Il testo Le intelligenze artificiali permeano molti aspetti del vivere fare una ricerca in internet, chiedere un prestito, cercare lavoro e anche conoscere una persona attraverso una piattaforma avviene mediante l'azione di vari algoritmi di intelligenza artificiale. Queste tecnologie, proprio perché presenti sullo sfondo dell'esistenza, diventano pressoché invisibili e ci sono sconosciute nella loro vera natura. Cercare di rendere visibile e comprensibile l'azione di questi strumenti onnipresenti e chiedersi cosa fare per gestirli e come non estromettere l'uomo dal decidere è l'obiettivo di questo testo. Il libro affronta la sfida di mantenere l'umanità capace di controllo in un epoca in cui la macchina si fa capace di surrogare le decisioni umane. Cosa la macchina può fare senza il controllo umano? Che decisioni può prendere? Come gestire gli eventuali esiti nefasti di questa delega? Ma soprattutto come far sì che la persona rimanga sempre al centro di quei processi vitali per la sopravvivenza della nostra specie e per una pacifica convivenza sociale?
L'autore Paolo Benanti, francescano del Terzo Ordine Regolare, si occupa di etica delle la gestione dell' internet e digitale, le intelligenze artificiali, le neuroscienze e le neurotecnologie. Ha perfezionato il suo curriculum presso la Pontificia Università Gregoriana (la dissertazione di dottorato, dal titolo The Cyborg. Corpo e corporeità nell'epoca del postumano, ha vinto il Premio Belarmino - Vedovato) e, come visiting schoolar, presso la Georgetown University. Ha fatto parte del gruppo di trenta esperti del Ministero dello sviluppo economico per l'elaborazione della Strategia italiana per l'intelligenza artificiale. Tra le sue pubblicazioni La grande invenzione. Il linguaggio come tecnologia, dalle pitture rupestri al GPT-3 (2021), Vedere l'alba dentro l'imbrunire. Scenari plausibili dopo il Covid-19 (2020), Ricordare troppo. Eccessi di memoria da Borges alle neuroscienze (2020) e Digital Age, Teoria del cambio d'epoca. Persona, famiglia e società (2020).
Contro ogni aspettativa (colpa mia che per qualche ragione partivo prevenuta) questo libro è veramente interessante.
Al passo con i tempi, centrato, pragmatico, incredibilmente curato.
Mi ha permesso di riflettere. Non si tratta di una lettura leggera e forse non ho colto proprio tutto tutto tutto ma posso dire che mi ha aperto molte curiosità e mi ha permesso di restare ancorata al presente, con i piedi per terra e nella posizione di chi vuole agire insieme alla comunità a fine di bene.
È riuscito in quello che consiglia nelle ultime pagine del libro: proporre e produrre un cambiamento che coinvolga gli individui in senso positivo.
Al netto delle prospettive e delle discordanze questo è veramente un libro arricchente.
Dopo aver letto Life 3.0 di Tegmark, Superintelligence di Bostrom e altro su questa falsariga, ho voluto provare un autore italiano. Quale miglior cimento se non l'ultimo libro del neo nominato unico membro italiano del Comitato sull'intelligenza artificiale delle Nazioni Unite? Lasciamo stare. A parte qualche spunto brillante è uno sfoggio di erudizione fine a se stessa, in cui l'aneddoto guida la narrazione. Scritto nella tradizione retorica che ci contraddistingue in cui la forma è più importante della sostanza. Basta dire che l'introduzione è di Giuliano Amato e direi che ho detto tutto. Non mi è piaciuto e mi ha lasciato poco direi.
Un'infarinatura generica di concetti basilari di etica, cognizione, statistica e calcolo. Intelligenza artificiale? Vista col binocolo e di sfuggita, se devo essere onesto. Soltanto una menzione qua e là.
Molte delle tematiche coperte sono applicabili a qualsiasi innovazione con un qualche impatto sociale. AI? Certamente, ma anche cloud computing, internet, telefonia mobile, automobili, così come vanghe da orto e pitture rupestri.
Alla fine di ogni capitolo, stanco a causa di una teoria arida e nemmeno troppo "on point", ho spesso sperato che quello seguente potesse finalmente coprire gli aspetti pragmatici, reali, dell'impatto dell'AI sulla nostra società, ma ciò non è mai successo.
Si salvano forse gli ultimi due capitoli, gli unici che trattano un poco di AI (algoretica e governance), sebbene siano troppo concisi e superficiali per poter essere veramente di impatto.
Troppa retorica, poca sostanza --> Less lore, more wisdom.
E occhio agli errori di grammatica... Ne ho visti tre, di cui uno direttamente in sovraccoperta.