Il mondo del quartiere, la rappresentazione corale della vita di un rione popolare di il libro di Pratolini è una favola moderna ma dall'ossatura antica, che si richiama alla novella boccaccesca, dove il vero protagonista è proprio lui, il quartiere di Sanfrediano. Qui le ragazze spasimano e si dannano tutte per lo stesso dongiovanni, "Bob" (dalla sua somiglianza con Robert Taylor), ma quando una delle innamorate gabbate, la Tosca, scopre il doppio gioco del ragazzo, decide di organizzare una beffa destinata a dargli una lezione una volta per tutte. Con un ritmo narrativo agile e brioso e un lessico ispirato al vernacolo fiorentino, Vasco Pratolini accompagna il lettore in una vicenda ricca di ironia, dove il contrappasso e la farsa scandiscono le storie dei protagonisti.
Vasco Pratolini (October 19, 1913 - January 12, 1991) was one of the most noted Italian writers of the twentieth century.
Born in Florence, Pratolini worked at various jobs before entering the literary world thanks to his acquaintance with Elio Vittorini. In 1938 he founded, together with Alfonso Gatto, the magazine Campo di Marte. His work is based on firm political principles and much of it is rooted in the ordinary life and sentiments of ordinary, modest working-class people in Florence.
During World War II he fought with the Italian partisans against the German occupation. After the war he also worked in the cinema, collaborating as screenwriter to films such as Luchino Visconti's Rocco e i suoi fratelli, Roberto Rossellini's Paisà and Nanni Loy's Le quattro giornate di Napoli. In 1954 and 1961 Valerio Zurlini turned two of his novels, Le ragazze di San Frediano and Cronaca familiare, into films.
His most important literary works are the novels Cronaca familiare (1947), Cronache di poveri amanti (1947) and Metello (1955).
Le ragazze fiorentine del quartiere di Sanfrediano sono giovani, sono sguaiate, sono belle, sono becere, sono ingenue, sono povere, sono sognatrici. Ma attenzione: i sanfredianini sono sentimentali e spietati ad un tempo, la loro idea di giustizia si raffigura nelle spoglie del nemico appese ad un lampione. Aldo detto Bob è un rubacuori di quartiere a cui piace stare con il piede in due scarpe. Anzi cinque. Preferisce recitare il ruolo del reuccio senza rivali in un malsano grumo di vicoli piuttosto che rimanere uno dei tanti cascamorti fuori dai confini del suo ristretto perimetro d’azione. Vanesio e vigliacco, si crede il più bravo e il più furbo. E’ l’italiano medio che, né fascista né antifascista ma circondato da comunisti, durante gli ultimi scampoli della guerra acquista il “patentino” di partigiano. Rafforza così il suo successo con le donne, finché queste non si trasformano da prede a cacciatrici. Sciagurato Bob, pur con tutti i tuoi difetti rimani comunque il personaggio più simpatico del romanzo. Di fronte a tanto spirito di corpo femminile, un minimo di solidarietà maschile non guasta ...
“Chi sono state, le altre, quante sono state?” “Zero” lui rispondeva, “zero tutte, anch’io come te provo la stessa cosa, tu sei la prima.” “Bada Bob”, ella gli disse, “se mi pianti come hai piantato le altre, chi e quante non lo voglio più nemmeno sapere, io di cotesti tuoi due occhi me ne faccio due bottoni. E i baffini, te li fo mangiare.” “Sei il mio boccino”, le diceva, “quello vero.”
Finale pirotecnico con stoccata finale dello scrittore, da buon toscanaccio.
I libri che acquisto ai mercatini dell'usato si rivelano spesso delle piacevoli sorprese e questo non è da meno. "Le ragazze di Sanfrediano" è divertente e leggero come può esserlo un giro per le strade di Firenze del dopoguerra, il periodo in cui è ambientato questo romanzo. Ci sono sei ragazze, tutte diverse e tutte innamorate di Bob, il ragazzo più bello di Sanfrediano. Bob è consapevole - e anche troppo! - delle sue innate doti da latin lover e sa che gli basta uno schiocco delle dita per avere una qualunque delle donne del quartiere ai suoi piedi. Ma un giorno le cose cambiano perché le ragazze decidono di prendere in mano la situazione... E' un romanzo che si legge con facilità, la prosa di Pratolini è vivace e scorrevole, dal ritmo trascinante, tanto che sembra quasi di passeggiare per le stradine del quartiere di Sanfrediano dove l'autore combina gli incontri tra il lettore e ogni personaggio. Un velo maschilista sembra ricoprire ogni cosa, ogni rapporto, ma il finale - la vendetta è un piatto che va servito freddo - riserva una svolta di tipo pseudo-femminista. Lo consiglio a chiunque cerchi una lettura piacevole e poco impegnativa.
Siamo a metà del ’48 e a Pratolini servono lilleri. Nasce Le ragazze di Sanfrediano, storia del declino di un “piccolo Casanova di suburbio”.
Bob è così, un granello smargiasso. Il suo nome è Aldo, ma si chiama Bob perché somiglia (chissà s’è vero) a Robert Taylor, l’attore. Insomma, bello è bello, coi suoi baffini chiari. Bob è il galletto di Sanfrediano. Le ragazze se ne invaghiscono e sognano di farlo ardere d'amore. Mafalda, Tosca, Gina, Silvana, Bice e Loretta sono come le giovanette che riempiono le antiche novelle: “belle, gentili, audaci, sfrontate”. Tutte corteggiate da Bob; ognuna convinta d’esser l’unica. Scoperto l’inganno, le fanciulle, trasfigurate in bellicose Erinni, si uniranno per dare una lezione al baffino rubacuori. Ma Sanfrediano non può restare senza il suo dongiovanni. Così, calato su Bob che è tornato a essere Aldo, il sipario si leva su Fernando, che ora sarà Tirone. E le ragazze torneranno a struggersi d’amor.
Ah, la prosa di Pratolini! Vasco. Come il mi’ babbo.
Ne baš osobito zanimljiva knjiga, nikako me nije uspjela zainteresirati. Unatoč tome što je izuzetno kratka - ima tek 130 stranica - nisam se mogla natjerati da ju pročitam do kraja, zahvaljujući groznom prijevodu u kojem je svaki glagol u 3. licu jednine pogrešno napisan, što je sad već vrlo prepoznatljiv potpis prevoditeljice Mirne Čubranić. Nevjerojatno je da, nakon desetaka i desetaka prevedenih knjiga, ova prevoditeljica u baš svakoj mrcvari glagole u 3. licu jednine i apsolutno nitko (lektor, korektor, urednik?!) to još uvijek nije uočio niti ispravio. Strašno. Od sada izbjegavam sve knjige koje je gđa Čubranić prevela. :(
Frizzante, divertente, intrigante, costellato di ritratti perfettamente modellati. Un gioioso passatempo che mi ha trasportata in una realtà colorata e giocosa, un "garbato divertissement letterario".
Vasco Pratolini è un grande scrittore, colpevolmente ignorato dal mainstream: eppure pochi hanno saputo tratteggiare così vividamente l'Italia proletaria negli anni tra l'ascesa del fascismo e il dopoguerra. Perfino in questo racconto, che è più che altro una beffa dal sapore boccaccesco, abbiamo un ritratto d'ambiente accuratissimo: sembrerà davvero di muoverci nei vicoli di San Frediano, tra belle popolane e modesti casanova di quartiere. I personaggi poi sono tridimensionali, anche i comprimari: con poche frasi ben scelte l'autore è in grado di farci capire le loro personalità e le loro motivazioni. Il protagonista Bob è irresistibile nella sua vanità talmente intatta da risultare ridicola, mentre le sue conquiste sono donne a tutto tondo, ingannate e a volte fragili ma mai vittime. Sulla scrittura spenderò poche parole perché è perfetta nella sua semplicità, davvero riesce a infondere poesia nelle piccole cose. Non trovo difetti a quest'opera, che si conferma un gioiellino ed è meritatamente uno dei miei libri del cuore.
En el río que ilustra la novela realista italiana, Vasco Pratolini es uno de sus más importantes afluentes. La coordinación de esfuerzos entre España y Argentina -con Losada, en los años 50, encabezando la marcha- ha permitido que aparezcan en castellano, diseminadas a lo largo de los años, algunas de sus obras fundamentales. Penetrar en el estilo de Pratolini significa sumergirnos en el pequeño microcosmos de un barrio, entre el fragor de la guerra y el tardofascismo, donde las vidas modestas buscan un lugar en el que acomodarse. Ahí está el diminuto universo de Un héroe de nuestro tiempo, donde la tragedia clásica se abraza entre gentes a las que la guerra ha dejado sin casa. En ese espacio, el autor florentino rastrea cada palmo en busca de las emociones, del retrato psicológico de esas vidas minúsculas; la virtud, el dolor, la felicidad o la agonía que surcan cada una de sus crónicas. Novelas, a veces tangencialmente biográficas, donde cada palabra, cada descripción, está al servicio del retrato delicado de sus protagonistas.
A diferencia de otros relatos, Las muchachas de Sanfrediano oscila entre lo irónico y lo trágico. En él, Pratolini narra la vida de Bob, donjuán que tiene en el barrio que da título a la novela su base de operaciones. Bob no es su verdadero nombre, sino un mote que le han encasquetado por su parecido con el galán cinematográfico Robert Taylor; una especie de letra escarlata entre la condescendencia y la admiración. También un signo de resistencia de un pueblo, tosco y vivaracho, que ha sabido cómo poner a resguardo sus raíces culturales. Bob no sería nada sin las muchachas que beben los vientos por yacer junto a él, en mitad del bosque o junto al río Arno. Uno y otras representan otro eslabón de la cadena que refleja la pervivencia de las costumbres en el pequeño Sanfrediano, su peculiar idiosincrasia sentimental.
Pratolini dibuja un bouquet de muchachas, torvas, apasionadas, inocentes o rebeldes, que sobrevuelan constantemente el camino de su héroe. Un héroe ladino y carismático, que a fuerza de creerse su arquetipo de conquistador ha hundido en el fracaso a su auténtica identidad, el modesto Aldo del barrio de Sanfrediano. Héroe y villano, dulce y déspota, que siempre tiene una caricia y un requiebro preparado para despegarse de la mujer con la que pasa una temporada. Una visión sarcástica de aquel Sandrino de Un héroe de nuestro tiempo que, devorado por la angustia del fascismo, solo podía abocarse al asesinato para liberar la pesada carga sobre sus espaldas. Bob, en cambio, observa cómo a cada paso su estrategia de seducción le apresa en su propia tela de araña, que en lugar de construir un nido de amor ha cuajado una conspiración de mujeres. Atrapado en su arquetipo de amante y caradura, apenas nota que pronto se convertirá en el sustituto del Giba -el anterior donjuán que sedujo a las madres de estas muchachas-, es decir, en otro desgraciado que malgastó su vida intentando domesticar la personalidad de las mujeres de Sanfrediano.
Lo hermoso de la novela de Pratolini consiste en su bello retrato de un pueblo y unas costumbres que explotan sus raíces a través de esta diminuta tragedia local. La pasión de las muchachas, inocente pero firme, refleja ese hogar de partisanos que se mantuvo incólume frente a las sacudidas del fascismo. El pícaro donjuán, atractivo y algo tonto, no oculta que las generaciones presentes continúan amamantadas por los mismos rasgos que ayudaron a levantar el hogar. Mientras el mundo cambia, lo viejo y lo propio permanecen inalterables en esa porción de Florencia. En su adaptación cinematográfica, Valerio Zurlini supo, aun sacrificando el escarnio y la venganza que explotan en el final del relato de Pratolini, traducir en imágenes esa idiosincrasia férrea del lugar, donde la tradición continúa vigente.
Con su magnífica edición de Las muchachas de Sanfrediano, Impedimenta brinda al lector una narración ágil de una guerra de sexos en cuyo interior late la vindicación de una identidad y su territorio. Nada ajeno a la obra de Pratolini, que hizo de la imagen del barrio la mejor cuna para destilar sus sensaciones. Bob, Tosca, Bice, Gina o Silvana son, por así decirlo, el reflejo amable de aquellos otros personajes, como Metello o el protagonista de la colosal Crónica familiar, que narran un aprendizaje de la vida, un recuerdo del pasado, allí donde a menudo ya no queda nada. El carácter aguerrido de las muchachas es, tal vez, el gesto de esa memoria activa que se resiste a dejar marchar el calor de lo familiar. Durante toda su carrera, Pratolini hizo lo posible por resguardar esa sensación, cuando su obra adquiría tintes biográficos, o acompañarla cuando se entregaba a la ficción. Esta pequeña novela es el testimonio de ese otro mundo, tosco y vivaracho, que no dejó de existir mientras la realidad se desplomaba entre las ruinas que dejó la guerra.
Un romanzo divertente, giocoso, piacevole, leggero, adatto alle giornate estive. Un romanzo allegro, dal ritmo rapido infarcito di alcune parlate fiorentine che rallegrano e ti regalano il buonumore. Sei ragazze: Silvana, Mafalda, Loretta, Bice, Tosca e Gina che vivono nel quartiere di Sanfrediano, "al di qua d'Arno" in quel di Firenze negli anni del dopoguerra, che decidono di allearsi contro Bob, il bello del rione, che le ha sedotte e abbandonate. Se avete voglia di qualcosa di diverso, che sia allo stesso tempo esilarante e di lettura rapida, questo romanzo fa per voi.
Menomale che c'è la scrittura di Pratolini, purtroppo, il libro in sé mi ha lasciato l'amaro in bocca. Ho trovato il tutto ridondante, il finale rapido, un volo con un atterraggio pessimo. Saranno anche le tematiche trite e ritrite (magari per l'epoca fu uno scandalo e comprendo l'audacia dell'autore) che non hanno per nulla fatto breccia in me. Non mi è rimasto niente fuorché uno stile che spero di incontrare in futuro, mettendo a frutto un'esperienza di lettura migliore.
L'ho trovato discretamente noioso, sia nel contenuto che nella forma. Solo gli ultimi due capitoli mi hanno messo curiosità di leggere. Mi dispiace perchè, di Pratolini, avevo letto altri due romanzi che ho adorato, questo invece è stato parecchio deludente.
Spesso si leggono libri di grandi autori stranieri e vi si dimentica dei nostri scrittori locali. Pratolini in questo breve romanzo da vita a un quartiere di Firenze e lo esalta in ogni sua bellezza. É da poco finita la seconda guerra mondiale e il giovane Bob, all'anagrafe Aldo, si pavoneggia tra amici e tra le ragazze del quartiere, ma prima o poi ognuno ha quello che di merita. Protagonista principale sembra essere Bob, ma le vere protagoniste sono le ragazze del quartiere, giovani, belle e con le loro regole d'onore. Un romanzo all'italiana, scritto bene che si legge senza dover fare pause perché si vuol sapere che fine farà quel donnaiolo di Aldo.
Sarei tentata di mettere 5 stelle solo per la rivelazione riguardo il Bob e la vendetta delle ragazze. Questo racconto è una meraviglio, un piccolo e pur prezioso gioiello che conserverò non mio cuore per sempre.
Rettifico: alla fin fine ho aggiunto la quinta stella perché voglio che appaia tra i libri che più ho amato.
Premetto che ho letto questo libro per un corso dell'università.
È un libro carino, pubblicato a metà del '900 e quindi scritto come scrivevano gli autori dell'epoca. La trama è semplice, un gruppo di ragazze di Sanfrediano si unisce per mettere fine alla vita da donnaiolo del fantomatico Bob, ragazzo bello e avvenente che non fa altro che prenderle in giro promettendo a tutte il suo amore esclusivo.
La storia è però per lo più incentrata sulla voce giudicante dell'autore che, tramite il comportamento di Bob e delle ragazze, vuole denunciare l'atteggiamento poligamo dell'uomo, alludendo al fatto che nella vita bisogna scegliere una sola donna da amare. Insomma, ideali un po' lontani dal pensiero odierno, ma ho apprezzato la forza e la combattività di alcune delle ragazze descritte, disposte anche alla violenza e alla derisione pur di vendicarsi.
Ripeto: il breve romanzo è di per sé carino, ma devo dire che l'ultima pagina rovina tutto. Tutti i progressi che le ragazze fanno nel riprendere in mano la loro vita e la loro dignità vengono spazzati via dall'ultima, dolorosa, pagina.
La brevità della storia mi ha però permesso di finirla in un giorno, e devo ammettere di aver integrato nel mio vocabolario l'espressione "fare un Bob".
Me ha gustado mucho, especialmente la descripción de los personajes, entre tierna y descarada, ingénua y cínica.
Y Bob, que es un indeseable, se ha convertido en mi personaje preferido, más que cualquiera de las muchachas de Sanfrediano, y no por su venganza, sino porque al final se rebela como lo que es, un pobre hombre que va de gallito y al final le sobran espolones...
Me encantó esta frase: YPero si en Sanfrediano es Bob, apenas cruza el puente de la Carraia y enfila por la Via della Vigna, que conduce al centro de la ciudad, se ve de pronto reducido en su estatura, convertido en anónimo: pasa a ser un chico atractivo más, un Bob entre miles de Bobs, y en absoluto uno de los más resultones
Una novela corta, tierna y divertida. Por ponerle un pero, la forma en que está escrita (no sé si es problema de la traducción o del escritor, no lo recuerdo así de Crónicas de pobres amantes) con frases demasiado largas que complican un poco la lectura y algunos errores sintácticos que son chocantes...
Vasco Pratolini riesce a descrivere un quartiere come quello di San Frediano in maniera veramente originale. La storia si basa su Bob, uno sciupafemmine finto "partigiano", che si diverte a corteggiare varie ragazze sanfredianine contemporaneamente (molto conosciute in città per la loro caparbietà e tenacia). Non c'è forse bisogno neanche di dire che Bob non farà una gran bella fine..
Francesco Piccolo definisce questo libro un elogio alla monogamia, ma in realtà mi trovo in disaccordo.. Infatti Bob non e' un ragazzo fuori dal suo tempo che voleva semplicemente avere delle relazioni poliamorose, ma e' un ragazzo strafottente e narciso che gode nel non portare rispetto alle varie ragazze (Tosca, Gina, Mafalda etc.) che invece riescono, in un modo o nell'altro, a mettersi d'accordo nel fargliela pagare.. un romanzo che definirei quasi protofemminista, se non fosse per l'uso di un linguaggio ancora poco sensibile con verbi del tipo "castigare o impollinare" una ragazza.. ma vabbe, ce ne faremo una ragione..
« Erano ancora quelle di una volta, le ragazze di Sanfrediano. »
Non leggevo un libro così carino da un bel po' di tempo! Non ho mai saputo troppo di Pratolini, ma sinceramente sono contenta che il suo primo libro da me letto sia stato questo. Lo consiglio vivamente, specialmente ad un pubblico femminile. Ideale per staccare la spina e non pensare.
The kind of book I would enjoy seeing as a play in a theatre. The lack of lyrical expression was used to convey audacity of real life. The ending was provoking.
LAS MUCHACHAS DE SAN FREDIANO (1949) de Vasco Pratolini es una novela breve publicada por el escritor Florentino en un contexto de posguerra. Dicho contexto (la reconstrucción de un mundo devastado por la guerra y la pobreza) esta condensado microscópicamente en un punto: El barrio de San Frediano, Florencia, un barrio bien obrero con una fuerte presencia comunista y una historia picaresca de por medio. . . Básicamente esto es la historia de un Don Juan al revés, es decir, aquí prima el punto de vista no del protagonista sino de las mujeres seducidas por el protagonista y los vecinos del barrio, que comentan "cosas". Lo maravilloso del texto es justamente este contrapunto entre las acciones que realmente suceden, y lo que se dice sobre ellas. La tensión entre las ficciones que circulan en un pueblo (alrededor de un jóven y seductor empleado postal que cree que puede tener a cualquier mujer porque se parece a una estrella de cine norteamericana) y lo que en realidad es nuestro Don Juan protagonista estalla en un final absolutamente inesperado, increíblemente divertido y magníficamente narrado. . . Realmente no conocía nada de Pratolini, más que una mención (un rescate) que la escritora Vlady Kociancich había hecho de su obra en un libro sobre escritores que leí hace tiempo. Realmente narra muy muy bien: Las escenas tienen mucho color, mucha acción, mucha plasticidad y hasta un sutil juego de claroscuros (sobre todo las condiciones duras de la vida de las mujeres en un barrio humilde en la Italia después de la segunda guerra mundial) que desemboca en un relato breve pero muy animado. Realmente lo recomiendo.
Da quanto un libro non mi prendeva così? La storia è semplicissima, molto fresca, leggera e divertente: gli stupidi giochetti di Bob, uno sciupafemmine di un piccolo paesino, vengono scoperti dalle povere sei "vittime", le quali si riuniscono per vendicarsi in modi anche abbastanza violenti. Un romanzo molto girl power, e, a mio parere, anche un po' femminista, considerando la lucidità mentale e la forza di volontà di tutte le protagoniste a far prevalere la ragione sui sentimenti e a non farsi trattare da bamboline da Bob. Mi rattrista pensare che al giorno d'oggi esistano ancora ragazze che accettano la doppia/tripla vita del proprio compagno/ragazzo/marito anziché anteporre la loro dignità e chiudere il rapporto, come le protagoniste di questo romanzo (di 70 anni fa).
Attenuatosi col tempo l'interesse o perché un richiamo più forte lo sollecitava, egli non poteva sottrarsi bruscamente alla vecchia relazione. [...] La sua particolare natura esigeva che egli mantenesse sempre "quattro o cinque ragazze tra le mani". Ed era segretissimo, cospirativo e prudente nel corso delle sue avventure; soltanto dopo che il distacco era divenuto totale, egli cominciava a parlare della bella addormentata al caffè.
Che cos’è Sanfrediano? Un luogo, un pensiero, un modo di vivere, la storia dei suoi stessi abitanti? E chi sono le ragazze che vi abitano e di cui Pratolini segue i passi come un investigatore alla ricerca del colpevole?
Le risposte a queste domande, forse, le troverete ne “Le ragazze di Sanfrediano”, breve romanzo dell’autore fiorentino. Quest’ultimo scandaglia il quartiere e ne ripercorre le strade, i prati, le statue, i circoli e le case, trasportandoci in un mondo e in un tempo lontano da noi, ma – grazie alla sua scrittura precisa e dettagliata – ora un po’ più familiare.
Il suo occhio attento e beffardo concentra la sua attenzione sulle ragazze che popolano il quartiere, sui loro caratteri focosi e appassionati, sulle loro vite piene di intrighi e di duro lavoro.
Queste giovani meravigliose sembrano gravitare tutte intorno a Bob, ovvero Aldo, un giovane piacente e affascinante, una sorta di damerino toscano, deciso a godersi la vita senza troppe complicazioni.
Pratolini è sempre una garanzia; in questa breve novella, le protagoniste non sono altro che, come detto nel titolo, le ragazze di Sanfrediano, quartiere fiorentino in cui lo stesso autore ha vissuto. Esse hanno come unico pensiero fisso e come unica (o una delle poche) accomunante, Aldo — chiamato da tutti Bob a causa della sua somiglianza con Robert Taylor. Le ragazze sono, sono state e saranno, non proprio a turno, le “innamorate” di questo ventenne; lo verranno tutte a scoprire grazie a Tosca, ragazza che si guadagna il primo capitolo del libro e buona parte della storia che però non mi sento di definire come protagonista, dato che lo sono tutte.
È una storia molto bella, fa riflettere un po’, come tutti i libri di questo autore, e sono presenti, come al solito, i due schieramenti: fascisti e partigiani, lievemente accennati. Merita quando pretende, il libro, ma non richiede affatto tanto tempo. Molto molto bello.
Firenze, 1948: il dopoguerra è un momento di ricostruzione, ricreazione, nuova vita. La gente riprende le proprie attività e la vita di quartiere rinasce. Sanfrediano è un rione popolare di Firenze, popolato da gente semplice e verace, persone che tra le prime si sono ribellate al fascismo. Tra loro, il "partigiano" Aldo, detto Bob per la sua somiglianza con l'attore Robert Taylor, è il rubacuori del quartiere e riesce a tenere sulle spine anche cinque ragazze contemporaneamente. La vita gli sorride e le donne stravedono per lui, finché non decidono di.... Vasco Pratolini, considerato uno dei grandi autori della letteratura italiana del Novecento, con questo romanzo riesce, grazie a una scrittura agile e ironica, a ricostruire la vita di quartiere e a trasportare il lettore in un mondo che sta scomparendo. Un piccolo gioiello, che non dovrebbe mancare in una libreria ben fornita.
Le ragazze di Sanfrediano si presenta come una lettura briosa, leggera, divertente, una sorta di commedia brillante. In realtà, è molto di più: è una storia di solidarietà femminile tanto forte da trasformarsi in una vera e propria coalizione contro il bello del quartiere che pensa di poter avere tutte le ragazze di Sanfrediano con il minimo sforzo. Trovo interessante non solo che una storia così palesemente schierata dalla parte delle donne sia stata scritta da un uomo, ma per di più da un uomo di umili origini e in un periodo storico in cui le donne venivano considerate mera appendice dell'uomo, come denuncia Simone de Beauvoir ne "Il secondo sesso" pubblicato pure nel 1949. Una lettura che fa bene sia agli uomini per rendersi conto di come, spesso, maltrattano le donne, sia alle donne per ricordare a se stesse che unite sono invincibili.