Esiste un'ampia bibliografia dell'opera di Friedrich Nietzsche, ma la sua vicenda umana è rimasta molto più in ombra. Fini segue la vita di questo piccolo borghese, condizionata da una misteriosa malattia e dalla semicecità, attraverso gli intrecci con Richard Wagner, la fredda Cosima, l'irresponsabile e spietata Lou Salomé, le incomprensioni con la madre e la sorella: di crisi in crisi, la vita di Nietzsche vira verso una disperata e allo stesso tempo esaltata, feconda solitudine, fino alla drammatica esplosione della follia, che porta al lento e straziante dissolversi, per undici anni, di una mente straordinaria. Con l'approccio e la personalità del grande giornalista, Massimo Fini restituisce in un'opera saldamente appoggiata alle fonti e ai documenti, il Nietzsche uomo, con la sua fragilità, la sua quasi incredibile ingenuità e, naturalmente, la sua lucida e dolorosa intelligenza. Una fragilità esistenziale che fa di Nietzsche il sensibilissimo sismografo della crisi di un'epoca e di una cultura, quella occidentale, che arriva a maturazione proprio oggi.
Massimo Fini, di padre toscano e madre russa, è nato sul lago di Como. Dopo la laurea in giurisprudenza, ha lavorato come impiegato alla Pirelli, copywriter, pubblicitario, bookmaker, giocatore di poker. Arriva al giornalismo nel 1970. Attualmente lavora per Il "Fatto Quotidiano", ed "Il Gazzettino".
Non male, per davvero. Un ritratto del grande genio sofferente, del Dioniso sofferente. La prima biografia di Nietzsche da me letta, a distanza di anni dall'aver letto alcune sue opere. L'origine della sofferenza fisica crudelissima? Non vivere, o meglio vivere in maniera cerebrale, asessuata, quasi ascetica. Un teorico della violenza aristocratica e della volontà di potenza che si rivela mitissimo, soave, gentilissimo, squisito, amabile, affabile... Boh!?! Quoi? l'Antéchrist!
Buon libro biografico, di tono non professorale ma sempre attento alle fonti e ben documentato. Non mancano qua e la' momenti di stanca e qualche prolissita'. La vita del grande e incompreso (in vita o meglio in sanita') Nietzsche, viene ripercorsa in tutte le sue tappe, avendo sullo sfondo le opere, senza mai deviare troppo l'attenzione dall'uomo. L'intento di rendere interessante una vita, invero assai monotona, e' raggiunto pienamente da Fini, cosi' come e' descritta abilmente la curiosa e per certi versi stupefacente dicotomia (che trova una spiegazione) tra il Nietzsche borghese e quello dinamitardo degli scritti.
Ho 'divorato' questo libro. Dopo aver tanto sentito parlare di Lui e non a scuola, ho voluto 'conoscerlo'. Come uomo: per ora mi basta. Ho appagato la mia curiosità e al tempo stesso l'ho acuita: sempre quest'effetto fanno le persone piene di 'vite' da raccontare.
Massimo Fini traccia un ritratto umanissimo (o preferisci “umano, molto umano”?) di Friedrich Nietzsche e lo fa da giornalista abile e navigato. Il libro è documentato, godibile ed ha il grande dono della leggibilità, finalmente. Perché mai la casalinga di Voghera non dovrebbe accostarsi, sia pure lateralmente e con levità, alla filosofia? Commovente, struggente, mai sdolcinato o melodrammatico, il Nietzsche di Fini si fa amare soprattutto per lo scarto vertiginoso tra ciò che pensa (riesce a pensare) e ciò che è: un omettino solitario, ipocondriaco, mezzo cieco, sfortunato in amore, tormentato, in continua lotta tra depressione e idee suicide… e, al contempo, capace di analizzare il passato, il presente e persino il futuro dell’Occidente con una lucidità che impressiona. Fini ricostruisce meticolosamente vita e contesto, accompagnandolo nei suoi studi, tratteggiandone i grandi incontri (con Wagner, soprattutto), sino a Basilea, dove ricoprirà giovanissimo la cattedra di filologia classica. E poi i viaggi, le delusioni, le ossessioni, l’inizio della malattia, le dimissioni. Anche da se stesso. Soprattutto da se stesso. Friedrich Nietzsche non ebbe un allievo e fu costretto a pubblicare a sue spese i propri libri. Considerato un dilettante, uno stravagante, uno “con una faccia un po’ così”, venne lasciato solo nel suo silenzio. E quando finalmente si accorsero di lui, si vendicò con la follia. Una scelta di vita –prepotente, grandiosa, per un'unica, solissima volta. Divenuto famoso e folle, non rispose più ai nuovi “fans”, dissociandosi (è davvero il caso si dirlo) dalle infinite discussioni ed elucubrazioni sul suo pensiero, e lasciando che fossero gli "altri" ad occuparsi del mondo di fuori. Morì a Weimar nel 1900 ed anche questa fu un'anticipazione. L'ultimo avvertimento. P.S. La casalinga di Voghera ha appena letto una specie di semistroncatura da parte di un giovane filosofo: "godibile ma morbosa biografia scritta da Massimo Fini, in cui tutto era questione di scopate fatte o, per lo più, non fatte, quasi parlassimo del figlio nerd della vicina di casa". Ahiahiahi! A parte che non è vero, ma insomma: ci volete lasciar leggere in santissima pace "anche" quel che non è alla nostra portata? Se Fini si fosse voluto addentrare all'interno della filosofia di Nietzsche (ma è evidente che entro un certo limite ci si addentra), avrebbe scritto non una biografia, ma un'altra cosa. Quest'avversione degli specialisti per la divulgazione è insopportabile. ............... Una cosa sono io, un'altra i miei scritti. Prima di parlare dei miei scritti stessi toccherò qui la questione di come sono stati capiti o non capiti. Lo faccio di sfuggita, come si conviene: perché non è ancora venuto il tempo per una tale questione. Anche per me non è ancora venuto il tempo, ci sono uomini che nascono postumi. (Ecce Homo, Perché scrivo libri così buoni).
E' un libro da cinque stelle per l' ampio sunto informativo biografico su di un cervellotico ma interessante pensatore. A mio avviso, purtroppo, diventano tre stelle, perché l' autore, tra le righe, si cimenta con una "filologia" sulla persona, completamente erronea. Forse perché troppo "zuccherino" come Nietzsche.
Sì, gli ho dato 5 stelle e non l'ho letto. Ci sono problemi?
"Che Lei possa permettere a una vecchia oca come Pohl di parlare su di me è una di quelle cose che solo in Germania sono possibili...Quanto vuole per la mia intera letteratura? Con sincero disprezzo. Nietzsche".
Un libro limpido, sincero, lungo al punto giusto. Maledettemente divertente. Maledettamente triste. La prima metà l'ho letta quasi tutta ridendo ad alta voce (cosa che mi succede raramente) ma da lì in poi diventa di una tristezza struggente. Il punto più alto rimane la lettera di Rèe: "Non avremmo dovuto separarci, vi era forse un favorevole magnetismo animale fra i nostri CORPORA. Vietato scrivere oltre." ---- Chi sale veramente in alto, ride delle tragedie come delle commedie. Così parlò Zarathustra.
Dettagliata biografia di Nietzsche, ci restituisce un Nietzsche completamente diverso da quello che ci s'immagina leggendo le sue opere. Bravo Fini, ha colto il lato umano del filosofo più importante per capite la nostra epoca (a mio modesto avviso).