Nel 1933 uscivano sulla rivista letteraria "Solaria" le prime tre puntate del "Garofano rosso"; in seguito al sequestro della rivista e al divieto posto dalla censura alla pubblicazione in volume, il romanzo rimase inedito fino al 1948. Ha come tema l'aprirsi alla vita di un'adolescenza, fra gli anni 1920-1924, quando il fascismo si impadroniva della società italiana con la minaccia e il terrore, fino alla provocazione aperta del delitto Matteotti. In quel clima anche un garofano rosso all'occhiello, ingenuo pegno d'amore, poteva apparire un simbolo sovversivo e i giovani, secondo un giudizio dello stesso Vittorini, erano posseduti da una diffidenza e da un bisogno di rivolta che li portava a simpatizzare con qualsiasi movimento rivoluzionario. Ma con il presagio che altre esigenze avrebbero finito per prevalere: come in politica, così nell'amicizia e infine in amore, la stessa incertezza dolorosa, la stessa rabbiosa necessità di "entrare nella vita degli adulti".
Elio Vittorini (July 23, 1908 - February 12, 1966) was an Italian writer and novelist. He was a contemporary of Cesare Pavese and an influential voice in the modernist school of novel writing. His best-known work is the anti-fascist novel Conversations in Sicily, for which he was jailed when it was published in 1941. The first U.S. edition of the novel, published in 1949, included an introduction from Ernest Hemingway, whose style influenced Vittorini and that novel in particular.
Vittorini was born in Syracuse, Sicily, and throughout his childhood moved around Sicily with his father, a railroad worker. Several times he ran away from home, culminating in his leaving Sicily for good in 1924. For a brief period, he found employment as a construction worker in the Julian March, after which he moved to Florence to work as a type corrector (a line of work he abandoned in 1934 due to lead poisoning). Around 1927 his work began to be published in literary journals. In many cases, separate editions of his novels and short stories from this period, such as The Red Carnation were not published until after World War II, due to fascist censorship. In 1937, he was expelled from the Fascist Party for writing in support of the Republican side in the Spanish Civil War.
In 1939 he moved once again, this time to Milan. An anthology of American literature which he edited was, once more, delayed by censorship. Remaining an outspoken critic of Mussolini's regime, Vittorini was arrested and jailed in 1942. He joined the Italian Communist Party and began taking an active role in the Resistance, which provided the basis for his 1945 novel Men and not Men. Also in 1945, he briefly became the editor of the Italian Communist daily L'Unità.
After the war, Vittorini chiefly concentrated on his work as editor, helping publish work by young Italians such as Calvino and Fenoglio. His last major published work of fiction during his lifetime was 1956's Erica and her Sisters. The news of the events of the Hungarian Uprising deeply shook his convictions in Communism and made him decide to largely abandon writing, leaving unfinished work which was to be published in unedited form posthumously. For the remainder of his life, Vittorini continued in his post as an editor. He also ran a candidate on a PSI list. He died in Milan in 1966.
La prima puntata del “Garofano rosso” uscì nella rivista fiorentina “Solaria” nel febbraio del 1933, alla terza puntata il romanzo nascente causò il sequestro della rivista, le altre puntate apparvero solo dopo profonda revisione della censura fascista e la sua pubblicazione in volume, nonostante le revisioni apportate dallo stesso Vittorini per non incorrere nella censura, non fu permessa, con definitiva bocciatura nel 1938. Le ragioni della censura variavano dall’impossibilità di accreditare l'entusiasmo giovanile verso il movimento attraverso l’ammirazione per la violenza, ora che il movimento era diventato Stato legalitario, alla rappresentazione dell’eros e della donna. Caduto il fascismo, Mondadori volle pubblicarlo e Vittorini sentì la necessità di prendere le distanze- con una prefazione che in realtà compare come postfazione in questo volume- da questo risultato emendato e dallo stesso romanzo giovanile ampiamente superato dal suo capolavoro “Conversazione in Sicilia”, oltre che dalla stessa impossibilità di recuperarlo, senza doverlo riscrivere daccapo, come lo aveva pensato. Abbiamo quindi di fronte un libro particolare, per questa vicenda editoriale, e lo stesso giudizio che se ne può formulare, in termini di gradevolezza, è bene saperlo, potrebbe derivare proprio da questo substrato gestazionale.
Il romanzo racconta l’ingresso nell’età adulta del giovane Alessio Mainardi, sedicenne, liceale che si invaghisce di una compagna del classico, più grande di lui, Giovanna, la quale gli offre un bacio furtivo e un garofano rosso, pegno di interesse amoroso, per poi rinnegare il tutto per interposta persona, come di un gesto senza valore. Il ragazzo, attratto nel frattempo dalle violenze del nascente movimento fascista, vorrebbe partecipare alla marcia su Roma, e al ritorno dei compagni più grandi, riesce a inserirsi nelle azioni violente che animano Siracusa, aggravando sempre di più la sua situazione scolastica già precaria. Viene bocciato e torna dalla sua famiglia, in provincia, per trascorrere l’estate e studiare. Ha un amico più grande, Tarquinio, che lo affascina e che sente come un rivale, corrisponderà con lui durante la sua assenza e sarà proprio lui, al suo rientro in città, a introdurlo nel meraviglioso mondo della prostituta e donna di malaffare in senso lato, Zobeida, che lo accoglierà non come semplice cliente. Lui vivrà la sua iniziazione sessuale e il suo ingresso nella vita.
Il romanzo è gradevole, interessante nella rappresentazione della gioventù agli esordi del fascismo, lo stesso Vittorini ci mette in guardia dagli aspetti più inverosimili della narrazione e da certe ingenuità che lui attribuisce alla sua giovane età, aveva venticinque anni quando lo scrisse, soprattutto nell’assumere un punto di vista di un borghese liceale, lui che aveva studiato in un tecnico e che veniva dalla classe operaia o contadina. Ad ogni modo, anche se non ha valore documentario, esso riflette illusioni e tensioni tipiche dell’esordio della dittatura ed è per questo aspetto interessante, come per la rappresentazione del mondo familiare e delle sue dinamiche.
Sono indecisa se dare mezza stella in più, ma in fondo non cambia molto. Vittorini avrebbe potuto scrivere un ottimo romanzo di formazione, invece il libro risulta lento e appesantito da qualche capitolo in stile diaristico ed epistolare, alcuni passaggi sono confusi - e il motivo non è il consolidato stile onirico dell'autore, che comunque qui è presente in misura molto minore -, non viene lasciato quasi nessuno spazio ai personaggi secondari eccetto Tarquinio - la cui psicologia è approfondita attraverso le lettere che manda al protagonista, lettere che risultano troppo numerose e ricche di divagazioni per non stancare dopo un po' -. Il classico stile di Vittorini scompare - lo troviamo solo all'inizio, e infatti la scena in cui Giovanna dona il garofano al protagonista è l'unica che salvo - per lasciare spazio al linguaggio di un adolescente degli anni Trenta e alle sue, parliamoci chiaro, fisime mentali. Un ragazzino che vuole fare l'adulto, in contrasto col mondo e con i suoi genitori, la cui iniziazione sessuale avviene con la prostituta oggetto del desiderio dell'amico - ma ovviamente il rapporto con lei è quasi filiale. Il contesto non è mai abbastanza approfondito e il protagonista non arriva a nessuna maturazione, così, per quanto breve, l'impressione finale è quella di un romanzo pesante e a tratti noioso.
★★★¾ Sinds het lezen van 'Gesprek op Sicilië' kan Vittorini voor mij weinig of niets meer verkeerd doen (zie ook de verfilming door Straub & Huillet 'Sicilia!'). 'De rode anjer' is chronologisch gesproken zijn derde roman. Tijdens het schrijven ervan had Vittorini zich nog niet bekeerd tot het communisme dat hij later zo vurig zou gaan belijden, maar dweepte hij nog met het zwarte hemden-fascisme van Malaparte en co, zij het al met de nodige kanttekeningen. 'De rode anjer' is een grote kleinejongensroman, het verhaal van 2 jonge knapen die flirten met alles wat een rok draagt én met het rechtse gedachtengoed van Benito, nog voor die goed en wel Italië de onomkeerbare dieperik injoeg. Ze worden tot over hun oren verliefd op het liefje van de ander en zo zit het spel op de wagen. Een beklijvende roman vol van energie en levenslust, Italiaanse frivoliteit en vurige voor die tijd gewaagde erotiek. De zintuigelijke, coulante en quasi nonchalante stijl van Vittorini maakt van deze roman een impressionistische parel. Vertaald dankzij het Schwob-programma.
Het verhaal is intrigerend. Het boek bevat een nawoord dat wat mij betreft beter als voorwoord had kunnen worden toegevoegd. Ik heb het nawoord "stiekem" al gelezen toen ik op de helft van het verhaal was en vind dat het erg verhelderend is. Ik had liever al voor het lezen geweten dat het boek oorspronkelijk als feuilleton is verschenen. Dat maakt dat je als lezer van het boek bepaalde vreemde overgangen tussen hoofdstukken beter begrijpt. De benaming 'roman' gaat wat mij betreft dan ook niet helemaal op. Ik heb wel erg genoten van de beschrijvingen van het leven op Sicilië.
Alla fine del quarto ginnasio (correva l'anno 2006), la professoressa decise di darci delle letture estive e, accanto a "I Promessi sposi", "Ivanhoe", "L'Isola di Arturo" e "Il Barone Rampante" ci dette da leggere anche "Il Garofano rosso" di Elio Vittorini. Erano i tempi morti di un agosto trascorso in città che, non avendo nulla da fare e non avendo ancora internet e facebook (anzi, MSN ), mi misi a leggere questo romanzo per poi abbandonarlo dopo le prime 40 e passa pagine. Vuoi per la giovine età in cui sprizzavo ormoni da ogni poro, vuoi che mi interessava più andare al mare, lo abbandonai nello scaffale della mia libreria per molti anni, senza neanche riprenderlo per leggere la quarta di copertina.
Sono trascorsi 14 anni. In questo lungo arco temporale, oltre a laurearmi e ad aver fatto esperienze di varia natura, in questo ennesimo agosto trascorso in città ho ripreso in mano questo romanzo convinto che, forte delle tante letture fatte in tutto questo arco di tempo, avrei apprezzato finalmente questo romanzo. Beh, mi duole affermare che così non è stato e che se da adolescente lo abbandonai per immaturità di comprensione, oggi lo allegramente abbandonato a pagina 120 (sono migliorato, eh!) proprio perché "Il Garofano Rosso" mi fa, mi si perdoni la scurrilità, il latte alle ginocchia per due motivi:
1) Lo stile: davvero pesante e ampolloso, a tal punto da rallentare la narrazione e da costringermi a rileggere più di una volta una sola frase e a cercare sul dizionario il significati di alcuni vocaboli. Certo, c'è da dire che è un romanzo ambientato negli anni del fascismo e del delitto Matteotti e quindi è dato per scontato che l'italiano dell'epoca fosse differente da quello odierno, ma non è una valida giustificazione per proporre uno stile così ostico e improponibile.
2) La struttura in sé. La storia ruota attorno ad Alessio Mainardi, giovane studente liceale noto nell'ambiente scolastico più per essere stato espulso dall'istituto che per qualsiasi merito, e della sua amicizia con il compagno di stanza Tarquinio (anche lui un tipo MOOOLTO raccomandabile) con cui partecipa fervamente alla militanza politica con le squadre fasciste. In mezzo a questa vicenda il protagonista ha anche tempo di dedicarsi all'amore: dapprima un rapporto platonico con tale Giovanna che gli dona un garofano rosso (simbolo d'amore, ma dato il contesto anche di qualcos'altro..) e con la matura Zobeida, una prostituta. E qui Vittorini pecca parecchio, perché i personaggi non sono per nulla caratterizzati: tranne qualche accenno fisico, non sappiamo quasi niente di loro e Giovanna sembra quasi sparire dalla vicenda, così come sappiamo ben poco delle figure dei genitori. Va bene il voler descrivere il senso di distacco da un certo mondo fatto di regole e dogmi come quello degli adulti da parte di un'adolescente, ma sarebbe stato interessante anche un minimo accenno. Sinceramente non me ne faccio nulla di un "Vivevo meglio nella casa di campagna di mio nonno rispetto a quella cittadina dei miei genitori freddi e anafettivi".
A contribuire alla lentezza del ritmo ci pensa anche la struttura del romanzo, dove alla narrazione vera e propria si alternano pagine di diario e di scambio epistolare tra Alessio e Tarquinio, forse tra le pagine più pesanti del romanzo. Senza contare le sovrabbondanti descrizioni liriche che, per quanto alcune siano ben scritte, annoiano parecchio.
Insomma, "Il Garofano Rosso" è uno di quei pochi romanzi a cui purtroppo non darei un'altra possibilità. Troppo prolisso nel suo tentativo di essere un romanzo di formazione (e non lo è affatto) e troppo imbevuto di spirito giovanile tant'è che lo stesso Vittorini, nella prefazione dell'edizione del 1948, scrisse che pur riconoscendo al romanzo un valore documentario in quanto testimonianza della gioventù fascista non l'ha mai sentito davvero suo sia perché nello stesso periodo di stesura era impegnato con la traduzione degli autori americani e sia perché lo stesso organo di censura fascista fece comparire su Solaria, la rivista per cui Vittorini scriveva, le puntate del romanzo leggermente "rimaneggiate".
E la seconda volta che ho letto questo romanzo. La prima volta era nell' universitaria. Per me questo romanzo simbolizza il coming of age dei giovanotti nel periodo prima la seconda guerra mondiale. Leggevo volentieri la storia di Mainardi e la sua infatuazione per Zobeida.
It’s all boys together in the novel ‘De rode anjer’ (Il garofano rosso; The red carnation) by Elio Vittorini. No masterpiece imho, yet a good portrait of boys growing up, going to school as little as possible, but all the more concerned with girls and politics. In the mid-1920s in Italy it was fascism that fascinated Alessio Mainardi and his friend Tarquinio (the author likewise, by the way). May be it is Vittorini’s style which did not appeal to me: simply straight-forward, no metaphores, laconic. Yet underneath what happens there is, in some passages, a glimpse of the official political developments, but only if the reader has some pre-knowledge of Italian history, otherwise it might stay secluded. As a whole, for me, this novel, only has in some respects some lukewarm atmosphere. JM
Primo romanzo da me letto di Vittorini, posso dire che mi è piaciuto molto. Lo stile di scrittura semplice e scorrevole, la trama così onirica e ricca di aspetti interessanti dal punto di vista politico e sociale, la caratterizzazione dei personaggi e i rapporti tra di loro e con lo sfondo storico: tutto presente nel libro e tutti elementi per me positivi. Le scene che ho apprezzato di più sono quelle in cui Alessio torna a casa Er le vacanze estive e ho adorato i discorsi con la sorella anche riguardo la condizione operaia, e poi i momenti con Zobeida. Per il resto è anche un ottimo romanzo storico perché Vittorini mostra la confusione politica di quegli anni travagliati che hanno portato alla dittatura fascista. Piacevole e interessante.
Fondamentalmente un romanzo di formazione - la storia del giovane Alessio, la sua formazione scolastica, politica e amorosa. Certo detto cosi' potrebbe anche sembrare interessante, ma io l'ho trovato noiosissimo, e ne ho trascinato la lettura per 3 settimane piene....Mai piu', e meno male che non mi e' toccato studiarlo a scuola.
Depois de mil e um recomeços e tentativas frustradas de ler esse livro, com dificuldades tanto emocionais quanto de barreira na língua, finalmente terminei o que demorou mais de 2 anos.
Conheci esse livro por intermédio de um dos meus álbuns favoritos da banda italiana Banco del Mutuo Soccorso, um pouco antes da trágica morte do poeta e vocalista da banda, Francesco di Giacomo. Sendo, junto com o pianista Vittorio Nocenzi, o meu letrista favorito de todos, esse homem conseguiu me inspirar profundamente em momentos terríveis da minha vida, com letras-poema que falavam da perseverança ante as vicissitudes do mar, da chuva, do terror político e até da primavera. Ironicamente esse album, Garofano Rosso, é totalmente instrumental e foi na verdade feito por encomenda para a trilha sonora do filme homônimo, inspirado no livro também homônimo. Por isso decidi que não veria o fim dos meus dias sem ter lido o livro e visto o filme, por questão de honra e inspiração que ele incutiu na minha própria vida.
Foi escrito na juventude de Elio Vittorini, com certo valor autobiográfico, e retrata o pensamento de um garoto de 14 anos, Alessio Mainardi, durante o advento do fascismo e da conjuntura política instável da época. Os camisas negras despontam aqui e ali na história, bem como os membros da resistência, os partigiani, todos jovens e cheios de vigor e espírito de luta, mas também com muita ingenuidade, intrínseca à juventude. Aliás, a ingenuidade parece ser o grande tema do livro, que tem como história principal a descoberta do amor e da sexualidade por esse garoto, sempre cheio de presunção e arrogância, mas transbordando inocência.
O capítulo inicial do livro foi publicado à época em que foi escrito, nos anos 30, e prometia uma história bonita e cheia de simbolismo. O garoto descobre um amor platônico por uma estudante mais velha, que lhe deu um cravo vermelho, que durante o livro inteiro representava o seu amor juvenil e idealizado. Posteriormente o garoto se envolve em um pequeno movimento estudantil e participa de uma greve, que acaba provocando sua reprovação no 1º ano do ginásio e destruindo as possibilidades de manter aquele amor. Diante disso, o pai do garoto o obriga a voltar para casa e estudar para tentar, além de ser aprovado, também saltar de ano e começar o ano seguinte no 3º ano do liceu.
Durante esse hiato, o garoto conhece a sexualidade no bordel da cidade, e mais especificamente conhece o amor erótico com a prostituta Zobeida. Essa mulher andava sempre vestida com elegância e garbo, e mantinha uma certa compleição de mulher inviolada, apesar da sua ocupação. Alessio a conhece de longe e de perto, e percebe que o mundo e o amor têm mais facetas do que a presunção de adolescente poderia mostrar.
Infelizmente, após o primeiro capítulo, Elio Vittorini teve problemas com a censura fascista e foi obrigado a adulterar a história, chegando ao ponto em que o livro era escrito sem a inspiração de quem procura escrever sobre a verdade, mas sim com ímpeto e impaciência. O livro cai em qualidade rapidamente após o terceiro capítulo, que foi totalmente censurado. Isso provocou a adiação da publicação total da obra para somente 13 anos depois, quando Vittorini já era um escritor mais maduro e consciente do que queria para seu papel de escritor.
Vittorini, então, adiciona ao livro o prefácio, que ao fim tinha mais a dizer do que toda a obra, e explica os motivos do adiamento e da qualidade pueril que a obra acabou tendo. Por questão de honra, decidiu publicá-lo, para mostrar, com a verdade que sempre buscou, como o caminho de um escritor pode ser tortuoso e, por vezes, aparentemente inútil. Mas alcançou seu objetivo final, publicou uma obra medíocre mas cheia de significado, graças ao seu prefácio e currículo de belo escritor.
Como o livro acabou sendo uma obra ruim, seja pela sua fuga ao tema, focando demais em assuntos pueris, seja pela escrita impetuosa, acabou se tornando algo que não recomendaria a quem não é fã ou entusiasta da literatura italiana. Mas para mim se tornou um livro importante, por ruim que seja, e é por isso que decidi, como Vittorini, escrever um pouco da minha verdade sobre a história e publicar aqui. No fim das contas, foi uma ótima experiência.
Il garofano rosso di Elio Vittorini - Ed. Mondadori - 168 pagine
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Sfida #valledeimulinichallenge2022 @biblioinfluencer Obiettivo: un libro che la bibliotecaria (ciao Nicoletta!) sta per rimettere a scaffale.
E' la storia di un liceale, Alessio Mainardi, delle sue amicizie, in primis con Tarquinio Masseo, di qualche anno più grande, ma anche con gli altri compagni di scuola e coi ragazzi del pensionato dove alloggiano entrambi, intrecciata con le storie d'amore per Giovanna, una compagna di scuola, e Zobeida, una prostituta del bordello cittadino.
Giovanna è un amore idealizzato, tra loro solo poche parole e un bacio effimero a cui segue il dono del garofano rosso. Zobeida invece è l'amore passionale, intenso e fisico. Alessio è forse l'unico ragazzo cui lei si conceda, ed è probabilmente l'unico che comprende veramente le emozioni e il carattere di lei, di norma celati dalle imposizioni della professione.
Tra le due narrazioni scorre il tempo della pausa estiva, della fine della scuola, del ritorno dalla famiglia al paese di origine. In questo soggiorno Alessio rivive tutti i momenti felici della sua infanzia - una parte molto poetica, che ho apprezzato particolarmente - ma le sue posizioni anti-borghesi lo portano a contrasti con la famiglia: disprezza quasi il lavoro del padre, imprenditore, a favore degli operai della sua azienda.
Il garofano rosso è un’ analisi attenta e minuziosa, condotta in prima persona, di una maturazione sentimentale, politica e sociale nell'Italia degli anni Venti, quando le passioni erano ardenti e anche un garofano rosso all'occhiello, ingenuo pegno d'amore, poteva apparire come un simbolo sovversivo. E’ un romanzo "vecchio", nello stile e nei contenuti, di non facilissima lettura, qualche espressione non è più nelle nostre orecchie, eppure è bello, dolce-amaro, colmo di disincanto adolescenziale e di illusioni politiche, riporta proprio agli anni di gioventù - almeno a quella di qualche anno fa - con quei dubbi e quei deragliamenti di pensiero tipici di quell'età; è ben rappresentata la confusione tipica degli adolescenti nel campo amoroso, come in quello politico e dell'amicizia. Un bel libro di formazione sulla fine dell'adolescenza, sui turbamenti e sui cambiamenti, sull'ambivalenza nei confronti della vita e delle scelte sentimentali, sul passaggio, con desiderio e anche timore, alla vita adulta.
Non fa per voi se amate esclusivamente lo stile e le narrazioni contemporanee.
De zestienjarige Mainardo laat zijn oog vallen op Giovanna, die een klas hoger zit. "Zij was de dochter van een kolonel. Ik vond haar beeldschoon, al droeg ze een hoedje dat de helft van haar gezicht verborg.” (!) Hij krijgt een rode anjer van haar, die hij trots op zijn hemd prikt. De platonische liefde vervult hem met levenslust en brengt zijn zintuigen in hyperfocus. De hele wereld stroomt over, de aarde dampt en ruikt naar wortels, in de bomen ritselen slangen. De vonken slaan ook op een andere manier over: dan gaat hij de straat op met een stok, gekleed in een zwart hemd, breekt hij in zijn school in, en vecht hij in de haven een bloederig duel. Met zijn olijke vriend Tarquinio spreekt hij af in "het hol", een donkere hoek in een smidse, waar ze het over politiek hebben. Door het liefdesverhaal in "De rode anjer" heen ruist een proto-fascistisch anarchisme, de aantrekkingskracht van gevaar, wildheid, verandering, moderniteit, vitaliteit. Waar het boek echt in uitblinkt zijn de karakteriseringen, vaak in twee of drie penseelstreken, van nevenpersonages en locaties, en de raak gekozen waarnemingen, die het Sicilië uit de jaren '20 volledig tot leven doet komen. Ik was ook onder de indruk van de vertaling: het komt allemaal heel goed tot zijn recht in het Nederlands van Emilia Menkveld, en bij momenten moest ik denken aan de jonge werken van Hugo Claus. Een fascinerende ontdekking!
Durante le vacanze invernali mentre ero in Italia, ho fatto un breve viaggio in Sicilia. Non ci andavo da anni e non ero mai stata nelle zone di Siracusa e Catania. Prima di andare sono andata a cercare un romanzo che potesse accompagnarmi in questo viaggio... nell'immensità della libreria, stavo dando un'occhiata al Gattopardo pensando potesse essere arrivato il momento di rileggerlo... eppure non ero convinta, non mi sentivo "chiamata" per così dire. Ero alla lettera T, ho alzato gli occhi che mi sono caduti oltre, verso la V. Vedevo il retro di una copertina in cui ho riconosciuto Elio Vittorini. Mi sono detta... era siciliano Elio Vittorini... così, posato il "gattopardo" ho preso tra le mani quel libro. Si trattava de "Il garofano rosso" uno dei primi romanzi di Vittorini ambientato proprio a Siracusa alla fine degli anni Venti. Ho letto l'incipit, come faccio sempre prima di decidere se comprare o no un romanzo, e mi ha rapita. L'ho letto e ho amato ogni parola, ogni frase che posta vicino alla successiva genera una poesia e una delicatezza di rara fattura. Leggendo il saggio dello stesso Vittorini alla fine del romanzo poi, si scopre uno scrittore centrato e votato tutto alla ricerca di quell'unica verità che secondo lui è l'ossessione di uno scrittore che non fa che ricercarcarne la forma migliore a ogni successivo romanzo. Wow. Sono stregata!
De mannelijke hormonen spatten van iedere bladzijde. De vriendschap tussen Tarquino, achtien jaar en Mainardi, zestien jaar is aandoenlijk om te lezen en flink onderhevig aan haantjes gedrag! Tarquino is minstens zo belangrijk voor Mainardi als zijn object van liefde Giovanna, vind ik al met al. De politieke overpeinzingen en discussies borrelen van jeugdige overmoed en een verlangen naar verandering, (blz 46:'Ik ging snel mijn zwarte hemd aantrekken, zocht een stok en ging naar beneden' , ze zijn gedateerd want verhaal is geschreven in 1933/1936 als feuilleton, in 1948 bewerkt en uitgegeven als boek) maar ook van onwetendheid en naïviteit. Evenzo de gedachten en mijmeringen over de liefde. Veel praatjes en een zeer groot verlangen naar! Prostitutiebezoek is voor een scholier van zestien uit de middenklasse blijkbaar heel gewoon. In het laatste hoofdstuk: De spontane openbare bijeenkomst met blijkbaar enkel mannelijk gezelschap, een soort brainstorm over een 'wetboek der liefde' onder leiding van het magere ventje met de pet vond ik eerder hilarisch. Ik las het graag, vooral door de fijne stijl. Je voelt de zomer, ruikt de aarde, gaat mee in de levenslust. Er bestaat ook een podcast waarin het boek wordt besproken met de vertaalster Emilia Menkveld en schrijver Ernest van der Kwast https://www.vpro.nl/speel~WO_VPRO_861...
I temi del romanzo sono quelli tipici del romanzo di formazione: rapporto tra amici, gap generazionale che fa desiderare, idealizzandola, la vita da adulti, l'ammirazione di Alessio Mainardi, protagonista più giovane e inesperto, verso Tarquinio, l'amico più di cui però è anche invidioso. La premessa per trattare di tutto ciò è il dono di un pegno d'amore, un garofano rosso, che Giovanna, la ragazza che piace a Mainardi, fa al ragazzo. La narrazione però risulta confusa, frammentaria, alcuni personaggi sono abbozzati e presentati solo con pochi accenni, coma Menta, sorella di Alessio. I temi accennati non vengono espressi chiaramente né in modo esaustivo. L'ingresso nella storia di un'altra ragazza, Zobeida, è necessario alla crescita di Alessio ed è il modo per mettersi alla pari con gli "adulti" andando a letto con lei. Tutto il racconto è permeato dalla nostalgica amicizia verso Tarquinio, che con il tempo si affievolisce proprio a causa di queste relazioni. Lo stile, a parte qualche bel passaggio pervaso di malinconia e introspezione, è confusionario e poco scorrevole.
“ha ragione il piccolo zoppo. ci vuole qualcosa che ci obblighi a esser migliori...”
mi è piaciuto lo stile di vittorini. mi è piaciuta la fotografia di un’epoca (gli anni Venti), di una fascinazione ideologica - il fascismo -. mi è piaciuta la liricità con cui l’autore parla delle donne e dei sentimenti, quando ci si mette. sinceramente mi è piaciuto anche che da un punto in poi non si sappia più cosa ne sia, di questo benedetto garofano rosso, un elemento che per metà è simbolo di innocenza e per metà di malizia.
Is eigenlijk 3,5 ster. Een bijzonder boek, voor veel aspecten zou ik het wel 4 of 5 sterren willen geven. Het boek deed me soms aan L'Étranger van Albert Camus denken. De stijl is zeker aansprekend, zo ook de setting. Waarom toch geen 4 of 5 sterren? Ik heb toch graag een hoofdpersoon waarmee ik me tot op zekere hoogte kan identificeren en dat lukte mij bij deze knaap niet. Dat is een zeer persoonlijk bezwaar, het boek is zeker de moeite waard.
Romanzo breve, che si legge d’un fiato. L’autore è ancora lontano dagli sperimentalismi che, in maniera inconfondibile, ne caratterizzeranno lo stile nei lavori successivi; ma la poetica di Vittorini, il suo sguardo onirico e trasognato emergono tra le righe della vicenda e restituiscono con potenza i moti interiori del protagonista adolescente, nella fase critica del passaggio all’età adulta. Meraviglioso romanzo di formazione che, con poesia, riporta ad un’età fondamentale della nostra vita.
Stile molto lontano dal Vittorini maturo essendo il primo libro da lui scritto. Sicuramente ha un valore documentaristico (per quanto riguarda le illusioni dell’epoca) ma purtroppo risulta lento e spesso divaga. Da leggere la prefazione posta alla fine del Vittorini di 13 anni dopo che cerca di giustificare in qualche modo questo suo romanzo che ritiene ormai tanto lontano dalla sua identità ma allo stesso tempo portatore di una verità dell’epoca di inizio fascismo.
school got me into a fat reading slump this month, this book took me forever to read but not cause it was bad, i just didn't really get into the plot. the story is mainly about how fascism influenced the youth and how young people who were seeking for a way to express their impulses found a way to do it through it without actually knowing what fascism was. as i said, it wasn't bad, the story wasn't really exciting that's all.
A prescindere dell'ottima qualità, per me rappresenta un testo molto importante, mi ha aiutato a crescere e a riflettere, l'autore espone due facce dell'amore che coinvolgono il lettore esponendo una lenta analisi del sentimento prima adolescenziale poi adulto