Angelo Petrella è nato a Napoli nel 1978. Ha scritto i romanzi Cane rabbioso (2006), Nazi Paradise (2007), La città perfetta (2008), Le api randage (2012), Pompei. L'incubo e il risveglio (2014), Operazione Levante (2017), tradotti anche all'estero. Come sceneggiatore firma soggetti e script per il cinema e la televisione.
Porca miseria. Se volete leggere un libro semplicemente meraviglioso, ma se volete anche farvi un po' del male, comprate La città perfetta di Angelo Petrella.
Per uno di quegli impulsi improvvisi che mi prendono in fatto di libri, avevo deciso che quello sarebbe stato il prossimo: per una volta va ringraziato D'Orrico che sul Magazine ha dato, miracolo!, un consiglio decente. Acquistato sabato mattina, ha dovuto aspettare che finissi di sorbirmi l'irritante India per signorine, che fortunatamente aveva appena 117 pagine. La regola (autoimposta) infatti è che non si legge più di un libro al giorno, e quindi, se ne finisci uno alle 8 di mattina, poi non puoi iniziarne un altro fino all'indomani! Assurdo, vero? Però io ho un sacco di regolette così, soddisfano il mio amore per le statistiche. :-)
Comunque, ho preso finalmente in mano La città perfetta domenica, poco dopo pranzo (saranno state le 14 e qualcosa). A parte pochissime pause inevitabili, non ho più potuto lasciarlo fino alle 4.39 della notte: più di 500 pagine in meno di 24 ore, mi dicevo "accidenti, sarebbe ora di andare a dormire!!", e però non potevo smettere, dovevo sapere come andava a finire, e questo credo sia il miglior complimento in assoluto che si possa fare a un autore. Meraviglioso, chapeau, e ancora sotto tutta piena di adrenalina per la lettura e non riesco a pensare ad altro.
La storia è ambientata in una Napoli soffocata dalla camorra, e si dipana tra il 1988 e il 1994. È una storia di camorra. Le vite di tre personaggi, un ragazzino che fa lo spacciatore e la sua famiglia è vittima di uno strozzino, uno studente di liceo affiliato alle Pantere, un investigatore della DIGOS cocainomane che vuole vendicare un collega ucciso, si intrecciano in modo sorprendente e brillante. La trama è complicata, un romanzo-fiume, una folla di altri personaggi, di posti (utile la mappa con i quartieri di Napoli all'interno della copertina), di tematiche drammaticamente legate all'attualità, eppure l'autore padroneggia il tutto sapientemente: la tecnica adottata è di far parlare i tre protagonisti, che prevalentemente si muovono su binari paralleli, a turno, in prima persona: sebbene io non sia una grande fan della narrazione in prima persona (in genere mi infastidisce: intanto mi rivela che, ad esempio, il protagonista non muore!), qua funziona. Una simile abilità nell'intrecciare la trama, nel far sì che ogni dettaglio ritorni immediatamente nel momento giusto, non è comune. E che personaggio, l'Americano!
Se non amate i libri con un linguaggio piuttosto crudo e con scene esplicite di violenza e sesso, non compratelo. Non compratelo se non amate i libri che non danno alla fine un qualche messaggio di speranza: qua non si salva nessuno. Se però amate i thriller, i romanzi noir, o come li volete chiamare, che vi tengono letteralmente inchiodati alla poltrona, prendetelo!
Fantastico romanzo noir "de noialtri", ambientato principalmente nel napoletano; tre i personaggi principali, le cui vicende (tutte più o meno legate al dualismo tra stato - servizi segreti - e crimine organizzato, o quasi), si intrecciano in un groviglio di eventi che lasciano il lettore spesso interdetto, ed assolutamente impossibilitato ad abbandonare la lettura... Petrella ha realizzato un opera perfetta, sotto ogni punto di vista! ★★★★★
Perfetto è anche questo romanzo. Tre personaggi, Americano, Chimicone e Sanguetta, un poliziotto, uno studente e un giovane malavitoso, con storie che si intrecciano pericolosamente fra di loro. Ambientato a Napoli fra il 1988 e il 1993. 500 pagine incalzanti, di storia Italiana, attraverso servizi segreti, camorra, movimenti eversivi, politica.
Negli anni della sanguinosa guerra dei piccoli boss della camorra, negli anni in cui il movimento della Pantera occupa scuole e atenei, si intrecciano a ritmo serrato le vicende di tre uomini. Il primo è Sanguetta, il piccolo spacciatore che, in seguito a una brutta vicenda, si ritrova nel carcere minorile di Nisida. La salvezza gli viene offerta, ma solo a caro prezzo: quello di diventare l'infiltrato del Sisde nel clan del "Picuozzo", il boss della mala che governa sui Quartieri Spagnoli. Una mossa sbagliata, dunque, potrebbe costargli la vita. Chimicone insegue due amori, quello per una ragazza, Betta, e quello per la Rivoluzione. Spinto dai suoi ideali politici fonda la Barricata Silenziosa, una cellula eversiva che si macchierà di molteplici atti terroristici negli anni Novanta. Ma anche l'ideale rivoluzionario degenera presto in vendetta personale, con tragiche conseguenze per tutto ciò che ama... Il terzo è l'Americano, con il compito di indagare sull'occupazione srudentesca del liceo Genovesi e in cerca di vendetta per l'omicidio del collega Gomez.
Il libro ha come protagonisti tre personaggi (un poliziotto corrotto, un delinquente adolescente e un diciottenne attivista politico di sinistra) di cui le loro vicende si intrecciano nella Napoli della prima metà degli anni ’90.
Il romanzo è scritto molto bene in buon italiano (sono poche le frasi in napoletano stretto) dove le vite dei personaggi le senti veramente, dove anche le citazioni di personaggi e di canzoni sono funzionali al racconto e sono anche molto realistiche.
Il romanzo, pur avendo capitoli lunghi, sono divisi in piccoli sottocapitoli col nome del posto dove sono ambientate con data e ora annesse come se fosse un film intervallati da titoli di giornale e frasi di canzoni del rap napoletano
Intreccio magistrale. Il testo è scritto in prima persona, al tempo presente, è questo dà un forte senso di adrenalina: è tutto in presa diretta. I tre narratori sono L'Americano, un poliziotto cocainomane e corrotto, Sanguetta, un giovane malvivente e Chimicone, un ragazzo dei collettivi studenteschi. Ogni personaggio è caratterizzato da tic, ma soprattutto da tormentoni linguistici che si ripetono continuamente nel corso del romanzo. Petrella costruisce un linguaggio personale per ognuno dei tre narratori, andando a pescare nello slang partenopeo. La lingua di Petrella è viva, piena di riferimenti al linguaggio giovanile della malavita e della polizia, oltre che quello della sinistra eversiva. Le ripetizioni, innumerevoli, anziché infastidire, restituiscono i personaggi in maniera realistica, mostrandoli come persone normali che utilizzano i loro pochi strumenti linguistici a disposizione. Petrella costruisce un modo di pensare medio, da furberia da strada, che permette al lettore di comprendere il modo di pensare di persone che appartengono a un modo limitrofo al nostro.
La prima parte del romanzo è un romanzo di formazione: tutt'e tre i personaggi si ritagliano un proprio ruolo, che si definirà nella seconda parte. Tutt'e tre, da personaggi normali si trasformeranno in figure negative, degenerate. Nella seconda parte, ognuno acquista un proprio ruolo e il romanzo si fa più veloce e violento: l'azione accelera. Ciononostante, ogni personaggio, anche se ha un ruolo ben definito, non è che una pallida rappresentazione dell'idea di ciò che vorrebbe essere.
FINALE
Nel romanzo muoiono tutti i personaggi secondari. Dei tre narratori, muore il poliziotto corrotto. Ma ognuno, nel suo campo, ottiene il successo: il poliziotto, morendo, diventa un eroe; il terrorista, fuggendo, assume su di sé il ruolo di colui che è riuscito a compiere un atto sovversivo importante e, infine, il piccolo malavitoso diviene boss. Solo il primo, morendo, riesce ad assumere un'immagine positiva: estremamente sbagliata, ma ha ripagato il tutto con la morte.
Ognuno, però, vince restando da solo: si perdono affetti e amore, amicizie e pace. Una narrazione fittissima che si chiude con un nulla di fatto: tutto torna come prima, con un'Italia che cambia i grandi nomi, ma che mantiene la stessa struttura corrotta.
Anche qui, come in molti altri romanzi, c'è il grande tema della mente dei servizi segreti che controlla tutto. Interessante notare come qui, anziché proporci una Grande Vecchio decataldiano, Petrella opta per un più credibile 'circolo' di persone che si definiscono col termine di Omissis: un nome che, però, indica non una persona, ma un gruppo di persone che agiscono per il 'bene' dell'Italia. Personaggi profondamente ambigui, rappresentano quel lato oscuro dei servizi segreti italiani che è entrato a far parte dell'immaginario comune.
Da notare alcune accortezze grafiche: il testo è suddiviso in capitoli molto piccoli in cui si alternano i vari narratori, rendendo la lettura molto veloce. Inoltre, nel romanzo è presenta una sorta di colonna sonora, con testi di canzone ai lati. Infine, il romanzo presenta anche dei testi che scorrono al di sotto del testo normale, come se si leggesse una notizia alla TV. Il tutto per imitare un certo immaginario televisivo, che ispira fortemente i toni del romanzo e soprattutto la struttura dell'intreccio, simile a molti prodotti seriali.
Il romanzo vorrebbe rappresentare un passaggio epocale, passaggio che però risulta essere illusorio: non c'è nessun cambiamento, tutto resta come prima. Questo viene rappresentato al meglio dal padre di Chimicone: un comunista che, però, fa di tutto per raccomandare il figlio. Ogni personaggio , anche secondario, ricopre un ruolo ben definito: ma tutti sono corrotti, tutti tradiscono la propria idea. Paradossalmente il personaggio più puro di tutti è anche il più cattivo: il Sarracino, boss camorristico che diviene l'oggetto del tradimento di tutti, mente lui resta fermo nel suo ruolo fino alla sua morte.
La perfezione è quella della ragnatela. Migliaia di fili quasi invisibili si dipanano e si avvolgono e coprono, cappa appiccicosa e vischiosa, tutta la città, e gli uomini e la vita. Nessuno ne è fuori. Uno della Digos che più stronzo non si può; Sanguetta animaloide ignorante e deprivato, destinato proprio per questo a scalare le vette del successo camorristico; lo studente, Chimicone, verso il quale si dirigono le simpatie iniziali, poi ti accorgi che vuoto e inconsistente lo è anche lui.Attorno a questi tre brutti personaggi le cui esistenze si sfiorano, si toccano, si scontrano si schiantano,la città, caotica impazzita schizzata è SOTTO CONTROLLO. E' il grande ragno che ha tessuto la ragnatela. Il ragno resta oscuro e nascosto, ma tutti però, nella ragnatela vi cadono si appiccicano, da essa vengono digeriti, fagocitati. Nessuno si salva, Nessuno è buono. Nessuno porta speranza. Per tutti c'è la catarsi finale della morte. Tranne (e qui si rivela la debolezza, l'affetto di Petrella per un mondo in cui si voleva credere) che per il Chimicone, lo studente rivoluzionario, destinato all'esilio e all'oblio. Touché.
Vi dirò, inizialmente mi ha preso molto: trama avvincente, repentini cambi di visuale tra un personaggio principale e l'altro. Tra tutte, la cosa che mi ha colpito di più, è l'accurata definizione di ogni personaggio in base all'età e al ruolo svolto nella vicenda, che è mutato nel corso della narrazione. Pur tenendo conto di questi elementi, il finale mi è sembrato scontato, o meglio, lo avevo previsto già da tempo.....non so, mi sono illuso che non finesse così. Cosa che poi invece è successa. Lo consiglio sicuramente a tutti gli amanti di noir italiano!