata la fine dell’ultima grande glaciazione…
La cosa interessante però è che 10 mila anni fa è success,o dal nostro punto di vista, qualcosa di fondamentale: cioè l’essere umano ha iniziato a utilizzare l’agricoltura.
Nel senso che l’ha inventata?
No, secondo molti antropologi non c’è stata una vera e propria invenzione dell’agricoltura 10.000 anni fa.
Fino a 10.000 anni fa eravamo ancora cacciatori raccoglitori. Ogni tribù andava in giro, prendeva i frutti, un po’ cacciava gli animali… l’essere umano poteva prendere abbastanza dalla natura senza bisogno di forzarla a produrre qualcosa. Cioè la natura da sola produceva abbastanza per sostenere tutta l’umanità.
10.000 anni fa siamo arrivate essere così tanti che la natura da sola non poteva più fornire abbastanza cibo, roba da mangiare, e quindi siamo stati obbligati ad aumentare la produttività della natura. Come l’abbiamo fatto? L’abbiamo fatto con l’introduzione dell’agricoltura e della pastorizia… super-semplificando, però… Dieci mila anni fa c’è stata un’epoca nuova importante dal nostro punto di vista, ma anche dal punto di vista del pianeta terra, che improvvisamente si è trovata una specie che ha cominciato a trasformarla. Perché l’agricoltura è una trasformazione attiva dell’uomo dell’ambiente…
Questo processo ha permesso all’umanità di crescere continuamente abbiamo cominciato a coltivare sempre di più, ad allevare sempre gli animali e siamo arrivati ad essere su tutto il pianeta Terra più di mezzo miliardo.
A questo punto però la terra, ancora, non ce la faceva più: comunque non poteva sostenere più di mezzo miliardo di persone. E quindi abbiamo iniziato a cercare delle fonti alternative, e nel 1700 in Inghilterra abbiamo iniziato a utilizzare… l’essere umano ha iniziato ad utilizzare il carbone. Questo è l’inizio veramente di una nuova era, cioè il momento in cui l’essere umano non si accontenta più, diciamo, di piegare ai propri bisogni la produttività del pianeta Terra, ma addirittura va sotto terra e prende ciò che la natura aveva scartato.
Cioè tutte quelle piante che erano state sotterrate e da micro-organismi trasformate in petrolio e carbone, vengono prese dall’essere umano, tirate su, e utilizzate per produrre energia per sostentarsi. Quindi nel 1700 e poi nel 1850 con l’inizio dell’estrazione del petrolio negli Stati Uniti c’è veramente l’inizio di una “nuova era”. Per noi che iniziamo utilizzare il petrolio, ma soprattutto per la terra che si vede ritornare in superficie tutto quel materiale che aveva un po’ “nascosto” sotto il tappeto. Non è che noi stiamo facendo qualcosa di innaturale –il petrolio e lì e lo stiamo bruciando– però abbiamo iniziato a tirarlo su, a bruciarlo e a lasciare un’impronta ecologica enorme sul pianeta.
Quanta energia consumiamo oggi grazie al petrolio?
Noi, come come primati, consumiamo circa 2000 calorie al giorno (le calorie sono un’unità di misura dell’energia). Se andiamo a prendere l’energia che noi utilizziamo in forma di elettricità, motori a scoppio, centrali eoliche e compagnia ogni persona non consuma più 2000 calorie ma –almeno in Europa– ne consuma 100.000. Per quanto riguarda il pianeta Terra, il peso energetico di un essere umano equivale al peso energetico di 50 scimpanzé.
Non avevo la minima idea che consumassimo un quantitativo così immenso di energia.
Se approssimiamo il numero di esseri umani a 10 miliardi, e moltiplichiamo per 50, abbiamo che la popolazione umana pesa sul pianeta Terra come peserebbero non 10 miliardi ma 500 miliardi di scimpanzé. L’Antropocene è qualcosa di veramente ultra-reale. Se uno scienziato marziano arrivasse sulla terra e si trovasse 500 miliardi di scimpanzé, che vuol dire che ricoprirebbero tutto il pianeta Terra come un formicaio, direbbe: “Ok, questo è un pianeta in cui questa specie di scimpanzé veramente ha monopolizzato l’ecosistema”. Noi non ce ne rendiamo conto perché in realtà siamo degli ingordi energetici. Per cui non siamo 500 miliardi siamo tra virgolette solo 10 miliardi, però il nostro peso sulla terra è veramente incredibile, è veramente notevole.
E quando finirà il petrolio –perché il petrolio finirà?
Quando finirà il petrolio: o si trova una alternativa, oppure vuol dire che il povero pianeta obiettivamente non è in grado di sostenere una simile sanguisuga energivora, una specie che utilizza così tanta energia. Per cui vuol dire che o troviamo una fonte di energia alternativa –qualcosa abbiamo trovato: eolico, solare ma siamo lontani dal poter produrre tutta l’energia che ci serve con queste fonti alternative– oppure banalmente la popolazione umana, come spesso accade –nelle specie che hanno colonizzato la terra, le specie di vita che hanno colonizzato la terra– dovrà diminuire,
dovrà restringersi.
Il pianeta terra sicuramente non potrà sostenere il 10 miliardi di esseri umani.
Quindi ci ridimensioneremo a qualche milione, tanti quanti eravamo 10.000 anni fa, banalmente.


