“È il caso di un bugiardo che si può definire patologico, che mente per fare breccia nelle ragazze, o mettersi in buona luce con le persone; ma con bugie gigantesche, insostenibili, che gli escono come se lui stesso ne fosse vittima, al prezzo di gravi angosce e l’accavallarsi inestricabile delle vicende. Arriva a dire di essere medico ed esercitare; scrittore senza avere mai scritto; barbone, e direttore d’orchestra, dovendo poi dirigere senza saper nulla di direzione e di musica. Vittima di se stesso, rapidamente le bugie si accumulano, si gonfiano, pesano, in un crescendo sempre più prossimo al precipizio e alla catastrofe. Cui si aggiunge la tendenza anche degli altri a mentire. Come finisce? Non ve lo dico. Dico solo che tutti mentiamo continuamente, anche senza badarci, anche solo per fare bella figura, sulle nostre capacità, sulle competenze, sui nostri questa è la storia di un caso estremo, raro, esemplare, ispirato a un fatto accaduto. Ogni tanto potrebbe anche divertire e far ridere; oltre che meditare sulle più tipiche fatali propensioni dell’umanità.” Ermanno Cavazzoni
Ermanno Cavazzoni, nato a Reggio Emilia nel 1947, vive a Bologna. È autore di vari libri di narrativa: Le tentazioni di Girolamo (1991), I sette cuori (1992), Le leggende dei santi (1993), Vite brevi di idioti (1994), Cirenaica (1999, riedito come La valle dei ladri, 2014), Gli scrittori inutili (2002), Storia naturale dei giganti (2007), Il limbo delle fantasticazioni (2009), Guida agli animali fantastici (2011), Il pensatore solitario (2015), Gli eremiti del deserto (2016). Per La nave di Teseo ha pubblicato La galassia dei dementi (2018), vincitore del Premio Campiello – selezione Giuria dei Letterati, e Storie vere e verissime (2019) e Il poema dei lunatici (nuova edizione 2020). Nel corso degli anni ha collaborato con musicisti per i testi e per piccoli spettacoli, ha scritto testi teatrali, trasmissioni radio e film (sceneggiatura di La voce della luna di Federico Fellini, il documentario La vita come viaggio aziendale del 2006 finalista al festival di Amsterdam, la regia di Vacanze al mare 2014). È stato, con Gianni Celati e altri, ideatore e curatore della rivista “Il semplice”.
Letto, anzi ascoltato, perché Neri Marcore l’ha consigliato in un podcast. È una storia pirandelliana che dice anche molto del nostro tempo, degnamente coronata da un finale che fa sorridere e dispera al tempo spesso. Purtroppo per mia natura personale non ho potuto fare del tutto a meno di sperare nella galera per Nick.
Uno è chiaramente incline a pensare che le bugie nascano per fregare qualcun altro, ed in molti casi probabilmente è vero. Cavazzoni, che per il poco che lo conosco mi pare uno scrittore (ma forse una persona, prima di tutto) con uno sguardo sul mondo un po' più obliquo della media, però prova a offrire un'interpretazione diversa. Il protagonista di questo romanzo, Nicola XY (il cognome è lasciato ignoto per riserbo), infatti è un bugiardo clamoroso ed è di fatto l'unica vittima delle proprie bugie. Schiacciato dalle aspettative, cercando di piacere o di rimediare un appuntamento, Nicola si improvvisa scrittore di romanzi sentimentali, celebre direttore d'orchestra o medico (quasi santo, perfino) creandosi personalità da gestire sempre più intricate e in conflitto l'una con l'altra. Alternando quasi una commedia slapstick a quello che in fondo è un dramma patologico, col suo carico di ansia e panico, "Il gran bugiardo" ha uno sguardo benevolo nei confronti del suo protagonista, che ricalca più lo Zelig di Woody Allen che non un freddo mentitore per calcolo e per guadagno personale. Infatti, la cosa più interessante è che al momento dell'interpretazione, del mettere assieme lo spettacolo delle sue identità fasulle, Nicola si trova perfettamente a suo agio, quasi come avvenisse una metamorfosi, e perfino nelle situazioni più paradossali vede vie d'uscita via via più rocambolesche e divertenti. In fondo, se un po' piccoli bugiardi (anche non volendo, nel "colorare" la propria vita e i nostri rapporti con gli altri) lo siamo tutti, almeno Nicola XY lo è in modo grandioso.
Inizialmente mi ha ricordato L'avversario, ma ben presto mi sono ricreduta. È a tratti esilarante però, mi duole dirlo, anche verosimile. È stata una lettura molto scorrevole, anche perché il libro è brevissimo (160pagine). Lo consiglio se si desidera fare una lettura sui generis. [Alcune parti le ho ascoltate su Audible, molto apprezzato]
Un bel libro.Scritto bene che interpreta la vera vita di un bravo bugiardo che non sbaglia quasi niente fino alla fine. Molto scorrevole. Letto davvero volentieri. Consiglio.