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A caso

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Non è amabilmente consolatore, il mondo di Landolfo, né amichevole, né tantomeno compiacente. Estraneo, piuttosto, luminosamente torbido e degradato. E, come in questa raccolta di racconti del 1975 - l'ultima sua -, più che mai urtante, percorso com'è da un eros luttuoso e sogghignante, da orride agnizioni, da avvilenti confessioni, da personaggi oltraggiati dalla vita, feriti dall'«invalicabile stridore» che li separa dagli altri, torturati da un'animale e irrimediabile tristezza. Sicché ogni racconto cela una sorpresa che ha su di noi lo stesso effetto di «un'unghia che stride contro un vetro, o d'una carezza contropelo» (I. Calvino): ci fa rabbrividire, e subito vorremmo scacciarla. incapsulata in una lingua tanto inconsueta quanto secca, lucida ed esatta, ogni immagine torna a riaffacciarsi, come una piccola testa malevola. Il fatto è che per Landolfi, uccisa ogni speranza, dobbiamo accontentarci «di gioie ambigue, torte e per giunta fuggevoli». Non c'è altra via di scampo, se non, estremo rimedio, un «genosuicidio» capace di liberarci da una «abominosa storia».

174 pages, Hardcover

First published January 1, 1975

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151 people want to read

About the author

Tommaso Landolfi

95 books73 followers
Tommaso Landolfi was an Italian author, translator and literary critic. His numerous grotesque tales and novels, sometimes on the border of speculative fiction, science fiction and realism, place him in a unique and unorthodox position among Italian writers. He won a number of awards, including the prestigious Strega Prize.

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1 star
1 (<1%)
Displaying 1 - 18 of 18 reviews
Profile Image for Andrea.
180 reviews64 followers
September 1, 2021
Questa raccolta di tredici racconti, l'ultima pubblicata in vita da Tommaso Landolfi e che gli valse il Premio Strega nel 1975, rappresenta il mio primo approccio con questo autore. La prosa di Landolfi è ricca, barocca, ricercata e complessa, ma ciò che di più è notevole in queste pagine è la visione del mondo di questo scrittore: un mondo surreale e grottesco, popolato da una specie morbosa, decadente, disperata, tormentata e afflitta da un eros tutt'altro che vitale. Il pessimismo landolfiano si incarna con rese eccezionali in questi personaggi soli e ignobili, depressi e deprimenti, sconfitti dalla vita e dalle sue brutture, feriti da terribili epifanie, perseguitati dal lutto e dalla tristezza inconsolabile, protagonisti di ragionamenti deliranti ed al contempo lucidissimi, di folli confessioni che illuminano e che insieme fanno rabbrividire.

Leggere queste vicende miserabili è urtante e avvilente, provoca infinita amarezza, ma forse la sincerità spiazzante, l'onestà oltraggiosa ed audace di Landolfi è antidoto al veleno, è tossicità necessaria a comprendere le bassezze, gli abissi dell'uomo. In alcune di queste coraggiose perlustrazioni dell'animo umano, in queste immersioni che ci trascinano verso il fondo, lo scrittore italiano sembra avvicinarsi alle disperazioni ed alle torbidità dostoevskijane (tipiche dell'autore russo, che Landolfi ha amato e tradotto), ma aggiungendo alle atmosfere cupe un bel po' di humour nero, al dolore irrimediabile un carico di ghigno malefico e di compiacimento ironico. Eppure, lo stesso Landolfi non sembra volersi estraniare da queste sofferenze: il suo umorismo nero prende un certo distacco, ma non è certo un modo per evadere dal mondo, diventando anzi strumento per rendersi partecipe di queste tristi vicende, per affrontare di petto il dolore e avere il coraggio di descriverlo minuziosamente.

Leggendo Landolfi la risata amara è inevitabile: come i suoi personaggi, anche noi lettori arriviamo a constatare che non c'è speranza alcuna, che “sembra proprio che dobbiamo contentarci di gioie ambigue, torte e per giunta fuggevoli” (pagina 139). Una visione radicale che nessuno di noi vorrebbe sposare, ma che alla resa dei conti non lascia scampo. Estremo rimedio, la risoluzione definitiva: ossia il “nostro suigenocidio o genosuicidio... meglio però suigenocidio, che per forza di falsi etimi sembrerebbe alludere alla natura vile e porcina dell'uomo” (pagina 166). Di fronte a tale terribile prospettiva, essenziale è l'invito a “passare il tempo, il Nemico; e a questo scopo perfino i nostri discorsi vanno bene” (pagina 171). Giocando abilmente con le parole e divertendosi con le allusioni, Landolfi sembra concludere già da subito, nel primo racconto che dà il titolo anche all'intera raccolta, che “vivere a caso fu già affermato unico verso per vivere” (pagina 29). Ammissione rassegnata di un puro e semplice dato di fatto già noto, constatazione superflua, banale e scontata di un'unica alternativa possibile, oppure suggerimento prezioso, scoperta utile da condividere e diffondere? Forse tutte queste cose insieme.

Insieme a Calvino e Buzzati, Landolfi forma la triade dei più grandi scrittori italiani del fantastico del Novecento, forse ponendosi a metà strada tra i primi due. Molto stimato dallo stesso Calvino, Landolfi, a detta di molti, non ha mai ricevuto il giusto riconoscimento da pubblico e critica, né in vita né post-mortem. Mi auguro che la sua fortuna e la sua notorietà come scrittore vadano a crescere in futuro. A mio avviso, la sua fantasia macabra e a tinte forti, la sua prosa perturbante, il suo gusto per il grottesco e per le situazioni assurde e stranianti, il suo disprezzo per la mediocrità ed i luoghi comuni, lo avvicinano anche ad un altro outsider della letteratura italiana: J. Rodolfo Wilcock. Entrambi straordinari e funambolici autori e traduttori, entrambi massimamente apprezzati, almeno dal sottoscritto.

Tra i racconti più riusciti e significativi, altamente perturbanti ed emblematici del pensiero di Landolfi, troviamo “Il riso”, “Rose”, “La prova”, “Un petto di donna” e “Volpi scodate”. Divertenti, dissacranti ed espliciti anche “Rugiada d'oro” e “Osteria del numero venti”. In definitiva, posso ritenermi molto soddisfatto della lettura di tale raccolta, e affermare senza alcun dubbio che la mia conoscenza di Landolfi non si limiterà a questa opera.
Profile Image for MonicaVandina.
138 reviews19 followers
August 18, 2021
Fa parte dell'adorabile collana Piccola Biblioteca di Adelphi 😊. Raccoglie 13 brevissimi racconti, ultima opera di Landolfi con cui ha vinto il premio Strega nel 1975. E' un autore che può risultare ostico (forse anche antipatico) per la sua scrittura un pò barocca, ricca di termini desueti tanto che alcune sue opere vanno lette con il vocabolario alla mano (perlomeno da me), però maneggia talmente bene la lingua italiana, ha una verve talmente ironica e dissacrante, insomma, è talmente bravo che vale comunque la pena leggerlo. Io ho preferito altri suoi racconti (vedi Le due zitelle che ho letto qualche mese fa e che mi ha molto divertito) ma immagino che A caso sia più meritevole come esperimento letterario. Proseguirò senz'altro la mia conoscenza di questo scrittore.
Profile Image for Violino Viola.
263 reviews33 followers
June 25, 2022
È il primo libro che leggo di questo autore ma sicuramente ne leggerò altri; la sua scrittura ricca di termini ricercati e desueti, tanti che non avevo mai sentito, si mescola con la sua vena ironica rendendo la lettura molto divertente e piacevole. I racconti sono molto brevi e la trama non è molto importante, perché la cosa più interessante è la sua scrittura, davvero molto particolare. L'assurdo, il nonsense e la provocazione caratterizzano tutto il volume.
Profile Image for Flynth Shower.
36 reviews
July 30, 2025
Un Landolfi in formissima crea questi tredici racconti che - eccetto due che non mi hanno per niente convinto - sono uno meglio dell'altro.
La forma è, ovviamente, sempre buona e piacevole ed i contenuti dei racconti sono così variegati da offrire al lettore un vero turbine d'emozioni.
Menzione onorevole per "Allegoria" il più breve racconto della raccolta che ho trovato il più genuinamente divertente, oltre che un'ottima chiusura per la raccolta.
Profile Image for Il lettore sul trespolo.
218 reviews8 followers
January 11, 2020
Purtroppo non ho ritrovato il Landolfi di "Dialogo dei massimi sistemi" ma rimane comunque un buon libro,si intende.
Alle volte lo stile incalzante e quasi lirico che contraddistingue tutti questi racconti è contestualizzato e si esprime in tutta la sua potenza(Milano non esiste, Allegoria, Volpi scodate,A caso,Le maiuscole) negli altri è un po' inconcludente e non si comprende piú che altro il perché stia accadendo ció che descrive e la confusione è talmente tenace che ti porta a non rileggere i racconti e mandare al diavolo tutto.
Le trame sono tutte particolari e spesso si diramano in modo inaspettato durante la narrazione.
Quando ció,come dicevo prima, è fatto con un contesto il racconto esce bene ma quando la situazione è difficile da inquadrare questo non fa altro che aumentare la confusione.
Insomma,mi aspettavo di meglio, ma sono comunque tre stelle piene.
Profile Image for Andrea Fiore.
290 reviews74 followers
June 25, 2017
"Vivere a caso fu già annunciato unico verso per vivere: perché dunque, del pari ed anzi a maggior ragione (il meno essendo contenuto nel più), non scrivere a caso? Con lacrime di commozione, si pensa a quei poeti del primo ottocento che in un poemetto raccontavano sì una storia, ma tratto tratto intermettendovi considerazioni, fatterelli personali e via discorrendo, sì che alla fine non si capiva più di cosa appunto poetassero... Be', a qualcuno potrebbe venir voglia di imitarli, o meglio di riconoscere, nel loro, il solo modo accettabile o meno falso di scrittura."
Profile Image for dv.
1,398 reviews59 followers
July 31, 2021
Primo libro che leggo di Landolfi. È la sua ultima raccolta di racconti, datata 1975, vincitrice in questo stesso anno del premio Strega. Si tratta di storie surreali e oniriche, marcate dall'impronta morbosa del sesso, non senza ironia e ardire (ci vuole coraggio a intitolare un racconto "osteria del numero venti" - e a svolgerlo di conseguenza). La lingua sperimenta in maniera barocca e vezzosa, anche compiacendosene. Mi riprometto di leggere altro di Landolfi.
52 reviews1 follower
September 20, 2018
Difficile dare un'opinione, piccoli racconti ricchi di nonsense e humor grottesco, che passano dal fascinoso al pretenzioso con una tendenza alla scrittura fatta solo per sé stessi.
Affascinanti, interessanti e vorrei davvero poterli adorare, ma decisamente non sono la mia tazza di tè. ci riproverò con Landolfi.
Profile Image for Eddy64.
588 reviews18 followers
April 10, 2025
Tredici racconti grotteschi e surreali con l’intento di farsi beffe della morale, del sesso e della società intera; scritti prevalentemente in forma di dialogo tra battute fulminanti e nonsense più o meno espliciti portano il lettore in una realtà tra l’assurdo e il perturbante in un gioco letterario che non è quasi mai fine a sé stesso e con un linguaggio che spazia dall’aulico alla gergalità senza farlo pesare troppo, anzi conservando una certa musicalità. Alcuni mi sono sembrati più riusciti di altri a partire da quello che dà il titolo alla raccolta, dove il protagonista viene convinto dal suo altro io a uccidere una persona a caso per provare il sommo e perverso piacere di togliere una vita, tanto meglio se un bambino; caduta la scelta su una piccola peste del vicinato finisce per essere attratto in altro modo dalla sorellina tredicenne. “Il riso”, il racconto dal taglio più cinematografico, vede una persona stanca di vivere assoldare un Killer con il compito di ucciderlo entro un anno, periodo nel entrambi avranno motivo di ricredersi sullo strambo e sinistro contratto stipulato. Numeroso il gruppo su temi erotici e sessuali, dove Landolfi, forse peccando un po' di voyeurismo letterario, si diverte a raccontare di tradimenti, impotenze, rinuncia alla procreazione, amori con ermafroditi e donne bruttissime raggiungendo l’apice del grottesco (e del trash) con “Osteria numero venti”, racconto della seduzione di una bellissima donna dove ogni riferimento alla triviale filastrocca da caserma è assolutamente centrato. Negli ultimi il bersaglio diventa la società: una società che riscrive la storia mescolandone gli eventi per celebrarne meglio i Fasti e dove si è obbligati ad usare “le barche con la chiglia per andar per terra e le auto con le ruote per il mare”, trionfo dell’illogicità in un mondo capovolto e guai a protestare! Conosco poco le opere di Landolfi e mi riprometto di colmare prossimamente questa lacuna., personalmente ho apprezzato questi racconti come i piatti di una cucina insolita, intrigante e appetitosa che soddisfa molto il palato inizialmente, ma subentra troppo presto una certa assuefazione che rallenta il pasto, rimanendo comunque da riassaporare. Tre stelle e mezzo.
Profile Image for Maurizio Manco.
Author 7 books131 followers
October 8, 2017
“Vivere a caso fu già affermato unico verso per vivere: perché dunque, del pari ed anzi a maggior ragione (il meno essendo contenuto nel più), non scrivere a caso?” (A caso, p. 23)

“Sembra proprio che dobbiamo contentarci di gioie ambigue, torte e per giunta fuggevoli.” (Un petto di donna, p. 136)
Profile Image for meladora.
22 reviews
May 10, 2024
lo stile quando è solo dialogo si fa un po' -troppo- pretenzioso, a tratti pure sfiancante e ripetitivo nei suoi vezzi. tra i racconti che ho preferito non a caso rientrano quelli con una buona parte di prosa.
comunque: è grottesco, curioso e offre parecchi spunti di riflessione.
Profile Image for Elisa.
683 reviews19 followers
November 28, 2023
有一点理解,但仍然不喜欢。可以感觉到一种松动、柔化和重新调谐日常语言的能力,也许这的确是非常困难的技术。但是它最终的效果却是如此细微,乃至想不出除了其他意大利语作家之外还有谁需要这种作品。这些理论上应该使人微妙地惊奇的故事,现在读起来都如此过时,似乎根本不值得用任何语言讲出来。另外,虽然直男无疑是非常超现实主义的(如Moravia的作品证明的那样),但直男癌并不是。
Profile Image for Rael M..
20 reviews
May 7, 2025
Gustose schegge landolfiane, dominate da dialoghi grotteschi e surreali. Impotenza e filosofia.
Displaying 1 - 18 of 18 reviews

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