La scienza negata

by Enrico Bellone

La negazione della scienza come rifiuto dell'inedito, come paura del sovvertimento di un ordine, come crisi di valori: un pregiudizio che viene da lontano e che si è radicato in maniera più o meno forte in diverse epoche e in diverse società. L'Italia più di altri paesi continua su questa strada di "rivolta della ragione", di strenua e ottusa resistenza. Con La scienza negata lo storico della scienza Enrico Bellone riprende il racconto di questo rifiuto scavando nelle sue cause e nelle sue conseguenze, analizzando il ruolo non secondario che schiere di intellettuali, moralisti, religiosi e politici hanno avuto nel presentare un quadro della conoscenza deformato e pericoloso.

Genres: Science

134 pages, Paperback

First published January 1, 2005

Reviews

[Makomai · Rating 4 out of 5]

L’A. presenta in poche righe un quadro (desolantissimo) dell’istruzione in Italia ed esamina approfonditamente le correnti di pensiero anti-scientifico che potrebbero essere alla base – o costituire l’alibi – di una diffusa diffidenza verso la scienza. Nulla di nuovo, essenzialmente. Ma conforta trovare un cosi’ accorato appello alla ragione.

Divagazioni:
Il sapere non e’ mai democratico, ma solo quello scientifico viene percepito come eminentemente ed ontologicamente aristocratico. La necessita’ di una formazione specifica e del possesso di tecniche sempre piu’ specialistiche ed “esoteriche” situa la scienza in un reame cui non a tutti e’ dato accedere. Al contrario l’italiano – notoriamente piu’ furbo e intelligente di tutti - ritiene che le dottrine umanistiche siano alla portata di chiunque sia piu’ o meno in grado di ragionare. Falso ovviamente, ma in Italia siamo tutti filosofi, tutti portati a confondere opinioni con cultura; non chiediamo forse a veline e calciatori il significato della vita? Una persona con la terza elementare che non legge altro che la gazzetta sportiva pontifica in televisione sul terrorismo islamico e la fame nel mondo, finalmente in termini accessibili a tutti: in una societa’ dell’apparenza, nessuno si domanda cosa ci sia sotto il vestito; i media ungono con il crisma. All’abbassarsi del livello culturale, tutti si sentono titolati ad intervenire, e infatti tutti pontificano senza il minimo rigore e la minima conoscenza di causa. Questa e’ democrazia. Ma provate a portare il discorso su matematica, fisica o biologia: in tali campi non si puo’ bluffare (oddio, in tv bluffano eccome!). Se – erroneamente – si puo’ essere indotti a ritenere che nelle materie umanistiche il quisdam de populo possa dialogare con Umberto Eco, le materie scientifiche sono riconosciute appartenere ad una casta di “tecnici”, di sapienti. Questo non e’ democratico!
Nella cultura delle opinioni – portato del relativismo – la scienza e’ percepita come assolutista ed esclusivista e ne porta lo stigma.

[Antonio Fanelli · Rating 4 out of 5]

ritratto impietoso della considerazione in cui è sempre stata tenuta la scienza in Italia dalla sua classe dirigente e intellettuale.
C'è poco da dire: in questo libro si spiega la crisi dell'Italia.
E non vedo possibili soluzioni purtroppo

[Emanuela · Rating 4 out of 5]

Dei libri che ha consigliato Amedeo Balbi questo è al momento il più problematico, più di quelli di Astronomia. Il motivo è semplice: l'autore prova a tracciare storicamente le cause che mettono la Scienza sotto una luce disumanizzante. Il percorso molto articolato, che vede la filosofia e la religione discutere se la "matematizzazione" del mondo sia buona o cattiva, risale dalle origini della nostra civiltà in cui alla conoscenza tecnologica corrisponde un potere dominante.

Nel primo e nell'ultimo capitolo del testo si fa esplicito riferimento alla situazione italiana, sia nella didattica delle Scienze, sia nella ricerca. Entrambe sono all'agonia ponendo il nostro paese tra quelli in via di sottosviluppo.

Sulla ricerca ho pochi dati se non quelli che deduco dalle ultime devastanti riforme del MIUR; sulla didattica ritengo, in sintesi, che la troppa teorizzazione delle Scienze così com'è insegnata nelle nostre scuole -è intellettualizzata, astratta, ergo importante-, non faccia altro che accentuarne la distanza dal mondo reale. Si perde senso e di conseguenza motivazione intrinseca allo studio.

[Luca · Rating 2 out of 5]

Un peana alla scienza. L'unico merito di questo libro è quello di avermi fatto conoscere i libri e il pensiero di tanti intelligenti autori critici dell'idolatria della scienza. L'autore usa un atteggiamento passivo-aggressivo nei confronti di quei pensatori che a suo modo di vedere criticano la scienza, confermando così il pregiudizio che lui vorrebbe negare e cioè che gli scienziati siano una banda di vanitosi sapientoni che pretendono di avere l'esclusiva interpretazione della realtà. Non è forse vero che la tecnologia derivata dall'applicazione di scoperte scientifiche può essere messa al servizio di un regime totalitario? Guardiamo ad esempio alla Cina, dove una grande protesta è stata bloccata grazie alla pressione di un pulsante che ha bloccato tutti i conti correnti dei dimostranti. Oppure guardiamo all'infame green-pass nostrano, che ha privato di diritti fondamentali gran parte della cittadinanza che non voleva prostrarsi davanti al dio vaccino. Insomma, quello della scienza al servizio del genere umano è un mito che dovrebbe essere tramontato da molto tempo. Gli "ingegni minuti" dei tecnici non sono neutrali ma sono al servizio di scopi politici ben precisi, spesso nefandi, con buona pace dei sacerdoti della scienzah!!1!
Addendum: A scanso di equivoci voglio precisare che non odio la scienza. La considero un utilissimo strumento in grado di migliorare profondamente le vite degli esseri umani ma...dove sono i robot che lavorano al posto mio? Io voglio stare spaparanzato sul divano servito e riverito dalle macchine, non voglio mica svegliarmi tutte le mattine e andare in un posto a rompermi le balle per quattro lire vigliacche. Scienziati, lavorate a questo, non a sistemi di sorveglianza totalitari.

[Paolo Bizzarri · Rating 5 out of 5]

Ottimo rileggere dopo alcuni anni Enrico Bellone e la sua Scienza Negata. La sua denuncia contro la classe intellettuale italiana per lo scarso interesse per il mondo della scienza è purtroppo ancora molto attuale.

[Roberta · Rating 1 out of 5]

Bah... è una raccolta di pensieri filosofici, religiosi, politici... ma di scienza ne ho vista ben poco. Il primo capitolo lasciava ben sperare: si parte con una panoramica dell'approccio italiano alla ricerca, alla scienza e all'educazione, ma poi non si va oltre. E' un libro che non pone domande né da risposte. Perdita di tempo, da non leggere.

[Devero · Rating 3 out of 5]

Un triste compendio del perché e per come l'Italia è, nella ricerca scientifica, e quindi nello sviluppo (industriale, agricolo, commerciale, del benessere fisico ma anche spirituale) un paese indegno di stare tra le grandi potenze mondiali e, di fatto, una delle nazioni del mondo sottosviluppate di oggi e ancora di più, di domani.

[Giovanni · Rating 2 out of 5]

Nella prima parte il testo che analizza i ritardi della ricerca scientifica in Italia, confrontandola con gli altri paesi industrializzati.
Purtroppo nella seconda parte l'autore si perde in una lunga serie di analisi storiche e digressioni filosofiche contro la scienza, proponendo tesi discutibili e spesso di non facile comprensione, che ne appesantiscono la lettura.