"La forza delle cose" abbraccia vent'anni: dalla Liberazione all'Indipendenza algerina. La de Beauvoir trascende i fatti della sua storia privata, per consegnare il ritratto di un'epoca e di un clima culturale. Avvenimenti politici, riflessioni, viaggi, amicizie, incontri, popolano il racconto attraversato da personaggi vecchi e nuovi. Volti, situazioni, eventi che si incrociano e che si mescolano con la libertà della vita stessa secondo il ritmo casuale dell'incontro.
Works of Simone de Beauvoir, French writer, existentialist, and feminist, include The Second Sex in 1949 and The Coming of Age, a study in 1970 of views of different cultures on the old.
Simone de Beauvoir, an author and philosopher, wrote novels, monographs, political and social issues, essays, biographies, and an autobiography. People now best know She Came to Stay and The Mandarins, her metaphysical novels. Her treatise, a foundational contemporary tract, of 1949 detailed analysis of oppression of women.
Leggere in francese la De Beauvoir equivale ad assaporare parola per parola ed entrare ancora di più in contatto con lei. "La force des choses" è il terzo volume che comprende anche Memoires d'une jeune fille rangee e La force de l'age ed è parte della autobiografia della scrittrice. La force des choses copre gli anni che vanno dal 1945 (anno della Liberazione) sino al 1963 (anno dell'Indipendenza algerina). Gli anni qui presenti sono anni intensi, ricchi di nuove esperienze, nuovi amici, nuove opere da scrivere e nuovi viaggi che compie da sola o in compagnia di Sartre. Sono gli anni dei viaggi in Cina, dove vive una sorta di estraneità, in Brasile, in Turchia, in Italia. Sono anni rappresentativi per la sua formazione, le sue idee e il suo mondo fino alla conquista dell'Indipendenza algerina, che vive come una festa, una liberazione di un popolo finalmente riunito e in pace. Terminata l'ultima pagina, ci si sente sazi per aver avuto la fortuna di incontrare lungo il proprio percorso di lettrice una scrittrice, ma soprattutto una donna di tale caratura.
A good read if you skip some lengthy digressions. Shocking the description of the Algerian War (rather: the war of the State of France against the people of Algeria), all the inhabitants of several villages imprisoned in camps where thousands of them died due to lack of food and medical care, Beauvoir and Sartre feeling as strangers in their own country and avoiding public places where everybody parrots the biased view of the mass media... She tells us how Sartre when asked why he still idolized the Soviet Union even after learning about the horrors of the Gulag, he replied (more or less): "It's not nice, but you must see the other side of the medal: they introduced socialism!" Similarly a good friend of mine when I asked him why he was a leninist although Lenin initiated the Red Terror which cruelly killed at least 100000 people, retorted: "That was not nice, but he introduced socialism!" Politics and philosophy with their love of theories sometimes neglect the human side.
La tercera autobiografía de Simone de Beauvoir, escrita alrededor de su cincuenta años, y circunscrita en 4 elementos, el entorno político de Francia y la guerra de Argelia; su postura izquierdista que la llevó a la confrontación con los comunistas; su breve romance con Algreen, a quien dedica esta obra; y la detallada y hermosa descrptiva de sus viajes. Es curioso que hasta el final del libro, en su prólogo se descubre en ella un tono más personal, sensible e íntimo.
Dans la suite de cette autobiographie, Beauvoir prend un tournant que je qualifierai d’histoire des politiques, notamment dans la deuxième partie sur la guerre de l’Algérie. J’ai eu plus de mal à m’accrocher face à ça. Elle parle moins de ces tourments, la 2ème guerre mondiale a changé son rapport à la mort. La transition avec la deuxième partie me paraît être le point crucial pour comprendre son évolution et le ressenti que j’ai eu autour de ce livre.
Me ha encantado. No dejan de ser 750 páginas en letra enana de 15 años de la vida de Beauvoir, con lo cual a veces se hace pesado. El enésimo viaje a Italia..., bueno. Beauvoir es muy diferente al anterior volumen, el de La plenitud de la vida [La force de l'âge]. Ahora es famosa y más vieja. Cada vez va menos a cafés, se mezcla menos en el anonimato, la invitan a todas partes con Sartre, etc. Está más comprometida políticamente, y en algunos trozos lo que cuenta de "su vida" son los acontecimientos históricos de Francia, que en ese momento se trata de la Guerra de Argelia. Si ya odiaba Francia, ahora la odio mucho más (y la propia Beauvoir, durante años, odia Francia, por estar envuelta en la cotidianidad mientras a la vez torturan, empalan, asesinan, organizan campos de concentración, matan de hambre, etc.) El cambio entre la anterior Beauvoir y la presente es en parte el de la politización, lo cual la hace mucho más agradable que cuando era una burguesa y se preguntaba por el ser y la nada y la autenticidad mientras Francia y Alemania se hundían en el fascismo. Ahora es más privilegiada todavía, pero algo cambia. Algunos de sus viajes y encuentros son apasionantes: Brasil, Cuba, Moscú, sus descripciones de los veranos en Roma, etc. Me encantó la parte en la que describe y reflexiona sobre su día a día: escribir y escribir. Es decir, ella pasa gran parte del día trabajando en la escritura, pero en sus memorias apenas habla de ello porque apenas hay mucho que contar sobre una persona sentada a una mesa escribiendo. Sí habla bastante de sus obras, lo que quería conseguir con ellas, las reaciones, etc., que por no haber leído yo la mayoría me da bastante igual, pero sí fue muy interesante leer sobre cuando salió El segundo sexo, los otros volúmenes de sus memorias, etc. Por último, en el epílogo, habla muy bien de su relación con Sartre, y de cómo es hacerse vieja: inolvidables páginas. La manera en la que describe que hacerse vieja y morir son pérdidas sin paliativos es exquisita.
Come sempre: le descrizioni dei viaggi, dei rapporti con le persone, della relazione con Sartre e le riflessioni interiori fanno di questo libro una meraviglia. In più qui c’è la guerra con l’Algeria di cui vergognosamente non sapevo nulla e che mi ha colpita molto, è stata una lettura importante e informativa, anche se era difficile capire i singoli avvenimenti dettagliati (perché non dà mai un accenno a quale anno sia?? non si riesce a seguire) e certe parti di politica erano pesanti.
L’epilogo mi ha a dir poco straziata. 18 anni non è l’età giusta per leggere che la speranza nell’avvenire che aveva dB l’ha considerata poi una frode. Le riflessioni nelle memorie di una ragazza perbene e questi ultimi due volumi pieni di esperienze, di novità, di viaggi, di incontri, di conversazioni mi hanno promesso tanta, tanta speranza nel futuro, tante belle cose, la vita come una bella storia… e in tre pagine dB ha fatto crollare tutto.
Però rimango con il mio punto di vista fiducioso e naïve da 18enne e affermo che esagera. È da quando ha 40 anni che inizia a dire che si sente vecchia, che è brutta ecc… ed è troppo, dico io! Non si è vecchi a 40 anni e non si è deformati per un paio di rughe. Capisco magari che questo pensiero possa passare per il cervello, ma non mi sarei mai aspettata questa vera ossessione con la vecchiaia da una donna come dB.
L’ossessione con la morte è un’altra cosa, sempre cupa ma più comprensibile, e tristissima.
Ci ho messo più di un mese a leggerlo, erano 620 pagine e belle dense, non era sempre scorrevole, anzi io ho dovuto scorrere in fretta diverse pagine per non addormentarmi, ma comunque per quel dannato epilogo (e tutti i meriti generali) sto considerando di darci 5 stelle. Facciamo 4.5.
Impressionante. Non trovo un altro vocabolo per definire la vita (o meglio, una parte di essa, essendo questo il terzo volume delle sue memorie) di Simone, immersa potentemente nella sua epoca, in mezzo al turbine dei personaggi che hanno fatto la storia degli anni raccontati (1944-1964 circa). La sua vita è un caleidoscopio di viaggi, delusioni, speranze, vittorie, sempre al fianco di Sartre (ma naturalmente non solo). Una lettura affascinante.
Autobiografía de la Beauvoir. En teoría, el libro cuya publicación desencadenó la ruptura final entre ella y Nelson Algren. En realidad, un diario de viajes, una crónica política de la época (Argelia) y bastante indolencia, tan preocupada estaba Simone de construir un personaje.
Una mirada esnob, burguesa y unas cuantas páginas que no van más allá del turismo. La emoción, por lo visto, la depositaba íntegra en las cartas.
“Rivedo la siepe di noccioli che il vento cullava e le promesse di cui ardeva il mio cuore quando contemplavo ai miei piedi questa miniera d’oro: tutta una vita da vivere. Le promesse sono state mantenute. Eppure volgendo uno sguardo incredulo su quella credula adolescente, posso rendermi conto, stupita, fino a che punto sono stata defraudata”
A wonderful insight on Simone de Beauvoir's daily life after the Second World War, complete with the appearances of many important figures of the day, such as Jean-Paul Sartre (of course), Albert Camus, Merleau-Ponty, Claude Lanzmann, etc.
Esse livro autobiográfico é simplesmente maravilhoso! Além de falar de suas viagens e abordar bastante o contexto político, Simone abre seus sentimentos e experiências. A melhor surpresa desse livro para mim são as passagens do seu romance com Algren.
Difficile de quitter cet univers, heureusement qu'il reste encore deux tomes de mémoires à lire... quelle(s) vie(s), quelle écriture. L'épilogue est magnifique et désespérant.