I versi d'un poeta tenero e ribelle, raffinato e antiborghese, interprete schietto della Parigi dei boulevards. A cura di Bruno Cagli. Testo francese a fronte.
Jacques Prévert est un poète et scénariste français, né le 4 février 1900 à Neuilly-sur-Seine, et mort le 11 avril 1977 à Omonville-la-Petite (Manche). Auteur d'un premier succès, le recueil de poèmes, Paroles, il devint un poète populaire grâce à son langage familier et à ses jeux sur les mots. Ses poèmes sont depuis lors célèbres dans le monde francophone et massivement appris dans les écoles françaises. Il a également écrit des scénarios pour le cinéma où il est un des artisans du réalisme poétique.
Quella che arriva per prima, che fa nascere immagini, le più belle, le più vive, le più nude...aussi, dans mes bras.
Et les verres étaient vides et la bouteille brisée Et le lit était grand ouvert et la porte fermée Et toutes les étoiles de verre du bonheur et de la beauté resplendissaient dans la poussière de la chambre mal balayée Et j'étais ivre mort et j'étais feu de joie et toi ivre vivante toute nue dans mes bras.
Commento: Mi sono divertita molto in compagnia di questo autore. Mi attira la sua irriverenza nel trattare tematiche anche serie. Non sono però pienamente soddisfatta dalla traduzione della mia edizione, fatta da Gian Domenico Giagni. Ha dovuto chiaramente compiere alcune scelte lessicali e stilistiche, ma non sono del tutto convinta dal suo operato. Quel giorno in cui mi cimenterò io stessa in una traduzione di Prévert gliene parlerò, immagino...
Per scrivere ciò, mi dirigo in un’altra stanza, come se stessi scappando da qualcosa, o da qualcuno. probabilmente per la paura di far trasparire un’emozione di troppo, e di non essere compresa in ciò. questo perché, in un mondo in cui si pensa al denaro e al mantenersi economicamente, nessuno si mantiene spiritualmente, un po’ come il mondo in cui vive il nostro poeta francese, Prevert. La sua poesia viene definita popolare, poiché semplice, chiara e ricca di ironia e umorismo. nonostante ciò, è con quello stile che il poeta ci porta personaggi, tipici del periodo storico in cui si trova, che hanno poche certezze del proprio futuro, che si ritrovano a dover scoprire come voler vivere e che spesso non hanno nemmeno la voglia o il desiderio di capire cosa aspettarsi dal domani. posta così, la riflessione fatta da Prevert sembra relativa a quel movimento di filosofi: L’esistenzialismo. in realtà, si distacca un po’ da ciò, poiché quello che intende evidenziare, mettendo in risalto i suoi personaggi, è l’inadeguatezza di vivere nella società dei consumi. ora, sarà venuto in mente a me, e sicuramente anche ai lettori di questo decennio che hanno avuto modo di affrontare le poesie scritte da Prevert, che effettivamente non è difficile rispecchiarsi in questi dipinti di versi. probabilmente, il ‘900 doveva essere salvato da qualcuno, probabilmente un poeta avrebbe dovuto risvegliare gli avvocati, i letterati e chi studiava al fine di garantirsi un futuro economicamente sicuro, aderendo benissimo all’idea di società che è in grado solo di renderci automi, privi del nostro lato più umano, privi di sognare un futuro diverso; ma, chi avrebbe potuto dirlo, che proprio con l’umorismo e l’ironia si arrivasse a scompigliare un po’ la Francia del ventesimo secolo.
ora, passato un secolo, la situazione peggiora sempre di più, e gli automi si concentrano sul dimostrare, sul cercare di essere più umani possibili in semplici “piattaforme”, che non sono i saloni in cui si riunivano i poeti di un tempo. a che fine? beh, al fine dell’arricchirsi, e dell’impoverirsi intellettualmente. forse dovremmo anche noi aspettare il nostro Prevert, forse dovremmo aspettare semplicemente qualcuno che ci salvi, con il semplice desiderio di far tornare l’umanità in noi e in sé stesso. magari, la letteratura stessa è alla deriva, potremmo essere davvero spacciati. ma leggendo queste poesie, ci ritroveremo tutti insieme in un mondo distante, temporaneamente parlando, da noi, ma non concettualmente. ci sentiremo meno inadeguati, più compresi e, almeno nel mio caso, anche accettati da noi stessi (in questo, sottolineo i versi di “L’insegnamento libero”, che probabilmente non sarà tra le poesie più conosciute del poeta, ma sicuramente sarà quella che ricorderò per sempre, per avermi aiutata molto). dunque, aspettiamo il nostro poeta di strada, che, rifiutatosi di essere avvocato o un insegnante del nulla, rompa quella bolla di perfezione in cui siamo rinchiusi, e ci riporti alla nostra vera natura: l’imperfezione e la nostra umanità.
«Quale migliore assistenza dunque se non quella del linguaggio da strada, del gioco di sentimenti dell'uomo semplice, dell'umanità umiliata? Prévert si mette dalla parte di questo linguaggio e di questi sentimenti e, attraverso il suo dono naturale di invenzione, costruisce i suoi contes, le sue narrazioni per i diseredati, per coloro che attendono e che non hanno smesso mai di attendere » [Giandomenico Giagni]
Quick disclaimer: This is not the edition that I read, the Croatian translated edition does not exist on Goodreads and I just want to keep traci of how many books I've read.
With that said, let's talk about Jacques Prevert and his poetry.
There is a reason why he was - and still is - one of the greatest French poets of the 20th century. He has been one of my favorite poets for a long time due to his amazing ability to capture a moment so fragile and ordinary and to make it an art frozen in a couple of simple lines of a poem.
I adore his poetry, but he does have some weak spots and moments that left me a bit disappointed with the way the poem took.
With all that said, this is a poet that you shouldn't miss out on. I believe that, in case you speak English only, that there is an English translation somewhere in the great big world
I ragazzi che si amano si baciano In piedi contro le porte della notte I passanti che passano se li segnano a dito Ma i ragazzi che si amano Non ci sono per nessuno E se qualcosa trema nella notte Non sono loro ma la loro ombra Per far rabbia ai passanti Per far rabbia disprezzo invidia riso I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno Sono altrove lontano più lontano della notte Più in alto del giorno Nella luce accecante del loro primo amore.
Raccolta di poesie molto belle, a tratti geniali. L'umorismo dell'autore mi ricorda la Szymborska, mentre I giochi di parole e della struttura poetica mi ricordano vagamente Perec.
Jacques Prévert è stato un poeta e sceneggiatore francese, uno dei poeti che meglio ha incarnato, secondo me, la poesia d'amore; anche se il mio scrittore preferito nella poetica rimarrà sempre Neruda. Prévert ha avuto il coraggio di andare controcorrente, di mirare dritto al cuore dei lettori, intonare la sua voce sul registro della sincerità e della spontaneità, adottando un linguaggio intessuto di una fitta rete di rimandi, giochi di parole e puntate ironiche.
La poesia di Prévert è una poesia scritta per essere detta e quindi più parlata che scritta, fatta per entrare a far parte della nostra vita. Ciò che esce con prepotenza è il concetto di amore come unica salvezza del mondo, un amore implorato, sofferto, tradito, ma alla fine sempre ricercato.
In queste poesie possiamo trovare tutta la gamma del sentimento amoroso: dalla celebrazione della pienezza di un attimo fugace, all'evocazione epico-tragica nella profondità temporale del ricordo, al lamento per la pena d'amore che si fonde con il frastuono della guerra e della storia.
Prévert, rimane sicuramente uno dei più grandi poeti dell novecento, dolce e delicato, folle e innamorato...
When I say "Prevert" into my voice-activated computer, it writes: "pray there." I found this bilingual edition -- French and Italian -- for free at the thrift shop here in Phoenicia, NY, and spent maybe six years slowly reading it (but only in French). poesie is intimate, sympathetic, but much trickier than Paroles, the only other book of Prevert's I know (in the Lawrence Ferlinghetti translation, from City Lights).
Here, let me translate a little, in my crude way, from a poem at random:
Hello hello don't leave listen to the grapevine without asking who died and why he died His death it's our business the business of the Nation on the back of all our medals his name will be piously graven like on the first goblets of the noble newly-born
[From "Cagnes-Sur-Mer": try to imagine these words in italics, as the originals are.]
A tragic hope permeates these lines -- the birthfulness of death.
Conoscevo Prévert per le sue poesie d’amore; ne ritrovo qualcuna in questa raccolta, ma mi stupisco di quanto un poeta possa essere ironico, a volte irriverente, a tratti surreale, sprezzante, con un tocco di amarezza che lascia un’ombra nell’animo di chi legge. Versi liberi, a volte cadenzati e musicali, a volte lenti, per rappresentare i suoi pensieri e dare libero sfogo alle parole. Versi che incantano quando parla d’amore o semplici versi per la sua Parigi, o sugli uccelli (dai quali pare ossessionato), Prévert assume, in questa raccolta, le vesti di un poeta semplice da leggere; senza rime le sue lunghe liriche sprezzanti sul mondo del teatro e versi che mai si adeguano a uno schema preordinato, ma sempre espressione dei movimenti del cuore e dell'estro del poeta. E' una raccolta ricca di ritmi. di giochi di parole e di situazioni introspettive, riflesso dell’animo del poeta.
Non credo che si possa scrivere una review sui libri di poesia.
Premesso questo, posso solo dire che ho amato tantissimo le poesie di Prévert (se parlate francese leggetele in originale!). Alcune hanno trasformato degli argomenti semplici (la famiglia, strade e piazze di Parigi, stagioni, ecc...) in qualcosa che va al di là dell'umana comprensione, nel bene e nel male.