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Uzeda #1

L'illusione

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L'inquieta Teresa Uzeda è l'aristocratica siciliana che molti hanno definito la madame Bovary italiana. Come Flaubert, De Roberto si cala nei turbamenti giovanili di una donna e nelle sue adulte disillusioni, spiandone da vicino umori, infelicità e capricci. Colei che sarà la vera protagonista assente dei Viceré, il cui spirito aleggerà sulle vicende della famiglia Uzeda e sulla storia d'Italia, è qui ritratta dall'infanzia alla maturità, sullo sfondo di una Sicilia aristocratica e patriarcale. Saranno strappi e fallimenti, nel loro succedersi, a scandire la vita di Teresa e il ritmo del romanzo: l'agognata luna di miele, con un marito che non ama, chiuderà la stagione dei sogni adolescenziali; la partenza per raggiungere l'amante, sfidando lo scandalo, diventerà il momento del radicale disinganno, fino all'inevitabile conclusione che "tutta l'esistenza umana si risolve in una illusione".

425 pages, Paperback

First published January 1, 1891

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Federico De Roberto

75 books23 followers

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Displaying 1 - 24 of 24 reviews
Profile Image for Patrizia.
536 reviews164 followers
June 22, 2019
Teresa Uzeda è una figura tragica, la cui esistenza è guidata dalla ricerca di un amore ideale, di una passione travolgente e duratura, senza curarsi dello scandalo, del giudizio degli altri, dell’ostracismo della famiglia. Bella e consapevole di esserlo, sembra vivere per l’ammirazione degli altri. Si innamora e abbandona o viene abbandonata, si rialza per farsi coinvolgere da una nuova passione. Il tempo passa, lo specchio le mostra i segni di una bellezza che inizia a sfiorire, fatto che teme ancor più della morte. Più di una volta si ferma a riconsiderare la propria esistenza, ma sembra non riesca a imparare dagli errori. A farla andare avanti è sempre, nonostante tutto, la speranza di poter essere ancora felice, di trovare un amore che non sia semplice illusione.
Profile Image for Post Scriptum.
422 reviews120 followers
October 4, 2017
L’illusione, primo romanzo della trilogia degli Uzeda, fu dato alle stampe dall’editore Galli a Milano nel 1891. Ottenne scarso successo di pubblico e di critica.

Protagonista è Teresa. Ha solo dieci anni quando riceve il primo schiaffo dalla vita: suo padre abbandona la famiglia per andare a vivere con la donna di cui s’è innamorato. Lasciata Firenze, la bimba si trasferisce con la mamma e la sorellina a Milazzo, in casa del nonno, il barone Giuseppe Palmi, senatore del Regno. E a Milazzo, “piccola e brutta”, perde sua madre, consumata dal dolore e, poco dopo, la gracile sorellina. Teresa ha un animo inquieto, volitivo. È affascinata dai romanzi e dal teatro, fonti d’evasione. È avida di vita e di felicità. Al suo giovane corteggiatore, Niccolino Francia lo dice: “Io andrò via da Milazzo. […] Credi che voglia proprio invecchiare qui dentro?...” Diciassettenne è a Palermo, affidata alla zia, per studiare e vedere un poco il mondo. Introdotta in società, scopre un ambiente fatto di gioielli, abiti lussuosi, sfarzi e feste, belle parole, sorrisi e inchini galanti. Fulgori che mascherano cinismo e maldicenze, illusioni e tradimenti. Teresa s’innamora di Errico ma sposa, per imposizione del nonno, Guglielmo. Lei non lo ama. Lui la tradisce e la maltratta. La nascita del figlio non cambia il loro rapporto. L’infelice Teresa si ribella. Sua madre si è sacrificata ed è morta a causa del suo uomo, lei no. Lascia la famiglia e si riprende la libertà. Cerca di riempire un vuoto che mai si colma, di placare l’insoddisfazione che la tormenta. Si lega ad altri. I giudizi pesano come gli anni che passano e segnano il suo viso. S’illude. Si strugge d’amore, di amori. Sfida tutto e tutti. Soffre. E ancora s’illude. Fallisce. E spera. Ancora. “Come il pellegrino nel deserto, era andata innanzi, attirata dalla vista dell’oasi fresca ed ombrosa; ma il miraggio l’aveva ingannata; e il più terribile era questo: che dopo aver riconosciuto nell’allettante spettacolo un vano giuoco di luce, aveva continuato a crederlo vero, a lacerarsi i piedi sulla sabbia infuocata!”

In questo gran baraccone ch’è il mondo, dove lo spettacolo mai finisce, scopre che tutto è illusione. Compresa l’esistenza umana.

Romanzo amaro. Scrittura che innamora. De Roberto non manca mai di farmi fermare durante la lettura per ammirare la maestria e l'acume che lo caratterizzano. Mi sono ritrovata spesso a rileggere certi passaggi. Il cuore si fa grande e sorride compiaciuto.
Profile Image for Carlo Mascellani.
Author 15 books291 followers
April 2, 2021
Più che "Illusione", dovrebbe intitolarsi "la disillusione". È la storia della protagonista Teresa, di natura romantica e sognatrice e di una vita trascorsa tra mille amori, mille sogni e infiniti disincanti. Le dolci speranze dell'adolescenza presto s'infrangono dinanzi alla brutalità di una società ipocrita composta, in prevalenza, da cacciatrici di dote e mariti infedeli, tra matrimoni d'interesse, intrighi, rovedci economici, apparenze da manntenere e continue delusioni. Eppure, anche quando sembra aver infine scelto di condiscendere alla mentalità imperante, presto Teresa risolve di tornare comunque a sperare, a nutrire i propri romantici sogni, a perseverare in quell'"illusione" che è tutto ciò che le resta.
Profile Image for Danilo Scardamaglio.
115 reviews10 followers
June 18, 2025
3.5. Il romanzo monadico per eccellenza (Maffei docet), coi sui originali pregi e i suoi limitanti difetti. Tutto è Teresa, persino il lettore: tutto è la sua ossessiva e in apparenza salvifica ricerca amorosa, i suoi lamenti, i suoi tormenti. E non c'è singola pagina nel romanzo in cui non si realizzi l'illusione d'immediatezza. Il difetto prevalente è secondo me un'eccessiva meccanicizzazione dell'intreccio: amore-delusione, amore-delusione fino allo sfinimento, soprattutto nell'ultima parte del romanzo. E qui il miracolo: un finale (pochissime pagine) di straordinaria intensità.
(Credo che ogni studente di filologia moderna alla Federico II prima o poi ci passi).
Profile Image for Sergio.
1,346 reviews134 followers
May 27, 2023
L’Illusione è un romanzo che Federico De Roberto [1861-1927] diede alle stampe nel 1891: questa sua opera racconta la vita socialmente complicata di Teresa Uzeda che costretta suo malgrado a sposare un uomo impostole dalla famiglia che non la ama e la tradisce ripetutamente, trova la forza per reagire a questo legame infamante, allontanandosi dall’amata Sicilia e provando a rifarsi una vita altrove ma, in un’epoca in cui queste scelte creavano un vuoto sociale intorno e schiava della sua forte passionalità, dell’insistente ricerca dell’amore “eterno”, avrà modo di rendersi conto, a sue spese, delle debolezze e meschinità della società del suo tempo e dell’impatto negativo del mondo che la circonda, borghese e provinciale.
Anche se lontano dalla giocosità e dalla coralità narrativa del suo capolavoro, I Viceré, che sarebbe stato edito nel 1894, a me questo romanzo è piaciuto forse anche perché ho saputo leggerlo senza cercare a tutti i costi paragoni e similitudini con l’opera più nota se non a fine lettura: la figura di Teresa Uzeda, donna ricca di prorompente femminile personalità e passionalità, si erge tragicamente incompresa un po’ da tutti, colpevole forse di non essersi sufficientemente analizzata e che solo nelle ultime pagine del romanzo si rende conto della precarietà della vita e degli aneliti egoistici che la animano.
Profile Image for Elia Terrazzano.
91 reviews8 followers
November 2, 2023
Definita la Madame Bovary italiana, Teresa Uzeda è un’aristocratica siciliana bella e consapevole di esserlo, una donna sedotta e ingannata dalla vanità e dalla lussuria.
De Roberto segue il percorso di Teresa dall’infanzia alla maturità: continui innamoramenti, abbandoni, vane conquiste e fallimenti scandiscono la storia di questa donna che sembra vivere per l’ammirazione degli altri.
Teresa si nutre di ideali, sogna, teme l’abbandono e il tempo che passa; la sua esistenza è volta alla ricerca di una felicità “troppo grande”, di un amore ideale, di una passione travolgente e duratura: dopo aver sposato un uomo che non la ama e la tradisce continuamente, sfiderà ogni tipo di scandalo pur di lasciarsi travolgere da nuove passioni, sperando sempre di trovare in esse il vero amore e di raggiungere quell’agognata felicità, fino alla scoperta conclusiva che “tutta l’esistenza umana si risolve in una illusione”.
Leggiamo infatti: “Ora però che era vicina al termine della vita, se chiudeva gli occhi e si volgeva indietro col pensiero, riconosceva la gran vanità. Che cosa distingueva più i ricordi delle impressioni reali da quelli dei sogni? E sul punto di chiudere gli occhi per sempre, la vita che prima di essere vissuta era piena di tante promesse, non si riduceva a un mero sogno, a una grande illusione, tutta?”.
Nulla da aggiungere: tutto è un’illusione, l’amore ideale è un’illusione. Dice De Roberto che l’unico amore che veramente esiste e che è reale è un altro e lo vedremo alla fine del romanzo quando Teresa riconoscerà “troppo tardi, come sempre, che nessuno mai, l’aveva amata così”.

Mi sono innamorata della scrittura di De Roberto: ho ammirato la sua maestria nel fare un ritratto femminile così accurato; ho amato i dialoghi intensi, fortemente lirici, struggenti; l’acume e la grandiosità di questo scrittore sono eccelsi.
La situazione narrativa utilizzata è quella figurale: il narratore cerca di sparire e in primo piano troviamo il personaggio. Infatti tutto ciò che è narrato passa attraverso gli occhi di Teresa, seguiamo i suoi passi e i suoi pensieri; al di fuori di Teresa non possiamo vedere nulla.
Profile Image for Chequers.
597 reviews35 followers
September 9, 2017
Leggendo i commenti precedenti, che dicono che questo primo volume della Trilogia e' lontano anni luce dai Vicere', mi sono rallegrata molto, perche' a me e' piaciuto, quindi non vedo l'ora di leggere la seconda parte.
Scritto molto bene, personaggi approfonditi, non l'ho mai trovato noioso:qualche volta un po' prolisso, ma sempre piacevole e che fa riflettere:come giustamente ha scritto qualcuno prima di me, c'e' un po' di Teresa in tutte noi donne.
Profile Image for Avery Liz Holland.
287 reviews47 followers
April 11, 2020
Un gioco di luce

Pubblicato a Milano nel 1891 con scarso successo di pubblico e critica, L’illusione è il secondo romanzo composto da De Roberto e inaugura il ciclo degli Uzeda, principi di Francalanza e antichi Viceré di Sicilia per conto dei sovrani spagnoli. L’opera segue dall’infanzia alla maturità le vicende di Teresa, figlia del conte Raimondo Uzeda e dell’infelice nobildonna Matilde Palmi, che torneranno di lì a poco nei Viceré. La loro storia, o meglio quella della loro figlia, nei Viceré si riduce a uno squarcio, eppure il progetto del ciclo derobertiano nasce proprio con L’illusione, sebbene la storia di Teresa sia cronologicamente posteriore a quella dei Viceré e più o meno contemporanea a quella dell’Imperio, il terzo e ultimo elemento del trittico letterario.
Se I Viceré indaga la corruzione e il disfacimento della vecchia classe aristocratica siciliana e L’imperio porta alla ribalta fasti e miserie della politica post-unitaria, L’illusione si incentra totalmente sul tema dell’amore sentimentale e sulla vita della protagonista, che, dopo un’infanzia e un’adolescenza segnate da aspettative del tutto illusorie, è costretta ad accettare, con l’avanzare degli anni, che la realtà è ben diversa da quella che sognava e che l’intera esistenza umana si riduce, in fin dei conti, a un’illusione.
Anche Teresa, estroversa, vivace e appassionata, come molti altri personaggi del romanzo ottocentesco vede la realtà attraverso un velo, le fantasie di amori cavallereschi, avventure galanti, passioni travolgenti, grandezza aristocratica che ha assimilato da bambina leggendo Scott, Dumas, Sue, Hugo, Prati, Aleardi, Tasso, Leopardi, Balzac, Manzoni, ascoltando fiabe e romanze, guardando opere teatrali che hanno finito con il «guastarla», come profetizzava la zia di Teresa, perché non è stata capace di separarle dalla realtà. Da qui discende la lunga, triste trafila di errori, inganni e rimpianti che costellano e scandiscono la sua esistenza, negativamente influenzata, forse, non soltanto da una fantasia troppo accesa e troppo coltivata, ma anche dalla profonda solitudine a cui Teresa è condannata fin da bambina a causa di gravissime perdite familiari e personali. Il nonno, un uomo vecchio stampo, sinceramente interessato al suo bene, ma burbero e insensibile, e la presenza occasionale degli zii, affettuosi, ma pronti a voltarle le spalle se dovesse uscire dal cammino tracciato per lei, non bastano a riempire una vita che appare desolatamente vuota, priva degli affetti più solidi e naturali. Passando da un amante all’altro, da una distrazione all’altra, da un corteggiatore all’altro, la giovane Teresa cerca disperatamente di riempire un vuoto incolmabile.
Tale vuoto convive, dentro di lei, con una scissione profonda e insanabile che la fa sentire «rotta in due» per tutta la vita: Teresa è infatti costantemente divisa tra il modello di rassegnazione e sopportazione rappresentato dalla madre, il cui amaro destino di moglie infelice prefigura quello della figlia, e il modello di sregolatezza e orgoglio aristocratico di suo padre, il libertino conte Raimondo, come se gli errori dei genitori fossero geneticamente, inesorabilmente scritti nel sangue dei figli. Teresa sembra cedere all’esempio paterno e sceglie un cammino molto diverso da quello di Matilde, sua madre, e della sua omonima cugina (la Teresa Uzeda dei Viceré, sorella di Consalvo), cercando conforto negli amanti e nella vita mondana e sostenendo con passione il diritto delle donne di godere degli stessi privilegi degli uomini, eppure non sarà più felice di loro. Nessuna delle due scelte sembra essere quella giusta.
L’illusione che qui investe l’amore e i desideri giovanili colpisce nei Viceré il sangue aristocratico e nell’Imperio il mondo della politica e del governo. Non a caso un fitto intreccio di echi e richiami lega i tre romanzi che costituiscono il ciclo degli Uzeda: la vicenda di Matilde e Raimondo è un filo rosso che unisce I Viceré e L’illusione e in quest’ultimo è citato di sfuggita il principe Consalvo, deputato a Roma e futuro protagonista del terzo volume; la figura dell’onorevole Arconti introduce nell’Illusione la dimensione della politica, dei dibattiti parlamentari, delle questioni di governo che saranno il nucleo centrale dell’Imperio. Addirittura è stato osservato che l’infanzia turbolenta del figlio di Teresa ricorda quella del principino Consalvo. Le storie si ripetono, identiche, ancora.
Palese è il richiamo a Madame Bovary (infatti De Roberto conosce bene e ammira moltissimo Flaubert), ma anche a Giacinta di Luigi Capuana. Il bovarismo di Teresa, con la sua profonda insofferenza per la vita di provincia a Milazzo, insieme all’eccitazione della fantasia causata dalle letture romanzesche e cavalleresche e alla smania di far parte del bel mondo, è evidente e avvicina moltissimo l’eroina siciliana a quella francese. Rispetto ad Emma Bovary, però, Teresa appare dotata di una capacità di riflessione e analisi di se stessa e della realtà più profonda. Teresa, inoltre, si colloca in un contesto sociale più elevato, quello dell’aristocrazia, e ciò rende forse, per contrasto, ancora più amare le sue disillusioni. Altro legame importante è quello individuato con La duchessa di Leyra, il romanzo incompiuto di Verga che, nelle intenzioni dell’autore, avrebbe dovuto colpire proprio le ambizioni aristocratiche e arricchire di un altro tassello il ciclo dei vinti. Il progetto verghiano non sarà mai portato a termine e L’illusione, riallacciandosi alla Duchessa di Leyra, sembra esserne la prosecuzione ideale.
In fondo anche Teresa, come i personaggi verghiani, può essere definita una “vinta”. L’illusione presenta una struttura accuratamente simmetrica, divisa in tre parti: la prima inizia con l’infanzia e termina con il matrimonio e la partenza per la luna di miele; la seconda si apre sul viaggio di nozze, segue la difficile convivenza con il marito e si conclude con una nuova partenza per una seconda luna di miele; la terza e ultima parte racconta il tempo delle ultime illusioni, della maturità e del disinganno totale. Questo armonioso equilibrio strutturale, però, contrasta con il ritratto di un’esistenza dominata da incertezze, confusione, errori, ravvedimenti, ricadute, tutto osservato attraverso lo sguardo malinconico di Teresa. Sebbene il racconto sia in terza persona, l’autore fa un uso ampio e sempre più frequente da un capitolo all’altro del discorso indiretto libero e del monologo interiore: il risultato è una densissima analisi psicologica, un racconto introspettivo che si cala costantemente e profondamente nella psiche tormentata della protagonista, tra paure, desideri, capricci, speranze. De Roberto, infatti, definisce questo romanzo «un monologo di 450 pagine». Nella terza parte del romanzo Teresa si ripiega sempre più su stessa, impegnata ad analizzare criticamente il passato, a immaginare tristemente il futuro, a interrogarsi su ogni singola scelta che l’ha condotta verso l’infelicità e la solitudine, sedotta da «un vano giuoco di luce» che per tutta la vita si è ostinata a credere autentico.
«Nel credersi diversa dagli altri come s’era ingannata! La sua storia era la storia d’ognuno! Come tutti, aveva apprezzato le cose prima di ottenerle o quando erano svanite. […] E sul punto di chiudere gli occhi per sempre, la vita che prima di essere vissuta era piena di tante promesse, non si riduceva a un mero sogno, a una grande illusione, tutta? E poi? E dopo la vita?».
«Tutto è finzione» esclama l’onorevole Arconti, personaggio che riallaccia L’illusione al tema politico del romanzo successivo, L’imperio. L’esistenza umana è un gioco di maschere su un palcoscenico. Tutto cambia, tutto passa, tutto finisce. Nulla è per sempre, neanche l’amore più puro e intenso, i sogni più dolci, le speranze più tenaci. Cosa resta, allora? L’uomo, qualunque scelta compia, è condannato per la sua stessa natura alla sconfitta, all’amarezza, al rimpianto, alla crudele disillusione, senza via d’uscita?
Forse sì, sembra rispondere Federico De Roberto.
Profile Image for Maria Pia.
99 reviews6 followers
May 16, 2023
3,5.
“Riconosceva troppo tardi, come sempre, che nessuno mai, l’aveva amata così.”

Teresa, Teresa… la storia di una donna che ha paura dell’abbandono, del tempo, di non vivere abbastanza intensamente.
Ingannata tante volte dalla lussuria, dalla vanità e dalla perdita di controllo sugli uomini e su se stessa.
La grande illusione, per lei, è stata la sua vita.

Bellissimi alcuni dialoghi, la sofferenza di chi muore, la rabbia di chi tradisce o che non vuole amare.

Profile Image for Lia.
139 reviews5 followers
October 5, 2015
In rapporto, come si conviene, dialettico, con I Viceré – il capolavoro del ciclo di De Roberto – e con L'Imperio postumo, L'illusione (1891) è divenuto perlopiù il palcoscenico di uno solo degli aristocratici discendenti dai Viceré di Sicilia. Teresa Uzeda. Di un ritratto particolareggiato di donna ha dunque connotazione la prima opera della storia di una grande famiglia; e d'altro canto, concependo della Vecchia razza “quattordici o quindici tipi, tra maschi e femmine, uno più forte e stravagante dell'altro”, non è neppure casuale la predominanza di una sensibilità femminile a fondo appassionata. Che il romanzo non sia propriamente attento alla narrazione del Secondo Ottocento in Italia, malgrado le ampie prospettive storico-politiche dei seguenti, è certo. Il valore di interiorità, sentimenti e passioni è in complesso alto. Sicché non meraviglia che la Uzeda, nelle vesti una Madame Bovary italiana, sia coinvolta in una vicenda fortemente psicologica, portando con sé una polarità di verità e illusioni, capricci e persuasioni. Destando scandalo negli ambienti più influenti di Palermo e della Capitale. In una progressione malinconica. E in fin dei conti “nel credersi diversa dagli altri come s'era ingannata! La sua storia era la storia d'ognuno! Come tutti, aveva apprezzato le cose prima di ottenerle o quando eran svanite”.
http://www.mangialibri.com/libri/l%E2...
Profile Image for Ndrunella.
111 reviews4 followers
March 13, 2021
Che De Roberto fosse una penna incredibile lo avevo capito già, da quando lessi le tristi vicende di Matilde e Raimondo nella prima parte de I Viceré.
Qui ho ritrovato parte di quelle vicende, perché la protagonista è figlia proprio di quella coppia tormentata che tanto mi aveva fatto stringere il cuore qualche anno fa.
Teresa mostra, già nel libro che da titolo all'intera trilogia, un carattere inquieto ed esuberante. Dalla sua infanzia fatta di vizi e capricci avanzeremo ne L'Illusione in un'Italia da poco unita dove i personaggi si muovono come su un gigantesco palcoscenico.
Su questo palco Teresa si muove da protagonista ma spaesata, non sa davvero cosa vuole e come ottenerlo. I suoi sogni sono imbellettati e edulcorati da un mondo di finzioni e, appunto, illusioni che portano la bella Teresina a ribellarsi e abbandonare la strada prestabilita di remissiva nobildonna sposata.
Il tradimento diventa un modo per fuggire, per sognare, per afferrare qualcosa che alla fine forse non esiste.
La Madame Bovary italiana, come è stata spesso definita, sa parlare una lingua che non ha età. Racconta sentimenti e passioni di ieri e di oggi.
Profile Image for Martina☽.
68 reviews8 followers
December 30, 2023
3.5 ✨
Molto molto bella la prima parte e il finale. Nel mezzo tutto diventa decisamente troppo stucchevole e ripetitivo.
Profile Image for Giovanna.
13 reviews6 followers
January 10, 2021
L’inquieta Teresa Uzeda mi ha ricordato molto Madame Bovary, ma in qualche modo più consapevole di sé stessa, più introspettiva, apre un occhio critico sul suo modo di essere passionale ed emotiva, su cosa nel suo passato ha causato il suo modo di essere, ha una acuta consapevolezza di come viene percepita. La scrittura di De Roberto è ancora una volta impeccabile, dopo la quasi caustica descrizione della nobiltà nell’Italia postunitaria dei Viceré in questo libro ho percepito una visione critica della condizione della donna nel suo tempo e quantomeno una sensibilità verso l’emancipazione ed il rispetto dei sentimenti delle donne “perdute”.
Profile Image for Gabriele Pinto.
39 reviews5 followers
June 21, 2023
L’illusione è un testo che segue la vita di Teresa Uzeda, giovane nobildonna siciliana, dalla prima infanzia alla piena maturità.
Il romanzo è la storia di una grande caduta (termine che, tra l’altro, compare di frequente nel romanzo): Teresa si educa sentimentalmente attraverso i romanzi, si nutre di ideali, e all’interno di ogni nuova passione spera di trovarci l’Amore, a ogni incontro fantastica sui sentimenti dell’altro, e a volte arriva a godere delle sofferenze amorose dei suoi pretendenti. Ed è questa la grande illusione che dà il titolo al testo: l’illusione di poter definire la vita, di poter vivere una vita raggiungendo quegli ideali che non la fanno dormire la notte, sognando il grande amore durante una di quelle serate della nobiltà italiana, disprezzando le possibili felicità a cui si poteva aggrappare e tradendo coloro che più le sono stati fedeli.
Un testo meraviglioso, un ritratto femminile sorprendente da parte di un uomo notoriamente misogino, e un impianto narratologico molto interessante: tutto ciò che è narrato passa attraverso gli occhi di Teresa. La narrazione è in terza persona, ma i dialoghi sono solo quelli in cui Teresa è presente o ascolta, i pensieri sono solo quelli di Teresa, gli ambienti descritti sono solo quelli che Teresa frequenta.

Personalmente, devo a questo testo anche un altro grande merito: quello di avermi fatto venire voglia di tornare a scrivere.
21 reviews2 followers
Read
April 20, 2020
Il libro,primo del “ciclo degli Uzeda”,è un lungo romanzo psicologico calato nel mondo alto-borghese della Sicilia postunitaria. La storia tratta dell’ educazione sentimentale di Teresa (l’unica protagonista),che passa attraverso una serie di illusioni e delusioni amorose in una costante ricerca (mai concretizzata) della relazione perfetta. L’illusione del titolo quindi è l’amore, ma questo concetto si estende a tutta l’esistenza umana di cui appunto l’affetto romantico è soltanto un elemento fra tanti. L’amore viene visto nella sua dimensione gnoseologica, espressa attraverso il continuo auto-analizzarsi di Teresa che prende quasi dall’inizio del libro il soppravvento sui fatti narrati e sulle stesse esperienze vissute dalla protagonista. La “perversione” di Teresa, più che nel suo libertinismo, sta nell’interrogarsi continuamente con spietata autocritica aprendo dubbi e argomenti esistenziali, fra i più interessanti a mio giudizio il contrasto tra essere e apparire che porta al tema dello smascheramento (che sarà poi tanto caro a Pirandello). Il romanzo (di cui l’autore rivendica fieramente la grandezza definendolo un “lungo monologo di 450 pagine!”) è basato sulle reazioni e i pensieri di un solo personaggio con una coerenza che sfocia nella monotonia, rendendo il racconto noioso e poco appassionante. In definitiva l’opera può essere considerata senz’altro la minore della trilogia degli Uzeda e, anche se non del tutto privo di qualche elemento di interesse (come la scrittura meravigliosa), non ne consiglierei calorosamente la lettura.
Profile Image for Gian.
318 reviews1 follower
July 11, 2023
3 stelle su 5

Lettura abbastanza pesante, monotona e ripetitiva. La prima parte mi ha molto attirato, ma andando avanti col romanzo mi sono più che altro annoiato a causa della monotonia delle vicende e della loro ripetitività.

Si tratta sostanzialmente di un romanzo sentimentale che ruota intorno all'esperienza esistenziale - ma, più che altro, sentimentale - di una donna dalle nobili origini - Teresa Uzeda- che alcuni hanno definito la Madame Bovary italiana.

Per me il romanzo di Flaubert è decisamente di un livello superiore. "L'illusione" è la storia delle innumerevoli relazioni amorose di Teresa, incapace di rendere felice se stessa e gli altri, cresciuta come vorace lettrice di romanzi, aspirando a fare della propria stessa vita un romanzo, scontrandosi però con la durezza della realtà e l'impossibilità di vivere come le tante eroine dei suoi libri preferiti.

Il finale mi è molto piaciuto, però più di metà libro mi ha alquanto sfinito. Troppo stucchevole, esageratamente mieloso. Teresa poi è di un'ipocrisia, di una falsità uniche, con una faccia di tolla incredibile.
Non mi è proprio piaciuta come personaggio. È troppo caricaturale, volubile. E noi lettori finiamo per venire divorati da tutti gli amanti che si fa e a cui dice sempre le stesse identiche cose.

Un libro non imperdibile.
Profile Image for Giulia Jumanji.
61 reviews9 followers
October 19, 2024
Siamo di fronte al primo libro della saga degli Uzeda, in cui la stessa Teresa Uzeda, sperimenterà la vita da nobildonna a suo modo, andando contro alcune delle convenzioni sociali, muovendosi all’interno di una società patriarcale del risorgimento italiano.

Ci viene descritta come un personaggio malato di bovarismo: ella si nutre di romanzi, di storie di invenzione, che finiscono per generare nella sua testa un ideale romantico che non le è permesso di perseguire. Se infatti in giovinezza si trova convinta del fatto di poter scegliere l’uomo che ama e desidera, scoprirà ben presto che la prassi matrimoniale prevede tutti’altro: il nonno, figura da lei sempre idealizzata, la costringerà a sposare un buon partito per garantire alla famiglia una continuità. Teresa va contro questa decisione, maturando man mano nella sua testa gli stratagemmi e le giustificazioni per frequentare altri uomini, proprio come le sue coetanee.

Leggiamo dunque di una vita castigata, in cui il valore femminile viene messo all’ultimo posto, in cui la donna non merita all’interno del matrimonio di essere amata ma soprattutto non le è concesso l’adulterio come invece lo è per gli uomini. Teresa assiste in prima persona ai presunti tradimenti del marito, che la maltratta, la considera incapace di riflettere e di capire determinate situazioni: l’umiliazione continua porterà la protagonista a credere per un certo momento di essere effettivamente ottusa e anche a comportarsi come di norma. Nel momento in cui il corteggiamento da parte di altri inizierà a toccarla ella si rende conto del proprio valore e capirà che una vita passata così non vale nulla.

L’illusione è un titolo parlante, perché ci ricorda come la protagonista abbia macchinato nella sua testa tutta una serie di castelli di carta che ahimè nella realtà non riescono a materializzarsi: l’amore tanto desiderato non sarà altro che una vana illusione, non esiste e tutti sono pronti a deluderla nel momento più inaspettato.

De Roberto è stato per me una scoperta, una scrittura scorrevole, una prosa tipicamente ottocentesca che coinvolge il lettore senza essere troppo ampollosa.
Profile Image for Silvia Ciarcià.
Author 1 book8 followers
May 29, 2019
Ho letto “I Viceré” prima di questo prequel. È vero, è inferiore al capolavoro di De Roberto, ma l’ho amato comunque, fatto sta che l’ho finito in un giorno. Mi sono rivista molto in Teresa, nel suo essere un’inguaribile romantica e divoratrice di romanzi, nei suoi film mentali ogni volta che incontrava un antico innamorato, nel sognare un amore cavalleresco e rimanere imbambolata ogni volta che qualcuno le fa la corte (tuttavia conscia di meritare quelle attenzioni), nella delusione nei confronti del genere maschile provata alla fine di ogni storia d’amore, persino nell’immensa ammirazione e interesse quasi amoroso provati per l’amica Giulia.
Unica pecca: dopo tutte le sue peripezie amorose, avrei voluto avere almeno la soddisfazione di vederla incontrare il principe Consalvo Uzeda di Francalanza, magari vederla dare alla luce Giacomo e qualcun altro dei suoi suoi figli protagonisti de “I Viceré”, leggere con i miei occhi la sua preferenza per Raimondo, anziché esserne soltanto superficialmente informata nel successivo romanzo. Invece, alla fine di “L’Illusione”, Teresa è quarantenne, stanca, si sente sfiorita e quasi prossima alla morte; sembra assurdo immaginare che, in tali condizioni, debba ancora incontrare l’amore della sua vita e dar luce a sette figli.
Alla fine del romanzo, Teresa torna a Palermo e scopre di avere una reputazione di sciupa-uomini. Sappiamo che sposerà il principe Consalvo, di dieci anni più giovane, per via di un matrimonio combinato: combinato da chi, se non ha più parenti in vita? Incontra il principe a Palermo e poi si trasferiscono a Catania, o decide lei di andarsene e cambiare nuovamente vita?
Ammetto che il finale lascia il lettore domandandosi se abbia letto la vita della stessa Teresa Uzeda citata ne “I Viceré”, descritta come una donna severissima che pensa solo al patrimonio.
This entire review has been hidden because of spoilers.
Profile Image for Mariarosaria.
58 reviews1 follower
September 7, 2021
Un libro di Sicilia a semestre.

Per questa seconda parte dell’anno ho scelto la lettura di un autore che amo molto, Federico De Roberto, col suo romanzo “L’illusione”, che inaugura il ciclo narrativo della famiglia Uzeda raccontato in quel capolavoro corale che è “I Vicerè”.
Ho gustato il capitolo conclusivo di questo bel libro dall’impianto ottocentesco su una panchina del lungomare vicino casa, perchè ero consapevole che la fine sarebbe stata amara (come tutti i grandi classici siciliani) e volevo consolarmi udendo in sottofondo la musica delle onde che si infrangono sugli scogli.

“L’illusione” narra l’educazione sentimentale di Teresa Uzeda, aristocratica di origini siciliane all’indomani dell’Unità d’Italia, nata a Firenze, cresciuta a Milazzo (provincia di Messina) e vissuta a Palermo, con brevi soggiorni a Roma. De Roberto ripercorre la vita della protagonista fino ai 40 anni, quando comprende che “[…] la vita piena di tante promesse si riduceva ad un mero sogno, ad una grande illusione, tutta”.
In questo libro, preludio del più famoso e inarrivabile “I Vicerè”, sono narrati intrighi amorosi, vicende tragicomiche di nobili spiantati in cerca di dote, tradimenti, lutti, matrimoni combinati, calcoli cinici nelle stanze dei bottoni.
È un assaggio di quell’universo orrendo, marcio, lacerato da rancori insanabili e da freddi interessi materiali degli Uzeda che, a dispetto della rivoluzione risorgimentale, si manterranno saldamente sugli scranni del potere, confermando che in Sicilia non cambia mai nulla (vado a memoria: “Quando c'erano i Vicerè, i nostri erano Vicerè; adesso che abbiamo il Parlamento, lo zio è deputato!”).

Anche se “L’illusione” non raggiunge le vette artistiche del crudelissimo “I Vicerè”, è un libro da conoscere perchè da qui parte la più celebre saga familiare siciliana.
Profile Image for Gaia Baratta.
11 reviews
December 12, 2023
La scrittura di De Roberto è molto affascinante, la caratterizzazione del personaggio alla Mme Bovary mi piace, do 4 stelle solo perché questo tipo di personaggio femminile mi infastidisce a causa dei cosiddetti “prosciutti sugli occhi” 😂
Profile Image for Elisa.
683 reviews19 followers
August 8, 2019
Emma Bovary死了因为她看不到真实。Teresa Uzeda一直活着因为没有真实。“人的全部存在和活动都是幻觉”。透过轻浮爱情的表层跟I vicere合在一起看才会觉得好,当然也说明FDR的能力确实比较单调就是了……
Profile Image for Vero Emme.
19 reviews10 followers
March 24, 2023
This book is an absolute hidden gem! It may not be Federico de Roberto's most famous novel, but it is so very modern. The story follows Teresa, the daughter of Count Raimondo (the narcissistic favorite son of Princess Teresa Uzeda) and the unfortunate kindhearted Matilde Palmi. While the Uzeda family's tale is narrated in the more renowned novel "I Vicere," "Illusione" solely focuses on little Teresa.

Teresa is a bubbly and pretty girl who loves luxuries, pretty dresses, balls, and romance. She loses herself in her love affairs and falls head over heels numerous times. Unfortunately, circumstances force her to submit to society's rules, where marrying the right party is unquestionably the only viable choice.

Despite her belief in romantic love, Teresa soon realizes the true ugly face of the egoistic and superficial high society in Sicily in the late 1800s. Her dreams of true romantic love are shattered. She is a modern character with a strong will and a tenacious personality. She knows what she wants and repeatedly has to grapple with an obtuse society where women are merely objects of beauty and financial assets.

Despite everything, she keeps moving forward, always in search of the illusion of true passion.
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