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Calci e sputi e colpi di testa

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C’è il calciatore disciplinato, che non si espone pubblicamente e risponde alle interviste con frasi di circostanza imparate in anni di luoghi comuni ripetuti come mantra nelle dichiarazioni domenicali del dopo partita. E poi c’è Paolo Sollier, il comunista. A Cossato i tifosi lo chiamano “Ho Chi Minh”. A Perugia “Mao”. Quando segna alza il pugno al cielo, simbolo distintivo delle sue idee e tratto identificatore delle sue origini proletarie.
Piemontese, militante e compagno, Sollier negli anni Settanta passa dal calcio di periferia ai grandi palcoscenici della Serie A. Con il Perugia di Castagner, conquista una storica promozione nella massima categoria. “È il tempo in cui si gioca con un portiere ‘murato in porta’, un libero staccato di venti metri. Un calcio, come diceva Socrates, ‘che si concede il lusso di far vincere il non c’è niente di più marxista o gramsciano del calcio’.”
Sollier diventa un riferimento per la moltitudine di studenti e lavoratori impegnati nelle contestazioni, decisi a “cambiare il mondo”. Invece dello Champagne, ai compagni regala le poesie di Pavese, di Lee Masters, di Evtušenko, di Prévert, i romanzi di García Márquez, i fumetti di Corto Maltese. Diventa l’esempio di come certe istanze possano entrare nel mondo del calcio, che in Italia è per antonomasia lo sport più popolare, ma i cui protagonisti-idoli sono spesso molto lontani dal popolo. Questa è la sua storia, dentro e fuori dal campo.

119 pages, Kindle Edition

First published January 1, 2008

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Profile Image for Baldurian.
1,223 reviews34 followers
October 2, 2022
Strano leggere un libro scritto quasi cinquant'anni fa e trovarlo ancora tremendamente attuale. Le riflessioni contenute in Calci e sputi e colpi di testa sul calcio, sulla politica e sulla società italiana sono (purtroppo) ancora tremendamente attuali, oltre che essere esposte in maniera chiara e condivisibile.
Ironico è anche il fatto che il buon Paolo Sollier di professione, al momento della pubblicazione, fosse un calciatore. Una prova ulteriore di come sarebbe ora di smetterla di giustificare i vari Totti, Ronaldo e compagnia bella: fare lo sportivo professionista non dovrebbe valere come lasciapassare per "vivi gratis senza cervello dispensando banalità dall'alto di un cazzo".
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