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256 pages, Paperback
First published January 1, 1852
Beppe fu il primo a salire. In piedi sulla piccola tuga di prua, tirava fuori dalla stiva, pezzo per pezzo, tutta l'attrezzatura che vi avevamo ammonticchiato: l'ancora, il cordame, le giare a quattro manici, le belle vele nuove, i canestri, i cappotti con le maniche larghe. Faceva risuonare l'ancora, sollevava i remi sopra la testa, spiegava la tela, sgualciva tra le dita la lana ruvida delle mantelle, e con grida e strepiti di felicità mostrava al nonno, alla nonna, alla sorella, tutta quella ricchezza. Il nonno, la nonna, Graziella, piangevano, guardando ora noi ora la barca.
Piangevano anche, nascosti dietro le rocce, i marinai che avevano condotto l'imbarcazione. Tutti quanti ci benedicevano. Graziella, con la fronte bassa e più seria nella sua gratitu che erano pagani, ve lo dicevo io che potevano benissimo essedine, s'avvicinò alla nonna e mormorò, additandoci: "Dicevate che non erano angeli! Chi aveva ragione?".
La vecchia donna si gettò ai nostri piedi e ci chiese perdono dei suoi sospetti. Da quel momento, ci volle bene quasi quanto ne voleva a Beppo e alla nipote.
L'indomani quando la rividi sotto il pergolato e volli parlarle, mi volse le spalle come qualcuno che voglia nascondere le lacrime, e rifiutò di rispondermi. Dai suoi occhi leggermente cerchiati di nero, dal pallore più spento delle gote e da una leggera e graziosa depressione agli angoli della bocca, si capiva che non aveva dormito e che il suo cuore era ancora gonfio per i dispiaceri immaginari della serata precedente. Potere meraviglioso di un libro che fa leva sul cuore di una fanciulla e di una famiglia analfabeta con tutta la forza di una storia veridica: la sua lettura rappresentò nel loro cuore un autentico episodio della vita!
Infatti, mentre io traducevo il poema, il poema traduceva la loro indole: quegli avvenimenti cosi semplici, la culla dei bambini ai piedi delle due povere madri, i loro amori innocenti, la separazione crudele, il ritorno reso vano dalla morte, il naufragio e quelle due tombe sotto gli alberi di banane che racchiudevano un solo cuore, sono vicende sentite e capite da tutti, in un palazzo signorile come nella capanna di un pescatore. I poeti, invece di cercare l'ispirazione così lontano, potrebbero trovarla nel cuore degli uomini; qualche semplice nota, suonata a caso ma con fervore su questo strumento che Dio stesso ha creato, è sufficiente a far piangere tutto un secolo, a far sì che i suoi poeti siano ammirati, come si ammira l'amore e come si apprezzano i sentimenti. In arte il sublime stanca, il bello intutto. C'è più genio in una lacrima che non in tutti i musei e in ganna, solo il patetico non sbaglia mai. Chi sa commuovere, sa tutte le biblioteche dell'universo