Jump to ratings and reviews
Rate this book

Diario clandestino: 1943-1945

Rate this book
Guareschi era, nel settembre 1943, ad Alessandria, con una giovane ulcera gastrica e una vecchia bicicletta e combatteva in divisa da tenente. Il giorno 8 era comandato in servizio di ordine pubblico, ma nonostante tutto il suo impegno, non riuscì a evitare lo scoppio dell'armistizio. Il giorno dopo fu catturato dai tedeschi e portato prigioniero in Germania, dove rimase fino al settembre 1945. Questo è il diario di quella prigionia, che l'autore andava componendo di giorno in giorno e, spesso, leggeva ai compagni. Il Diario clandestino è il rovescio dei più consueti racconti di guerra e di prigionia: non sofferenze ma risate, non tragedia ma allegria.

208 pages, Paperback

First published December 1, 1949

9 people are currently reading
138 people want to read

About the author

Giovannino Guareschi

279 books215 followers
Giovannino Oliviero Giuseppe Guareschi, also know as Giovanni Guareschi, was a Italian journalist, writer, humorist. Along with Giovanni Mosca and Giaci Mondaini he founded the humorous magazine "Candido". He was well know because of the "Don Camillo" series based on the stories about the two main characters: Don Camillo, the priest and Peppone, the communist Mayor.

Ratings & Reviews

What do you think?
Rate this book

Friends & Following

Create a free account to discover what your friends think of this book!

Community Reviews

5 stars
65 (34%)
4 stars
67 (35%)
3 stars
46 (24%)
2 stars
8 (4%)
1 star
2 (1%)
Displaying 1 - 20 of 20 reviews
Profile Image for arcobaleno.
649 reviews163 followers
May 13, 2019
A noi è concesso solo sognare.

…aggrapparsi alla realtà coi nostri sogni, per non dimenticare di essere vivi. E nel sogno ritroveremo valori che avevamo dimenticato, scopriremo valori ignorati, ravviseremo gli errori del nostro passato e la fisionomia del nostro avvenire.
Col sogno Guareschi riascolta la voce del proprio passo e, grazie ad una salda forza morale e alla testardaggine di emiliano della Bassa, riesce a vincere la disperazione della fame e della nostalgia.
Nel Lager ritrova la libertà di essere se stesso, sfilato dal suo involucro di carne, affrancato da consuetudini e formalità: il volto possiede finalmente delle ombre, gli occhi vivono, il corpo acquista una nuova nobiltà; e degli affetti conserva solo l’essenza.
Nel Lager trova la vera democrazia dei galantuomini, una nuova civiltà dove ognuno rimane nudo soltanto con le cose che ha dentro… ed è stimato per quello che vale.
Pagine sorprendenti in cui si fondono dolcezza e struggimento, ironia e angoscia, speranze e ricordi. Pagine scritte con linguaggio semplice, ma ogni parola si amplifica, diventa un capitolo. Pagine di un prezioso surrealismo che mi hanno permesso di scoprire un Uomo di una incredibile sensibilità.
Dopo avere scritto alcune "note a margine" (aNobiiane), mi sono interrotta: avrei dovuto ricopiare ogni pensiero, ogni frase, ogni racconto. Invece posso solo consigliare, a chi non l’abbia già fatto, di procurarsi il libro e leggerlo tutto, dalla prima all’ultima pagina.
E concludo con le parole di Guareschi: Domani la storia diventerà letteratura, e si faranno recensioni ai libri, non alla guerra. E si dirà –come per Remarque–: «Che bel libro!». E nessuno dirà «Che orrore la guerra!».
Profile Image for LaCitty.
1,039 reviews185 followers
March 8, 2019
Un libro incredibilmente delicato, che riesce a trattare con ironia e (quasi sempre) con leggerezza il periodo di imprigionamento nei campi di concentramento patito da Guareschi tra il '43 e il '45.
E' un libro intriso di speranza, di sogni (tornare, ma anche essere visitati dagli spiriti dei propri figli), di amore e di desiderio di vivere, della capacità di un uomo di resistere nonostante tutto e di riuscire a fare dell'ironia anche nella tragedia (il martello del capitano Novello e le vicissitudini con i pacchi dalla famiglia sono impagabili). Non sono esenti momenti di disperazione, momenti in cui la speranza sembra lasciare il nostro autore, ma sempre risorge in lui il desiderio di superare quel momento e di tornare a casa dalla sua famiglia. Un padre nuovo per i suoi bambini, cambiato dalla guerra, ma profondamente umano.
Profile Image for Norbert.
523 reviews24 followers
June 11, 2019
Come non ammirare chi scrive che si sente vincitore perché è uscito dal lager senza odiare nessuno?
Profile Image for Paola Simonetti.
35 reviews
September 14, 2024
Leggere un diario di prigionia tra lager polacchi e tedeschi e ritrovarsi a sorridere sembra quasi blasfemo. Tra la sofferenza delle condizioni di vita, i patimenti per la fame, la lontananza dagli affetti, è surreale che Guareschi riesca a trovare, e a trasmettere al lettore, il lato ironico di situazioni così tragiche. Ci sono, però, paragrafi del diario composti da pochissime righe che emozionano profondamente perché descrivono l' indicibile sofferenza emotiva e fisica del tenente di artiglieria nr. 6865.
Profile Image for Tretratti.
55 reviews1 follower
November 17, 2019
"E ognuno si ritrovò soltanto con le cose che aveva dentro. Con la sua effettiva ricchezza o con la sua effettiva povertà."
Profile Image for Maria Senatore.
106 reviews1 follower
August 4, 2025
Parlare dei lager con la lingua della poesia e del sogno. Un libro delicato per una guerra così spietata.
Profile Image for Marco Freccero.
Author 16 books71 followers
June 4, 2020
Lui è stato e continua a essere uno degli autori italiani più tradotti all’estero, si dice.
In Italia almeno una volta all’anno sono ritrasmessi i film tratti da alcuni dei suoi libri.

Sto parlando di Giovannino Guareschi. Sì, l’autore delle figure di Don Camillo e Peppone. Però non è di questi libri che parlerò.

Infatti ho letto “Diario clandestino” nell’edizione digitale della BUR, la Rizzoli insomma.

Niente don Camillo e Peppone dunque, almeno per questa volta. Qui siamo all’interno di una vicenda storica molto personale di Guareschi. Si parla infatti della sua prigionia in un lager in Germania, a Sandbostel.

Ricordiamo questo: con l’8 settembre centinaia di migliaia di soldati sono alla completa mercé di quelli che un tempo erano i nostri alleati: i tedeschi. Sono catturati, e quelli che si rifiutano di proseguire la guerra, sono caricati sui carri bestiame e condotti nei campi di prigionia.

Guareschi è tra di loro. E dedica a chi non tornò dalla prigionia questo piccolo libro. E furono davvero tanti quelli che morirono, non solo italiani, ma anche russi. Si calcola che i morti, per fame, stenti, fucilazioni, furono oltre 50.000. E parliamo solo di un campo di prigionia, quello appunto di Sandbostel.

Non è solo un libro che racconta cosa succedeva. Dell’ufficiale italiano catturato in Francia che era riuscito a procurarsi delle barrette di cioccolato che voleva regalare ai propri figli. Ma che morirà di fame, tenendo in mano proprio quelle barrette.

O la scoperta, dopo l’arrivo degli Alleati nel campo, che i tedeschi avevano organizzato la pulizia del campo, che avrebbe dovuto concretizzarsi attraverso la fucilazione di tutti i prigionieri.

È un libro che Guareschi aveva redatto proprio laggiù, nel campo di prigionia, e che leggeva ai suoi compagni di sventura. Questo è un libro dove la parola, la sua forza umile ma decisa riesce a tenere in vita l’umanità del suo autore, e forse anche di altri.

La fame, le cimici, il ridurre le persone a numeri, il freddo: sono tanti i colpi che la dignità di una persona riceve quando è in prigionia, abbandonati da tutti, anche dalla Croce Rossa che invece aiutava i prigionieri francesi, per esempio.

Guareschi con questo libro getta le basi di una resistenza differente, passata in gran parte sotto silenzio. Perché non si parla molto del destino dei soldati italiani che preferirono la prigionia e in tanti casi la morte, pur di stare distanti da quelle ideologie che puntavano all’annientamento di milioni di persone.

E questa piccola resistenza, fatta non con le armi, ma con il sogno, le parole, i piccoli gesti e su tutto la tenace fiducia nella bontà dell’essere umano, alla fine riesce nei suoi intenti.

Due aspetti, forse, da tenere in considerazione. Tra Guareschi e Vasilji Grossmann c’è un filo rosso, ed è quello della bontà, del bene. Entrambi in mezzo al cataclisma della guerra, fanno una scelta che li segnerà per sempre: scelgono appunto la bontà.

Ma mi domando anche se c’è tutto, in questo libro; ed ecco il secondo aspetto da ricordare. Io credo di no. C’è tanto, c’è quello che importa davvero. Non ricordo chi ha affermato che la parola non può abbracciare tutto, dire tutto, descrivere davvero ogni cosa.

Credo che “Diario clandestino” di Giovannino Guareschi racchiuda un orrore che solo ogni tanto getta la sua ombra. Certo, è stata una precisa scelta dell’autore, probabilmente. Ma c’è anche un obiettivo limite della parola che appunto non riesce a spiegare la ferocia in tutta la sua ampiezza.

Guareschi ce lo fa intuire, credendo però con tenacia nella bontà dell’essere umano; e non è un compito da poco. È forse il compito di un grande artista come è stato lui.
Profile Image for Giulia Bartolini.
11 reviews
November 20, 2018
Un libro che tutti dovrebbero leggere. Leggero e intenso. Profondo e pieno di sorrisi, risate, dolore, bellezza. La bellezza di chi sa guardare ogni cosa della vita con la forza di un racconta favole. Un sogno.
Profile Image for C..
74 reviews16 followers
May 10, 2012
The author's humor makes this a surprisingly delightful read for something written in the prison camps of WWII.
Profile Image for Susanna.
59 reviews4 followers
September 24, 2018
"Non si possono intercettare i liberi sogni dei prigionieri".
Profile Image for Guido Mura.
Author 7 books4 followers
September 3, 2023
Questa è una storia di uomini che non muoiono neanche se li ammazzano, una storia di resilienza, scritta prima che la parola diventasse di moda.
Guareschi è uno di noi, un uomo libero anche in prigionia, perché è capace di sognare, di inventare, di commuovere; uno che, come tanti nostri genitori e antenati, non volle combattere insieme ai nazisti perché aveva giurato fedeltà al re, mica al duce. Onestà, etica, senso delle istituzioni? Forse un po’ di tutto questo, forse solo desiderio di pace, rifiuto di combattere una guerra assurda.
Questa rievocazione dei tempi di prigionia, scritta con mezzi di fortuna, durante i giorni della permanenza in un campo polacco, è quanto di meglio sia stato elaborato dai nostri cultori della memoria storica, dove non mancano i momenti tragici, ma uniti al sogno, al desiderio di superare l’orrore della guerra con la cultura, con l’arte.
Le piccole evanescenti storie, tra il surreale e l’onirico, che s’incuneano tra le più severe descrizioni della realtà cupa e monotona della vita nei campi di concentramento, navigano in un mare già percorso da Bontempelli o Palazzeschi. Certamente non potrebbe esistere Guareschi, questo Guareschi letterato e incuneato nel suo tempo, senza il realismo magico e senza scrittori di genio come Achille Campanile, col suo stralunato e iperlogico umorismo.
Profile Image for Paolo Ventura.
374 reviews2 followers
September 13, 2022
==========
Non abbiamo vissuto come bruti: costruimmo noi, con niente, la Città Democratica. E se, ancor oggi, molti dei ritornati guardano ancora sgomenti la vita di tutti i giorni tenendosene al margine, è perché l’immagine che essi si erano fatti, nel Lager, della Democrazia, risulta spaventosamente diversa da questa finta democrazia che ha per centro sempre la stessa capitale degli intrighi e che ha filibustieri vecchi e nuovi al timone delle varie navi corsare.
==========
Era una gran bella poesia, allora: adesso non la capisco più. La poesia bisogna sentirla, non capirla.
==========
15 gennaio 1944 Dovunque guardi, sullo sfondo scopri la torretta, vigile e onnipresente come l’occhio di Dio. Di quel Dio che — essi dicono — è con loro, e che è molto diverso dal nostro, e che ha un nome misterioso e grottesco: Gott.
==========
Ma domani la storia diventerà letteratura, e si faranno recensioni ai libri, non alla guerra. E si dirà — come per Remarque — : «Che bel libro! ». E nessuno dirà: «Che orrore di guerra! ».
==========
Sediamoci fuori della baracca: proiettiamo le visioni del nostro desiderio sullo schermo del cielo libero e sogniamo (gli occhi bene aperti e la mente vigile) costruendo noi stessi la trama della vicenda immaginaria, soggettisti, registi, attori, operatori e spettatori del nostro sogno.
==========
E si capiscono perfettamente. Accade sempre così fra i soldati, fra gente semplice e ignorante: si comprendono subito. È la cultura che ostacola la comprensione fra le genti.
==========
Disperazione: la sensazione precisa, opprimente, insopportabile dell’impotenza.
==========
Ossa al sole. Ventri scavati, costole che affiorano, scapole che tentano di forare la pelle. E le giunture sembrano grossi nodi, e vengono alla mente […]
==========
Come un film che si fermi su un fotogramma. Si dimenticano ogni tanto d’esser vivi, e diventano il ricordo d’un loro gesto, d’un loro atteggiamento. Diventano il ricordo di se stessi.
==========
Verrà il giorno in cui diranno che tutto è finito; ma io non godrò neppure quella che dovrebbe essere la gioia più grande, perché questa cadrà sopra la stanchezza del mio animo come un sasso sopra la melma che non dà rimbalzo. Tutto è negato a chi ha sognato troppo, a chi troppe volte, col desiderio, ha superato le vette della realtà.
==========
Perché c’è una Francia che noi italiani abbiamo un po’ tutti nel sangue, e quando udiamo le note della Marsigliese il nostro cuore ha un sussulto, perché essa è un po’ l’inno nazionale del sentimento, come Parigi è la nostra capitale sentimentale.
==========
E ogni minutissima cosa acquista un significato per gli uomini che non hanno più nulla, come acquista valore ogni minima azione per gli uomini condannati all’inazione.
==========
Giovani disorientati cercano la verità. Sono pieni di buona volontà: « Ci vorrebbe qualcuno che ci insegnasse, che ci istradasse. Qui c’è tempo, c’è gente in gamba; dovrebbero fare dei corsi ». Hanno il morbo nel sangue. Vorrebbero dei corsi. Corsi di ricostruzione, corsi di domani, corsi di politica, corsi di libertà. La verità non si insegna; bisogna scoprirla, conquistarla. Pensare, farsi una coscienza. Non cercare uno che pensi per voi, che vi insegni come dovete essere liberi. Qui si vedono gli effetti: dagli effetti risalire alle cause, individuare il male. Strapparsi dalla massa, dal pensiero collettivo, come una pietra dall’acciottolato, ritrovare in se stessi l’individuo, la coscienza personale. Impostare il problema morale. Domani, appena toccherete col piede la vostra terra, troverete uno che vi insegnerà la verità, poi un secondo che vorrà insegnarvela, poi un quarto, un quinto che vorranno tutti insegnarvi la verità in termini diversi, spesso contrastanti. Bisogna prepararsi qui, “liberarsi” qui in prigionia, per non rimanere prigionieri del primo che v’aspetta alla stazione, o del secondo o del terzo. Ma passare ogni parola loro al vaglio della propria coscienza e, dalle individuate falsità d’ognuno, scoprire la verità.
==========
Così siamo ridotti: ci si accontenta di poco: della descrizione della minestra dei poveri.
==========
Io sono così: io credo poco a quello che dico.
==========
Sono ormai diciotto mesi che soffro la fame, ma ogni giorno sembra una cosa nuova.
==========
Dico la verità: io sono un italiano, ma, nonostante tutto, a me gli italiani sono simpatici. Ognuno ha le sue debolezze!
==========
Io parlai una volta con una signora tedesca, la quale, essendo sposata con un italiano ed abitando in Italia già da molti anni aveva imparato a ragionare come una persona normale […]
==========
I tedeschi sono fatti così: gente disciplinata che, avendo ricevuto ordine di vincere la guerra, la vincono fino alla mezzanotte del martedì: alle o, I del mercoledì smettono di vincere perché ricevono dall’Oberkommando l’ordine di arrendersi.
==========
678 reviews5 followers
July 5, 2020
An unusual memoir (which I read in translation) of his experiences in a PoW camp in the Second World War from the comic writer Giovanni Guareschi. Even though the style is very different, Guareschi reminds me of Vonnegut and Heller in as much as writers who served in the war who chose to take a comic tone when they wrote down their accounts. Episodic, witty, often horrifying but not despairing. The epilogue written decades later when he revisits the prison camp with his son is a moving appeal for European unity from somehow who understood just how valuable that would be.
429 reviews1 follower
May 24, 2020
Guareschi gives a description of his internment during WWII filled with humor and understanding. (I didn’t know that when Italy surrendered to the U.S. in 1943, Germans took Italian soldiers, their allies, to ‘military internments’ if they were unwilling to fight for Germany.) “I emerged as a victor, because I came through the cataclysm without hatred in my soul.” It surprised me how some of his insights are relevant to today’s pandemic. I need to find my Don Camillo books now.
Profile Image for Valeria Bazzani.
21 reviews
July 8, 2023
Stile di scrittura veramente originale. Alcuni passaggi interessanti e da tenere a mente.
3 reviews
August 28, 2024
Molto molto molto bello, se prese come tante storie separate si riesce a cogliere bene lo spirito dello scrittore
209 reviews4 followers
October 16, 2019
I read an old hard cover copy titled "My Secret Diary", which I take to be identical to this.

The book is exactly as stated, a diary, with impressions, events etc. recorded of life in an POW camp in WW11 in the north of Germany, and later Poland. The author was an Italian officer taken into custody by the Germans after Mussolini's fall in Italy. The last quarter or so relates the eventual release towards the end of the war.

There is not much of a story line here, and thus also no character developement of any kind. I found it a hard slog, made more bearable by the tong in the cheek way of looking at camp life.
Displaying 1 - 20 of 20 reviews

Can't find what you're looking for?

Get help and learn more about the design.