Una biografia agile e illuminante su una delle figure più misteriose e drammatiche dell’arte. Oltre 8 mila copie vendute nella precedente edizione.
Una biografia può essere rigorosa come un saggio e affascinante come un romanzo? Sì, se il personaggio di cui si insegue la vita in un vertiginoso balzo all’indietro nel tempo è Vincent van Gogh e il biografo ha la bravura di Giordano Bruno Guerri. Il libro di Guerri dà la possibilità ai lettori di addentrarsi fra i segreti di questa straordinaria e drammatica figura della storia dell’arte. La ribellione contro la piccola borghesia del XIX secolo, le infatuazioni mistiche, l’abbandono della fede e la riscoperta di una visione totalizzante della natura, il rapporto con le donne, il legame morboso con il fratello Theo, la malattia mentale che infine prorompe in perfetto parallelismo con un’estrema consapevolezza creativa. Una storia amara, di felicità intellettuale e sensuale, raggiunta attraverso la solitudine più completa. Quella stessa solitudine che gli consentì di dipingere alcuni dei capolavori assoluti dell’arte contemporanea, di “andare al cuore della gente, al cuore delle cose”.
Amo Van Gogh fin da quando in 5° liceo la professoressa ci ha portato in aula di disegno e ci ha proiettato i suoi quadri parlandoci delle sue difficoltà e dell’ipotesi, ventilata da molti, che fosse pazzo. All’epoca ho pensato: se fossi stata sua amica avrei potuto salvarlo (manie di grandezza post adolescenziali). La pazzia (o meglio follia, termine più facilmente associabile ad un artista) è l’ipotesi che l’autore di questo libro cerca in ogni modo di screditare e sconfermare parlando di Vincent quasi come di un amico da proteggere. Guerri difende a spada tratta (a volte in modo quasi morboso) la sensibilità disarmante e quasi ingenua di van Gogh. Il quadro che ne esce, nell’excursus ben narrato dei 37 anni di vita, è quello di una persona che ha sempre cercato qualcosa che non ha mai trovato veramente: l’amore (le donne che frequentava erano per di più prostitute), la fama (quasi nessuno ha comprato le sue opere mentre era in vita, alcuni ci hanno anche giocato a freccette o le hanno usate come carta per il camino… si saranno mangiate anche i gomiti poi), l’affetto del fratello (che sarà comunque la sua unica ancora di salvezza psichica ed economica). Il libro fa emergere la persona, più che l’artista, cercando di ridimensionare tutto quello che negli anni è stato romanzato come ad esempio la sua morte che non è avvenuta, come si crede, nei campi di grano che lui aveva appena dipinto ma bensì in una fossa di letame dove lui si è volontariamente sdraiato per spararsi. Ho trovato questo libro molto interessante, scritto bene, con passione ma anche con un certo distacco. Non si può considerare una biografia completa di van Gogh ma sicuramente un punto di vista interessante sugli aspetti più tristi e malinconici dell’esistenza di uno dei più grandi artisti di tutti i tempi. L’inserimento di immagini di alcuni dei quadri più famosi ha aiutato a leggere immaginando i colori e le sensazioni che lui cercava di trasmettere con le pennellate gialle, blu e rosse. Ammetto che in alcuni punti quasi mi è scappata la lacrimuccia…
È sempre difficile raccontare una storia di qualcuno vissuto realmente. Soprattutto quando è famoso. Soprattutto quando si parla di una personalità come Vincent Van Gogh. Ma la scrittura dell’autore è tutt’altro che difficile, con pensieri e ipotesi sue su varie caratteristiche della vita del pittore, ci “dipinge” la sua idea di Vincent, senza romanzarla, ma illustrandoci i suoi rapporti umani, i suoi difetti, la sua tensione verso l’infinito, la sua incomprensione, la sua profonda inquietudine, tutto che si riversa nella sua arte. Io che ho amato le lettere a Theo, mi sono commossa a rileggere qualcosa della sua vita. Consigliatissimo a tutti.
Ero incuriosita dalla figura di van Gogh e da quel titolo, soprattutto da quel punto di domanda. Lettura coinvolgente. A tratti interrompevo per respirare. Profondo, impressionante. Ora Vincent è più vicino: immortale e uno di noi.
Van Gogh, il più grande di tutti. Estremamente sensibile, egoista, irascibile, buono e triste. Un uomo che viveva di arte ma che nessuno riusciva a capire. La sua vita tormentata è riassunta qui e non si può non emozionarsi nel leggerla. Dallo sconosciuto olandese cui sputavano sulle tele per disprezzo al più grande artista moderno di sempre. Nessuno come lui, nessuno come Vincent.
Se ,come me, ignoravate completamente la vita di Vincent, questo libro vi colpirà tantissimo, oltre che per la storia della vita di questo grande artista, anche per la sua sensibilità e profonda emarginazione dalla società che ha dovuto subire fino all'ultimo dei suoi giorni.
Il libro tratta con uno stile fluido e agevole la vita di Van Gogh affrontando i momenti che l'hanno visto apparire come un pazzo ai suoi contemporanei e non. L'autore non crede che Van Gogh sia da considerarsi pazzo e nel suo racconto breve finisce per far apparire coloro che gli sono stati vicino come più pazzi di lui. La dimensione breve del testo non permette di approfondire la questione, ma è un ottimo spunto per vedere la vicenda Van Gogh da un altro punto di vista. Di particolare menzione lo stile narrativo dell'autore che con il suo sarcasmo rende il tutto piacevole e diretto.
Follia?: Vita di Vincent van Gogh (Madness?: Life of Vincent van Gogh) is the umpteenth biography written on the life of world-famous Dutch painter, Vincent van Gogh. This book had been written in Italian by the editorial director of the Gruppo Mondadori Giordano Bruno Guerri. It is a short biography that illustrates all the main experiences of the Dutch artist in Holland, England and France.
I have read so many biographies by van Gogh as I am a fan of his work and his persona as an artist. This is a short and interesting biography of the artist. This work is complete with all of the big events in his life. It gave me some new insights into his life that I have never read before. Such as the encounter with Jeanne Calment, the oldest person who has ever lived in the world, who, in the 1990s, gave a personal testimony of the life of the painter which is worth investigating further. I liked this book also because is very short and I read it easily in four days. I was not particularly interested in deepening the subject as I have already read so many biographies of van Gogh. However, what I did not like about this book is the citation by the author of the value of van Gogh's paintings have recently gained. It stressed so much the value that his works have reached compared with the value that his work had at the time which is superficial and pointless to understand the career of this artist. As I mentioned in other reviews in Goodreads on other biographies, as an artist myself, I'm interested to understand the artist's career, and historical experiences in his or her environment rather than the descriptions of the paintings or, as it is in this case, on the value that the van Gogh's paintings have gained. If you can read in Italian and you're interested in the life of Vincent van Gogh this book is worth reading. You can manage to read it in a day.
Può una vita umana arrivare a limiti di follia? Questa è la domanda che mi sono chiesta durante la lettura di un libro che ho amato con tutta me stessa. . Leggere la storia di Van Gogh è stato bellissimo ma allo stesso tempo straziante. La sua vita il più delle volte è stata portata a livelli di esasperazione, nessuno credeva nella sua pittura, nella sua arte. . Van Gogh non ha solo sofferto per incapacità di espressione (nel primissimo periodo) ma ha sofferto anche per mancanza di affetto familiare. Nella sua famiglia nessuno lo ha sostenuto durante i suoi studi relativi all’arte se non suo fratello Theo. . Theo lo supporta moralmente, umanamente ed economicamente, cerca di spronarlo per farsì che l’arte del fratello esca fuori. . Non so perché ma parlare di questo libro mi viene particolarmente difficile, forse perché penso che Van Gogh non sia stato un folle come lo descrivevano tutti durante gli anni della sua esistenza, penso piuttosto che la sua “follia” sia scaturita dal fatto che non ha mai ricevuto amore né familiare né coniugale. Aveva un gran desiderio Van Gogh, quello di sposarmi e metter su famiglia, ma il più delle volte è stato rifiutato e quel sogno tanto desiderato è svanito nel nulla. . Penso che non ci siano parole giuste per esprimere le sensazioni che scaturiscano al lettore, penso solo che l’unica cosa che rimanda da fare è riflettere e ammirare i suoi quadri.
Nonostante Van Gogh oggi sia molto amato in realtà è poco capito. Solo una piccola fetta ha capito il suo legame con la natura, la sua poetica, il suo difficile carattere e tutto il suo essere. Lui stesso disse che non voleva avere successo in quei decenni perchè non lo avrebbero capito, e confidava nelle generazioni future. Adesso è probabilmente il pittore più amato ma non per quello per cui è morto.
Il libro non è uno di quelli che si limitano a riassumere la sua vita e ad analizzare in maniera banale i suoi quadri. Guerri non si ferma a quello che è raffigurato ma ci delizia con tutti i messaggi impliciti, i simbolismi e le ragioni di tutti i minuziosi dettagli che Van Gogh ha impresso nei suoi capolavori, scavando profondamente nella sua maestosa mente. Fa uso di molte citazioni di uomini illustri che nel corso di un secolo hanno avuto modo non solo di ammirare le gesta del pittore Van Gogh, ma hanno spaccato qualunque barriera per finire dentro il suo inferno, nell’inferno di un uomo sempre tormentato, divorato dalla sua stessa arte.
È ormai definito che l’arte è la peggior bestia e chi vuole renderla il nerbo della sua vita è destinato a soffrire; un bel film recente, The Fabelmans, ne parla molto bene. Ma a lui non importa, la sua missione era diffondere un messaggio, tutta la sua vita era incentrata su quello, nonostante sapesse che gli sarebbe costato più di ogni altra cosa. La terra è stata solo una sua tappa, lanciato il messaggio è pronto per continuare a viaggiare proprio tra quelle stelle che ha tanto amato e che è riuscito a valorizzare come nessuno ha mai fatto e mai farà.
“L’arte è gelosa, esige da noi tutto il nostro tempo.”
Non una vera e propria biografia, non un vero e proprio trattato sulle opere. Questo libriccino è per lo più il punti di vista di uno studioso (e ammiratore) di Vincent Van Gogh. Per tutto il libro cerca di farci capire che quell'omuncolo rosso di capelli, brutto, trasandato e scontroso non fosso davvero pazzo ma solamente troppo solo e troppo infelice. Non si saprà mai davvero quale sia la verità ma la sua storia affascina e colpisce ed è raccontata con leggerezza ma competenza da Guerri. Libro sicuramente consigliato!
Sinceramente non so bene che voto dargli. Ero curiosa, mi era stato consigliato e ho voluto leggerlo, anche perché il mio compagno è molto appassionato di Van Gogh e delle sue opere. Sicuramente non è il mio genere di lettura, ma non posso dire che sia stato spiacevole. Biografie e romanzi storici non sono proprio il mio, ma questo si è fatto leggere volentieri, complice anche lo stile di scrittura dell’autore. Fa sempre strano vedere cosa c’è “dietro” le opere, come ha vissuto chi le ha dipinte.
Un saggio molto bello e interessante che si occupa di chiarire lo stato mentale in cui Van Gogh lavorò ricostruendo le sue vicende famigliari e artistiche. Sicuramente non è una lettura illuminante dal punto di vista accademico ma godibile e commovente.
Interessante, considerando che di fatto non conoscevo quasi niente della biografia di Van Gogh, ma i ragionamenti dell'autore mi sono parsi in più punti alquanto strampalati.