Un celebre attore, narcisista e pieno di sé, ma ormai sul viale del tramonto, vive da giorni barricato in casa insieme alla sua corte. Riceve quotidianamente minacciosi messaggi con la data, il luogo e l'ora della morte. E tutti i possibili colpevoli hanno sempre alibi indistruttibili. Le operazioni di polizia per scoprire il mittente, ovvero il potenziale assassino, sono affidate ad Arthur Jelling, archivista della polizia di Boston e investigatore sui generis. Schivo e timidissimo, l'archivista è un tenace temperamento speculativo, affinatosi nello studio dei rapporti d'inchiesta, che riordina e cataloga. Jelling è il primo degli investigatori di Scerbanenco, e Sei giorni di preavviso è il primo dei romanzi gialli del futuro inventore del noir italiano. Fu pubblicato nei «Supergialli» Mondadori nel 1940, quando gli assassini, per le pruderie del regime, dovevano essere stranieri e cocktail si scriveva «mistura». La storia è un amalgama di elementi alla Ellery Queen, alla Christie, alla Simenon, rielaborati in modo del tutto originale. Il giovane Scerbanenco si dimostra non solo un sofisticato risolutore di enigmi e un accorto studioso dell'animo umano, ma anche un versatile talento naturale, già del tutto padrone dei mezzi narrativi. Questo suo primo giallo è come fosse in due tempi: il racconto del lavoro quotidiano per sventare una cospirazione in fieri, con tutta la suspense dell'attesa, e il racconto dell'inchiesta, fondamentalmente psicologica, su un omicidio. Complicato inoltre dal fatto che non si sa bene se vi sia un omicidio, e che alla fine Jelling deve spuntarla nell'impresa più ardua: riuscire a smontare la sua stessa robustissima ipotesi investigativa.
Vladimir Giorgio Šerbanenko was an Italian journalist and writer of Ukranian origin.
He was born in Kiev, in what was then the Russian Empire, on 28 July 1911. At an early age, his family immigrated to Rome (Scerbanenco's father was Ukrainian, his mother was Italian), and then he moved to Milan when he was 18 years old.
He found work as a freelance writer for many Italian magazines, chief among them Anna Bella before becoming a novelist. His first fiction books were detective novels set in USA and clearly inspired by the works of Edgar Wallace and S.S. Van Dine signed with an English-sounding pen name. While Scerbanenco wrote in several genres, he is famous in Italy for his crime and detective novels, many of which have been dramatized in Italian film and television [1]. These include the series of novels with main character Duca Lamberti, a physician struck off the register for having performed a euthanasia, and turned detective (Venere privata - A Private Venus, 1966; Traditori di tutti - Betrayers of All, 1966; I ragazzi del massacro - The Boys of the Massacre, 1968; I milanesi ammazzano al sabato - The Milanese kill on Saturday, 1969), as well as Sei giorni di preavviso (Six Days of Notice), his first novel. He died of a heart attack in Milan on 27 October 1969. As well as in Milan, the writer lived for a long period in Lignano Sabbiadoro, a town on the Adriatic Sea in Friuli-Venezia Giulia. The town holds his archive.
Datato nello stile e nel contenuto ma estremamente godibile e interessante. "L'esordio giallo" del giovane Scerbanenco lascia presagire buone cose. Influenzato sia dalla scuola americana che da quella inglese, risente di alcune leziosita' e manierismi, ma i personaggi, anche se un po' stereotipati, riescono a fare breccia nel lettore. In definitiva una piacevole lettura di un libro giallo a enigma del tempo che fu.
якщо о третій ранку до вас у хату ломиться поліцейський архіваріус питати дивні питання й робити знічені вирази обличчя — знайте, ви в детективі джорджа щербаненка. співчуваю, чи що.
Piacevole “giallo”, che risale agli inizi della carriera dello scrittore. Non è del tutto convincente, a dire il vero, ma comunque cattura e, nella sua economia, funziona. Sono evidenti le influenze di Agatha Christie, Arthur Conan Doyle ed Ellery Queen. Tuttavia, questo modesto e timido pseudo-investigatore, Arthur Jelling, ha anche qualche originale caratteristica, tra cui una famiglia (moglie e figlio), alla quale si accenna appena, ma che pare pensare che lui sia praticamente perfetto. “Tutto ciò che fai è ben fatto” dice, all’incirca, Adela Jelling, quando suo marito le annuncia che intende dare le dimissioni dal lavoro. Il che mi ha rammentato una favola che ho letto da bimba, di cui non ricordo né il titolo né l’autore, in cui una donna commenta così una serie di apparentemente svantaggiosi affari portati a termine dal marito, che, alla fine, però si riveleranno assai proficui. Un po’ maschilista come visione, ma esposta con grazia e, forse, per dovere, dati i tempi storici (il fascismo) cui risale lo scritto. E, comunque, Scerbanenco dimostrerà in seguito di saper creare figure femminili di ben altro spessore.
In pratica, con Arthur Jelling, Scerbanenco tenta un mix tra gli ego spropositati di Sherlock Holmes ed Hercule Poirot e quelli più dimessi di Ellery Queen e Miss Marple. Il risultato è parzialmente ingenuo, ma, tutto sommato, simpatico e godibile.
Primo romanzo giallo di Scerbanenco, con questo detective che non è propriamente un poliziotto, ma un archivista della polizia, molto interessato all'aspetto psicologico del delitto. Probabilmente ispirato ai romanzi di Ellery Queen, questo primo romanzo parla di un delitto piuttosto originale, anzi, inizia addirittura prima che il delitto venga commesso. Interessantissima la postfazione di Roberto Pirani, che parla della nascita dei romanzi gialli in Italia e del giallo durante il periodo fascista. Non per nulla la storia si svolge a Boston, anche se Scerbabenco si tradisce un po' quando dice: "Questo velenoso cinematografo che ci ubriaca la fantasia! Sono stufo di questi film americani che c’imbottiscono la testa di delitti complicati e impenetrabili, ha capito?", con una frase che, di sicuro avrà fatto piacere al regime, ma che non ha senso se pronunciata da un capitano di polizia di Boston! Perché era impensabile che in uno stato ordinato come quello italiano durante il ventennio avvenissero dei crimini, e soprattutto, che ci fossero dei criminali italiani. Ma su questo già ci ha edotti Alice Basso con la sua serie di Anita Bo, motivo per cui mi ha fatto tanto piacere leggere uno dei romanzi su cui avrebbe potuto mettere le mani Anita (OK, il romanzo è del '40 e Anita è ambientato qualche anno prima, però...)
Цей детектив, хоч і теж написаний в 40-х, але геть не дотягує навіть до тіні творів славетних майстрів та майстринь детективів, що писали приблизно в той період. Важко сказати, чому так. Можливо тому, що не сильно чіпляє вся ця історія із підкиданням листів із погрозами одному неуспішному актору, а можливо тому, що нічні походи з метою дізнатись якусь інформацію виглядають дещо неправдоподібними, адже вони відбуваються постійно чи майже завжди вночі (еее.. а чому? це ж не нічна термінова операція), причому делікатний та сором'язливий архіваріус, якому дали право займатися цією справою, спить до 9ої вечора, потім бере помічника-поліцейського (який не поспав до 9ої, і вночі звісно валиться з ніг, бо засинає на ходу), і вони роблять нічні дізнання, піднімаючи людей з ліжка або тихенько вламуючись до них в дім. І це постійно так, чесно. Чому не можна це робити вдень, невідомо. А, відомо - тому що вдень архіваріус спить.
Розв'язка теж якась зіжмакана. Напруги жодного разу не було, то й читати не було цікаво.
Біографія самого автора - Володимира Джорджо Щербаненка, італійського письменника з українським походженням, уродженця Києва - і то цікавіша, без жодних сумнівів. Хоча може саме ця книга була не зовсім вдалою, адже його твори і справді користувались популярністю на той час, а їх він написав чималенько.
Цей роман, до речі, переклав українською славетний перекладач з європейських мов Анатоль Перепадя, і лише сам список перекладених творів якого вражає своїми масштабами настільки, що аж не віриться, що стільки можна перекласти за людське життя.
Giorgio Scerbanenco è considerato uno dei maestri italiani del giallo e non a torto. Questo è il mio primo testo dell’autore e devo dire che non è dispiaciuto affatto.
Innanzitutto per il realismo: i protagonisti sono reali, sono persone che vivono e soffrono, fanno parte di un mondo e il mistero che si dipana lungo le pagine non è qualcosa di inverosimile, anzi.
In secondo luogo, l’ambientazione del romanzo: fascino di altri tempi, una Boston anni 30-40 che fa da sfondo alle indagini dell’archivista di polizia Jelling. Un mondo così lontano, così diverso ma che accompagna piacevolmente la lettura.
Infine, altro aspetto è senza dubbio la trama. Non ci sono grandi colpi di scena. Il testo scorre e quasi collassa su stesso. Una specie di cane che si morde la coda. Poi, senza nemmeno grandi forzature viene fuori la verità triste, cruda, nuda, umana.
Sei giorni di preavviso è il primo della serie con questo protagonista che usa sì la deduzione, la logica, ma lascia anche spazio ai sentimenti comprendendoli e mostrandosi un uomo sensibile dinanzi al dolore, anche della colpa.
Non entusiasmante "giallo" con un investigatore incolore che tuttavia cattura. Prima incursione nel giallo di uno dei padri del genere in Italia. Leggendo qua e là ero già avvisata che non trattasi dell'opera migliore dell'autore. Sono rimasta colpita dalla capacità di scrittura, che davvero fa dimenticare un investigatore atipico (timido e remissivo, almeno apparentemente; poi ha anche lui i suoi momenti) e un caso piuttosto noioso. Punto debole, forse, la descrizione delle donne del racconto, tutte alquanto incolori. Nel genere di solito vi sono sante e peccatrici, qui nessuna delle due. Direi anzi che sono tutte piuttosto noiose e sgradevoli. Risentono del periodo storico? Penso di si. (Mi si perdoni il sacrilego paragone, ma avevo continui rimandi ai libri di Alice Basso e alla sua serie dedicata ad Anita Bo).
Penso salterò ai libri scritti più tardi e, almeno per un po', lascierò perdere Arthur Jelling.
Mamma mia, che fatica arrivare alla fine! Tre stellette solo per l'affetto letterario che mi lega a Giorgio Scerbanenco e perché si è ripreso a tre quarti dalla fine. Non che non apprezzi i gialli vintage anni '40, ne ho letto qualcuno, ma questo, forse proprio perché opera prima dell’autore, mi è risultato particolarmente ostico. E dire che amo moltissimo Scerbanenco scrittore di noir milanesi, a cominciare dalla raccolta "Milano calibro 9". Il mio scarso coinvolgimento non è certo dipeso dallo stile di scrittura, anzi credo sia proprio la diversità di stile nel linguaggio di allora a rendere questo genere di romanzi affascinante. In particolare, ho trovato questo giallo un po' meccanico e fin troppo prolisso nella parte iniziale, con il risultato che il ritmo narrativo ne ha risentito alquanto. Ma c’è sempre la questione dei gusti - letterari - che variano col tempo: ciò che funzionava bene coi lettori italiani dei degli anni ‘30 e ‘40 non sempre funziona bene con quelli degli ‘10 del 2000, più smaliziati, più abituati all’iperrealismo e alla scientificità del crimine televisivo e letterario dei giorni nostri. Anche il protagonista, Arthur Jelling, mi è sembrato molto sopra le righe: mi sono dibattuta tra la tenerezza provata per un investigatore tanto timoroso e ingenuo e l’irritazione per alcuni suoi comportamenti, propri dei maschi di quell’epoca. Non abbastanza, comunque, per non concedermi la lettura del secondo romanzo della serie. Interessante la postfazione di Roberto Pirani.
Il primo giallo scritto da Scerbanenco e primo della serie che ha come protagonista l’ispettore di Boston Arthur Jelling, presente in altri sei noir dei quali uno è stato scoperto recentemente dai famigliari e pubblicato nel 2011. Un inizio degno dei migliori autori di gialli, già la vicenda è originale perché si investiga su un omicidio in fieri, omicidio promesso, minacciato, riuscirà ad arrivare al suo compimento? Leggetelo per saperlo.
Sei giorni di preavviso è un romanzo di Giorgio Scerbanenco scritto nel 1940. È il primo romanzo del ciclo di Arthur Jelling, archivista della Direzione generale polizia di Boston, protagonista di sette libri di Scerbanenco.
In un periodo storico e politico in cui il regime non gradiva questo genere di storie, l’opzione era diventata quella di scegliere personaggi stranieri , che alla fine venissero severamente puniti. Del resto il romanzo giallo sta avendo molto successo e Scerbanenco viene sollecitato a scrivere da Mondadori in persona. All’epoca l’autore lavorava già presso la casa editrice Mondadori in qualità di redattore , quindi conosceva bene i gusti degli italiani. Il connubio rosa/nero sarà il genere in cui Scerbanenco diverrà maestro. In questo primo giallo Arthur Jelling , prendendo a prestito l’intuito di Poirot e la capacità di sondare l’animo umano di Maigret , si cala nella sua indagine riuscendo ad accerchiare il colpevole. •
“Un celebre attore, narcisista e pieno di s��, ma ormai sul viale del tramonto, vive da giorni barricato in casa insieme alla sua corte. Riceve quotidianamente minacciosi messaggi con la data, il luogo e l’ora della morte. E tutti i possibili colpevoli hanno sempre alibi indistruttibili.”
• “Carissimo Vaton, preparati a morire . Io ti uccidero il 12 novembre. - Ricorda: il 12 novembre. E non mi sfuggirai in nessun modo.”
• Questa è la premessa da cui tutto inizia, una minaccia di morte. Tutti i parenti e gli amici della vittima vengono sorvegliati e l’indagine si focalizza proprio su chi potrebbe aver interesse a compiere questo omicidio. La scrittura dell’autore è accattivante anche nel presentare questo stuolo di pretendenti al “ruolo” di omicida. Tutti gli indagati vengono sottoposti ad interrogatori mirati nel tentativo di far emergere le debolezze o i punti di connessione con colui che si suppone verrà assassinato a breve. E in questa attesa si consuma questo giallo psicologico che in effetti molto ha a che fare con la maestria della Christie e di Simenon. Un giallo breve ma intenso, un periodo storico che ne condiziona la stesura e un grande autore che sa destreggiarsi tra ombre e luci per dar vita a una indagine su un omicidio non ancora compiuto. Una sorta di corsa attraversando i binari di una stazione dove si prega che i treni rallentino fino a fermarsi. Vi lascio la trama nei commenti e vi auguro buona lettura!
Sinossi editoriale Un celebre attore, narcisista e pieno di sé, ma ormai sul viale del tramonto, vive da giorni barricato in casa insieme alla sua corte. Riceve quotidianamente minacciosi messaggi con la data, il luogo e l'ora della morte. E tutti i possibili colpevoli hanno sempre alibi indistruttibili. Le operazioni di polizia per scoprire il mittente, ovvero il potenziale assassino, sono affidate ad Arthur Jelling, archivista della polizia di Boston e investigatore sui generis. Schivo e timidissimo, l'archivista è un tenace temperamento speculativo, affinatosi nello studio dei rapporti d'inchiesta, che riordina e cataloga. Jelling è il primo degli investigatori di Scerbanenco, e Sei giorni di preavviso è il primo dei romanzi gialli del futuro inventore del noir italiano. Fu pubblicato nei «Supergialli» Mondadori nel 1940, quando gli assassini, per le pruderie del regime, dovevano essere stranieri e cocktail si scriveva «mistura». La storia è un amalgama di elementi alla Ellery Queen, alla Christie, alla Simenon, rielaborati in modo del tutto originale. Il giovane Scerbanenco si dimostra non solo un sofisticato risolutore di enigmi e un accorto studioso dell'animo umano, ma anche un versatile talento naturale, già del tutto padrone dei mezzi narrativi. Questo suo primo giallo è come fosse in due tempi: il racconto del lavoro quotidiano per sventare una cospirazione in fieri, con tutta la suspense dell'attesa, e il racconto dell'inchiesta, fondamentalmente psicologica, su un omicidio. Complicato inoltre dal fatto che non si sa bene se vi sia un omicidio, e che alla fine Jelling deve spuntarla nell'impresa più ardua: riuscire a smontare la sua stessa robustissima ipotesi investigativa.
Giallo interessante. Un famoso attore teatrale, che tradisce la bella e ricca moglie e ne sta consumando le sostanze è minacciato di morte con lettere minatorie. “Carissimo Vaton, preparati a morire . Io ti ucciderò il 12 novembre. - Ricorda: il 12 novembre. E non mi sfuggirai, in nessun modo.”
Del caso, se ne occupa Jelling, un archivista di polizia timido e gentile, aiutato da un vecchio poliziotto e da un amico psicologo. Chi sta minacciando Valton? La moglie, stanca di perdere denaro? I fratelli della moglie, che non erediteranno nulla alla morte della sorella? L'amante che lascia Velton a causa delle sue bugie? L'uomo che ha prestato denaro all'attore (soldi che Velton non può restituire?) Lo psicologo, amico di Jelling pensa che attore sia un narcisista, pieno di sé, sul viale del tramonto. Tutti i possibili colpevoli hanno però alibi indistruttibili.•Gli indagati sono sottoposti a interrogatori per far emergere le debolezze e le mezze bugie. Solo alla fine, la verità sarà svelata e l'assassino catturato. Da leggere per apprezzare un giallo classico.
Ho sempre sentito parlare di Scerbanenco come di uno dei padri del noir italiano, ma forse ho iniziato col piede/libro sbagliato. Si tratta del romanzo in cui si ha l'esordio di Arthur Jelling, non un vero detective ma un archivista del cui aiuto la polizia di Boston si avvale per risolvere casi particolarmente complicati. L'ambientazione è appunto Boston. Questo, insieme alla struttura (la narrazione è fatta in prima persona da l'interlocutore di Jelling) mi ha portato immediatamente a Poe. Boston è la città in cui Poe è nato e la struttura del romanzo (dialogo riportato dall'interlocutore) è la stessa delle avventure del capostipite del giallo August Dupin, anche lui investigatore non professionista, creato da Poe un secolo prima. Da queste premesse però non esce niente di particolarmente avvincente e, soprattutto, la risoluzione del caso avviene attraverso un espediente (che non starò certo a dire) che nessun giallista serio a mio parere dovrebbe mai usare!
Primo libro del 2019 non proprio il massimo. Sono un po’ deluso perché mi avevano detto ottime cose di Scerbanenco. Sia chiaro, io non discuto mai la qualità di un autore, posso però dire qualcosa sulla trama che ho reputato lenta e poco convincente. Un po’ caotica sul finale e comunque durante la lettura ci sono stati continui alti e bassi. Poco curata la descrizione del luogo e a dire il vero il giallo, il noir ambientato negli USA a me non piace particolarmente, mentre trovo perfette location come Francia Italia e Inghilterra. Leggerò comunque altre opere di Scerbanenco in modo cronologico come spesso faccio quando inizio a leggere un nuovo scrittore, perché così facendo riesco a cogliere lo studio e l’evoluzione dello stesso, sono certo che troverò sorprese.
Узяли на книжковий клуб у порядку розширення світогляду. Класний переклад Перепаді. У принципі, на цьому класне скінчилося, але весело однаково було.
Методи слідства Артура Джелліна дуже жваві: мужик приходить о 1-4 ночі до свідків і ввічливо задовбує, свято вірячи, що о такій порі гуманоїд не здатний брехати. Це називається вродженою сором'язливістю головного героя.
У всіх жінок великі вологі очі і якась особлива логіка. У чоловіків, здається, нестримне бажання брать одне одного за руку. У Бостона туман. В електростанції терористи. У нас повний сатісфакшен.
Карочє, угорали всім книжковим клубом, рекомендуємо, багатий матеріал.
Uno Scerbanenco giovane, acerbo, lontano dai fasti e dalle vette della Milano nera di Duca Lamberti e costretto per esigenze di mercato in un'ambientazione made in USA. Eppure questo Sei giorni di preavviso non mi è spiaciuto. La classe, pur nascosta da un patina di giallo "classico", è difficile da nascondere, così come l'inventiva e la capacità di accalappiare il lettore. Sicuramente non il suo romanzo migliore, ma indubbiamente un suo romanzo... e tanto basta.
Un classico giallo della tradizione anglosassone, in stile Edgar Wallace. Però a questo punto preferisco leggere l'originale che l'imitazione. Molto lontano da Venere privata, un poliziesco "scorretto", ruvido e duro (con descrizioni vivide e anche scene crude), un romanzo che a suo modo ha rivoluzionato il genere in Italia.
Questo, invece, solo un noir come un altro, anche un po' cervellotico, e nell'insieme deludente.
Il primo giallo di Scerbanenco... chiaro che sia abbastanza datato (sia nello stile sia nell'investigazione) MA mi è piaciuta moltissima l'ambientazione americana e la parte psicologica dell'investigazione. Si vede che il ragazzo è in gamba e che si farà :P
Te transporta al Boston primer cuarto de siglo. No está mal, me recuerda mucho a Agatha Christie y como tal me parece "deja vu" previsible. se presta mucho a puesta en escena teatral.
Lo stile è davvero old fashioned ma si riconosce già il grande scrittore. Un utilizzo perfetto della lingua e delle sue sfumature, un approccio al giallo originale anche se ancora un po’ pasticciato.
Primo romanzo con protagonista Arthur Jelling, un archivista della polizia di Boston a cui viene affidato un caso insolito; ovvero indagare su minacce di morte pervenute via posta ad un attore in declino. I "settanta anni" di questo giallo si vedono tutti. Non c'è azione, ma tanta indagine, introspezione psicologica e istruttoria (verbali, interrogatori, perizie, rapporti, pedinamenti…) Per gli amanti di un giallo un po' passè all'Agatha Christie
Tenero, perchè si sente che è un autore che si stava formando. L'impianto della storia risente ancora del giallo all'inglese di Agatha Christie, ma Scerbanenco riesce a gestirlo e a farlo suo, grazie ad una buona trama e alla divertente caratterizzazione dei personaggi. Sicuramente leggerò ancora qualcosa di suo!
Un giallo dal finale inaspettato con un detective sui generis, archivista della polizia timido impacciato ma dall' intuito infallibile e dalla spiccata sensibilità. Non è un libro troppo pesante e splatter il linguaggio è semplice lineare e non artificioso.