Neonora, tecnopoli al centro del Mediterraneo, in un futuro non lontano. Gli uomini vivono sotto il controllo della Nuova Architettura Sociale, detta Nassa, che li abbraccia in una rete soffocante. Solo i ragazzi della banda Lunamoonda ne sono fuori, con la loro vita lieve e clandestina nella Tana sul mare, fra pesca, lavori, amori, musica e danza, guerra alta Nassa e razzie in città. Ma tutto sta per cambiare: c'è una ragazza che forse è più di ciò che sembra; c'è un raduno di bande dove accadono cose terribili; c'è una buia e potente minaccia che si prepara per loro, che a loro volta preparano in segreto qualcosa di potente. Fra scenari info, bio e nanotecno, fra cloni, ibridi, umani potenziati, santi mutanti, predoni d'organi e giganti del mare, in calette e scogliere d'incanto si snoda una storia intensa e travolgente, che parla in fondo di fiducia nel futuro, per quanto "biotecnomagico" sarà.
Avevo già letto "Lilim del Tramonto" di Tognolini, perciò quando ho visto che aveva scritto un nuovo libro l'ho agguantato. Non sono rimasta delusa. Un libro che sa meravigliosamente di Sardegna, riuscendo a contestualizzare l'isola in un futuro neanche troppo complicato da immaginare (se ciò sia un bene, poi, è tutta un'altra questione!) Brillante l'idea del nome Neonora, come tutti i reimpasti, reimbastiture e adattamenti del passato e presente sardi per adattarli ad un futuro che parla di tutta l'Italia e, forse, di tutto il mondo. Tognolini fa un lavoro magistrale di inventiva con una distopia che mi ha ricordato vagamente quella de "La Compagnia dei Celestini" di Stefano Benni - altro autore legato alla Sardegna - ma con un finale più dolce, con un pizzico in più di speranza. Un libro di avventura pura e semplice, appassionante per i lettori più giovani e reinvigorente per quelli più grandi. Convincenti i personaggi. Le mie preferite sono indubbiamente Fàula e Momoti, per le loro storie . Devo dire, però, che Maureddìn, il cuoco, occupa un posto speciale per via del suo caratteraccio mischiato all'amore per la cucina. Da sarda, apprezzo particolarmente l'uso dei termini dialettali nel gergo dei bambini di strada. Insomma, intrattenimento purissimo e di alta qualità assieme a temi che fanno riflettere pur senza sembrare. Intanto to diverti, poi chiudi il libro e pensi. Da leggere.