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Piero fa la Merica

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Quelli come i Gevori li chiamano «i bisnenti»: hanno due volte niente. Per loro partire, piú che una scelta, è un tuffo in un niente diverso, ancora sconosciuto. Anche se dai boschi del Veneto alle foreste del Brasile il viaggio è cosí lungo. Soprattutto in nave, soprattutto alla fine dell'Ottocento. Attraverso gli occhi di Piero, che ha quindici anni e tante cose in testa, Paolo Malaguti racconta l'epopea e la perdita dell'innocenza degli italiani nelle Americhe: il gesto rapinoso di costruire il mondo tra animali mai visti e piante lussureggianti, dove la lotta con la natura è un corpo a corpo quotidiano. E il futuro una scommessa.


Piero dei Gevori ha quindici anni e vive ai margini del bosco del Montello, l'antica riserva di legna della Serenissima. In famiglia sono tantissimi e poverissimi, hanno una casa che sta in piedi per miracolo, mangiano poco e non possiedono nulla. Come se non bastasse, la cattiva sorte si accanisce su di loro. Da qualche tempo, giú al paese, si dice che alla Merica regalino la terra a chi ha voglia di lavorare. Dopo l'ennesima ingiustizia, per i Gevori mettersi in viaggio in cerca di fortuna non è piú una scelta, ma l'unica salvezza. Eppure, quando arrivano in Brasile insieme alla marea di italiani in fuga dalla miseria, non trovano il paradiso promesso. Lí in mezzo al nulla bisogna farsi spazio, abbattere gli alberi per costruire tutto da zero: dovranno strappare la terra al mato , tra le minacce sconosciute della foresta vergine, lontani da tutto e da tutti, senza alcuna possibilità di tornare alla vita che si sono lasciati alle spalle. Piero aiuta il padre e la sorella a mandare avanti il fondo, tira su case, semina granturco e fagioli: arriva alla sera con le ossa rotte, ma nel frattempo cresce. E crescendo impara due cose: che per morire basta il morso di un serpente, e che il primo amore è piú pericoloso di tutte le bestie feroci messe insieme. Nel groviglio del mato , oltretutto, sarà lui a scoprire quello che nessuno aveva rivelato ai migranti. La loro terra appartiene ad altri, i nativi che quelle colline le abitano da sempre. Nel suo nuovo romanzo, Paolo Malaguti dà vita a una pagina dimenticata della migrazione italiana. Con la felicità narrativa che ben conosciamo e una lingua che ha i colori del veneto, dell'italiano e del portoghese, ci proietta in un mondo lontano e avventuroso, fatto di fatica e piante esotiche, febbre dell'oro e tradizioni da custodire a un oceano di distanza.

213 pages, Kindle Edition

Published April 4, 2023

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Paolo Malaguti

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4 (1%)
Displaying 1 - 30 of 50 reviews
Profile Image for Come Musica.
2,061 reviews627 followers
April 12, 2023
“Quello che invece non riesce a capire è se in lui sia piú forte la gioia per la partenza o la tristezza per quell’amore in boccio, e quindi perfetto, che gli tocca abbandonare.”

Per non perdere ciò che siamo dobbiamo pensare a chi eravamo. Facile dire oggi che dobbiamo chiudere i porti, impedire ai migranti di trovare una terra in cui stare. Ma chi eravamo noi alla fine dell’Ottocento se non un popolo di migranti? Se il migrante stesse bene a casa sua non lascerebbe affetti e radici per andare a cercare fortuna altrove.

Paolo Malaguti, che seguo e che ho amato dal primo romanzo pubblicato per Einaudi, nel 2020, “Se l’acqua ride”, torna in libreria con un nuovo romanzo in cui narra la storia di un ragazzino veneto, Piero Gavroi, che segue il padre, alla fine dell’Ottocento, per fare fortuna in America. A tentare questo viaggio della speranza con il padre, c’è lui con due altri suoi fratelli: la madre e gli altri quattro fratelli li avrebbero dovuti raggiungere in un secondo momento, se le cose non fossero andate diversamente.

Paolo Malaguti descrive alcune scene dell’insediamento dei migranti nella nuova terra con estrema crudezza e noi risparmia niente al lettore, che si affeziona al protagonista Piero.

Ho detestato il padre di Piero: se leggerete il romanzo capirete il perché.

Interessante anche la condizione femminile degli inizi del novecento: senza diritti, succubi dei mariti.

Alla fine Piero ce la farà a fare fortuna e a diventare Pedro Silva: ma quale sarà il prezzo che dovrà pagare?

“L’essere partiti per fare la Merica li ha obbligati a una scommessa, come quando da piccolo, sul sagrato della chiesa di Biadene, si giocava le sue biglie di terracotta contro i coetanei. Solo che la loro scommessa non ha vie di fuga, o la vinci e vivi, o la perdi e muori. Gioco tristo, senz’altro, ma per quel gioco lí Piero non si sente in colpa, mica l’ha inventata lui, la miseria.
E poi certe cose già le sapeva prima della Merica, perché lui ha guardato nei nidi. E tutta quella morte, tutto quel dolore, tutta quella fatica si accumulano dentro di te, fanno come argine e barriera, e cosí diventi piú cieco e sordo a ciò che arriva dopo, perché è da mona mollare tutto, dopo che te lo sei guadagnato a un prezzo cosí alto.”
Profile Image for MeMultipla.
26 reviews1 follower
July 24, 2023
Un libro bellissimo, a cui non credo di essere capace di rendere giustizia...ma ci proverò.

Pietro non sapeva molto della Merica, sapeva solo che chi se ne partiva povero ne tornava ricco.
Ma partiamo dall'inizio: siamo in un paesino vicino Padova, è il 1870 e l'Italia è già unita sotto la corona dei Savoia. Pietro viene da una famiglia di contadini e ha solo 15 anni quando il padre, dopo che gli è stata levata la terra, vede nella Merica l'unica chance di salvezza per lui e la sua famiglia. Partono per primi Pietro, Tonino, il padre e la sorella maggiore, con la promessa di farsi raggiungere dalla madre (che però morirà prima) e dai fratellini più piccoli un anno dopo.

Dopo un viaggio infernale durato mesi, arrivano nella "terra promessa" dove ad attenderli trovano solo promesse e speranze disattese perché non c'è nessuna colonia, o meglio, se la devono costruire da soli dal nulla. Inizia così una storia di sacrifici, in cui il famoso detto "mors tua vita mea" incarna perfettamente la situazione: la devastazione di quelle terre intatte e l'uccisione degli indigeni è la conditio sine qua non perché i coloni sopravvivano e riescano a tirar su quattrini.

Un libro doloroso, che intreccia questa triste storia alla vita di Piero che conosce il dolore e che finisce di sentire il peso per la devastazione di quelle terre. sopraffare, schiacciare e depredare l'altro in casa propria è davvero l'unico modo di sopravvivere? ecco, questa credo sia la domanda che Pietro si sia fatto, perché se da una parte la Merica è speranza dall'altra è sangue e dolore.

leggetelo perchè non ve ne pentirete :)
Profile Image for Antonio.
80 reviews16 followers
March 15, 2025
Cosa dire? Malaguti si dichiara essere la mia confort zone. Narrazione impeccabile di una tematica che mi tocca da vicino. DEVE essere letto, non aggiungo altro.
Profile Image for Antonio Parrilla.
742 reviews29 followers
January 21, 2024
Altre 5 stelle a Paolo Malaguti, dopo l'analogo punteggio che gli avevo attribuito per il Moro della cima.
Stavolta Malaguti ci racconta una storia di emigrazione, in particolare di un veneto verso il Brasile e a me, calabrese, piacerebbe tanto trovare una voce in grado di descrivere con la stessa pulizia e onestà le tante storie di emigrazione che hanno interessato i miei conterranei.
Ad ogni modo, l'emigrazione è a mio avviso solo un modo per raccontare la vita di un anti-eroe, il protagonista che è costretto dalla povertà e dalla necessità di proteggere il fratello minore a compiere atti di cui porterà il peso per tutta la vita.
Il finale, su cui avrei tanto altro da aggiungere (ma non voglio spoilerare), per qualcuno potrà forse essere sdolcinato: per me è perfetto come metafora di una evoluzione personale.
Profile Image for violacea.
114 reviews15 followers
October 19, 2023
Ultimamente soffro di una dipendenza da telefonino; ci perdo le ore e poi mi incavolo con me stessa perché compro libri a getto continuo e non ci sto dietro a leggerli.
Mi sento sempre distratta da qualcosa e trovare un momento in cui sono calma, non stanca morta e posso leggere è davvero difficile.
Domenica scorsa ad esempio, ero in turno al cinema di cui sono vicepresidente; è un cinema in provincia di Treviso gestito da volontari, oltre a esserne la vice presidente, organizzare le rassegne e altre cose, faccio anche la cassiera. Nessuno vuole mai fare il cassiere perché non si possono vedere i film, bisogna rimanere a guardia dell'atrio. A me invece piace tanto perché per quelle 2 orette della durata del film godo di un momento di pace e serenità incomparabili, sono al coperto, c'è silenzio e nessuno mi rompe le scatole. Condizione perfetta per macinare pagine.
Così son lì che leggo ed arriva una collega cassiera, scopro che va ai gruppi di lettura, fa tipo la lettrice ad alta voce e mi dice che questo romanzo ha come l'impressione che sia un libro crudo. Mi ha fatto strano.
Questo è il secondo romanzo che leggo di Malaguti, nonostante sia in genere interessata agli scrittori del mio territorio e miei coetanei (siamo entrambi veneti e del '78) in passato l'ho evitato, così a occhio mi sembrava che le sue tematiche non mi interessassero... in realtà mi ritrovo per la seconda volta a leggere una storia che mi avvicina a un certo passato familiare, che va a indagare un po' la "storia", l'epoca che ha vissuto mio padre.
In questo Piero fa la merica si parla di emigrazione; il protagonista è un ragazzo sulla soglia dell'età adulta (come nel suo precedente), che scopre la vita e il mondo.
Parte dal bosco del Montello per raggiungere la grande foresta amazzonica, la prima volta che mette il becco fuori da casa sua lo fa con un viaggio in treno interminabile e una traversata oceanica.
Personalmente non l'ho trovato crudo, anche se il racconto dei vagoni di terza classe, dei dormitori nei transatlantici ha toni tutt'altro che sereni, io l'ho sentito proprio pieno di passione e dignità; anche nel racconto dell'amore e del dolore.
C'è da dire poi, che Malaguti ha studiato bene la materia e ogni capitolo inizia con un'epigrafe tratta da lettere e testimonianze di emigranti veneti in sud america e questo rende tutto molto fondato ma per nulla pedante.
Una buona lettura
Poi Malaguti è un bell uomo e molto educato, oltre ad un bravo scrittore.
Profile Image for Oizram.
61 reviews
July 29, 2023
Libro che avrei voluto leggere alle medie o al liceo, molto interessante
Profile Image for Liana Cavallet.
154 reviews1 follower
April 23, 2023
Malaguti non si smentisce mai! Come Il Moro della cima, anche questa storia, ben inserita nella Storia con la esse maiuscola, mi ha rapito e mi ha fatto vivere speranze, delusioni e dolori con Piero. Un cerchio perfetto la trama, che si chiude con una sorta di risarcimento alla Vita.
Profile Image for Frenky Fra.
150 reviews2 followers
April 15, 2024
Piero,protagonista della storia,è un ragazzetto di 15 anni che vive in Veneto (a Biadene) con la sua famiglia,composta dai genitori e molti figli. La sua famiglia è poverissima,si guadagna un mestolo di polenta o un tozzo di pane tagliando la legna nei boschi(attività vietata nella zona) e Piero,il maggiore, va a caccia di pulcini nei nidi insieme a suo fratello Tonín per aggiungere qualcosa ai pasti della famiglia.
Quando arriva l'imposizione di dover abbandonare la propria misera casa,i Gevori,già definiti "bisnenti" (che non hanno niente due volte),si trovano nella disperazione più totale,se non fosse che il padre di Piero decide che è il momento di cambiare vita e mettersi in viaggio per il Brasile, che sembra essere, dalle descrizioni altrui,la terra promessa, l'Eden sulla terra.
La famiglia deve dividersi e solo una parte di essa può partire.
Troveranno al loro arrivo il paradiso e la prosperità che cercano? La famiglia si riunirà?
Piero è un giovane estremamente sveglio e intelligente nonostante la sua condizione sociale e l'analfabetismo,ed è un personaggio a cui è semplice affezionarsi.
L'autore ci descrive il viaggio degli italiani verso le Americhe nel 1800 e lo fa in modo molto toccante e profondo,scegliendo per farlo la voce di un ragazzino e i suoi pensieri che sono sciocchi e divertenti in alcuni momenti e molto duri e commoventi in altri.

Ci ho messo un secondo in più per ingranare,ma soltanto perché io di espressioni venete e parole dialettali non ci capisco niente. Tuttavia tante espressioni vengono ripetute più volte e dato il contesto si comprende anche il significato.
È un libro breve dai capitoli abbastanza brevi,l'ho letto senza fretta e mi è piaciuto moltissimo.
Vorrei riportarvi qualche citazione bellissima ma le migliori,diciamo così, sono abbastanza colorate e poi la recensione violerebbe qualche linea guida.
Leggetelo,è veramente bello.
Profile Image for Marta Puggina.
54 reviews2 followers
April 28, 2024
Dopo aver richiuso il romanzo di Paolo Malaguti ho provato gratitudine. Dei miei bisnonni e trisavoli conosco molto poco, quasi niente in verità. Il tutto si riduce a un paio di fotografie sbiadite e pochi nomi e ruoli che confondo sempre. Ma leggendo è stato come se ne avessi finalmente scoperto la storia. So per certo che nessuno di loro è andato in America in cerca di fortuna, come Piero dei Gevori, ma ho ritrovato tra le pagine molti dettagli dei ricordi di mia madre, quelli che ha saputo custodire dalla sua infanzia e proteggere dagli attacchi malevoli della sua vecchiaia. Ricordi anche spiacevoli, eppure archiviati nella memoria sotto la voce “bei tempi”. È curioso come un presente alienante trasformi anche il passato più difficile in un tempo bello, per il solo fatto di essere sopravvissuta alle avversità. Nel caso di Piero accade grazie al coraggio delle proprie azioni. Più che una scelta, andare via dal Montello con tutta la famiglia, oltreoceano, dove regalano terra a chi ha voglia di lavorare, è l’unica alternativa di salvezza rispetto alla miseria. Credo che lasciare il luogo di origine sia una decisione molto costosa. Io, ad esempio, che mi sono sempre ripromessa di andarmene, prima o poi, dove credo ci sia più vita per me, l’ho sempre confinata nei miei sogni a occhi aperti. Se sono ancora ingarbugliata nella contingenza forse è perché certi vincoli sono creati dal mio senso del dovere per giustificare la mia procrastinazione. O forse il legame che ho con questo territorio è più forte di quanto pensi. Anche se averlo perso è stato sempre e solo una mia falsa convinzione, l’ho ritrovato in questo romanzo dal lessico forte ed espressivo fin dai “pomi, perseghi e fighi” dell’Eden nella prima pagina. E mi ha ridato il conforto del parlato di casa, commistione sapiente di buon italiano e dialetto veneto, con cui sono cresciuta. La vita in un posto sconosciuto è infida, l’unico appiglio è la propria identità.
Profile Image for Richard Dury.
101 reviews1 follower
December 29, 2024
Un romanzo breve: il primo quarto, una specie di 'Albero degli Zoccoli' di una famiglia poverissima nel Trevigiano alla fine del ottocento; il resto, la storia della vita dura creando una colonia nella foresta brasiliana—tutto visto attraverso gli occhi e i pensieri di Piero, che all'inizio ha quindici anni. A parte il racconto delle sofferenze e delle sopraffazioni, una tematica ricorre all'inizio in mezzo e alla fine: come chi soffre da predato è anche predatore: una legge crudele della vita.

È un racconto realista, nel senso che presenta la vita come lotta, che non evita aspetti crudi (puzza, sesso ecc.), e nel senso che tutto l'azione descritto potrebbe essere vera. È anche un opera di amore, nel senso che vorrebbe dare vita e un po' di dignità umana a persone dimenticati dalla storia (è un romanzo storico senza personaggi storici). L'autore cerca di dare un'idea della vita vissuta attraverso gli eventi di una vita (una vita che come tutte le altre non corrisponde alla trama di un romanzo tradizionale).

Alla fine c'è una svolta metaletteraria e una conclusione che potrebbe essere fantasia or realtà.

A me, delle volte i pensieri di Piero non sembravano verosimile per un ragazzo della sua età e della sua esperienza. (La 'voce' di Piero domina, anche se della volte diviene quella della comunità, delle sue conoscenze e credenze condivise.) Stranamente, non c'è indagine vere e propria sui sentimenti di Piero—quando, per esempio, il suo padre si risposa con la sua di Piero morosa.

I giudizio di tre stelle non è negativo. Forse ho letto ed interpretato male: le mancanza di un vero indagine sui sentimenti di Piero è senz'altro una scelta stilistica, di lasciare al lettore di capire—ma visto che si entra nei pensiero di Piero per tante cose, mi è sembrato strano che non si può farlo per i sentimenti. Forse l'idea è di presentare i sentimenti come sempre nascosti, sempre ambigui.
5 reviews
April 19, 2025
Ho trovato questo libro in modo del tutto casuale in libreria. Era posizionato li in bella vista. Il titolo mi incuriosito ed anche la copertina ed ho deciso di acquistarlo.
Era da un pezzo che non finivo un libro pensando: “ma quant’è bello?”

Ho molto apprezzato la scrittura dell’autore in quanto è leggera e scorre con facilità. La storia è molto bella, il cui protagonista Piero, si sposta in Brasile alla fine dell’Ottocento con una parte della sua famiglia dato che in Italia erano stati privati di tutto.
La descrizione del viaggio da parte degli occhi di un ragazzino mi è piaciuta molto in quanto vengono usate delle metafore che sono perfette e che rendono molto bene ciò che, secondo me, queste persone hanno realmente vissuto.

Una volta arrivati li, capiscono presto che la colonia la devono fare loro ma a che prezzo? Il prezzo da pagare è la distruzione della foresta e di chi li ci vive da sempre: i bugres. La cosa toccante è che Piero realizza che purtroppo ci sarà sempre qualcuno che per ottener qualcosa opprime qualcun altro. All’inizio della storia erano loro che subivano, ma poi le cose si invertono.

Piero decide di andarsene dalla colonia ed effettivamente la Merica lo rende ricco come si diceva, tuttavia non sembra felice. Alla fine ritorna al paese dove fa distruggere la villa Pisani e pianta alberi alti dove possono nascere tanti nidi, per cercare di riscattarsi dal dolore che lui stesso ha causato agli uccellini nei nidi uccidendoli per cibarsene.

Mi ha toccato il finale in quanto mette in luce l’ipocrisia che spesso ne è vittima l’uomo: soffrire spesso non basta per far si che il prossimo non soffra se di mezzo c’è un qualche guadagno.
This entire review has been hidden because of spoilers.
Profile Image for Nico.
499 reviews18 followers
May 19, 2025
Questo libro mi ha lasciato un buco nello stomaco. La copertina allegra, colorata, che richiama l’immagine esotica e luminosa del Brasile che tutti abbiamo in mente, nasconde in realtà una verità amara: il processo di colonizzazione e usurpazione di un territorio straordinario come il Mato, la foresta amazzonica — uno dei luoghi più cruciali per il nostro pianeta e, allo stesso tempo, più minacciati. Anche a distanza di cento anni, il suo destino rimane sospeso tra sfruttamento e resistenza.

L’istinto predatorio dell’essere umano è raccontato con forza in queste pagine. Chi ha tanto sfrutta chi ha poco. Chi ha poco si accanisce su chi ha ancora meno. Uomini che si scelgono le donne come oggetti, padri che vendono le figlie, una catena di sopraffazione che si autoalimenta.

E oggi? Mi chiedo, e vi chiedo: siamo davvero certi che le cose siano cambiate? O forse abbiamo solo imparato a mascherarle meglio? Non continuiamo forse a sfruttare chi arriva da lontano, salvo poi lamentarci se cerca anche lui un pezzetto di fortuna? Non siamo stati anche noi, un tempo, quelli in cerca di ricchezza e dignità altrove?

Piero fa l’America è un libro che fa riflettere, che graffia, che ti costringe a guardare da vicino le radici di tante ingiustizie passate… e presenti.
Profile Image for Chiara.
90 reviews
June 2, 2025
È un romanzo coinvolgente e toccante che racconta, con grande accuratezza storica, l’esperienza dell’emigrazione veneta verso il Brasile a fine Ottocento. Si percepisce chiaramente il lavoro di ricerca e documentazione svolto dall’autore, che ricostruisce con efficacia il lungo viaggio, la nascita di un villaggio di migranti e la dura quotidianità vissuta al suo interno.

La trama è ben costruita e riesce a far affezionare il lettore al protagonista e alla sua famiglia.

Tuttavia, a livello stilistico, ho avuto qualche perplessità. Il libro si presenta come una narrazione “attraverso gli occhi di Piero”, un ragazzo di quindici anni, ma in realtà la voce narrante risulta spesso onnisciente. L’autore si sposta frequentemente da un personaggio all’altro, entrando nei loro pensieri per spiegare decisioni e stati d’animo, cosa che indebolisce la coerenza del punto di vista. Inoltre, alcuni pensieri attribuiti a Piero – come il desiderio di possedere un terreno proprio da coltivare o la consapevolezza delle fatiche che lo attendono in America – sembrano poco plausibili per un adolescente della sua età e condizione.

Nonostante ciò, rimane una lettura valida e intensa, che merita sicuramente attenzione per il valore storico e umano della storia che racconta.
Profile Image for Giovanni Cenedese.
Author 2 books1 follower
December 30, 2023
Biadene sarà si e no a una quindicina di chilometri da casa mia, in linea d'aria. "la Piava" e il "Montello", che vedo ogni mattina quando apro gli scuri della mia camera, sono le due entità che circondano le vite di Piero e Tonin. Questo ha fatto sì che questo racconto, fin da subito, mi sia diventato familiare. Una storia che in qualche maniera mi appartiene e che ho letto con avidità.
È a tutti gli effetti un romanzo storico, una storia di miseria, soprusi ed emigrazione raccontato da un quindicenne analfabeta che riesce a vedere cosa c'è di giusto e di sbagliato nel mondo e nelle persone.
Avrei voluto leggere di più sulle ultime vicende di Piero nelle miniere e sulla sua nuova vita. Sembra quasi si volesse chiudere in fretta. Peccato.
Rimane comunque un bel libro che consiglio vivamente.
1 review
April 13, 2023
Ci sono libri che ti catturano subito con la loro “mercanzia” in bella vista. Altri che vanno esplorati e scavati come se ci si trovasse in una miniera, e leggendoli sembra che ci cavi fuori poco. Ma poi invece, quando sei lì che scavi da un po’, e ti chiedi dove ti sta portando tutta quella strada che hai fatto e che senso hanno tutte le fatiche spese per percorrerla, vien fuori la prima pepita e poi un’altra e poi un’altra ancora. Ognuna più carica di valore della precedente, anche e soprattutto perché sono il frutto della strada percorsa. Credo che questo libro e il suo protagonista siano proprio così. E tocca leggerli fino in fondo per capirli davvero e portarsi a casa almeno qualcuna di quelle pepite.
Profile Image for Il cassetto dei libri.
108 reviews17 followers
February 23, 2024
È il secondo libro di Malaguti che mi capita tra le mani per caso e devo dire che rimango sempre piacevolmente soddisfatta dalla lettura. Tematiche originali e allo stesso tempo quell'atmosfera di semplicità che non è mai banale.
Spesso Malaguti usa termini dialettali del Veneto, sopratutto nei dialoghi, ma si comprende comunque senza troppi problemi. E poi insomma, dove si ferma la conoscenza delle parole, si dà adito alla fantasia e bene o male ci si arriva!
Mi era piaciuto "I mercanti di stampe proibite" e forse questo mi è piaciuto ancora di più. Con Piero, il protagonista migrante in Merica, si crea pian piano un'empatia particolare, che ti lega fino alla fine del romanzo, per quel suo essere semplicemente umano.
Profile Image for Valentina Guerrini.
60 reviews
February 12, 2025
Il racconto mi è piaciuto, più che altro perché è una storia di riscatto del protagonista principale. L’audiolibro l’ho trovato un po’ “difficile” in alcune parti da seguire, ma son nel bel mezzo di un trasloco e magari alle volte mi distraggo pur io. Ho apprezzato molto il modo di raccontare punti salienti, anche nella vita, da parte dell’autore. Ed inoltre la descrizione dei ruoli, donna/uomo, parlando dei primi anni del ‘900. Ho trovato il libro profondo ed alle volte anche crudo, soprattutto su una tematica come l’immigrazione. Questo libro dovrebbe essere letto nelle scuole, per far comprendere che anche in Italia si emigrava e si continua a farlo, forse questo renderebbe meno razziste le persone e più empatiche. Perché abbiamo bisogno di empatia!
Profile Image for Valentina Santandrea.
Author 3 books7 followers
July 3, 2025
Questo audiolibro mi è stato consigliato, non conoscevo l'autore. Sulle prime ho pensato si trattasse di un classico: per la scrittura precisa, per la profonda ricerca, per la tecnica narrativa onesta (insomma, niente tentativi di tenere appeso il lettore e di assomigliare a una sceneggiatura, come molti romanzi recenti). Invece, sorpresa, l'autore ha più o meno la mia età.
La storia è molto bella: senza sentimentalismi, pedagogia o propaganda, ricorda che siamo stati migranti e colonizzatori. Parla della miseria, e forse (almeno così lo interpreto io) anche del diritto negato alla casa e al sostentamento. Mi ricorda l'esame di Storia dell'America latina all'università, che prevedeva un modulo dedicato ai migranti italiani. E c'è anche qualcosa di Cuore di tenebra.
Sei ore di audiolibro spese veramente bene.
Profile Image for Manuel Finelli.
81 reviews3 followers
October 7, 2023
Piero fa la Merica, Paolo Malaguti, 2023, voto: 7.

La narrazione di una migrazione di massa di italiani: l’ondata dal Veneto al sudamerica di fine 800. L’inizio è un po' lento, ma necessario perché contestualizza in modo magistrale. Il resto scorre molto bene sia con i personaggi che con le ambientazioni, sia, soprattutto, con i linguaggi; ormai l’ho capito che è il punto forte di questo autore molto interessante. Notevole il lavoro di documentazione (anche questo prerogativa di Malaguti). Peccato per la parte finale che ho trovato inspiegabilmente tirata via. Fino a quel punto le pagine non erano troppe da giustificare sta sveltina e non riesco a capirne le ragioni.
Profile Image for Alessandra Bertoldi.
69 reviews
May 27, 2024
Piero fa la Merica e diventa uomo. Piero lascia l'inferno della miseria in Italia per la promessa di un Paradiso dove tutti hanno terra e cibo ma restano indietro la madre e i fratelli più piccoli. Piero scopre che il Paradiso in terra non esiste e che la terra che sembra lì per loro sarebbe di altri...
Paolo Malaguti non sbaglia un colpo e in questa sua nuova tessera del mosaico con cui da anni sta rileggendo "i nostri antenati" veneti traccia un quadro duro e a tratti spietato dell'epopea della emigrazione veneta di fine Ottocento.
Romanzo storico, romanzo di formazione, romanzo che si legge apprezzando la sempre accuratissima ricerca e godendo della vena narrativa dell'autore.
Profile Image for Marta Folgarait.
692 reviews7 followers
March 29, 2024
Storia triste di gente senza nulla costretta ad emigrare nella speranza di trovare vita migliore per sé e per i propri figli. Ma la speranza muore ben presto. Anche in terra straniera, nulla ti viene regalato.
... E che forse non esiste pitocco tanto pitocco da non essere, almeno una volta nella sua magra esistenza, carnefice di qualcun' altro. Per cui, con ogni probabilità, alla fine tutti a questo mondo meritano l'inferno e se la misericordia di Dio fosse appena meno che infinita, in paradiso ci sarebbe fin troppo spazio.
104 reviews
April 7, 2024
Libro interessante, sia per l'argomento storico originale, che per il tipo di scrittura di italiano misto veneto.
Racconta di Piero, un ragazzo che appartiene a una famiglia poverissima, costretta ad emigrare in Brasile. La madre però non riesce a partire e li le cose non vanno proprio per il verso giusto (la madre muore in Italia e il padre sposa la ragazza di cui era innamorato Piero) anche se alla fine riesce a fare molti soldi, che però non gli danno una vita felice.
Si conclude con lui che torna in Italia ricchissimo per far abbattere la villa che è stata causa della loro rovina
Profile Image for Valeria Fioranti.
37 reviews
November 19, 2024
Ancora una volta Paolo Malaguti scrive un libro potente, bellissimo, duro e per me commovente in un finale inatteso...e con una scrittura che amo!

L'ho letto in due giorni, senza riuscire a staccarmi dalle pagine...



<>
33 reviews
August 17, 2025
Storia davvero interessante e coinvolgente, che mi ha spiegato molto di un contesto che conoscevo poco. Bella la narrazione un po' in italiano e un po' in veneto, anche se potrebbe essere un po' ostica in alcuni passi. L'autore sa tenerti incollato alle pagine, ma trovo inspiegabile la fretta con cui giunge alla conclusione. Avrei volentieri letto anche 300 pagine di storia in più. Avrei dato 5 stelle se non fosse che gli ultimi due capitoli sono in frettoloso salto in avanti, anziché un graduale sviluppo di quanto raccontato nei capitoli precedenti.
This entire review has been hidden because of spoilers.
Profile Image for Adele.
102 reviews1 follower
April 16, 2023
La vita di Pietro dei Gevori, "bisnenti" (due volte niente) partito dal Veneto a fine ottocento per il Brasile, come tanti pitocchi come lui senza casa né terra. Storie di fatica e duro lavoro e di morte e di fortune. Un libro che non fa che confermare il talento di Malaguti nel raccontare storie che sono Storia.
Profile Image for Michele Trabucco.
80 reviews
January 25, 2024
Un bel ritratto dell'emigrazione veneta in Brasile; un racconto che scorre piacevolmente e che fa emergere il protagonista con tutti i suoi pensieri e risvolti esistenziali di un'avventura comune a tante persone del passato e del presente. Un racconto di vita che sviluppa e descrive bene il periodo fino alla giovinezza poi in modo un pò troppo frettoloso arriva all'età adulta.
Profile Image for Adriana Moretti.
698 reviews7 followers
May 14, 2024
Il libro racconta in modo struggente l’emigrazione veneta in terra brasiliana attraverso gli occhi del protagonista. Nonostante si parli molto il Veneto la lettura è stata scorrevole e “musicale” . Poetico in diversi passaggi, di una crudeltà e di un realismo assoluto in altri, duro ma onesto nel raccontare la vita nel Mato, tanto da far scendere anche qualche lacrima.
Profile Image for Enrico Frigo.
18 reviews
June 15, 2025
"E un attimo dopo, il guardare la foresta antica stendersi lungo i dolci pendii subito sopra al paese gli getta indosso una malinconia amara, una nostalgia di cose ancora non perse, ma che, nella consapevolezza del prossimo distacco, vorresti tenerti strette un'ultima volta, e viverle come non le hai mai vissute."

Go pianto come un mona.
Displaying 1 - 30 of 50 reviews

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