Chi è il misterioso ragazzo, sporco e quasi in fin di vita, che giunto al tempio buddhista di Fayuan in Cina dopo una serie di incredibili avventure, è destinato a trasformare per sempre l’esistenza del giovane monaco Dorje? Questa è la storia di una grande amicizia tra esseri di natura diversa ma è anche la storia della difficoltà di crescere e scoprire se stessi tra facili pregiudizi e insegnamenti preziosi. Perché crescere significa soprattutto affrontare i propri limiti e imparare come superarli. Tra splendidi templi, città futuribili e paesaggi montani, scoprirete i tanti nomi di SN-302, Aliang, Nianci e Yuanjue prima di diventare uno zendroide.
Duan Ziqi è una giovane scrittrice di fantascienza cinese che ha pubblicato numerosi racconti su riviste come Science Fiction World, Science Fiction Cube, Edge of the Galaxy ed è stata spesso selezionata nelle antologie annuali della migliore fantascienza cinese. Sì è aggiudicata il premio “China New Writers Competition” per una sceneggiatura originale di fantascienza e ha vinto la medaglia d’oro al dodicesimo premio Nebula di fantascienza cinese, quella d’argento come miglior racconto, il diciannovesimo premio Baihua Literature e il premio Cold Lake Science Fiction Literature.
Francesco Verso (Bologna, 1973) è uno scrittore e curatore di fantascienza. Suoi romanzi sono stati tradotti in inglese e cinese e Antidoti umani, e-Doll , Livido, Bloodbusters, I Pulldogs e No/Mad/Land e Futurespotting. Nel 2014 ha fondato l’etichetta Future Fiction su cui pubblica la migliore fantascienza mondiale in traduzione da 12 lingue e 35 paesi diversi. Lo potete trovare su www.futurefiction.org.
Francesco Verso (Bologna, 1973) is a multiple-award Science Fiction writer and editor. He has published: Antidoti umani, e-Doll, Nexhuman, Bloodbusters, Futurespotting and I camminatori (made of The Pulldogs and No/Mad/Land). Nexhuman and Bloodbusters have been published in Italy, US, UK and China. I camminatori will be published by Flame Tree Press as The Roamers in Spring 2023. He works as editor of Future Fiction, scouting and translating the best SF from 12 languages and more than 30 countries. He’s the Honorary Director of the Fishing Fortress SF Academy of Chongqing. He may be found online at www.futurefiction.org.
Chi di noi non ha mai guardato il proprio smartphone chiedendosi se, un giorno, le macchine potrebbero sviluppare una coscienza? Zendroide di Francesco Verso e Duan Ziqi prende questa domanda ancestrale e la trasforma in un’avventura toccante che ci porta nel cuore pulsante di una Cina futuristica, dove monasteri millenari convivono con androidi senzienti.
Quando il giovane monaco Dorje trova un ragazzo misterioso, sporco e quasi morente, alle porte del tempio buddhista di Fayuan, non immagina che la sua vita stia per cambiare radicalmente. Il ragazzo è uno zendroide, un essere artificiale che nel corso della storia assumerà diversi nomi – da un freddo codice seriale SN-302 fino ai poetici Aliang, Nianci e Yuanjue – in un percorso che ci ricorda quanto l’identità sia fluida e complessa. Ma è proprio questa molteplicità di nomi a rendere il personaggio così umano nella sua ricerca di sé. Ogni nuovo nome segna una tappa della sua evoluzione, un gradino verso quella condizione di “zendroide” che dà il titolo al romanzo.
La collaborazione tra Verso, maestro italiano della fantascienza sociologica, e la giovane Duan Ziqi porta sulla pagina qualcosa di davvero speciale. Quest’ultima, nonostante la giovane età, dimostra una maturità narrativa sorprendente, riuscendo a mantenere fino all’ultima pagina una sceneggiatura originale e per niente scontata, nonostante il genere fantascientifico possa suggerire percorsi già battuti. Immaginate la serenità dei templi buddhisti del Sichuan che si scontra e si fonde con il caos tecnologico delle metropoli cinesi del futuro, mentre i nostri protagonisti attraversano paesaggi montani mozzafiato. È in questo contrasto che Zendroide trova la sua forza narrativa: non si tratta solo di un’altra storia su robot che vogliono diventare umani, ma di una riflessione profonda su cosa significhi davvero essere vivi.
L’amicizia tra Dorje e lo zendroide è il cuore pulsante del romanzo. Quanti di noi hanno sperimentato quella sensazione di estraneità di fronte a chi è radicalmente diverso? Eppure è proprio attraverso questa relazione improbabile – un monaco devoto e una macchina senziente – che entrambi i protagonisti crescono e si trasformano. Il libro ci mostra che crescere significa soprattutto affrontare i propri limiti e imparare come superarli, un messaggio universale che risuona sia per l’androide che cerca la propria umanità, sia per il monaco che deve aprire la mente oltre gli insegnamenti tradizionali.
Il buddhismo zen non viene usato come mero ornamento esotico, ma diventa la chiave di lettura per comprendere la coscienza artificiale. Dorje non è il solito mentore infallibile: vacilla, dubita, impara tanto quanto insegna. Lo zendroide non è la vittima passiva in cerca di umanità: è curioso, determinato, a tratti più saggio del suo giovane amico monaco. Questa dinamica rovescia continuamente le nostre aspettative su chi sia davvero il maestro e chi l’allievo.
Se cercate l’ennesima distopia apocalittica con teenager che salvano il mondo, questo non è il libro per voi. Ma se avete voglia di una storia che vi faccia riflettere mentre vi emoziona, che esplori con delicatezza il superamento dei pregiudizi e la possibilità di rispetto tra esseri tanto diversi, allora preparatevi a incontrare il vostro nuovo androide preferito.