"Il rapporto con mio padre e mia madre non è mai stato molto buono. Non siamo mai andati d'accordo. Sono rimasti orripilati al pensiero che io volessi fare l'artista. Hanno detto: Non ti guadagnerai mai da vivere come artista, non c'è la minima possibilità; quindi erano assolutamente contrari. Non posso dire di aver avuto una felice vita familiare... Non avevo alcun vero rapporto con mio padre. Non gli piacevo e non gli andava a genio l'idea che diventassi un artista. Vede, non c'erano tradizioni di quel genere in famiglia e pensavano che era una pura eccentricità da parte di un loro figlio desiderare di fare l'artista. Ed è vero che ci sono voluti anni prima che iniziassi a dipingere con regolarità. Ho fatto ogni genere di mestiere. Ho cercato di imparare una forma di stenografia chiamata "scrittura veloce"; naturalmente, ho inventato la mia versione personale di "scrittura veloce". Ho bazzicato vari uffici con le mansioni più svariate, lavorando fra l'altro in un negozio per vendita all'ingrosso in Portland Street, dove dovevo solo rispondere al telefono, nient'altro. Per sei o otto mesi ho avuto un impiego come domestico. Lavoravo come cuoco per qualcuno in Mecklenburgh Square, ma ero anche un domestico tutto fare. Dovevo trovarmi là alle sette del mattino per servire la cosiddetta colazione del boss. Non posso dire che facessi grandi lavori domestici. Rivoltavo il letto e me ne andavo piuttosto presto. Dovevo tornare alle sette di sera per preparargli qualcosa da mangiare." (Dalla presentazione di David Sylvester)
A rundown of Bacon's rise to fame from an artistic point-of-view, documenting his progression through exhibitions and word of mouth through the art world. It could do with a more accessible tone and more concern for his private life, but a perfectly good addition to my Francis Bacon collection, if I can call it that. Also includes around 50 paintings, although the mini format perhaps does not do them justice.