Con la scoperta, da un lato, dell'inconscio collettivo e delle sue strutture costitutive, gli archetipi, e, dall'altro, del processo di individuazione, della funzione prospettica dei sogni e del principio di sincronicità, Carl Gustav Jung non ha solo ampliato i confini della psicologia del profondo, oltre l'orizzonte della psicoanalisi freudiana, annettendo all'indagine territori inesplorati. Ha proposto ai suoi contemporanei, e a tutti noi, un modello inedito di vita umana integra, totale e aperta all'infinito: un modello con cui è chiamato a confrontarsi anche chi non condivida le ipotesi teoriche che sono alla sua base. Edizione integrale di riferimento.
Carl Gustav Jung (/jʊŋ/; German: [ˈkarl ˈɡʊstaf jʊŋ]), often referred to as C. G. Jung, was a Swiss psychiatrist and psychotherapist who founded analytical psychology. Jung proposed and developed the concepts of extraversion and introversion; archetypes, and the collective unconscious. His work has been influential in psychiatry and in the study of religion, philosophy, archeology, anthropology, literature, and related fields. He was a prolific writer, many of whose works were not published until after his death.
The central concept of analytical psychology is individuation—the psychological process of integrating the opposites, including the conscious with the unconscious, while still maintaining their relative autonomy. Jung considered individuation to be the central process of human development.
Jung created some of the best known psychological concepts, including the archetype, the collective unconscious, the complex, and synchronicity. The Myers-Briggs Type Indicator (MBTI), a popular psychometric instrument, has been developed from Jung's theory of psychological types.
Though he was a practising clinician and considered himself to be a scientist, much of his life's work was spent exploring tangential areas such as Eastern and Western philosophy, alchemy, astrology, and sociology, as well as literature and the arts. Jung's interest in philosophy and the occult led many to view him as a mystic, although his ambition was to be seen as a man of science. His influence on popular psychology, the "psychologization of religion", spirituality and the New Age movement has been immense.
Insieme di saggi di Jung su tre argoment: sogni, archetipi, inconscio collettivo e sincronicità. Non mi è sembrata una grande idea quella di radunare in un unico libro scritti appartenenti a un range temporale così esteso (dal 1909 a scritti che - se non ricordo male sono degli anni '50)... Già Jung non è mai stato abile a esporre in maniera semplice, coerente e sistematica il proprio pensiero e ha cambiato posizioni nel tempo, l'accostamento di saggi così distanti tra loro credo contribuisca ad aumentare la confusione e apra le porte a un gran numero di critiche. Es. il saggio "recensione critica a Morton Prince 'il meccanismo e l'interpretazione dei sogni'" del 1911 (all'epoca Jung era ancora ardente sostenitore di Freud) e/o "un esperimento astrologico" sulla sincronicità (degli anni '50), ecc. Nulla di strano se poi piovono critiche varie (ascientificità, apofenia, incoerenza, ecc.). Avrei preferito un'edizione impostata a evidenziare il senso e il nesso tra gli argomenti, nell'individuazione, più in generale nella concezione di Jung, in modo tale che possa apparire chiaro ed essere utile anche ai "non addetti ai lavori" o a chi non ha la pazienza o le conoscenze e le competenze per estrarlo da sé... Altrimenti credo che si continuerà a considerare Jung ancora per molto, moltissimo tempo una specie di "stregone", un orrore per la moderna "scienza", anziché un autore che con le sue intuizioni può diventare una validissima guida per la crescita personale e dalla quale la psicologia moderna può (dovrebbe!) ancora imparare moltissimo.
L'analisi dei sogni è un argomento che non mi interessa ma posso mai avere un libro e leggerne solo le parti che mi interessano? Gli archetipi dell'inconscio collettivo è molto, MOLTO bello La sincronicità è il motivo per cui ho preso questo libro, e mi aspettavo un po' di più, un po' più chiaro e un po' meno datato (gli esperimenti citati si sono rivelati manomessi dai ricercatori anni dopo la pubblicazione, senza contare la xenofobia che però insomma contestualizzando siamo comunque nella prima metà del Novecento quindi bon amen però fa parte dell'invecchiamento). Il concetto di per sé, invece, è super interessante e per niente invecchiato. Altro punto a enorme favore è che finalmente ho trovato un testo che mi spiegasse il motivo del fastidio che provo verso il ruolo della scienza moderna/contemporanea pur credendoci fermamente, ossia il fatto che sia quantitativa e che per questo seleziona ciò che avviene più spesso (perché più facile da studiare e quantitativamente più utile - ma forse no) lasciando da parte i casi più rari. Nel complesso bello, mi sono persa cose essendo una lettura da esterna al settore, però interessante.
"L'incontro con se stessi significa anzitutto l'incontro con la propria Ombra. L'Ombra è, in verità,come una gola montana, una porta angusta la cui stretta non è risparmiata a chiunque scenda alla profonda sorgente. Ma dobbiamo imparare a conoscere noi stessi per sapere chi siamo, poiché inaspettatamente al di là della porta che si spalanca una vastità senza confine piena di inaudita indeterminatezza, prima in apparenza di interno e di esterno, di alto e di basso, di qua e di là,di mio e di tuo, di buono e cattivo.[...] Io vi sono l'oggetto di tutti i soggetti, nel più pieno rovesciamento della mia coscienza abituale, dove io sono sempre il soggetto che "ha" oggetti; la mi trovo totalmente collegato con il mondo intero che dimentico chi io sia in realtà. "Perduto in me stesso" è un espressione efficace per descrivere questo stato."
Jung - Gli archetipi dell'inconscio collettivo. Pag.124
Recensione da una persona che ha letto per la prima volta uno scritto di Jung, prima lo conoscevo solo in maniera superficiale. Devo dire che tutto ciò che sostiene è MOLTO interessante però non sono molto d'accordo con la scelta di unire questi argomenti diversi in un solo libro, la ritengo una cosa molto confusionaria. Detto questo mi è piaciuta la lettura, specialmente all'inizio. La parte dei sogni l'ho considerata molto leggera. Gli archetipi dell'inconscio una via di mezzo siccome non avevo basi, infatti mi sono andata a cercare video che spiegavano la cosa per comprendere appieno l'argomento. Ed infine devo dire che ho fatto molta fatica ad andare avanti con la storia della sincronicità, soprattutto sulla conclusione. Non ritengo di avere altro da dire a parte che, secondo la mia opinione, Jung era un uomo abbastanza avanti per i suoi tempi e lo stimo per le ricerche che ha fatto, di sicuro mi leggerò altri suoi scritti.
Molto utile per conoscere la progressione e l'evoluzione del pensiero di Jung riguardo al sogno e all'inconscio, oltre che sull'affascinante concetto della Sincronicità. Da difensore battagliero di Sigmund Freud fino all'allontanamento delle loro posizioni riguardo all'inconscio e al sogno: in questo libro sono raccolti seminari, articoli e testi che danno una summa della concezione junghiana sulla psiche e i suoi funzionamenti.
Tre scritti molto distanti temporalmente fra loro dove si scorge l’evoluzione del pensiero di Jung. Alcuni spunti interessanti, soprattutto negli Archetipi dell’inconscio. La sincronicità mi instaura troppe resistenze: ne faccio un mea culpa ma non riesco a leggerlo senza corrucciarmi ad ogni frase.
Mentre Freud ricollegava il contenuto onirico del sogno ad un vissuto infantile che aveva a che fare con la sessualità, Jung è andato oltre e ha confutato la teoria secondo cui tutti i sogni sono espressioni di desideri sessuali o vissuti rimossi (inaccessibili alla coscienza, ma racchiusi nell’inconscio). Tuttavia, Freud ci ha lasciato delle ottime basi concettuali per trattare gli elementi dei sogni, che comprendono contenuti manifesti e contenuti latenti.
Il contenuto manifesto è il sogno, così come si presenta: una successione di immagini. Il contenuto latente è, invece, ciò a cui fa riferimento il sogno e, a differenza di quanto pensava Freud, non sempre questo è collegato a pulsioni o vissuti di carattere sessuale e di origine infantile.
Grazie a Freud è stato possibile riconoscere il contenuto onirico manifesto come espressione distorta di qualcosa che ha origine nell’inconscio e che si considera contenuto latente proprio perché si cela alla consapevolezza.
Per quale motivo la nostra mente crea queste rappresentazioni oniriche a partire da elementi inconsci, rimandandoceli come qualcosa di incomprensibile e apparentemente insensato? Ciò avverrebbe perché la nostra psiche è costantemente all’opera per tenere lontani dalla coscienza dei contenuti che potrebbero essere percepiti da questa come inaccettabili e conflittuali. Tali elementi posso consistere in desideri, pulsioni, ricordi, vissuti e sentimenti che non sempre riusciamo ad accettare o ad elaborare.
Secondo Jung, non esistono dei modi generali per interpretare i sogni individuali. Per disvelare ciò che si cela dietro al contenuto onirico manifesto è indispensabile servirsi di un’interpretazione che ponga al centro dell’attenzione le associazioni del sognatore stesso.