Mentre l'Occidente si è illuso che il crollo dell'Unione Sovietica avrebbe segnato anche la dissoluzione della cortina di ferro che a lungo ha sfregiato l'Europa e diviso il blocco occidentale e il blocco comunista, non è stato così per i paesi che all'ombra di quella lunga cicatrice vivevano. Ucraina, Bielorussia, Polonia, i paesi baltici e i Balcani non hanno mai smesso di stare con il fiato sospeso: al confine tra due mondi, in bilico tra due sistemi, la democrazia da una parte, l'autocrazia dall'altra. Se alcuni di questi paesi sono rimasti ancorati alla Russia, altri hanno invece abbracciato il mondo occidentale perché se ne sono sempre ritenuti parte, altri ancora hanno intrapreso una corsa forsennata per entrare nella NATO e nell'Unione europea considerandole l'unica assicurazione contro l'aggressività russa. Poi c'è il paese per il quale stare di qua o di là è diventato questione di vita o di morte: l'Ucraina. Sono nazioni che portano tuttora il peso di una storia incompiuta, sempre in cerca di una resa dei conti. Flammini sceglie «di raccontare questo mondo mai tramontato, rimasto per trent'anni in sottofondo» lungo una cortina che nel tempo ha perso la sua impenetrabilità e che «i rapporti economici, gli scambi culturali e i viaggi hanno reso di vetro». L'autrice tesse insieme racconti, incontri e viaggi, mostrando come l'invasione dell'Ucraina del 24 febbraio 2022 e il ritorno della guerra in Europa non possano essere letti semplicemente «come il gesto folle di un presidente in cerca del suo impero». Perché «a quel giorno Vladimir Putin ci è arrivato compiendo un percorso ben preciso, che i paesi che vivono attorno alla Russia tenevano sotto osservazione sin dall'implosione dell'URSS». Per capire il mondo di domani, occorre partire da qui.
Un libro che parla di eventi ancora in divenire, a partire dall’invasione su larga scala dell’Ucraina da parte della Russia nel 2022. Esce nel 2023, a un anno dagli eventi che sono la sua prima ragione di essere, ma se fosse stato scritto adesso sarebbe un po’ diverso, sono successe molte cose, lo scacchiere è cambiato nel frattempo, e il libro ora appare già un po’ datato. Questo è il destino dei testi che raccontano dei conflitti “caldi”, ancora in corso.
Ho trovato molto ambizioso l’obiettivo dell’autrice, fare una panoramica sulla situazione politica dei paesi ex-sovietici e anche di quelli che facevano parte della sfera di influenza dell’URSS, dalla Croazia ai paesi baltici al Kazakhstan: la panoramica c’è, e sono sottolineate molto bene le somiglianze, i rapporti tra questi paesi – o meglio i rapporti tra questi paesi e la Russia – ma per forza di cose resta tutto un po’ superficiale, appena accennato.
L’autrice è una giornalista, e mi sarebbe piaciuto trovare in questo libro più reportage, più storie personali di chi vive questi conflitti sulla propria pelle. Invece è un riassunto di storia e geopolitica, che comunque di questi tempi male non fa.
Cosa significa vivere oggi nei paesi che per anni hanno sperimentato il giogo sovietico? Che differenza c'è fra paesi Baltici, Ucraina, Bielorussia e Balcani nel rapporto con Russia e Occidente? Questo libro offre molti strumenti per capire il presente e sfuggire alle semplificazioni che vogliono questi paesi come semplici spettatori del tempo nella logica novecentesca delle aree di influenza.
Libro interessante e scritto in maniera molto scorrevole….detto questo la visione che viene data è molto “di parte” … alcune dinamiche sono molto più complesse…leggere questo libro è stato come “vedere un paesaggio attraverso un binocolo” … si guarda solo quello che si vuol vedere e si perde una visione di insieme e più articolata.
l'est Europa è diventato d'improvviso il centro d'Europa e sta vivendo una convulsa fase storica e politica in una lunghissima transizione, che la guerra ha solo mostrato a tutti. Flammini ce la racconta per bene, paese per paese, dalla Lituania al Kazakistan. Manca forse un po' più della forza del racconto personale del reporter, del dettaglio che apre uno squarcio.
Un buon compendio per chi vuole farsi una prima infarinatura di est Europa. Scritto a seguito dell'invasione russa in Ucraina, sconta uno sguardo a volte eccessivamente anti-russo ma non dà noia e non pregiudica l'interesse del libro.
Opera estremamente utile per tracciare un quadro, esteso e discretamente approfondito, del panorama geografico-storico-politico sviluppatosi intorno alla ex U.R.S.S. La scrittura è pulita e precisa, descrittiva senza essere noiosa.