«L'opera di Marin», scrive Claudio Magris, «si muove tra due un'autenticità istantaneamente comunicativa e una raffinata coscienza delle lacerazioni del nostro tempo. Suo fulcro e chiave è un linguaggio che si sottrae a ogni compromesso, proteso verso quella "vita vera" di cui la lirica moderna constata e denuncia l' il dialetto. Il canzoniere di Marin ha la continuità del diario e il respiro dell'eternità: pervaso da un umanissimo senso del sacro e da un'illuminante percezione del cosmo, tocca con limpida e serena naturalezza apici di profondità metafisica.» Il volume raccoglie un'ampia selezione di poesie di Biagio Marin, seguita dall'omaggio a lui rivolto da alcuni dei maggiori protagonisti della vita letteraria italiana del Carlo Bo, Pier Paolo Pasolini, Andrea Zanzotto, Claudio Magris, Pier Vincenzo Mengaldo, Edda Serra, Massimo Cacciari.
Biagio Marin (Grado, 1891 – 1985) è stato un poeta e scrittore italiano. Ha scritto nell’antico veneto della sua isola. Figlio di un oste, rimane orfano di madre nei primi anni di vita e viene allevato dalla nonna paterna. Inizia gli studi a nove anni, a Gorizia, dove frequenta il corso preparatorio, quindi il ginnasio di lingua tedesca, lingua che studia di più dell’italiano, perchè così vuole il piano di studi dell’Impero asburgico. Finita la Prima Guerra Mondiale si laurea a Roma in filosofia. Nella formazione umana e poetica di Biagio Marin, la terra d’origine, Grado, il paesaggio che gli ha dato i natali, che ha accolto in particolare la sua infanzia e, poi, dal ‘68 gli ultimi diciotto anni della sua vita, è risultata determinante.