La fantascienza è come il jazz? Seguendo il curioso parallelismo tra questi due "generi" -stesso luogo di nascita, stessa età, stesse origini popolari con nobili ascendenze-Fruttero & Lucentini offrono al lettore-ascoltatore una compilation splendidamente rappresentativa. In ventidure racconti angloamericani tutti i temi, le esuberanti sonorità della fantascienza; dall'orrifico tradizionale degli esordi al totalmente pazzesco dei nostri esagitati giorni.
“Nelle fogne di Chicago" (The Death-Trap) di George DAULTON. "Ufo per la coda" (The Edge of the Sea) di Algis BUDRYS. "Mister da V." (Mister da V.) di Kit REED. "L'odissea del volo 33" (The Odissey of Flight 33) di Rod SERLING. "Al cospetto degli Sreen" (Upstart) di Steven UTLEY. "Frasi utili per il turista" (Useful Phrases for the Turist) di Joanna RUSS. "Un secchio d'aria" (A Pail of Air) di Fritz LEIBER. "L'ultimo eroe" (The Last Hero) di Robert F. YOUNG. "Il video ci guarda" (Double Standard) di Fredric BROWN. "La lotteria" (The Lottery) di Shirley JACKSON. "La storia del sigillo nero" (The Novel of the Black Seal) di Arthur MACHEN. "L'uomo sulla vetta" (The Man at the Top) di Roger BRETNOR. "Il gigante annegato" (The Drowned Giant) di James G. BALLARD. "Essi ci guardano dalle torri" (The Watch-Towers) di James G. BALLARD. "Scendendo" (Descending) di Thomas M. DISCH. "La signora degli scarafaggi" (The Roaches) di Thomas M. DISCH. "Associazione Genitori e Insegnanti" (Primary Education of the Camiroi) di R. A. LAFFERTY. "Rapporto sulle migrazioni di materiale didattico" (A Report on the Migration of Educational Materials) di John T. SLADEK. "Compratemi tutta" (Guinevere for Everybody) di Jack WILLIAMSON. "Campionato di prosa" (Prose Bowl) di Barry N. MALZBERG e Bill PRONZINI. "Programmatore scambi sessuali" (Swap) di Ron GOULART. "Il bambino nel forno" (The Babe in the Owen) di John T. SLADEK.
The editorial team of Carlo Fruttero and Franco Lucentini, particularly notable for their (controversial) curation of the Urania series of fantascienza (science-fiction) compilations from 1964 to 1985.
Dopo la fortunata e fondamentale antologia “Le meraviglie del possibile”, Einaudi pubblicò nell'arco dei tre decenni successivi altri tre volumi antologici, selezionando il meglio della fantascienza di quegli anni. “Il quarto libro della fantascienza”, apparso per la prima volta nel 1991, a cura di Carlo Fruttero e Franco Lucentini, è stato l'ultimo di questi.
Dopo l'entusiasmo che ho provato per la prima antologia einaudiana della fantascienza, ho cercato di recuperare le successive raccolte, riuscendo a trovare solo quest'ultima. Questo quarto libro si compone di 22 racconti, tutti scritti da autori angloamericani: solo tre di questi figurano con una coppia di racconti: J. G. Ballard, Thomas M. Disch e John T. Sladek. Tutti gli altri sono presenti con un racconto ciascuno: George Daulton, Algis Budrys, Kit Reed, Rod Serling, Steven Utley, Joanna Russ, Fritz Leiber, Robert F. Young, Fredric Brown, Shirley Jackson, Arthur Machen, Roger Bretnor, Robert A. Lafferty, Jack Williamson, la coppia Bill Pronzini-Barry N. Malzberg, Ron Goulart. Rispetto a “Le meraviglie del possibile”, questa antologia raccoglie dei racconti meno omogenei per data di pubblicazione, per ambientazioni, per registri stilistici e per tematiche affrontate.
Per quanto riguarda le diverse epoche in cui tali racconti sono stati scritti, si va dai primissimi anni del Novecento (“Nelle fogne di Chicago” di George Daulton è datato 1908, e addirittura “La storia del sigillo nero” di Arthur Machen è apparso per la prima volta nel 1895), quando il genere era nelle sue fasi embrionali, agli anni '50, in piena età dell'oro (qui rappresentata con autori come Algis Budrys e Fritz Leiber), fino alla più vicina età della New Wave (con autori come J. G. Ballard e Thomas M. Disch), movimento degli anni '60 vicino alle concezioni del postmodernismo, che introdusse una ventata di novità e di vivacità letteraria, ridefinendo i canoni del genere.
Se vediamo agli stili, alle ambientazioni, alle variazioni ed alle tematiche trattate in questi racconti, potremmo dire che essi hanno un ampio spettro, che va dal gotico metropolitano (“Le fogne di Chicago”) o paranormale-esotico (“La storia del sigillo nero”, “L'uomo sulla vetta”) all'horror psicologico (“La lotteria”), dal post-apocalittico (“Un secchio d'aria”, “L'ultimo eroe”) all'umoristico (“Frasi utili per il turista”, “Il video ci guarda”, “Associazione Genitori e Insegnanti”), dai viaggi nello spazio (“Al cospetto degli Sreen”) a quelli nel tempo (“Mister da V.”, “L'odissea del volo 33”), dall'incontro con gli UFO (“Ufo per la coda”) o con esseri alieni e ripugnanti (“Il gigante annegato”, “La signora degli scarafaggi”) alla distopia straniante (“Essi ci guardano dalle torri”, “Scendendo”), dall'allegoria fantastica (“Rapporto sulle migrazioni di materiale didattico”) al Pulp più scabroso e senza freni, anche autoironico (“Compratemi tutta”, “Campionato di prosa”, “Programmatore scambi sessuali”), fino ad arrivare a toni propri del bizzarro e del surreale (“Il bambino nel forno”).
Questa varietà, che a mio avviso può essere utile per il lettore curioso e di larghe vedute, ma che a lungo andare risulta spesso forzata e fuorviante, viene ricercata dai curatori per dimostrare una tesi un po' particolare, annunciata già dalla quarta di copertina ed esposta meglio nell'Introduzione: che la fantascienza ed il jazz, benché appartenenti a sfere culturali diverse (letteratura e musica), possono essere paragonati: questi due generi hanno in comune la stessa età di nascita (anni '20 del Novecento), lo stesso luogo di nascita (Stati Uniti d'America), le stesse origini popolari (la prima, ad esempio, ha cominciato a muovere i primi passi sugli scadenti pulp magazines, come pura narrativa di intrattenimento), le stesse nobili ascendenze (sempre parlando di fantascienza, questa ha tratto la sua forza seguendo il solco della letteratura fantastica occidentale) e la stessa carriera sociale (sia fantascienza che jazz sono stati veicoli di importanti battaglie sociali, di contestazione e di difesa delle minoranze).
Ho trovato la maggior parte dei racconti godibile, scorrevole, persino divertente, ma non imprescindibile. Molti racconti sono invecchiati, hanno perso lo smalto o la forza che li aveva resi importanti per l'epoca: non a caso, mentre alcuni di questi scrittori sono diventati mostri sacri della fantascienza, veri e propri autori di culto, altri sono caduti nel dimenticatoio (devo ammettere che, tuttavia, mi piacerebbe che questi ultimi fossero maggiormente reperibili in Italia). Solo alcuni racconti sono stati oggettivamente necessari, hanno passato l'esame del tempo e fatto meritatamente la storia della fantascienza: gli unici che mi sento di promuovere a pieni voti sono “Un secchio d'aria” di Fritz Leiber, “Il video ci guarda” di Fredric Brown, “La lotteria” di Shirley Jackson (che già conoscevo grazie alla più recente edizione Adelphi) e “Associazione Genitori e Insegnanti” di Robert A. Lafferty. Molto interessanti, per i miei gusti, “Mister da V.” di Kit Reed e “Rapporto sulle migrazioni di materiale didattico” di John T. Sladek. Per quanto riguarda altri autori qui presenti, Ballard e Disch hanno sicuramente dato il loro meglio in altre prose, mentre alcuni sono risultati o fuori luogo (Daulton e Machen, ad esempio) o troppo legati agli stereotipi del genere (Budrys e Serling, per citarne soltanto due).
Mentre consiglierei spassionatamente ad ogni tipo di lettore “Le meraviglie del possibile”, questo quarto libro della fantascienza lo riserverei soltanto al cultore del genere, purché curioso. Un merito dei curatori, ad esempio, è stato l'aver collocato i racconti come a voler dare una visione retrospettiva sull'evoluzione del genere, partendo da quelli più canonici e arrivando a quelli più slegati al paradigma. Alla fine, mi pare che Fruttero e Lucentini abbiano efficacemente riassunto gli sviluppi della fantascienza in queste poche righe: “Non più mondi da scoprire, non più viaggi nello spazio-tempo, non più mostri, armi invincibili, catastrofi incombenti. Sull'avventuroso, sul pauroso, sul tragico ha infine prevalso il semplicemente pazzesco, il sistematicamente sopra le righe”. Fortuna che questo genere si sappia continuamente rinnovare e nutrire di nuovi stimoli, e che ancora oggi abbia sempre qualcosa da dirci, manifestandosi sempre con notevole freschezza.