Capolavoro. Con penna non inferiore a quella del più grande storico romano, Tacito, l'autrice ricostruisce la vicenda umana e politica del figlio di Livia, figliastro di Augusto. Tiberio è il rappresentante del ramo patrizio, altero e forse un po "snob" dei Giulio-Claudi. A questo, si unisce un carattere ombroso, desideroso di certezze, insofferente verso le miserie umane; politicamente, un'insofferenza acuta per il principato in sé. Fu questo il grande paradosso di Tiberio: che proprio ad un repubblicano (per ideale e per stirpe) toccò rendere ufficiale il principato (cioè la dittatura de facto) creato da Augusto. Infine, le disgrazie familiari di Tiberio: separato dalla moglie che amava, l'invidia verso il popolare nipote Germanico e molto altro.
L'autrice, questo il suo merito, infonde spirito vivo e critico alle vicende di Tiberio, cercando di scrostare l'immagine regalataci dagli storici antichi.
Lezione Come si scrive un libro di storia. Come si scrive una biografia. Come far si che sia anche un saggio psicosocioantropologico. E' pure avvincente. Chapeau!