È di qualche giorno la notizia che il sindacato dei giornalisti Rai si sia esposto con un comunicato a reti quasi unificate contro la scelta dell'azienda di consentire ai rappresentanti del governo di parlare nei talk senza vincoli di tempo e senza contraddittorio. Suona ironico riconoscere che ci siano due pesi e due misure nell’ambiente giornalistico: per anni e tuttora, i cronisti ed editorialisti della carta stampata sono stati poderosamente prostrati ai piedi dei potenti, plasmando le notizie e modellandole per far passare solo la presunta verità (o smaccata falsità) di chi ha veramente tenuto le redini del potere e della ricchezza in Italia: la famiglia Agnelli.
Non so chi si possa salvare di questa royal family nostrana, questo clan milionario attorno a cui hanno gravitato (e mangiato) i personaggi più disparati, dagli avvocati sciacalli ai funzionari corrotti.
Emerge un quadro molto inquietante di quanto certe figure sedute nella stanza dei bottoni abbiano manovrato l’Avvocato e le istituzioni, evaso il fisco, seminato zizzania e scompigliato le carte pur di nascondere la reale ricchezza accumulata dalle finanziarie del Gruppo Fiat e delle loro accomandite e fondazioni.
Diversi sono infatti i misteri che aleggiano attorno al patrimonio di casa Agnelli e che solo grazie alla caparbietà di una donna, estranea ai giochi di potere sebbene privilegiata, stanno pian piano rivelandosi. Nessuno degli uomini di fiducia dell’Avvocato Agnelli avrebbe infatti potuto immaginare che la sua “rimasta unica” figlia ed erede avrebbe avviato una battaglia per la verità, a costo di ritrovarsi attorno solo terra bruciata.
Margherita Agnelli è una madre naif ma coraggiosa, che ha dovuto assistere alla disgregazione della propria prole in nuclei in contrasto tra loro e in guerra contro di lei solo per aver chiesto legittime spiegazioni ed un’equa spartizione della quota d’eredità, neanche completamente conosciuta.
Moncalvo ci dimostra con questo saggio cosa sia il vero mestiere di giornalista non con i comunicati stampa generici, ma con il duro lavoro sul campo, con la ricerca certosina e soprattutto con il coraggio di raccontare i veri intrighi dei potenti. Peccato che i suoi testi, proprio per i temi trattati e i piedi pestati a chi dirige veramente questa Italia sgangherata, siano così poco conosciuti e diffusi.
“Bisogna che a decidere e a comandare sia uno solo alla volta”... Così sosteneva GA, ma dalle pagine di questo libro, possiamo capire che l’organizzazione che realmente decideva e comandava era ed é estremamente complessa. Una cronistoria di eventi che mostra Margherita Agnelli De Pahlen sotto una luce completamente diversa da quell’immagine che le avevano affibbiato i giornali e la tv. Un ennesimo ottimo lavoro di Gigi Moncalvo!
Bella ricostruzione dei fatti relativi all'eredità dell'Avvocato vista dalla prospettiva di Margherita. Conoscevo abbastanza bene la questione e ho sempre avuto dei dubbi sul grande vecchio dei salotti torinesi dopo la morte di Agnelli. Credo che Gabetti abbia sempre fatto le fortune più del gruppo che della famiglia e può essere (anzi é) una cosa positiva. A mio avviso né Gabetti né Margherita (o meglio le loro "ragioni") sono depositari della verità dell'eredità: questo libro aiuta a vedere le cose da una prospettiva diversa contrapposta a quella dei grandi vecchi "amici" dell'Avvocato. Libro che consiglio anche ai più grandi sostenitori di Fiat/FCA così come è oggi, tra cui ci sono anche io.
Inchiesta giornalistica ben dettagliata che mi ha lasciata con molte più domande di quante ne avessi prima (come del resto una buona inchiesta dovrebbe fare). Alcune opinioni che avevo sulla vicenda si sono piuttosto modificate alle luce di fatti che non sapevo, quindi anche questo un punto a favore. L'inchiesta non è affatto super partes ma è un'apologia della bistrattata Margherita Agnelli: se in molti punti si cade decisamente nel retorico e nell'adulazione, è tuttavia interessante leggere il punto di vista della controparte alla quale i media hanno sempre lasciato poca voce