È l’autunno del 2001. Mentre il resto del mondo guarda due torri che smettono di essere torri, per Johann, che vive in un bivacco a quota 2000 metri, nelle Dolomiti più belle e solitarie, quelle notizie arrivano lontane, come parte di un mondo estraneo. È una vita piccola, piena di solitudine, la sua, fatta di routine allenate negli le transumanze, le corse ad alta quota, i lavori al rifugio, le albe alle seggiovie, i silenzi giganti dei monti. Johann non è mai uscito dalla valle. Non ha mai superato i suoi confini. Non è mai arrivato tra le colline, nelle pianure, nelle città orizzontali. Sogna gli zero metri sopra il livello del mare, che non ha mai visto. Un divieto vecchio, una proibizione che non viene da nessuna parte se non da lui, gli impedisce di andarsene. Ma una notte, in mezzo al buio, in mezzo all’inverno che comincia, arriva una ragazza nella valle. Viene da New York, parla con un accento straniero ed ha appena perduto ogni cosa. Vengono da mondi opposti, ma sono mossi dalla stessa come si fa ad appartenere veramente a qualcosa?
- Perché vivi qualcosa che puoi perdere per sempre? - Sì qualcosa del genere - L’alternativa però è non viverla mai
Johann ha diciassette anni e ha sempre vissuto in montagna, seguendo il ritmo dettato dalla natura, dal sorgere e tramontare del sole, dalle stagioni. Eppure ha sempre desiderato attraversare una porta e partire per la città, ma non ne ha mai avuto il coraggio. L'arrivo di Alicia, newyorkese alla ricerca di un nuovo inizio dopo l'attentato delle Torri Gemelle che le ha tolto tutto, sarà l'inizio di un percorso per capire cosa desidera davvero e se mai sarà in grado di prendere quel coraggio che gli manca.
Non mi ha fatto impazzire, ma è comunque un buon libro e una lettura nel complesso piacevole. Oltre a essere l’ambientazione del romanzo, le montagne costituiscono un personaggio attorno alle quali ruota l’esistenza del giovane Johann. Nato e cresciuto tra le alture delle Dolomiti, il protagonista è combattuto dal desiderio di uscire, di oltrepassare quelle vette ed esplorare il mondo. Può sembrare una scelta semplice, ma la montagna è come una calamita che ti attira a sé con la sua immensità e difficilmente vuole lasciarti andare via. È un romanzo introspettivo, con vivide descrizioni e pieno di spunti di riflessione, specie per coloro che amano la montagna. Tuttavia, trovo che la storia sia abbastanza piatta e poco credibile, mentre i personaggi, ad eccezione del protagonista, non siano sufficientemente approfonditi.
Anime Azzurre di Botteon è uno di quei libri che sembra farti camminare in punta di piedi, accanto al protagonista, John, attraverso paesaggi interiori e fisici che si intrecciano in modo affascinante. L’ho letto in un paio di giorni e devo dire che è scritto davvero bene. La narrazione è molto introspettiva, con tanti particolari della vita di Johann che, volendo, possiamo ritrovare in ognuno di noi. Ci sono frasi che sembrano vere e proprie metafore sulla vita, di quelle che ti fanno fermare e riflettere.
Un elemento che si percepisce per tutto il libro, pur restando sullo sfondo, sono le montagne. Sono sempre lì, quasi come un personaggio silenzioso: simbolo di stabilità, di sfida, o forse di quella ricerca interiore che attraversa tutto il romanzo. Non sono mai protagoniste dirette, ma accompagnano i momenti di riflessione e i cambiamenti di Johann, rendendo l’atmosfera ancora più densa e meditativa.
C’è anche una storia d’amore: è un amore dolce e intenso, fatto di quei momenti che rimangono incisi nell’anima, anche se poi la vita prende altre direzioni. Questa storia, carica di emozioni e nostalgia, si lega al presente in un modo che fa riflettere su quanto le esperienze ci plasmino e ci accompagnino sempre.
La prima parte del libro è lenta, molto descrittiva, quasi immobile. Per chi non ama i ritmi pacati, può sembrare difficile da seguire. Ma poi, nelle ultime 30 pagine, arriva un cambiamento repentino: il ritmo accelera, la storia si ribalta, succede tutto insieme. È un contrasto forte che può piacere o spiazzare.
In definitiva, Anime Azzurre è un libro che vale la pena leggere, soprattutto se amate le storie introspettive, ricche di dettagli e di riflessioni sulla vita. Non do 5 stelle perché non è proprio il mio genere, ma riconosco la qualità della scrittura e la profondità della storia.
This entire review has been hidden because of spoilers.
Insomma... mi ha un po' delusa, mi aspettavo una storia diversa, non una storia di adolescenti. E poi mi è sembrato un po' troppo pieno di eventi luttuosi. Il motivo trainante è il desiderio di uscire dalle cose conosciute, dalla vita di sempre, desiderio che è accompagnato, soprattutto frenato dalla paura. Mi apre che questo tema venga ripetuto fin troppe volte.
“E alla fine bisogna continuare ad alzarsi, a vivere nel vento, finché, voltandosi indietro, raggiunta la luna, non apparirà, all’indietro, un senso, un ricollegamento di puntini lontani, una traiettoria o una direzione, che, tutta insieme, è stata la nostra vita”