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The Other Profile

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Maia is 26. Stuck in a dead-end job and a dysfunctional relationship, she's treading water. Gloria, 18, is an influencer with 2 million followers, and the fragility of those who grow up too fast.

Both are bereft. Maia, of purpose, and of the sister who took her own life, even though they weren't close, and she doesn't miss her. Gloria, of someone to help her grow and become stronger, but also of ideas and words that are truly hers.

When Maia starts working for Gloria, both their lives change forever. The two young women weave a complex, intense relationship. Its yarn will unwind behind the scenes of the virtual world Gloria inhabits, and for the first time both will see themselves as they really are. But in this dangerous game of mirrors, will Maia and Gloria still be able to distinguish what belongs to whom?

224 pages, Kindle Edition

First published August 3, 2023

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About the author

Irene Graziosi

1 book37 followers

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578 (40%)
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284 (19%)
1 star
78 (5%)
Displaying 1 - 30 of 203 reviews
Profile Image for Orsodimondo.
2,458 reviews2,431 followers
December 3, 2023
WEB 3



La visione che Gloria ha degli esseri umani è priva di giudizio, non so se per assenza di spirito critico o per universo morale sconfinato.

L’altra è Gloria (non ancora diciottenne), la giovanissima influencer creativa (nel senso che non si limita a consigli-per-gli-acquisti, ma propone temi e argomenti di riflessione) per la quale la giovane Maia (22 o 23 anni) comincia a lavorare.
Ma è anche Rebecca la sorella dodicenne di Gloria.
Oppure è Eva la sorella più piccola di Gloria, che in tutti i casi rimane l’io narrante.



E il profilo è quello di tutti, tutte, perché sono viste, vissute e raccontate più di lato (profilo) che frontalmente, mai di petto, piuttosto un atteggiamento sghembo, una posizione defilata.
Perché tra Maia e Gloria, l’io narrante e la coprotagonista, tra Gloria e Maia il confine è sfumato, incerto, permeabile, spugnoso, le loro identità tendono a confondersi, mischiarsi, compenetrarsi.



Irene Graziosi, che è nata lo stesso anno di Sally Rooney - e quindi come lei di anni ne ha trentuno - e dunque è un anno maggiore di Naoise Dolan – scrive i testi, oops, elabora e scrive contenuti per Sofia Viscardi, una youtuber (influencer?) che qualche volta ho guardato e ascoltato con (moderato) interesse. Irene è più grande di Sofia, tra loro c’è una differenza di sette anni: Maia è più grande di Gloria di circa cinque anni.

Da quando le pubblicità hanno cominciato a martellare le consumatrici con il concetto di autostima e non più con quello di bellezza i due termini sembrano diventati equivalenti, solo che uno, l’autostima, è socialmente accettato, l’altro no.



Maia ha bisogno dello Xanax per dormire: sembra uso quotidiano, e in vacanza in villa sull’isola greca la dose sale da una a due compresse ogni notte. Chissà come si difenderà dal “logorio della vita moderna" se una situazione potenzialmente così rilassante la spinge ad assumere doppia dose del suo farmaco salva-sonno…



Credo abbia ragione Nicola Lagioia nello ‘strillo’ di copertina, pochi romanzi letti negli ultimi tempi sono sembrati così urgenti e contemporanei. È un romanzo attualissimo, estremamente contemporaneo, l’ho letto con piacere e apprezzato. Anche se avvicinandomi alla fine m’è parso che Irene racconti troppi anni attraverso la voce di Maia, sfilacci un po’ la sua storia, esageri con la chimica (addirittura due sballi psichedelici raccontati uno dietro l’altro).
Ma comunque chiudendolo m’è parso d’aver fatto un passo avanti verso la società dei robot.
Perché i robot diventeremo noi. Non saranno certo le macchine a diventare umane.

Chi sono io? Non ci si può definire da soli, non si esiste se nessuno ci guarda. A me chi mi guarda?

Profile Image for Jaroslav Zanon.
226 reviews182 followers
May 6, 2022
Non è il libro della vita, ma non capisco tutta l'avversione verso questo libro. Io l'ho trovato molto attuale e mi ha tenuto incollato alle pagine. Ci sono molti difetti, certo, ma almeno c'è un po' di innovazione. Il finale mi ha lasciato molto perplesso e non ho capito questa voglia di strafare, ma tant'è.
Profile Image for Blair.
2,038 reviews5,861 followers
February 28, 2024
(3.5) Right from the start I was captivated by the caustic tone of Maia, the narrator of The Other Profile. Having moved to Milan (which she hates) with her boyfriend, she doesn’t do much with her time except smoke weed and pick up a few shifts at a local bar – until she meets Gloria, a successful influencer. Despite disliking Gloria and everything she stands for, Maia’s sucked into working for her... and that’s it, really. When I stand back from The Other Profile, I can see it’s a ‘nothing much really happens’ book. Its portrayal of a twentysomething living an aimless life can seem cliched (Maia’s relationship with the older Filippo is tedious, and should either have been a bigger part of the story, or not there at all) and there aren’t any particularly stunning insights about influencers. Why, then, did I enjoy it? Graziosi has unusually good control of her narrator’s voice; Maia’s wit keeps the whole thing alive. I loved reading about her job in the bar and her disdain for the hangers-on surrounding Gloria. Personally I also found it interesting to read a novel in translation about online culture. Not because it’s different – because it’s exactly the same. This stuff is all so flattened and homogenised. Depressing. Anyway, I’d recommend this if you liked Oval, 70% Acrylic 30% Wool or A Touch of Jen.
Profile Image for Grazia.
503 reviews220 followers
May 9, 2022
Chi sono io? Non ci si può definire da soli, non si esiste se nessuno ci guarda.

Premetto: non conoscevo ne Irene Graziosi, ne Sofia Viscardi, solo a fine lettura ho ricercato in rete per capire richiami e dinamiche, posto che se il romanzo sia o meno autobiografico poco importa, importa ciò che esso comunica ovvero la fotografia e la dinamica del contesto sociale dell'altro mondo, come direbbe il Baricco di "The game". Ergo le regole di comportamento del mondo virtuale che finiscono per inglobare e fagocitare il mondo reale.

Ciò che emerge non è ciò che si è, ma ciò che si desidererebbe essere. Non c’è niente di più intimo dei propri desideri, eppure mi ritrovo quelli altrui spiattellati ovunque

Ciò che si è o ciò che si appare, la realtà e le emozioni se non addirittura i gusti e il vissuto di chi è un personaggio pubblico che si confonde con quelli del "ghost writer" (o content manager o di si voglia) responsabile di creare contenuti per il suo businness. Ma quale il businness di un influencer se non la "vendita" della propria immagine (in senso lato) e degli ideali che incarna ovvero del proprio profilo? È lecito carpire e rivendere come proprie le confidenze e i segreti più reconditi spacciandosi e finendo per essere altro da sé?

https://youtu.be/D6c12JXMh0o
Profile Image for Chiara Macaluso.
9 reviews1 follower
April 28, 2022
Un'accozzaglia mediocre di aneddoti personali scritti in modo orrendo
Profile Image for Guendalina Ferri.
168 reviews
May 12, 2022
Qualche anno fa lessi un brano di Irene Graziosi su Medium. Si intitolava "Appuntini Indonesia" e probabilmente fu questo titolo dall'aria sfrontata - neanche lo sforzo di andare oltre la dicitura del .doc - a spingermi ad affrontare la lettura di un articolo lunghissimo sullo schermo del telefono. A farmi arrivare fino in fondo, però, fu la scrittura che trovai magnetica, interessante. Da allora ho letto e ascoltato altro di Graziosi, ma ero curiosa di scoprire cosa sarebbe venuto fuori da un romanzo.

"Il profilo dell'altra" non è un libro perfetto. Prima di cominciarlo mi sono imbattuta in alcune recensioni, online e offline, che mi hanno dato qualche pensiero. La scrittura era definita "cruda", che è come viene definita la scrittura del 90% dei romanzi editi in Italia da qualche anno a questa parte. Solo che questa crudezza è ciò che mi rende indigesto un buon 70% di quel 90%. Pian piano nella mia testa ha assunto il nome di Tono Sfavato. Molti autori - e forse soprattutto autrici - italiani oggi scrivono con quest'aria rabbiosa e annoiata al tempo stesso, un connubio che i pistoiesi, maestri nel mischiare rabbia e noia, hanno per l'appunto ridefinito come "sfavato" (nel mio lessico l'espressione è presente da così tanto tempo che si è grammaticalizzata, ma in effetti rende bene l'idea). Immagino le storie raccontate con i denti stretti, il dito puntato verso i dettagli più sordidi e schifosi, con l'aria di chi narra perché deve, perché devi capire. Come se ti buttassero il libro in faccia e dicessero 'Toh, guarda cosa mi hai costretto a fare, mo' leggitelo però".

Vabbè, digressioni a parte. La crudezza di questo romanzo non è quella crudezza lì. Non è fine a sé stessa. Non è neanche crudezza, forse: è schiettezza, è la capacità di chiamare le cose col proprio nome. L'ho già detto parlando di altri libri - mi vengono in mente Sally Rooney e Alice Munro - ma un aspetto che mi colpisce molto è quando leggendo ritrovi dei dettagli minuti della realtà, ai quali solitamente non presti attenzione e che poi ritrovi lì, nero su bianco. Gesti, pensieri scorretti, tic, routine, meccanismi così consolidati da passare sottotraccia.
Il punto di forza de "Il profilo dell'altra" è sicuramente la scrittura. In un'ottica in cui lo scrittore deve trascinarti nella storia, avvilupparti per poi farti quasi sentire in trappola di fronte alla realtà limpida dei contenuti, il Tono Sfavato non è funzionale perché respinge, ti fa sentire a disagio, ti allontana un po'. Graziosi invece incanta, trascina. Le parole scorrono leggere e dense. Mi viene sempre in mente "il puro piacere di raccontare" di cui parla spesso Lenù che deve essere una fisima di Elena Ferrante. Qui il puro piacere di raccontare c'è e dunque c'è anche il puro piacere di leggere. È così che rimani fregato, perché sprofondi nella lettura e poi ti ritrovi davanti riflessioni brucianti, personalissime verità che ti schiaffeggiano e dalle quali ormai è tardi per scappare via.
Non è un libro perfetto, dicevo. Ho notato perfino alcuni aspetti che si avvicinano molto all'errore tecnico - per esempio quando, dopo 200 pagine sostenute da una narrazione interna, il narratore si fa improvvisamente onnisciente e va a parlarci di quello che stanno facendo personaggi che sono in un'altra casa rispetto alla protagonista. Oppure il fatto che il rapporto tra le due protagoniste, che dovrebbe essere il perno fondamentale dell'opera, credo, sia forse l'aspetto che rimane più in superficie. Lo vedi trasformarsi e cambiare in modo a tratti troppo repentino, a tratti troppo blando. E anche le riflessioni su social, influencer, personal branding e così via le ho trovate non troppo interessanti, ma penso dipenda dal fatto che sono argomenti che mi prendono poco. Il vero punto di forza secondo me è il personaggio di Maia, il modo realistico - e raccontato benissimo - in cui percepisce il mondo e intesse rapporti.
Insomma si sente che è un primo romanzo, ma per essere un primo romanzo è veramente ottimo.
49 reviews3,375 followers
June 12, 2022
non avevo dubbi sul fatto che irene scrivesse benissimo e il suo primo romanzo non ha smentito la mia idea. Davvero ben scritto
Profile Image for Simone.
108 reviews66 followers
Read
May 9, 2022
«Il mio corpo, il tuo corpo sono sempre stati in vendita. Non c’è nessuno “sguardo maschile”, non sono gli uomini il problema. Il problema è che siamo in una scatola chiusa, tutti, tutte le persone che conosci. Vediamo solo quello che ci vogliono far vedere, diciamo cose prevedibili, ci guardiamo ossessivamente con lo sguardo del pubblico che abbiamo in testa, non abitiamo più dentro noi stesse, ci osserviamo agire da fuori chiedendoci di volta in volta cosa sia più ammirevole fare o dire per i nostri spettatori».

Mi è piaciuto: una cronaca contemporanea sul rapporto tra noi stessə e internet, non poche vicende da trigger warning, personaggi detestabili e fragili (umani) e un’evoluzione della storia che porta alla rovina totale nelle ultime pagine, proprio come piace a me.
Spero tanto che Irene Graziosi continui con la narrativa, l’ho sempre seguita con piacere e sicuramente non smetterò adesso.
Profile Image for Benedetta Marrelli.
137 reviews25 followers
June 10, 2022
Il libro secondo me aveva un grande potenziale, e nelle prime 100 pagine viene espresso al meglio, è un libro che si rivela moderno, che cerca di raccontare da dentro il mondo dei social e della Generazione Z dal punto di vista di una Millennials.

La protagonista però è davvero fastidiosa, da prendere a schiaffi in faccia, però devo ammettere realistica.

Il problema sorge dalla metà in poi perché non si capisce più cosa il libro vuole raccontare, e finisce in una maniera che mi ha lasciata perplessa.

Si fa comunque leggere molto velocemente ma ti lascia un senso di perplessità (scusate la ripetizione ma è l'unica parola che mi viene in mente per descrivere il mio stato d'animo dopo aver finito di leggere questo libro) e ti chiedi "ma cosa ho letto?"
Vi giuro, il finale non l'ho capito.

Lo consiglieri?
Ni.
Profile Image for Camilla C..
145 reviews17 followers
Read
May 19, 2022
Ho apprezzato lo stile di scrittura: l’autrice è abile a creare immagini e a descrivere la realtà in maniera originale. L’intreccio e il tema sono attuali e interessanti.

La protagonista è una stronza egoista e ci sorbiamo tutti i suoi pensieri: l’ho apprezzato, ma avviso per chi non ama libri di questo tipo.

Però due aspetti non mi hanno convinta: il finale affrettato e il fatto che per qualche pagina il narratore diventi improvvisamente onnisciente e poi torni come in precedenza (il punto di vista della protagonista).

Leggerò sicuramente i futuri libri dell’autrice, se ne scriverà.
Profile Image for La Libridinosa.
605 reviews238 followers
May 31, 2022
Insulso. Oppure: stupido, sciocco, stolto, inutile, insignificante, banale, inconsistente, vano, frivolo, futile.

Leggendo questo libro, mi sono resa conto che insulso e tutti i suoi sinonimi vi si adattano perfettamente!
Ho impiegato ben 2 settimane per riuscire a scriverne la recensione, colpita da un blocco che ha riguardato solo questa lettura e il doverne parlare.
Per 233 pagine (sì, le ho contate tutte e si moltiplicavano mentre le leggevo!) mi sono chiesta cosa stessi leggendo, cosa l’autrice stesse cercando di raccontarmi.
Responso finale: non lo so!

E quindi, oggi nel blog parliamo del libro più insulso che io abbia mai letto. Fa strano che, per il resto del bookstagram, questo libro sia un capolavoro della letteratura moderna! Potere del “giftedby”!!!

#lamiafascetta Chissà se i sinonimi funzionano pure con me? (Questa la capiscono in pochi!)

La recensione completa nel blog
Profile Image for Beatrice.
476 reviews219 followers
July 27, 2022
Ventisei anni, un appartamento (ovviamente non di sua proprietà) in una Milano che sembra “uscita dal rendering di un progetto di architettura”, un lavoro in uno squallido bar popolato da divorziati che amano allungare le mani e un fidanzato tanto debole e apatico da non avere neanche la voglia di tradirti.
Se Maia, la protagonista de Il profilo dell’altra, dovesse essere condensata in una singola frase – una di quelle che nei licei americani viene stampata sotto la propria foto nell’annuario scolastico – probabilmente sarebbe la citazione di Paul Nizan che recita: “Avevo vent'anni, non permetterò a nessuno di dire che questa è la più bella età della vita”.

La sua esistenza si trascina indolente, le giornate indistinguibili l’una dall’altra come caramelle gommose dai colori diversi ma caratterizzate dallo stesso retrogusto dolciastro, fino all’incontro con Gloria, che a prima vista sembra il suo opposto: un’invidiata influencer teenager da milioni di follower cosa potrebbe mai volere da una come Maia, cinica e scontrosa?

“Tu le devi fornire una personalità. È molto semplice. Lei funziona così, è un contenitore vuoto”


Il debutto letterario di Irene Graziosi parte quindi da uno spunto narrativo vecchio come il mondo, ma al classico incontro/scontro fra due universi del tutto opposti l’autrice è in grado di regalare un taglio del tutto personale, raccontando la storia di un’amicizia che finisce per smussare gli spigoli sbeccati della personalità delle due protagoniste.

Perché Il profilo dell’altra è innanzitutto, per diretta ammissione dell’autrice, una storia di amicizia.
“La storia racconta l’incontro tra due ragazze (le ragazze sono la mia cosa preferita) che, attraverso lo sguardo dell’una sull’altra, cercheranno di capire chi sono liberandosi da ciò che hanno sempre creduto di dover essere” racconta Irene Graziosi. E da lettori con il pallino per la punteggiatura non si può che essere affascinati dal modo in cui l’autrice sceglie di inserire quell’appunto fra parentesi – (le ragazze sono la mia cosa preferita) – quasi sia una sorta di giustificazione a latere che spieghi come mai il romanzo è così character-driven.

La trama del libro infatti segue il dipanarsi della relazione fra Maia e Gloria, fra Maia e il fidanzato e fra Maia e il fantasma della sorella morta e mai amata davvero. Che si tratti di amicizie, amori tiepidi o rivalità, il romanzo sembra ricordarci che sono solo i rapporti con gli altri a definirci come individui.

"Nel salone attraversato dalla lama di luce dentro cui danzano i pulviscoli come ballerini illuminati da un riflettore, mi chiedo se io esista realmente, o più in generale, se magari si esiste solo se c'è qualcuno che ci vede"


Le relazioni descritte nel romanzo sono improntate alla legge cara a Hobbes per cui homo homini lupus, ovvero ognuno pensa a sé stesso e poi, forse, in un secondo momento, agli altri. Il buonismo e il politically correct sono solo performance adatte solo ai social, perché nella vita reale il nostro primo istinto è quello a un sano opportunismo. Vale per Gloria – che appena vede la rivale in amore non esita nella sua testa a definirla una poco di buono ma è consapevole che secondo la teoria femminista non è autorizzata a chiamarla così – e vale soprattutto per Maia, il cui egoismo sprezzante ma genuino emerge dal do ut des che instaura con uno dei clienti del bar in cui lavora, l’unico avventore con il quale desideri avere un qualche tipo di rapporto. L’uomo le vende l’erba – unico sollievo a base di tetracannabidiolo in grado di risollevare la sua esistenza altrimenti monotona – e Maia ricambia con degli scatti hot. La freddezza della transazione non testimonia tanto il valore (nullo) che la ragazza riconosce al suo corpo, bensì è l’ennesimo indice della superiorità di cui Maia si fa scudo.

Mi scrive quando è in ufficio e mi chiede se gli posso mandare una foto. Io allora apro la cartella di foto che mi sono scattata nel corso degli anni e ne scelgo ogni volta una diversa, per fargli credere che me la sia scattata proprio in quel momento, solo per lui.
Ai maschi piace pensare di essere speciali


Quello di Irene Graziosi è un romanzo di formazione amaro e cinico quanto la sua protagonista, capace di tratteggiare senza sconti tutte le ipocrisie, le gioie e i dolori di una generazione spaesata con lo stesso stile tagliente che ha reso celebri scrittrici come Naoise Dolan (Tempi eccitanti), Marion Messina (Falsa partenza), Nicoletta Verna (Il valore affettivo) e soprattutto Sally Rooney (specie quella di Parlarne tra amici e Dove sei, mondo bello).

Ad accomunare i romanzi appartenenti a questo nuovo filone narrativo è la tendenza a focalizzarsi sull’introspezione dei personaggi anche quando l’effetto finale non è del tutto piacevole, come del resto accade quando ci si mette a zoomare così tanto su un’immagine da finire per intravederne i pixel. I difetti sono ingigantiti, le personalità più spigolose emergono per quello che sono e il mosaico di pose e bugie che mostriamo agli altri si svela per quello che è.

"In ogni caso, per come la vedo io i social mostrano ancora più vividamente della realtà come sono fatte le persone. Sui social le persone si mostrano per come vorrebbero essere viste dagli altri. Ciò che emerge non è ciò che si è, ma ciò che si desidererebbe essere"


Come era prevedibile supporre, Irene Graziosi – content creator e anima del progetto Venti fondato con Sofia Viscardi – nel corso del romanzo propone una riflessione sul mondo del social e dell’immagine, ma non aspettatevi la solita retorica trita e ritrita sulla pericolosità di Internet e sulla falsità degli influencer.

L’analisi fatta dall’autrice è molto più acuta e disincantata di così, tanto che Il profilo dell’altra non esita nel tirare qualche frecciatina all'attivismo performativo tipico dei social:

"Tranne i maschi eterosessuali, che sono liberi di essere ciò che desiderano, tutti gli altri sembrano costretti alla sensibilità nei confronti di qualunque causa. Si dichiarano empatici e, in nome di questa empatia, indignati per tutto ciò che viola le loro aspettative morali. È possibile che nello stesso giorno io veda una persona postare quattro o cinque immagini diverse che racchiudono l'impegno nei confronti di altrettante cause. Contro l'apicoltura che sfrutta le api, contro la plastica, contro la transfobia, contro la grassofobia, contro il fast-fashion"


Nella contemporaneità dei social devi dimostrare che ti importa di qualcosa, altrimenti sei tacciato di superficialità e arroganza; sei costretto a esporti anche su questioni sulle quali non sai assolutamente nulla per mostrare di “utilizzare la tua piattaforma per una causa più grande”, ma non devi mai dimenticare che ogni tuo scivolone verrà immortalato da screenshot e una marea di messaggi rabbiosi da parte di follower indignati dalla tua scelta di acquistare un capo fast-fashion o delle fragole in una vaschetta di plastica.

L’attenzione verso cause come i cambiamenti climatici, il femminismo, i diritti della comunità LGBT+ e l’etica del duro lavoro sono tutte performance da mettere in atto, ma ancora più importante è restare umili, anche se solo in apparenza. Se Gloria è tanto ricca da poter fare spallucce di fronte a cifre da capogiro, a parole ama rivendicare lo status di “povera ad honorem” ripetendo all’infinito che viene da una famiglia ebrea e priva di mezzi: “L'ossessione per la povertà di sua nonna, avrei scoperto in seguito, ha un'origine interessante: deriva dal terrore di essere additata come privilegiata sui social, dove negli ultimi anni sta prendendo piede la tendenza a effettuare complicati calcoli per capire chi sia il più ontologicamente sfortunato, e quindi il più degno di attenzioni, follower e soldi”.

Catapultata suo malgrado in questo mondo di ipocrisie e filtri instagram, Maia diventa quindi una moderna Nick Carraway, contemporaneamente dentro e fuori, incantata e respinta dall'inesauribile varietà della vita mostrata sui social, narratrice non del tutto attendibile della ragnatela dorata e crudele che è la Rete.


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La Sally Rooney italiana, mark my words

Review to come
Profile Image for Ilaria_ws.
973 reviews76 followers
April 29, 2022
“Mi chiedo se io esista realmente, se magari si esiste solo se c'è qualcuno che ci vede.”


Maia vive a Milano insieme al compagno Filippo, ha abbandonato gli studi a Parigi dopo la perdita della sorella e vive alla giornata lavorando saltuariamente in un brutto bar della città. Non sa bene cosa fare della sua vita, e in realtà neanche ha la volontà di fare qualcosa per cambiare la sua situazione. Quasi per caso, dopo un colloquio di lavoro procuratole da una conoscente, inizia a lavorare per Gloria. Gloria ha solo 18 anni ed è già una delle influencer più famose della rete. Al contrario di Maia sa esattamente cosa fare, ha un enorme seguito di fan e una vita a cui non sembra mancare nulla.
Maia e Gloria non potrebbero essere più diverse; tutto quello che per Gloria conta qualcosa, per Maia è nulla. Al contrario in Maia Gloria vede una figura diversa rispetto alle altre che la circondano. Quello che nasce come semplice rapporto di lavoro si evolve rapidamente in una strana amicizia. Più che lavorare per Gloria, Maia diventa la sua accompagnatrice, la sua confidente. Ed è attraverso questo rapporto che la vita di entrambe inizia a cambiare, ad evolversi, quasi a confondersi, tanto da non capire più dove inizia l'una e dove finisce l'altra.

Il profilo dell'altra è un romanzo estremamente attuale, in cui si parla di temi cari alla nostra generazione. Si parla di social, del nostro rapporto con il mondo del web, della rete, degli influencer. Di quanto ormai la nostra "vita virtuale" influenzi tutto quello che siamo, o che almeno crediamo di essere. Gloria è una giovanissima influencer, ed è attraverso il suo personaggio che entriamo in quel mondo patinato che ci sembra luminoso, intrigante, ricco, ma che alla fine nasconde più oscurità che luce. Attraverso l'evolversi del personaggio l'autrice è riuscita a descrivere perfettamente il pericolo che si nasconde dietro i social, il rischio sempre più reale di perdere completamente di vista la propria identità, la propria essenza. C'è un passaggio che racchiude questo pensiero che ho trovato estremamente interessante:

"Il problema è che siamo in una scatola chiusa, tutti, tutte le persone che conosci. Vediamo solo quello che ci vogliono far vedere, diciamo solo cose prevedibili, ci guardiamo ossessivamente con lo sguardo del pubblico che abbiamo in testa, non abitiamo più dentro noi stesse, ci osserviamo agire da fuori chiedendoci di volta in volta cosa sia più ammirevole fare o dire per i nostri spettatori."

Con uno stile intimo, delicato, spesso asciutto, Irene Graziosi ha costruito una storia che con brutale onestà descrive quella che è diventata la nostra realtà. Altro elemento che ho trovato super interessante è il rapporto tra Maia e Gloria; l'amicizia che si sviluppa tra le due, il rapporto che pian piano cresce e si evolve, è sicuramente una delle parti migliori del romanzo. In particolare perchè alla fine la loro amicizia si trasforma in un pericoloso gioco in cui ognuna toglie qualcosa all'altra, Gloria si appropria di parte della storia di Maia e Maia scopre che i confini tra due persone sono spesso molto più sottili e sbiaditi di quello che credeva.
L'equilibrio si spezza, Gloria e Maia diventano due facce della stessa medaglia, si confondono, arrancano entrambe in una vita che sembra chiedere, chiedere sempre, ma che difficilmente restituisce. Estremamente realistico e onesto, questo romanzo mette in scena una realtà che viviamo quotidianamente. Si parla di lavoro, di sentimenti, della paura di affrontare il futuro, del modo in cui spesso abitiamo la realtà quasi senza esserne realmente parte. E ne parla senza filtri, ed è forse proprio in questo che sta il suo pregio. Ci mette di fronte a quello che siamo, a quello che fingiamo di essere, a quello che vorremmo disperatamente essere. Molto bello, molto vero.
Profile Image for Marcello S.
647 reviews291 followers
September 7, 2022
Poco attratto dalla scrittura, molto poco interessato alla trama: non ci siamo trovati.
Qualche frase da diario delle medie me l'ero segnata, ma evito di calcare la mano.

[54/100]
Profile Image for Sara Cantoni.
446 reviews175 followers
August 16, 2022
Ho lasciato passare qualche giorno prima di scrivere queste righe.
I giorni, poi, si sono trasformati in settimane.
Perché? Perché la verità è che de "Il profilo dell'altra" non ho davvero molto da dire, per non dire che non saprei davvero cosa scrivere.

La verità è che il libro partiva da uno spunto interessante (ovvero la visione, dall'interno, del mondo social e una testimonianza della prima generazione che con i social non solo ci convive ma ci vive proprio, anche a livello lavorativo).
Le prima pagine rispettano le aspettative, poi, però, lo spunto si perde e, in qualche modo, anche il focus. E' un pò come se il mirino iniziasse a vacillare e l'inquadratura si sfuocasse. Seguono pagine convulse di avvenimenti, più o meno correlabili a fatti/persone realmente esistenti, annotazioni, riflessioni più o meno ficcanti e interessanti. E poi si arriva all'ultima pagina. E cosa rimane da dire? Poco, almeno per quello che mi riguarda.

Nel tentativo di venire a capo di questi appunti post lettura sono andata a leggere le recensioni già lasciate da altrə lettorə.
E' scritto bene, dicono. Confermo. La prosa è buona.
Ma mi basta questo? Chiedo solo una prosa corretta e scorrevole ad un romanzo?
Profile Image for Asia.
3 reviews
May 30, 2022
Mi sarebbe piaciuto leggerlo a 13 anni, ora mi ha lasciato solo una certa dose di angoscia.
Profile Image for Laura Gotti.
587 reviews611 followers
May 24, 2022
Anche 3,5. L'ho trovato un buon libro, che ho terminato da giorni e ancora non riesco a scriverne perché racconta di una generazione così lontana dalla mia e così diversa che mi ha messo addosso un tale senso di angoscia e di smarrimento da far fatica a mettere insieme i pensieri.

Irene Graziosi scrive bene, ma questo lo sapevo già. In questo libro cupo, duro, senza sconti e senza freni mi ha colpito davvero. La crudezza, il cinismo in qualche modo, il disincanto mi hanno ricordato l'esordio della Durastanti (Cleopatra va in prigione) ma qui, anche per la vicinanza tematica, mi ha davvero lasciato spiazzata.

Non posso dire di aver amato questo libro, ma posso dire di averlo divorato, di averlo posato spesso perché il senso di frustrazione consumava le pagine e anche la mia pazienza. Avrei voluto scuoterle queste due ragazze, una giovanissima e una già provata, perché davvero, mio limite, io molto di questo libro non l'ho capito. Intendo proprio che è lontanissimo dal mio modo di pensare e di vedere e leggere una generazione così, esposta sul web, mi fa pensare di scappare ancora di più in mezzo a boschi.

È un libro duro, e lo ringrazio di avermi trascinato fin lì.
Profile Image for Lisa Chinchio.
105 reviews4 followers
May 18, 2022
Aspettative alte non soddisfatte, storia scontata e scrittura banale, diversi errori di battitura (ho letto solo recensioni positive riguardo questo libro quindi forse io non ho capito nulla, in ogni caso peccato).
Profile Image for Eleonora Medea.
18 reviews3 followers
June 21, 2022
Posso dire? Brutto. Il finale senza senso, la protagonista odiosa come la maggior parte dei personaggi. L'unica che si salva dentro lì è proprio Gloria che lavora con i social network, che a detta della scrittrice sono il male del mondo.
Non perdete tempo a leggerlo.
Profile Image for Ashley.
524 reviews89 followers
February 3, 2025
(4.25/5)

Thank you bunches to Irene Graziosi, Lucy Rand and Europa Editions for my free copy!
Profile Image for Silvia Giliberto.
66 reviews9 followers
May 1, 2022
Un romanzo che racconta la contemporaneità dei giovani d'oggi con disillusione e brutalità.
Tra i temi: gli imperativi morali dei tempi dei social, che costringono ad avatar pubblici e costano la perdita della propria identità, il conflitto e l'amicizia femminile (Ferrante vibes) che porta alla fusione identitaria, la perdita.

Personaggi cattivi e interessanti, specialmente la protagonista, voce narrante dal taglio acidissimo.

I personaggi (o meglio, personagge) del mondo influncer sono delineati in maniera talmente stereotipata che viene da chiedersi se sia una forzatura o se davvero il panorama social abbia appiattito fino a questo punto le complessità delle persone. Sicuramente questo libro pone questa e altre interessanti domande su dove l'ossessione dell'immagine pubblica ci stia portando.
Profile Image for Martina.
83 reviews1 follower
May 5, 2022
Irene Graziosi si può definire a pieno titolo la Sally Rooney italiana. In questo romanzo tratta di argomenti scottanti visti dagli occhi di una millenial in eterna opposizione con la generazione Z. Attraverso gli occhi di Maia ci immedesimiamo nella protagonista e nel senso di inadeguatezza che tutti noi millenials proviamo di fronte alla incredibile generazione Z che ci supera in tutto di continuo appropiandosi di ciò che ha caratterizzato la nostra di generazione. Ma questo è solo uno dei temi che costernano il romanzo: viene trattato il lutto, l’abuso di sostanze, i disturbi alimentari, i disturbi dell’attaccamento, tutto però in chiave descrittiva e non moraleggiante. Il libro infatti, quasi facendo eco alla narrativa di Sarry Rooney vuole soltanto raccontare una storia senza darci una soluzione, che non spetta all’autrice.
Profile Image for Alex.
30 reviews31 followers
September 12, 2022
Non ho capito.
Irene Graziosi scrive bene e, infatti, in questo libro c’è una buona prosa, che rende semplice e scorrevole la lettura. Non è uno stile determinante e incisivo, ma, a suo modo, incide: veloce, pulito.
Tuttavia, per me è un no. È un “è bravo, ma non si applica” e il tutto ha a che fare, per me soprattutto, con il fatto che in fondo una trama non c’è. A volte neanche i personaggi.
Ogni tanto spuntano questi libri con incipit discreti: il mondo degli influencer italiani? Figo, vai. E poi si perdono. Cosa c’è della vita da influencer? Ben poco. Questo “Il Diavolo Veste Prada” in chiave contemporanea e social non rende, per svariati motivi:
1) I personaggi, oltre la protagonista, a stento esistono. D’accordo, Maia (la nostra protagonista) è una stronza e non ne fa una giusta. Poco originale, ma va be’. Gloria (la nostra influencer) non esiste di per sé, e mi sarebbe potuto andare bene perché coerente con la trama. Solo che poi Valentina di per sé non esiste (o meglio, sì: è l’attrice rossa collega di Andy nel già citato “Il diavolo veste Prada). La nonna, che dovrebbe essere una santona per gli altri, dice forse una frase; non pervenuta. Filippo non ho ben chiaro chi sia o perché sia. Edoardo appare per sparire. Sara (si chiamava Sara?) è un personaggio fuffa e, boh, Lavinia? Ma alla fine, a parte essere il suo culo… chi è Lavinia? Va be’.
2) Le droghe. Qual è lo scopo di questa finta trasgressione da giovani amanti che hanno guardato troppo Skins e Shameless?
3) Il senso delle azioni che si susseguono. Qual è il principio causa-effetto? Perché agiscono? Come ci siamo arrivati a questo punto? Io nemmeno ho capito il perché di tante delle rivelazioni ricevute.

Detto ciò, non condanno mica la scrittrice. Anzi, anche se sembro criticarla, in realtà mi fa piacere aver letto questo libro. Mi piace che in Italia ci sia questa nuova voce, giovane, che vuole parlare del nostro contemporaneo. Ben venga, però la prossima volta più concentrazione sui passaggi importanti, ché è bello scrivere tutto, ma in editing bisogna anche saper re-indirizzare ciò che si vuol dire. Altrimenti non arriva, e questo è un peccato.
Profile Image for Samantha.
2,583 reviews179 followers
February 27, 2024
The older I get, the more books I read, and the more books I read, the easier it becomes to ID one that isn’t contributing anything original.

Let’s Blow Up Influencer Culture isn’t a new idea for a modern novel, nor is it one that is so worthy that anyone needs to read 20 different versions of it. The story here is fine and so is the writing, but it would
need to be exceptional to overcome the banal tropeyness of the material, and alas, it is not.

Without an original spin on the topic, a book like this needs either hugely lovable characters who get you on their side, or consistently exceptional humor. The characters here aren’t particularly likable, relatable, or fascinating, and while the humor shows up successfully here and there, it’s largely a miss.

*I received an ARC of this book in exchange for an honest review.*
Profile Image for April.
957 reviews6 followers
January 7, 2024
Nope. I found this vapid and annoying. I know it was trying to say something about these very things, but I could not engage in a way that I could appreciate because I was so annoyed by the characters. Yes, it is trying to make up for a lack of morally ambiguous female protagonists, but there has to be something else to keep it going in that case, and there just wasn't.
Profile Image for Gigi Ropp.
458 reviews28 followers
January 31, 2024
With unremarkable characters and a confusing dual timeline, I’m left wondering what the point of this was. I didn’t feel I could relate to either main character and honestly just couldn’t make myself care.
Profile Image for Claudia.
101 reviews15 followers
August 27, 2022
Pompatissimo e Artefatto. Un libro furbo che non regge la lettura. E annoia.
Displaying 1 - 30 of 203 reviews

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