"Non sembra il caso di suggerire ai nostri lettori di non aspettarsi i grandiosi affreschi di Tucidide o Tacito, di Machiavelli o Gibbon. Tutti sanno che non siamo storici e non avremmo comunque il mestiere e il genio per guardare a tali altezze. Ma da quei maestri una lezione l'abbiamo pur la Storia obiettiva, la Storia imparziale, la Storia definitivamente veritiera non esiste, può essere soltanto un'aspirazione, una meta intravista e irraggiungibile. Ogni pagina di questo libro è arbitraria e contestabile. Abbiamo scelto 150 giornate a nostro avviso significative, distribuendole equamente fra i quindici decenni dell'Italia Unita. Ma cosa vuol dire significative? Alcune erano obbligatorie, ma molte altre, non senza lunghe discussioni tra di noi, sono state incluse o escluse, con intendimenti ragionevoli e tuttavia opinabili. A ogni capitoletto di questa ormai lunga vicenda abbiamo cercato di dare un taglio narrativo, di partire da un particolare più vivido per evitare ai nostri lettori la triste impressione del grigiore scolastico. Sono 150 racconti contratti, ridotti all'essenziale e dolorosamente privi di infiniti risvolti, sacrifici dettati dalle necessità grafiche del quotidiano torinese "La Stampa" che ha avuto l'idea e che ha pubblicato nei mesi scorsi queste pagine. Il nostro intento era di offrire un'infarinatura di storia d'Italia a tutti coloro che ne hanno perso memoria o non l'hanno mai avuta.
The editorial team of Carlo Fruttero and Franco Lucentini, particularly notable for their (controversial) curation of the Urania series of fantascienza (science-fiction) compilations from 1964 to 1985.
Il destino ha voluto che iniziassi a leggere l’ultima opera di Carlo Fruttero proprio il giorno della sua morte. Così, mentre andavo avanti con la lettura, ricordavo l’ultima volta che l’ho visto in televisione intervistato da Fabio Fazio: un vecchietto arguto con le espadrillas gialle che raccontava aneddoti e parlava di letteratura con leggerezza ed ironia, mostrando una lucida capacità di osservazione della realtà; ripensavo al suo grande amore per la letteratura, iniziato come traduttore per Einaudi, al suo fortunato sodalizio con Franco Lucentini, che ha portato alla creazione del bellissimo spaccato di società torinese degli anni settanta che è La donna della domenica, oltre che molti altri libri che non ho ancora letto. Ho pensato a quanto si sia divertito nella sua lunga attività. Anche in “La patria, bene o male”la penna di Carlo Fruttero si sente eccome. Nella cavalcata attraverso le italiche vicende, a partire dall’unità d’Italia fino ai nostri anni, i brevi capitoli, in formato giornalistico, ciascuno dedicato a un fatto (non solo storico, anche semplicemente di costume) che ha segnato un’epoca, oltre ad essere scritti in forma semplice ed immediata, contengono aneddoti, curiosità ed anche approfondimenti che nei libri di storia non troveremo mai, che mi hanno fatto immediatamente pensare:”ma quante ne sanno questi!”, e subito dopo sono arrivata alla sconfortante conclusione: le patrie miserie hanno radici ben lontane…
Oh, dite quello che vi pare, però mi sembra proprio il libro perfetto per iniziare il 2011, l'anno in cui l'Italia unita compie 150 anni (centocinquantenario? Si dirà?). Tutto studiato e calcolato. (se l'avessero scritto Vespa e Brosio comunque non l'avrei comprato)
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Ok, si possono fare tantissime valutazioni su questo libro. Non tanto di tipo ideologico sul racconto delle vicende quanto proprio sulla scelta di esse: io avrei messo questo, non avrei messo quest'altro, manca quella roba là, ma chissenefrega di questa cosa qua, etc etc. Sì, anche io non sono convintissima di tutte le 150 date, specialmente per quelle dei primi 60 anni di storia dell'Italia "unita" (si fa per dire), più che altro perchè non ricordo una mezza fava di ciò che ho studiato a scuola e quindi i nomi si affollano nella mia mente senza un senso ben preciso (cioè per me Cavour, Giolitti, Gramsci, tanto per citare tre a caso, sono interscambiabili e hanno vissuto all'incirca 100 anni ciascuno, non sapendo come collocarli nel tempo... e tralasciamo altri nomi "meno noti" tipo Depretis, Bava Beccaris sentiti nominare per sbaglio o altri come Oberdan che conosco solo di nome appunto, in quanto a Mantova in centro c'è via Oberdan dove una volta c'era un cinema minuscolo in cui anni or sono vidi "Titanic" e "Il favoloso mondo di Amélie", ora c'è una specie di scuola di danza mi sa, il cinema è stato sostituito da una sfolgorante multisala nel parcheggio dell'Ipercoop). Dicevo, non importa molto tutto questo. La verità è che queste 150 date sono come le ciliegie, una tira l'altra. E' un libro dal quale uno non riesce a staccarsi. Non è un libro da cesso, come familiarmente chiamo i libri composti da capitoletti brevi e scollegati tra loro. Cioè, bene o male, non si sa bene per quale astruso motivo, uno rischia di leggerselo tutto in mezza giornata. Non so bene di chi sia il merito, se di Gramellini o di Fruttero, però è un bel volume da avere e da leggere. Si capiscono due cose: che non è cambiato niente e che l'Italia è nata già vecchia e stanca. Ah, e che unita non sembra lo sia mai stata. Sì, sono tre le cose.
Ecco, avrei una richiesta. Siccome i capitoletti sono molto brevi e sono state operate per forza delle scelte tagliando qua e là, chiederei umilmente alla premiata ditta F&G di far uscire, magari allegati a qualche giornale, dei volumetti decennio per decennio con più eventi narrati in modo più approfondito. Probabilmente qualcuno lo farà, ma io voglio che siano loro a farlo. E' possibile? Grazie.
Intelligenza e ironia caratterizzano questa quasi storia di centocinquant'anni di unità d'Italia. Una raccolta di 150 episodi e aneddoti che finiscono con l'annullare il tempo e le distanze. Quanto è simile a quella del 1871 l'Italia del 2011, con i suoi problemi, le sue contraddizioni, le sue divisioni, i suoi campanilismi ancora irrisolti. Ma in fondo c'è lo stesso orgoglio (anche se oggi duramente messo alla prova) di chiamarsi italiani.
Quando si pensa alla storia recente dell’Italia, la si percepisce un po’ come una serie di nebulose, separate tra loro da spazi scuri: il Risorgimento, la prima guerra mondiale, la seconda, il miracolo economico, il terrorismo… E qua e là una stella che brilla, più spesso infausta che fausta: il Vajont, l’omicidio Moro, la vittoria dell’Italia ai mondiali del 1982, qualche evento di cronaca nera o la tragedia di Superga; la morte di Pasolini o Modugno a Sanremo. Il merito di questo libro sta nel ricomporre le nebulose e le stelle in un insieme coerente, facendo capire che la storia è una sola, e l’Italia pure, e che - a titoli ovviamente diversi - personaggi come Garibaldi o Berlusconi ne fanno ugualmente parte.
In pratica, i due autori scelgono un evento per ogni anno dei 150 che fanno la storia dell’Italia unita (il libro evidentemente uscì in occasione della ricorrenza), e lo raccontano, con mirabile sintesi, in due paginette. Non si finisce di assaporarne una per correre alla successiva, vedere qual’è l’evento prescelto e come è raccontato. In alcuni casi - la seconda guerra mondiale, il terrorismo, Tangentopoli - per necessità narrative i punti si sfilacciano in un fascio di linee parallele, una narrazione di più pagine. E’ anche difficile capire quale delle varie pagine sia dell’uno o dell’altro autore; Fruttero, anche se “orfano” di Lucentini, resta un grande, Gramellini mi piaceva quando i suoi Buongiorno erano ironici e divertenti, prima che si infilasse come Michele Serra nella triste deriva del moralismo, e nella stucchevole esaltazione del rapporto di coppia unico ed eterno, ma sono difetti che qui appaiono comunque molto “diluiti”. Anche se per tanti degli eventi raccontati io c’ero già - in effetti, ed è inquietante pensarci, la mia età è pressappoco un terzo di quella dell’Italia unita - è bello leggerli raccontati e reinterpretati con intelligenza sulla distanza.
Un bel libro per tutti, per chi c’era e per chi non c’era.
In linea con le aspettative: molto retorico ma è atteso per un libro simile e soprattutto per Gramellini. Le date scelte sono perlopiù interessanti, funziona piuttosto bene per la prima parte dell'Italia liberale-monarchica, con eventi e soprattutto frasi e citazioni del periodo d'effetto. Man mano che si passa dalla storia all'attualità è chiaramente più difficile scegliere gli eventi opportuni da raccontare: alcuni eventi probabilmente sembravano più importanti all'epoca perdendo importanza in pochi anni. Per altri onestamente mi sfugge del tutto perché fossero stati scelti (la strage di Erba? Sul serio?).
Catalogo di aneddoti di 150 giornate in 150 anni divisi in 15 decenni. Pi� in stile Frutterico che Gramellinoso. Buono per l'esame da Italiano. Non sostituisce, n� vorrebbe farlo, i libri di storia, ma il tono dell'Italia e dell'italianit� lo si sente molto bene. Scritto con scorrevolissimo stile giornalistico, sono veri e propri articoli, si legge in poche ore. Chi ha letto di storia probabilmente trover� solo un dieci per cento di novit�, in ogni caso � un'ottima cronologia. Per il terzo nel quale c'ero pure io, non mi discosterei di molto dalle loro scelte. Si patisce che di fatti accaduti decenni, se non secoli fa, in Italia ancora si attende sia fatta luce, o addirittura si impari qualcosa di concreto. Altro che 'o paese d' 'o sole. Il vero Santo Patrono d'Italia � Plutone. Colonna sonora: radiodue e radiotre mista a pioggia sui vetri
Il format del libro è eccezionale. Ogni data è trattata in due pagine cariche di humor, e l'intero libro si legge con molta facilità. Io l'ho completato in 3 ore. Gli autori rendono onore anche a personaggi meno conosciuti della storia italiana (non solo i politici grazie a Dio!), come intellettuali e scrittori, nonché scienziati.
Ho scoperto cose della storia italiana che ignoravo, altre mi sono tornate alla mente come se non fossero mai cadute nel dimenticatoio. Molto ben scritto, scorrevole, mi fa desiderare che l'Italia fosse più "vecchia" per poter leggere di più
Ma si, dall Unità D' Italia al fenomeno Berlusconi, in 150 racconti brevi. Un libro leggero e che scorre veloce ricordandoci tanti episodi storici, di cronaca e attualità che hanno segnato il nostro paese.
Qui si sente molto la mano di Fruttero, assai meno quella di Gramellini. Per fortuna. Ripasso per date significative dei centocinquant'anni di unità del nostro tribolatissimo paese. Gradevole ed interessante.