È l'inverno del 1943: nell'Europa scossa dalla seconda guerra mondiale, l'Albania subisce senza piegarsi l'occupazione tedesca. Nel piccolo villaggio di Rragam, nel nord del paese, Kajan guarda il mondo cambiare attraverso gli occhi curiosi di un bambino di sette anni. I suoi genitori sono partigiani e sono sulle montagne a combattere contro i nazisti, così accanto a lui ci sono l'amatissimo nonno Betim e Cornelius, un personaggio dal passato misterioso che segnerà la vita di Kajan. Alla fine della guerra, la vita del protagonista sembra scorrere su binari sicuri e promette di andare verso un futuro radioso, ma nell'Albania dominata dalla dittatura comunista e nell'Europa spaccata in due dalla guerra fredda, niente è come sembra. Dietro ogni angolo si nascondono ombre e pericoli che spingeranno il destino di Kajan a compiere traiettorie imprevedibili. In questo romanzo di formazione, Ermal Meta racconta la storia di Kajan, che cresce nel cuore dei conflitti del Novecento, un'anima sensibile catapultata in mondi lontani.
Sono sempre curioso quando un artista si cimenta in un campo che non è il suo. Cosa ne verra fuori, mi chiedo? In questo caso un'ottima prova, a mio parere. Ben costruito, crudo e sentimentale al tempo stesso, intensi, profondo, a tratti poetico. Può esser visto come romanzo di formazione e apre scenari inquietanti sul regime comunista in Albania e le sue atrocità. Una storia, mille storie, mi verrebbe da dire. Lo consiglio.
Questo libro parla di una storia che noi occidentali ignoriamo: quella del regime comunista in Albania da dopo la seconda guerra mondiale al 1991. Non è un libro prettattamente storico, scopriamo tutto attraverso la vita del protagonista Kajan. La scrittura di questo romanzo è magistrale, 540 pagine che ti tengo letteralmente attaccate alla storia. Ritmo incalzante, colpi di scena impossibili da prevedere. Quello che viene descritto è atroce e se si pensa che è successo davvero lo diventa ancora di più. Vale la pena di essere letto, ti spezza e ti sistema contemporaneamente.
E’ stato una grande, grandissima sorpresa. Che l’abbia scritto Ermal Meta non mi tocca, a malapena so chi è e cosa ha fatto, potrebbe averlo scritto Pinco Pallino ma il risultato non cambia: “Domani e per sempre” è un libro che ti resta dentro. Non è un romanzo facile, questo è certo. Narra una storia dura, drammatica, dolorosa, che affonda nel vasto panorama temporale dalla seconda guerra mondiale ai giorni nostri, con molteplici sfondi d’ambientazione: l’Albania invasa dai tedeschi prima e dal regime sovietico dopo, la Germania del dopoguerra e del muro, un paese diviso e tremolante in cui si è persa la fiducia di tutto, poi l’America degli anni 1960, che accoglie diversi rifugiati provenienti dal “vecchio mondo” e in cerca di una nuova vita, tra il fascino del jazz e una ritrovata serenità, lontano da tutto. E infine ancora l’Albania, dove tutto è partito e dove tutto si chiuderà. A seguire questo viaggio nel tempo e nello spazio è Kajan, giovane figlio di partigiani albanesi e con un grande amore nel cuore: la musica. La vita di Kajan è una vita incredibile, in cui agguati, violenza, amore, morte, tradimento e felici colpi di scena non mancano. Ad accompagnarlo, oltre all’amore per la musica, c’è il ricordo del nonno Betim e dell’amico Cornelius, che, nella terra natia, gli hanno trasmesso la bellezza del suono delle note del pianoforte, capace di sovrastare, nel suo cuore, quello terribile e brutale delle bombe. La musica, l’amore per le proprie radici, l’amicizia, i legami di sangue, la guerra, il tradimento. Quanti temi sono trattati, con una scrittura ammaliatrice, tra le pagine di questo romanzone. L’unica critica che mi riservo di fare riguarda una piccola scollatura, nel tono della narrazione, avvertita tra la prima parte, ambientata in Albania, e quella successiva, ambientata in Germania, dove Kajan sperimenta una disavventura in cui non si lesinano azioni di spionaggio e paragrafi talvolta più flemmatici: mi è parsa leggermente più fatua e meccanica rispetto alla prima parte e alle altre, in cui si sente il cuore dell’autore del protagonista pulsare…come una fiamma che ha rischiato di affievolirsi un po’. Ma il risultato complessivo non cambia. E’ un libro da assaporare, nonostante la crudeltà e la tristezza di certi passaggi.
C'è qualcosa che Ermal Meta non sa fare? Dopo aver letto questo libro credo proprio di no. Chi non lo conosce potrebbe tranquillamente pensare che Ermal Meta di lavoro faccia lo scrittore e invece questo è solo il suo primo romanzo. Tratta una storia tutt'altro che leggera, sconosciuta alla maggior parte di coloro che vivono sulle sponde "fortunate" dello Ionio e dell'Adriatico, con uno stile di scrittura scorrevole e coinvolgente. Un romanzo che è come un'altalena di emozioni: dopo il pianto per una perdita si intravede un barlume di felicità, che però viene stroncato dall'ennesima tragedia per poi riaccendersi nella carezza di una persona ritrovata. Viviamo mille vite insieme a Kajan e attraverso i suoi occhi facciamo un viaggio lungo quarantotto anni. Lo conosciamo bambino e cresciamo con lui attraverso le pagine, soffrendo per le sue perdite, per le scelte dolorose e per la felicità mancata. Diventa come un amico ed è forse per questo che alla fine non si riesce quasi a lasciarlo andare. Ho adorato tantissimo il percorso circolare della storia che si conclude com'è iniziata e apprezzato la ricchezza di vocaboli in lingua originale con la traduzione a margine. Grazie a questo libro non ascolterò mai più "The Girl Is Mine" senza piangere e mi sentirò sempre estremamente fortunata per essere nata e cresciuta in un paese "di pace".
Per concludere, qualsiasi sia il suo lato politico o con qualsiasi nome lo si chiami il male ha sempre la stessa forma, cambiano solo le sue radici. Questo romanzo ne è una chiara interpretazione e vale la pena di essere letto anche soltanto per conoscere una storia di cui sappiamo poco e apprezzare l'eccellente esordio letterario di un bravissimo cantautore.
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Morgen und für immer ist ein Roman, der sich über einen Zeitraum von fast fünfzig Jahren hinzieht. Er beginnt 1943 in Albanien. Der desertierte deutsche Soldat Cornelius findet auf einem Bauernhof in den albanischen Bergen Unterschlupf. Dort erteilt er Kajan, dem Enkel des Bauern, Klavierunterricht und lehrt ihn die deutsche Sprache. Kajan gelingt später der Durchbruch als Pianist. Ihm wird die Ehre zu Teil, sein Land bei einem Konzert in Ostberlin zu vertreten, gemeinsam mit Vertretern weiterer sozialistischer Bruderländer. Dort wird er durch einen Zufall zur Flucht in den Westen gezwungen, wo er ein komplett neues Leben beginnt. Kajans Geschichte ist sehr spannend und ereignisreich. Sein Leben nimmt teilweise unglaubliche Wendungen. Teilweise wurden mir diese manchmal jedoch fast ein wenig zu viel. Da das Leben aber nun einmal so ist, wie es ist, und die Geschichte auch sehr gut geschrieben ist, nahm ich sie aber so hin. Vielleicht war der Autor ähnlicher Meinung, denn an einer Stelle heißt es: "Eine Sache, die unmöglich ist, entzieht sich jeder Wahrscheinlichkeitsrechnung. Entweder sie passiert nie, oder sie passiert ganz sicher." Lediglich der Teil in den USA ging mir ein wenig zu schnell. Ich kann aber durchaus verstehen, warum er eher kurz gehalten ist: er dient als Übergang zwischen Albanien und der Flucht hin zum dramatischen Ende. Über die Geschichte Albaniens wusste ich relativ wenig. Es war daher sehr interessant, mehr über sie zu erfahren. Insbesondere die Brutalität des Systems fand ich erschreckend. Daher fand ich Kajans Entscheidungen am Ende auch sehr mutig, wenn auch durchaus verständlich.
Un pianto unico, dall'inizio alla fine. Colpi di scena inaspettati ti tengono incollato al libro per tutte le 500 pagine. Inoltre è scritto davvero molto bene, si vede che Ermal padroneggia l'italiano in modo impeccabile. Ogni frase, ogni situazione è descritta in modo perfetto, con espressioni a volte anche poetiche, un po' in contrasto con la trama del romanzo ma che alleggeriscono la lettura. Decisamente non il mio genere ma fantastico, non smetteresti mai di leggere
La storia si meriterebbe quattro stelle, ma la scrittura non sempre ne è all’altezza. In generale, è un bel libro. Dalle righe trapela la voglia di far conoscere la storia e la cultura albanese al pubblico italiano, e questo è uno dei suoi pregi più grandi. Il finale è molto commovente, e l’epilogo ti fa emozionare ancora di più. È il primo romanzo di Ermal Meta e si nota: ogni tanto abbonda con le descrizioni, i dialoghi non sempre sono realistici (troppi “figliolo”, “ehi amico”, “maledizione”, nessun parla così), il ritmo non è molto equilibrato: la prima parte è molto lenta e cento pagine in meno non sarebbero guastate, le parti finali, invece, un po’ frettolose. Nonostante questo, mi piacerebbe molto leggere altre storie sull’Albania (ma non solo) raccontate da Ermal Meta.
Queste cinque stelle non sono al momento una valutazione obiettiva (magari quella verrà dopo), quanto piuttosto un inno al fatto che non sono riuscita a staccarmi da questo romanzo finché non l'ho terminato. E una cosa così è da festeggiare, per me.
Mit leisen Tönen beginnt "Morgen und für immer", der Debütroman von Ermal Meta (aus dem Italienischen von Peter Klöss), zärtliche Durtöne plätschern vom Fluss nahe des kleinen Bauernhauses her, ab und an durchdrungen vom kläglichen Versuch des kleinen Kajan, dem Klavier Töne zu entlocken. Schon früh sah sein Großvater etwas in ihm, sah, dass er mit der Musik einmal etwas Großes erschaffen würde. Und er sollte recht behalten. . Ungemein empathisch und lebendig, zuweilen brutal und schmerzhaft beschreibt Ermal Meta den Weg, den Kajan geht, das Verhältnis zu seinem unerschütterlichen Großvater, der mir sehr ans Herz gewachsen ist, seine Verbindung zu Cornelius, der ihm den Schlüssel in die Hand legen sollte, den Weg zu finden, der für ihn bestimmt scheint - und den er selbst nicht gehen konnte. Die Musik. Sie ist allgegenwärtig, das verbindende Element zwischen Menschen und Zeiten, in Krieg und Frieden; eine Sprache, die keine Worte bedarf. Die Grenzen übertritt und Wege öffnet in eine neue Zukunft. Es ist die Musik, die Kajan den Händen seiner Mutter entriss, einer landesweit bekannten Politikerin, die ihn seiner Freiheit, seiner Liebe entriss, ihn wegschickte, um ihr Ansehen zu wahren. Das Schicksal nimmt seinen Lauf. Kajan wird zum Spielball der Regime, nirgends scheint er sich. Er flüchtet: aus Albanien nach Ostberlin, über die Mauer - und landet schließlich in den USA. Ein Neustart, niemand kennt ihn, niemand weiß um sein Talent. Hier kann er, muss er jemand anders sein, neuer Pass, neues Leben. Doch immer ist es die Musik, die ihn am Leben hält, ihm Hoffnung gibt. . Mitreißend und gefühlvoll flicht Ermal Meta unterschiedliche Perspektiven um die Coming-of-Age-Geschichte Kajans herum, erzählt vom Schicksal seiner Eltern an der Kriegsfront, seiner Familie, von seinem Großvater; sie sind die Instrumente, die die zarten, immer kräftiger, raumfüllender werdenden Klänge seines Klavier untermalen, ihn an Strahlkraft dazugewinnen lassen - und die Sinfonie abrunden. Dynamisch wechselt das Erzähltempo zwischen lauten und leisen Tönen, folgt jedoch immer der Grundmelodie, chronologisch vom Ende des Zweiten Weltkriegs bis in die Gegenwart. Von Beginn an war ich ungemein gefesselt von der liebevollen, gewitzen Sprache, den Ungewissheiten, die die Zeiten des Kriegs für Kajan und seine Familie bereithalten könnten, von Kajans Reise oder vielmehr Flucht, doch gegen Ende hin zogen sich manche Passagen in die Länge, die Musiker müde ob der Länge des Konzerts - und dennoch hörte ich ihnen noch so gerne zu, auch wenn die Achtel- zu halben Tönen wurden, die Luft allmählich weg war. Ein paar Seiten weniger, ja, das wäre meiner Meinung nach nicht verkehrt gewesen, hier und da ein wenig gekürzt, aber die Geschichte hat auch so keinesfalls an Kraft und Gefühl eingebüßt. . "Morgen und für immer" ist nicht nur eine Liebeserklärung an die Musik, es ist eine wunderbare Geschichte über einen Jungen, der für seinen Traum kämpft, so hart das Schicksal ihm auch zuzusetzen meint, eine Geschichte über Liebe und Freundschaft. Ein ganz besonderes Buch, das ich nicht vergessen werde. .
Libro scritto meravigliosamente bene, in tutti sensi, scorre, tiene incollati e i dettagli ti fanno immergere ancora di più nella storia. Se volete provare mille emozioni tra cui speranza, dolore, felicità anche se solo per un attimo, paura, amore, è il libro adatto a voi. Mi ha fatto commuovere nel senso brutto e bello del termine. Una storia molto toccante, scritta da un artista a tutto tondo. Merita molto, consiglio vivamente. ❤️
Sono sempre contenta di colmare la mia ignoranza quando si parla di Balcani e di regime comunista post seconda guerra mondiale. E questa storia ha saturato un altro pezzettino. Kajan, Betim, Cornelius, Elisabeta, resterete a lungo impressi nel mio cuore.
J’ai découvert avec ce roman l’Albanie d’après-guerre, alors que le parti communiste prend le contrôle du pays. La musique prend une belle place tout au long du roman. J’ai par contre trouvé certains passages un peu invraisemblables, mais l’histoire reste captivante!
Un romanzo bellissimo e profondo che tutti dovrebbero leggere almeno una volta nella vita soprattutto noi italiani perché ci riempiamo tanto la bocca parlando solo ed esclusivamente di fascismo e delle atrocità che questo ha portato nell'Europa di inizio secolo ma nessuno e ripeto nessuno NESSUNO con la N maiuscola parla mai di quello che il comunismo ha fatto negli anni successivi e come abbia influenzato e traumatizzato un'intera generazione.
Qui si parla del folle regime comunista instauratosi nell'Europa dell'est oltre il muro di Berlino ma non solo, la narrazione gira intorno alle ideologie politiche instauratesi nell'Albania post guerra dove un capo di stato folle ha portato alla pazzia famiglie intere e qui viene descritto proprio l'orrore di come madri ripudiano perfino parenti e figli in nome del regime, un racconto da pelle d'oca
Per non dimenticare
In questo libro vengono descritte delle vicende ambientate tra Albania, Germania dell'est e dell'ovest e America e anche se a fine libro si giunge a credere essere fatti realmente accaduti in realtà sono pura opera di fantasia ma vengono descritti da una persona che ha vissuto in un paese (l'Albania) nel quale le vicende storiche sono comunque accadute anche se con contesti diversi e il libro si ispira proprio ad essi. Qui viene descritto il regime di terrore della dittatura comunista che ha torturato tantissime persone, creando una paura insensata nei confronti di tutto ciò che era straniero, soprattutto la paura dell'America e qui viene appunto descritto il cinquantennio in cui gli orrori di questa dittatura hanno portato persone a fuggire e famiglie a dividersi in nome di ideali da mitomani invasati
e ora veniamo alla storia visto che in giro non si trovano recensioni dettagliate di questo libro e neanche la trama la trovate scritta nel dettaglio... ve la svelo io... spoilerando cosa accade nel libro passo passo Ps se lo leggete segnatevi i nomi che oltre ad essere difficili da ricordare sono anche ripetuti a distanza di pagine e anni
Nel libro che ha inizio nel 44 in piena seconda guerra mondiale, Ermal Meta descrive la vita di Kajan Saliasi un ragazzo che ad inizio storia vive con il nonno Betim perché i genitori Ago e Selie Dervishi, essendo partigiani albanesi sono in guerra ma una guerra non solo contro i tedeschi ma contro tutto l'occidente
Kajan cresce nel villaggio di Rragam insieme ai cugini Besnik e Fatjon, figli di Milen e Bora Saliasi con il buon nonno Betim, che accoglie perfino un tedesco disertore stanco della guerra, di nome Cornelius e che insegna il tedesco a Kajan oltre che la passione per la musica
I primi capitoli parlano della vita di loro 3 fino a quando nel 1944 a causa di un’incursione di soldati tedeschi nonno Betim viene ucciso e nel frattempo ritornano a casa i genitori di KAJAN
Poi c'è un salto temporale Kajan, nel 1958, é diventato professore di musica nel liceo di Tirana, e si innamora di Elisabeta figlia di un uomo scappato dall'albania, amore contrastato dalla madre che ora é un'importante responsabile del regime nonché donna dura l'unica figura alquanto sgradevole di tutto il libro che non vede di buon occhio un matrimonio con la figlia di un “traditore”così i 2 si lasciano, lei sparisce apparentemente senza motivo (ma a fine libro si scopre😉)
i primi in famiglia a conoscere l’orrore del regime, sono i figli di Milen e Bora, Besnik e Fajton, i cugini di Kajan, segnatevi questi nomi Una notte vengono avvertiti dal capitano delle forze armate Lirjon Dashi che gli dice di fuggire perché considerati sovversivi dal nuovo refime. Lirjon li aiuta perché durante la guerra era amico di Milen e Selie (i genitori di Kajan)
I ragazzi fuggono ma poi viene descritto che sono stati uccisi rispettivamente a ventiquattro e ventitré anni a causa della loro opposizione al regime e i familiari ne riconoscono i corpi dai lacci delle scarpe... segnatevi questo particolare perché sentirete riparlare di loro
I loro genitori Bora e Milen furono invece portati via dal responsabile del regime un certo Bajram e internati e obbligati a lavorare in miniera in una campo di 'concentramento' molto lontano dalla loro città, proprio perché il regime si accaniva sull'intera famiglia di chi cercava di fuggire o era contrario alla dittatura
’nel frattempo siamo sempre nel 1958, Kajan che ritiene morti i suoi cugini, e prigionieri i suoi zii, cade in una profonda depressione, dopo aver perso Elisabeta, e si dedica alla musica come pianista e quando il blocco comunista organizza una rappresentanza musicale a Berlino Est, l’Albania sceglie lui e viene mandato in germania E’ l’occasione per vedere un po’ di mondo esterno prima di ritornare in patria lì conosce Dana, una ragazza di cui si innamora ma che presto deve ripartire e le loro strade si dividono, inoltre durante i concerti conosce IONAS un musicista che é una spia e vuole far scappare alcuni amici verso la Germania dell'ovest e Kajan viene scambiato anche lui per uno di loro, una spia, quindi una serie di vicissitudini lo portano a casa di questo ionas che durante la fuga viene ucciso
Kajan si salva e incontra nel frattempo una ragazza della Cia che gli dà una via di fuga Ormai lui per il suo paese é un fuggitivo Non può più tornare indietro ma può andare in America Prende l'identità di Ionas va a New orlens e li comincia una nuova vita Suona lavora in un locale si fa degli amici e casualità rincontra Dana Ma la vita ha in serbo sempre sorprese Hanno un figlio, sono felici Dagli anni 60 arriviamo agli anni 80 e un incidente stradale gli porta via moglie e figlio e lui resta solo
Un giorno sente parlare Albanese si ritrova ad una festa e vede al collo di un ragazzo il ciondolo della sua famiglia con la S del loro cognome e ritrova i 2 cugini che credeva morti Erano scappati lasciando le scarpe sulla riva di un lago e per uno scambio d'identità erano stati dati per morti
Il primo momento felice dopo pagine di angoscia (sembra quasi di leggere il libro una vita come tante ma almeno qui qualcosa di bello accade😉)
Comunque kajan si rende conto di essere solo ha nostalgia di casa, di sua madre (🙈) boh Decide di andare a fare una vacanza in Grecia e da lì di rientrare in Albania, riesci a ritrovare gli zii nel famoso campo dove erano reclusi Egli dice che i loro figli sono vivi, poi decide con un'idea molto malsana di tornare dalla madre a casa sua, nel frattempo il padre è morto, e cosa pensa di fare la madre. Interrogativo di denunciarlo alle autorità perché negli ultimi anni è stata seviziata e torturata dal regime visto che il figlio era un fuggitivo hanno visto bene di rifarsi sulla madre e visto che le torture l'hanno resa cerca di rabbia lo denuncia e lui finisce in un campo come il peggior criminale del mondo e gli si prospettano degli anni veramente terrificanti, questo scopre il famoso Cornelius tedesco che lui e suo nonno avevano accolto in casa finita la guerra era tornato in Europa ma sua madre era riuscita a trovarlo ed imprigionarlo ed era morto proprio in questo campo e le sue ossa non furono mai ritrovate perché sepolto in una fossa comune
Finalmente dopo tanta sofferenza il capo del regime muore tutti gli albanesi che erano fuggiti non sono più ritenuti delinquenti e kayan è finalmente Libero rincontra il capitano dashy quello che aveva aiutato i suoi cugini a scappare Che gli rivela che è sua madre ad aver tradito sia lui sia i suoi cugini 🫨
nel frattempo la madre dopo averlo tradito e denunciato si è suicidata lui torna a casa trova un'agenda che era di sua madre e su questa agenda trova un indirizzo non sa di chi sia ma vuole provare ad andare a questo indirizzo e li trova Elisabetta e scopre che lei anni prima se n'era andata perché era incinta di una figlia e la madre di kajan l'aveva ricattata dicendole che se voleva tenere la bimba doveva lasciare suo figlio quindi lui con piacevole sorpresa si trova con La donna che amava trova una figlia e la cosa bella che la figlia gli ha dato un nipotino Quindi è anche nonno e quindi la storia dopo tanta sofferenza finisce con un lieto fine ma vi assicuro che ci si arriva soffrendo insieme al protagonista perché è una storia veramente toccante scritta molto bene che descrive veramente gli orrori di una guerra che a noi europei è sconosciuta e che dovremmo tutti conoscere e sulla quale dovremmo informarci molto di più
quindi una storia sì lunga ma scorrevole piacevole che merita di essere letta un gran bel libro che secondo me deve entrare a far parte dei grandi classici del nostro secolo
uno di quei libri che bisogna assolutamente leggere nella vita
(2,25 Sterne) Buchkritik zu 'Morgen und für immer' von Ermal Meta:
Ich habe mich sehr gefreut dieses Buch anfangen zu können; Leider habe ich mich im Endeffekt viel mehr gefreut das Buch endlich beendet zu haben. die letzten 100 Seiten wirkten besser als die ersten 400 Seiten, aber ich wage zu vermuten, dass es daran liegt, dass ich gespannt auf das Ende des Romans gewartet habe und der endlich in meinen Händen lag. "Es ist sein Debütroman! Sei nett bei der Bewertung!", habe ich mir schon die ganze Zeit zugesprochen, seitdem ich anfing zu lesen. Als Albanerin fühle ich mich mit Ermal Meta und seiner kulturellen Identität eng verbunden, weshalb diese Kritik mir umso schwerer fällt.
Die emotionale Bindung zu den Figuren in "Morgen und für immer" gestaltet sich schwierig, da die Schreibweise des Autors zu flach und unpersönlich wirkt. Die Charaktere bleiben oberflächlich und entwickeln keine Tiefe, was den Leser*innen erschwert, eine authentische Verbindung zu ihnen aufzubauen. Die Liebesgeschichte zwischen Kajan und Elizabeta in "Morgen und für immer" erschien wenig authentisch, da die Darstellung ihrer Beziehung erzwungen wirkte. Die Momente, die den Leser*innen Einblick in ihre Verbindung geben sollten, wirkten oft künstlich und erzwungen, ohne die tiefe emotionale Verbindung zu vermitteln, die für eine überzeugende Liebesgeschichte unabdingbar ist. Die Interaktionen von Kajan mit anderen Frauen schienen nebensächlich und trugen wenig zur Handlung bei, stattdessen zögerten sie die Geschichte unnötig heraus. Nicht nur waren seine Liebesbeziehung flach und unpersönlich, sondern auch seine Freunde waren eine Last. Jede Art von Beziehung und Wert Kajan's verlor an Glaubwürdigkeit und Emotionalität, welches mich mit einem Gefühl von Enttäuschung zurückgelassen hat.
Wäre die Handlung zwischen ihm und seiner Mutter mehr diskutiert wurden, würde ich mehr Erfolg in diesem Roman sehen. Ihr Finale war das Einzige, was mir am Roman so wirklich gefallen hat und es es war ein schön grausames Ende; daher die paar Sterne.
Ich hoffe inständig, dass in der deutschen Übersetzung alles an Schreibstil verloren gegangen ist, sodass ich Ermal Meta nicht als schlechten Autoren betiteln müsste - Für sein Debütroman drücke ich einen Auge zu. Zudem könnte meine Vorliebe für Taschenbücher im Vergleich zum vorliegenden Hardcover-Format dazu beigetragen haben, dass mir der Zugang zum Buch erschwert wurde.
A mio avviso, Ermal Meta si è distinto da una massa di celebrità che, come lui, pur non facendo gli scrittori di professione, tentano di introdursi anche nel mondo editoriale. La differenza tra lui e gli altri sta nel fatto che lui non ha tentato di esordire nel mondo dei libri con una classica e noiosa autobiografia autocelebrativa, ma si è cimentato in un romanzo che, almeno secondo me, le cinque stelle le merita tutte.
Un quadro dettagliato ed interessante della dittatura comunista albanese, durata dall'inizio del secondo dopoguerra fino al 1990. In questo contesto storico, già di suo molto interessante perché trattato non di frequente, Ermal Meta ha inserito una storia estremamente interessante e toccante. "Domani e per sempre" è la storia della vita di Kajan, ragazzo albanese nato pochi anni prima dell'inizio della seconda guerra mondiale che, nonostante sin da bambino potesse avere tutte le carte in regola per diventare un importante pianista di fama mondiale, una serie di eventi e fatti storici lo condurranno ad un'esistenza segnata da alti e bassi, ad una vita di continui spostamenti (si passa dall'Albania, alla Germania, fino all'America per poi tornare in Albania).
È inutile secondo me parlare ulteriormente della trama perché, come ho già detto, questo libro è sostanzialmente la "storia di una vita". Costituisce quindi, almeno secondo me, un ottimo spunto di riflessione di carattere non solo storico e collettivo, ma soprattutto psicologico e quindi individuale.
Nachdem ich das Land bereist habe und Berlinerin bin, hat das Buch natürlich noch mal eine ganz andere Magie, weil ich die Orte auf Kajans Reise mir sk bekannt sind. Aber auch ohne nach Albanien zu reisen ist es eine unfassbare (wahre?!?!) Geschichte, die mich gefesselt und gerührt hat. Die Grausamkeit der sowjetischen, nationalistischen, kommunistischen und sozialistischen Regime macht mich sprachlos. Für ein Debüt unfassbar geschrieben! Ich bin gespannt was weiteres kommen wird :))
Bellissimo romanzo che racconta le vicende di un pianista albanese durante la tragica repressione che subirono i popoli dell'est europeo! Aggiungerei più stelle! ⭐⭐⭐⭐⭐⭐
Non avrei potuto concludere il 2022 in modo migliore! Gran bel libro: scritto benissimo, a tratti ha un linguaggio poetico, coinvolgente, colpi di scena inaspettati, background storico interessante (Albania dalla seconda guerra mondiale fino alla caduta del comunismo).
Complimenti ad Ermal Meta per questo suo primo tentativo letterario! Riesce a mantenere l'attenzione del lettore dalla prima all'ultima pagina. La trama è ben costruita e i colpi di scena arrivano quando il lettore meno se li aspetta.
Veramente molto bello, sia come scrittura sia come contenuto.
eigentlich 4,5 Sterne: Puh, tief durchatmen. Das ging unter die Haut.
Der Roman "Morgen und für immer" von Ermal Meta war ein Spontankauf, in desssen Cover ich mich spontan verliebt habe, das aber auch inhaltlich genau mein Beuteschema zu sein schien, denn es erzählt die spannende Lebensgeschichte von Kajan, einem jungen und erfolgreichen Pianisten aus Albanien. Der Anfang, der während des zweiten Weltkriegs spielt und in dem wir Kajan als Kind auf dem abgeschiedenen Hof seines Großvaters kennenlernen, hat mich direkt in das Buch und zudem in ein Land katapultiert, in dem ich literarisch noch nie unterweges war. Ich habe mich zusammen mit Kajan und seinen beiden Cousins - trotz der deutschen Besatzung des Landes - bei seinem Großvater in dem entlegenen Bergdorf sofort heimisch gefühlt., auch wenn relativ schnell klar wird, dass der Autor mit seinen Romanfiguren und mit meinem Leserherz nicht gerade zimperlich umgeht. Der Lebensweg von Kajan ist extrem spannend und nimmt eine 180 Grad Wendung, als Kajan als junger Mann zusammen mit anderen jungen Klassik-Musikern des Ostblocks nach Ost-Berin zu einem Konzert eingeladen wird und zur Flucht in den Westteil der geteilten Stadt gezwungen wird.
Der starke Anfange des Buches ist im Laufe der Zeit etwas relativiert worden. Zum einen ist die Geschichte relativ ruhig und distanziert erzählt, weshalb es mir schwerfiel an den erwachsenen Kajan heranzukommen. Aber vielleicht brauchte es diese Distanz auch, denn was ihm in seinem Leben widerfahren ist, war nur schwer zu ertragen. Außerdem wäre ich gerne öfter in Albanien und bei Kajans Mutter gewesen, die eine ganz besondere und wirklich nicht einfache Rolle in diesem Buch spielt. Denn so gerne ich auch Kajans Leben als Leserin begleite, so haben mir in diesem 540 Seiten starken Buch doch auch tiefere Einblicke in das Leben seiner Verwandten in Albanien nach seiner Flucht gefehlt, selbst wenn diese noch schwerer zu ertragen waren.
Wenn dieses Buch ein vielleicht 800 Seiten dicker Familienepos mit mehreren Erzählsträngen/ Protagonisten gewesen wäre, dann wäre es ein Lese-Lebenshighlight geworden. Historisch ist es ein hochinteressantes Buch für mich gewesen und ein Lesetipp für all diejenigen, die schwere und scher-verdauliche Lebensgeschichten gerne lesen.
Che dire di questo libro? È un viaggio attraverso una realtà che molti non hanno mai sfiorato, un racconto che ci mostra ciò che abbiamo sempre ignorato o minimizzato, perché troppo occupati a pensare al nostro orticello. Fa davvero impressione pensare che possa essere esistito davvero un Kajan e che molte persone abbiano vissuto una vita alla ricerca della libertà e della speranza. Ciò che rende il tutto ancora più toccante è l'accorgersi che non è un tempo così lontano da quello in cui viviamo oggigiorno. La storia del protagonista è la storia di ogni essere umano che ha avuto la sfortuna di nascere nella parte sbagliata del mondo (anche se non è il mondo ad esser sbagliato ma chi lo abita e lo governa), è la storia di una rinascita dalle proprie ceneri. Un racconto toccante, avvincente, pieno di poesia (quella a cui ci ha abituato da sempre Ermal), che non si abbandona con facilità. Più di 500 pagine volate grazie alla narrazione e allo stile dell'autore. Un ottimo esordio letterario che ci apre gli occhi (e il cuore) su verità scomode. Consigliatissimo!
Un libro che mi ha letteralmente incantata , mi ha fatto immergere in una parte di storia a noi, a me , quasi sconosciuta.. Se sono arrivate sino a noi nozioni su cosa possa aver fatto il regime sovietico ai paesi del blocco, di sicuro come si poteva vivere all'interno di queste dittature può suonarci davvero strano . Tutto questo a raccontarcelo è Kajan, un bambino di sette anni che vive con il nonno, è il 1943 quando la Germania invade l'Albania . La vita di Kajan inizierà a cambiare grazie a Cornelius un disertore tedesco che trasmetterà al bambino l'amore per la musica e per il pianoforte . Il libro è un crescendo di colpi di scena di cambiamenti radicali, di violenza , di dolore che non si placheranno neanche in fase finale , quando verrà sferrato il colpo finale. Un libro che ti arriva dritto al cuore e io credo che fatichero' a dimenticarlo
Bello bello bello e ancora bello. Adoro il genere di libri così è questo che copre l’Intera vita del protagonista attraversandone tutte le fasi storiche mi è piaciuto da morire. Scrittura perfetta, descrizione di luoghi, personaggi e fatti storici fantastica. Un libro che stra consiglio. Dall’Albania della seconda Guerra mondiale, alla Berlino divisa dal muro, all’America dei sopravvissuti ed espatriati un racconto magistrale di questo piccolo uomo che ci accompagna attraverso la sua intera vita. Tanti le parti che mi hanno ‘sconvolta’ e che mi hanno mostrato una realtà così distante eppure così vicina alla nostra. Davvero un libro da avere
"Quanto può sopportare un uomo prima di spezzarsi o arrendersi? Qual è l'unità di misura del dolore? In quanti morsi di ragno si può tradurre? ".
Romanzo storico ambientato in Albania durante il periodo comunista, che non risparmia niente al protagonista, Kajan, che si trova ad affrontare sfide su sfide per arrivare poi ad un finale che non ti aspetti. 540 pagine di poesia e crudeltà, di colpi di scena e drammaticità. Ho adorato questo libro e credo che lo adoreranno in tanti.
Toccante, molto toccante. Kajan è solo nato nel luogo e nel momento sbagliato, ma la sua purezza, sporcata e soffocata da dolori e dittature, emerge sempre anche grazie alla musica. “Ciao, sono Kajan”. “Ciao, sono Elizabeta.” Pensò che se ogni viso si fosse potuto trasformare in una melodia, quello della ragazza sarebbe diventato una sinfonia intera. Se ne innamorò all’istante. In lei trovava tutta la musica che ogni tanto perdeva, tutte le cose che ogni tanto dimenticava.
In questo romanzo di esordio, scritto in modo magistrale, scorrevole, mai scontato, Ermal Meta ci accompagna nella Storia della sua terra di origine, l'Albania, nel periodo che va dal 1943 al 1991. Con gli occhi di Kajan, il protagonista, viviamo un periodo che ai più è ignoto.
Libro profondo e a tratti sconvolgente, ma anche poetico.
Destinato a diventare un grande classico di questo genere. Corposo ma scorrevole, molto equilibrato, caratterizzato da uno stile di scrittura eccezionale e una trama che cattura il lettore fin dalle primissime righe. Chapeaux.