L’Abbecedario della nostalgia nasce come un percorso intimo, dare spazio a pensieri a volte inconfessati, minuterie, piccoli strappi da ricucire. Solo successivamente, da embrione è diventato sostanza, chiedendo esso stesso la luce.
Sveva Donati altro non è che uno pseudonimo, la voce narrante di sensazioni implose. Ha raccolto suoni appena percepiti trasformandoli in graffi. Graffi che hanno l’eco dell’amore, della perdita, dell’inquietudine, delle piccole felicità.
Un tascabile che raccoglie tanto, a volte troppo, perché in effetti la nostalgia non è mai leggera e si può provare saudade anche di una saracinesca chiusa di una vecchia mezcaleria dietro il porto di Lisbona.
Il linguaggio che usa é di quelli che preferisco. Le parole non stanno lì a riempire inutilmente gli spazi; sono cadenzate, musicali. La scrittura é densa, non tanto dal punto di vista grammaticale, quanto dal punto di vista dello spazio che necessita alla mente, l’ospitare il senso di ogni riflessione; é un testo facile solo all’apparenza perché il significato di ogni parola crea spessore, e la sua consistenza costringe a considerazioni non istantanee. Su questo spessore abita una vita fatta di amori, amicizie, fantasie, posti. É inevitabile pensarlo come un percorso di autoanalisi in cui la sensibilità dell’anima usa la ragione per guardare emozioni distanti nel tempo; le interroga, osserva, esamina, poi le racconta. La vita sta li, é scritta nelle sue cellule e da ognuna Sveva estrae ricordi e riceve dati. Fa i conti con fissazioni e debolezze, ossessioni. Avere la capacità e la forza di guardare negli occhi noi stessi bambini e riguardare attraverso quegli stessi occhi la nostra storia, qualcosa che ha a che fare con eliminare giudizi, accettare, qualcosa che gira intorno alla parola “perdono”. Non conosco le sue sembianze, celate dietro uno pseudonimo. Di una cosa però sono certo; così, nuda, é di bellezza disarmante. Non riesco a staccare l’anima dall’abbecedario; e sono dispiaciuto, quando mi accorgo di essere arrivato ad “N”. Mi viene voglia di chiudere qui e tenerla sospesa per un tempo più lungo….perché voglio conoscerla meglio, capirla ancora; ma decido di continuare a leggere, sicuro di riaprire e chiudere più volte nel tempo, questo esile diamante.