Otto donne. Ciascuna ha visto o sentito uno spicchio dei "fatti" legati a un omicidio. Otto voci, incalzanti, divaganti, intenerite, rabbiose, pietose, che si susseguono, si intrecciano, si smentiscono lungo quella freccia che il narratore ha scagliato a partire dal cadavere di una misteriosa Milena la bellissima.Misteriosa sul momento, perché dalla banca dati dell'Arma arriva in poche ore quanto serve all'inchiesta. Resta sospeso il perché: un truce delitto di malavita, forse. Una resa dei conti, una lezione. O forse un ingorgo più torbido, uno sbocco tortuosamente, crudelmente vendicativo a più alto e insospettabile livello.
The editorial team of Carlo Fruttero and Franco Lucentini, particularly notable for their (controversial) curation of the Urania series of fantascienza (science-fiction) compilations from 1964 to 1985.
Otto donne diverse, una bidella, una barista, una giornalista, una poliziotta, la figlia di un banchiere e la sua migliore amica, una volontaria bigotta e una vecchia contessa. Otto diverse donne di diversa estrazione sociale prendono, di volta in volta, parola e ci raccontano, col loro tono e il loro punto di vista, la vicenda del ritrovamento del cadavere di Milena, bella e giovane ex prostituta di origine rumena, avvenuto nella periferia torinese. Uno scoppiettante giallo polifonico, gonfio d’ironia e torinese fino all’osso, il cui punto forte non è tanto il plot giallo in sé (in fondo deboluccio, anche scontato) quanto la capacità di Fruttero di delineare, in maniera così chiara, la psicologia di otto diverse donne attraverso la scelta dei loro linguaggi, ciascuno così diverso dall’altro e assolutamente credibile…e ciascuno in grado di fornirci dettagli, particolari e osservazioni sempre nuove sulla vicenda narrata. E’ stato il mio primo incontro con Fruttero, che sono abituata a sentir nominare in coppia con Lucentini, e di cui sarei curiosa di leggere altro. Premiamolo con quattro stelle per la capacità sopra citata e per il risultato brillante e intelligente.
Ideaal nachtkastjes-literatuur. Een moord vanuit verschillende vrouwelijke perspectieven bekeken. Een milieuschets. Ook heel wat clichés. Ontspannend, dat wel. Uit de boekenkast geplukt en herlezen.
Per gli adepti di Fruttero & Lucentini Fra i quali sono. Grazie per l'ennesimo libro Carlo, anche se la mancanza di Lucentini si sente. Hai provato pure uno stile diverso - il libro � spesso spiritoso ma non c'� paura. Si � capito nella coppia chi sosteneva pi� volentieri parti brillanti e a chi era riservata l'architettura della tragedia.
Fa un po' specie non trovare la coppia F&L, ma d'altra parte Lucentini si è suicidato mentre il suo antico sodale non ne sente la necessità. Così in questo libro troviamo la firma di Fruttero in un giallo ambientato come sempre a Torino - e garantisco che la città è perfettamente riconoscibile! - ma scritto come una serie di capitoletti ciascuno dei quali vede come voce narrante una donna: otto in tutto, compresa la vecchia contessa che appare una sola volta verso la fine ma è la chiave di volta per scoprire chi sono stati gli assassini della giovane donna il cui cadavere viene ritrovato a pagina 1 o giù di lì. In effeti i personaggi sono un poco stereotipati, ma la storia è ad ogni modo piacevole; la vera pecca del libro è che è striminzito, visto che arriva a 198 pagine sfruttando il font molto grande e le mezze pagine vuote tra un capitolo e l'altro. Potrebbe essere meglio aspettare che il libro esca in un'edizione meno costosa, insomma: tanto non è certo un instant book!
Occhio fino, penna arguta sull'universo femminino. Ogni capitolo una voce di donna che, dal suo personalissimo osservatorio, racconta la morte della "povera Milena" trovata strangolata in un fosso. Ogni voce con il suo registro: nobilborghese (la famiglia del banchiere che da poco aveva sposato l'assassinata, l'amica di famiglia), popolare (la bidella, la barista) istituzionale (la carabiniera, i responsabili di un centro per il recupero delle donne "perse", la giornalista) che é magistralmente articolato dall'autore. Ci si diverte e si sorride spesso leggendo questo romanzogiallo. Fruttero conosce bene le varie anime del femminile e con sguardo acuto e arguto, ma anche da gentiluomo e, si percepisce, da uomo che le donne le ha amate e continua ad amarle, ce ne parla, ce ne scrive. E non posso fare a meno di dire: per nostra grande fortuna di lettori.
Brutto brutto brutto. Personaggi stereotipati e che si somigliano, uno stile che dà ai nervi dopo le prime tre pagine, non vi è nessun giallo visto che capisci subito chi è il colpevole. Storia banale, scritta terribilmente. Alcuni capitoli sono completamente inutili allo svolgimento della trama, come allo sviluppo dei personaggi. Flaiano diceva: il difficile non è leggere, è dimenticare quello che si è letto. Ahimè quant'è vero!
Fruttero senza Lucentini, molta lievita, poca cattiveria. Giallo raccontato dal punto di vista di 8 donne, bella l'idea, ma le donne sembrano un po' troppo stereotipate per i miei gusti.
Donne informate sui fatti: quali fatti? Quali donne? Il fatto è l’omicidio della bella e brava Milena. Bella, brava e sfortunata.
“Povera figlia- sospirava Gilardo- che se magari se ne restava sul marciapiede…” . Eh, sì, perché la poveretta è stata trovata morta in un fosso, agghindata con gli abiti del mestiere che però aveva abbandonato da un po’: era diventata badante, poi bambinaia e ,alla fine, la signora Masserano. Da ragazza di strada a moglie di un banchiere. Una storia a lieto fine, un po’ una Pretty Woman made in Italy. Peccato che la sua felicità sia stata di breve durata. Nessuno sembrava volerle male…. eppure a qualcuno proprio non andava giù che una ragazzina con quel passato sposasse un vedovo della Torino bene. Chi l’ha ammazzata?
Qui entrano in scena le donne, quelle che hanno trovato il corpo (la bidella e la barista) , quelle che l’hanno conosciuta ( la Volontaria, la figlia, la migliore amica) quelle che stanno indagando ( la giornalista, la carabiniera) e una testimone che ha assistito al matrimonio (la vecchia contessa). Ognuna racconta una sua versione, un pezzetto della storia che è anche un pezzetto della propria vita, un piccolo sguardo sull’interiorità, sui loro modi di pensare e di vivere e che servono per avere un quadro chiaro della storia, per risolvere il mistero. Che, diciamolo chiaro e tondo, non è così complicato: a metà lettura è già chiarissimo chi sia il colpevole e quale il movente, ma la bellezza di questo libro è proprio nella scelta di raccontare un omicidio usando le voci di otto donne, alternandole, e dalle loro parole ricostruirne i caratteri, le peculiarità.
La bravura di Fruttero sta nel dare unicità ai personaggi e, tramite loro, darci un’idea delle gelosie, delle manie, delle ipocrisie, delle differenze sociali delle protagoniste. si vede, si tocca quasi con mano l’abisso che c’è tra la bidella (voce che apre e che chiude il romanzo) e la migliore amica. O anche tra la figlia e la giornalista. Mondi diversi con regole diverse, con valori diversi e non necessariamente uno migliore dell’altro (anzi, a volte quello che sembra più dorato, più agiato si scopre più torbido, più complicato), spesso in contrasto tra loro. (Io non scambierei un giorno di Angela con uno di Camilla per niente al mondo, per dire. Ma io sono io… ) Mondi dove la verità è nascosta, è un privilegio, è meglio tacerla.
“la verità? La verità è per pochissimi, cara mia. Tutti gli altri, tutti noi che siamo qui a vagolare nella valle di lacrime, dobbiamo contentarci di mezze verità. Una vita tutta alla luce del sole ce la possiamo sognare, io stessa che non sono poi peggio di tante altre, non sai quante ombre mi sono lasciata dietro, quante nebbie, quanti angolini bui.”
Ecco, per riprende le parole di una di queste donne, questo è un romanzo che vuol mostrare gli angolini bui, quelli che nascondiamo dietro ad un sorriso e a un velo di trucco, dentro al cuore, nel sottotesto di un messaggio o dentro ad un vestito di Armani. Quelli che non sappiamo o non vogliamo mostrare e che , però, se non gestiti o affrontati rischiano di farci cadere. Oltre e più che essere un giallo, questo romanzo breve è uno sguardo ironico, salace, dolceamaro e a volte un po’ stereotipato sulle donne , ma scritto veramente bene! È il primo lavoro di Fruttero che ho letto, ma non sarà l’ultimo.
Sarebbero 4 stelle per l’idea di usare otto punti di vista e per lo stile, diventano 3 perché mi aspettavo un giallo più complesso!
Leggetelo se vi piacciono i romanzi brevi, i gialli di facile risoluzione, e quelli ben scritti ( vi sembrerà di averle davanti ai vostri occhi, e a me ha ricordato una cena con delitto con attori. Mi sono davvero divertita a leggerlo!!) Buone letture e alla prossima!
Diciamo che l'ho trovato abbastanza carino. L'ho letto volentieri, piuttosto banale la trama, ma mi � piaciuto il fatto che raccontassero donne diverse, a tratti l'ho trovato leggermente maschilista, ma forse voleva essere proprio cos�
Riletto al volo in questi giorni, confermo le 4 stelle. 1- mi piace perché è un giallo divertente; 2- mi piace perché è raccontato in prima persona da 8 donne; 3- mi piace perché è ambientato "a casa mia" (Torino - Novara - Vercelli).
Otto donne: la bidella impicciona, la barista disinibita, la carabiniera zelante, la giornalista di “teleschifo”, la figlia e la migliore amica del marito della vittima, la volontaria del centro di accoglienza, la vecchia contessa convinta che nel parco del castello si stia girando un film e che, senza saperlo, darà una svolta alle indagini. Ciascuna ha visto o sentito una parte dei "fatti" in questione, ciascuna porta al lettore ciò che sa, o crede di sapere, o non sa di sapere, o finge di non sapere. Otto voci, incalzanti, divaganti, intenerite, rabbiose, pietose, che si susseguono, si intrecciano, si smentiscono e ci permettono di ricostruire, pezzettino dopo pezzettino, la storia di Milena. La bellissima e dolcissima Milena, ragazza rumena, ex prostituta e ora moglie di un famoso e ricchissimo banchiere torinese. Trovata in un fosso, strangolata e vestita da prostituta. Resta sospeso il perché: un truce delitto di malavita, forse. Una resa dei conti, una lezione. O forse un ingorgo più torbido. Un libro scorrevole, ironico e leggero che si legge in un pomeriggio. Il maggior pregio non è nella trama gialla, poiché il colpevole è abbastanza intuibile, ma sicuramente nella struttura originale del libro: il continuo alternarsi delle voci narranti che delinea il ritratto di queste otto donne, ognuna con la propria personalità, la propria storia, le proprie fissazioni e convinzioni. Di ognuna Fruttero ci delinea un'immagine quasi fotografica sul cui sfondo si staglia netta la città di Torino.
dopotutto una puttana non è proprio una vergogna, nel senso uno ruba, ed è un ladro. e resta un ladro anche quando smette di rubare. o un truffatore, un assassino: truffano e uccidono per una scelta loro, mica li ha obbligato nessuno. e se hanno scelto una volta, chi ti dice che non lo faranno ancora? restano assassini e truffatori e ladri per sempre. ma una puttana, mi chiedo quante puttane scelgano di prostituirsi, e quante invece siano obbligate a farlo. vendute, picchiate, passate di mano in mano da pappone a pappone, buttate sulla strada, magari controllate da dietro un albero e se non fai almeno tot marchette ogni sera, giù botte. allora una che riesce a uscire dal giro non è un po' come uno che ha fatto, che so, l'appendicite? mica resta uno che ha fatto l'appendicite per sempre: quando esce dall'ospedale torna sé stesso, solo con una cicatrice, un pezzetto di meno, un'esperienza un dolore in più, ma è sempre lui. o uno che viene truffato, magari è un abboccalone, ma dopo la truffa resta se stesso, mica deve farsi perdonare perché ha subito un torto. lo stesso dovrebbe essere per una puttana. non c'è bisogno nemmeno di redenzione, perdono, egoteabsolvo. eppure la macchia resta, gli sguardi, la gente che sa ma non doveva sapere, e allora finge, guarda di traverso, e il pensiero torna lì, come se fosse un vizio, o una scelta che non ti togli più di dosso.
Il mio primo approccio con Fruttero e devo dire che é stato sorprendente. Non conoscevo l’autore, ma posso ammettere che ha stuzzicato la mia curiosità e probabilmente lo recupererò molto volentieri. Il giallo è suddiviso in brillanti capitoletti: vengono narrati in prima persona da otto donne differenti per estrazione sociale, educazione ed esperienze; abbiamo la bidella, la barista e la volontaria a rappresentare il popolo; poi, la migliore amica, la figlia, la contessa (con un’unica testimonianza) che mostrano la borghesia torinese; infine, la parte istituzionale personificata dalla giornalista e dalla carabiniera. Ognuna esprime il proprio punto di vista di prima, durante e dopo (le indagini) dell’omicidio di Milena, una ragazza rumena . Mi sono piaciuti il ritmo serrato, la suddivisione in brevi capitoli e sostanzialmente la storia noir che mi ha incollato alle pagine; mi ha infastidito saltuariamente e il linguaggio: parole dialettali piemontesi e il francese, che proprio non conosco e mi hanno reso la lettura alle volte difficile, andando per intuito. 4,5 stelle.
Era da un po' di tempo che questo libro era nella mia libreria. È un giallo ambientato a Torino e dintorni, in cui le voci di 8 donne si intrecciano per 196 pagine raccontando ciò che sanno o credono di sapere sulla giovane vittima Milena. Originale come idea e motivo principale che mi ha spinto ad acquistarlo. La lettura è andata avanti abbastanza spedita, pagina dopo pagina si raccolgono sempre più informazioni su Milena, sul suo passato e sulle persone che facevano parte della sua vita. Infatti, con l'avanzare del racconto ogni donna vicina alla vittima comincia a raccontare sempre più dettagli sul suo passato e piano piano lo scenario diventa sempre più chiaro così come i possibili colpevoli e il loro movente. Già a metà racconto mi ero fatta un'idea su un possibile assassino, la più banale probabilmente ma che poi si è rivelata corretta. Sicuramente, quindi, non è un giallo ricco di suspense e colpi di scena (uno dei colpevoli l'ho individuato praticamente subito e agli altri ci sono comunque arrivata con l'avanzare della lettura), ma tutto sommato l'ho trovato un buon libro giallo e soprattutto originale visto che i narratori sono 8 donne e non il solito detective o poliziotto.
Io sono una fan sfegatata di Fruttero e Lucentini, del loro universo inclemente, sardonico, fine come pioggia invernale, della loro Torino, quindi non farà forse testo la mia opinione; ma uno non può non leggere ALMENO un loro libro. Detto questo: il Presente scivola via che è un piacere, coi suoi personaggi della Torino-bene iconici, il contrario di macchiette, ogni personaggio un libro da scrivere.
Ho molto apprezzato l'originale trovata di effettuare la narrazione esclusivamente attraverso parole e pensieri delle donne a vario titolo coinvolte in un omicidio. Abilissimo è stato Fruttero a delineare le loro personalità, usando lessici differenti e assolutamente efficaci. Un libro da 5 stelle, salvo poi perderne una avvicinandosi al finale, dove la narrazione tende a diventare un flusso di coscienza scomposto e divagante.
Do due sole stelle a un Fruttero perché è troppo prevedibile e perché penso che la struttura a monologhi alternati non crei il giusto grado di climax. Fermo restando che con Fruttero il lettore sa già all'atto dell'acquisto di entrare in un divertissement intessuto di amichevole complicità, dove giocheranno per un po' a guardie e ladri senza farsi troppo male ma gustandosi il paesaggio.
Non è male come un libro per livello B1 - c'è vocabolario interessante ben spiegato... ma non lo so - per me semplicemente non era troppo interessante. Ho provato a leggere questo libro più di quattro anni fa e ho smesso, poi ho ripreso dall'inizio ma se non fosse per la mia sfida di leggere 24 libri all'anno che mi ha spinto di finire, probabilmente avrei smesso di nuovo 🤷♀️
Un libro senza mordente, di interessante solo l'idea di far parlare alternativamente, incrociando, le donne protagoniste. Lascia buchi, la conclusione è la rivelazione dell'assassino è alla fine buttata là, nell'intento di non essere forse banale...ma con il risultato di essere deludente. Mi aspettavo molto di più.
premessa interessante, ma il modo in cui è stata eseguita è dolorosamente piatta. perché tutte le donne qui sono tali stronze? l'unica davvero buona di cuore sembra essere milena, povera crista che da quasi ogni voce narrante viene disprezzata e chiamata puttana. vorrei aver letto il suo pov. una stella e mezzo per la copertina
Se lo si prende come un giallo, proprio non sta in piedi. Se lo si legge come un testo teatrale è un divertente e ben riuscito spaccato della “borghesia bene” piemontese, con tutti i suoi pregiudizi e pettegolezzi, contraddizioni e verità.
Non mi è piaciuto, è difficile da leggere perché bisogna interpretare la scrittura di ogni personaggio. È molto confusionaria come storia perché ci sono tantissimi dettagli che riguardano cose poco significanti
Des femmes écrites par un homme. J’aurai clairement du me méfier. Elles sont toutes plus insupportables les unes que les autres, rien ne va. L’intrigue est à la limite intéressante mais difficile de passer outre les personnages.
Primo libro di Fruttero al quale mi avvicino. Onestamente speravo in uno scorrimento maggiore della lettura e ho trovato la struttura in generale un po’ caotica.
J'ai beaucoup aimé cette livre, surtout son style- chaque chapitre une femme différente donne son opinion ou des informations qu'elle a trouvé. Facile à lire et grippant
1/40 Libro con un dettaglio rosso in copertina! Tanti punti di vista femminili su un unico delitto. Il libro non è indimenticabile, ma è scorrevole, mi è piaciuto ma non lo metterò in biblioteca...