Secondo Nietzsche la filosofia non nasce affatto, come si è soliti pensare, da un afflato disinteressato al sapere, ma da un’inquietudine esistenziale figlia dell’incapacità dell’uomo di dare senso alla precarietà della propria vita. Abbracciando tale prospettiva, questo libro invita a liberarsi dalla tendenza a considerare patologica ogni forma di disagio esistenziale per provare a pensare filosoficamente «la fatica di essere se stessi». Capitolo dopo capitolo, la filosofia come cura si rivela un percorso di autenticità nel quale la malattia e l’eccesso di medicalizzazione, l’ansia da prestazione e il senso d’inadeguatezza, la bassa soglia di sopportazione delle difficoltà, il risentimento e il senso di colpa rispetto al tempo passato, la frustrazione per quello presente e l’angoscia per quello futuro, la relazione tra la paura di morire e quella di vivere si trasformano in opportunità per esaminare il nostro modo di essere al mondo e per vedere se l’esistenza, inquadrata da nuove prospettive, possa apparire sotto una luce diversa che ne rischiari il senso e le dia nuovo slancio. E se la filosofia non sarà sempre in grado di apportare agli uomini quella guarigione che «consisterà nel liberare l’anima dalle preoccupazioni della vita, per condurla alla semplice gioia di esistere» – come amava dire Epicuro –, essa potrà almeno insegnargli «a non farsi ingannare». Moreno Montanari è analista filosofo. Insegna nella Scuola di Alta Formazione per analisti biografici a orientamento filosofico di Philo e in Mitobiografica, scuola del mestiere di vivere. Collabora alla «Rivista di psicologia analitica» (nuova serie) e alle pagine culturali de «la Repubblica» e «Doppiozero». Nei suoi lavori propone l’intreccio della filosofia occidentale e di quella orientale con la psicologia del profondo. Per Mursia ha pubblicato Vivere la filosofia (2013), Gli equivoci dell’amore (2015) e Il Tao di Nietzsche (2018).