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Psicologia del male

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La malvagità non è appannaggio esclusivo di individui deviati o pazzi; chiunque può infierire contro un altro essere umano, perché questi erano gli ordini o semplicemente perché ne ha avuto l'occasione. La tradizionale (e semplicistica) dicotomia tra Bene e Male è sicuramente più comoda, poiché permette un orientamento facile negli intrecci della morale e una identificazione immediata dei "loro" sono i responsabili di crimini e violenze, i personaggi da tenere a distanza; "noi", incorruttibili, abitiamo dalle parti della moralità. Le evidenze della psicologia sociale raccontano però un'altra storia, basata su dati, numeri, evidenze sperimentali che rendono lo scarto tra "loro-cattivi" e "noi-buoni" sempre più sottile, fino ad annullarlo del tutto. Non esistono individui totalmente virtuosi, altruisti, sensibili e altri interamente disonesti, egoisti, distaccati. In quanto esseri umani siamo un po' tutto questo, anche se la ripetitività della vita ci impedisce di prenderne osserviamo noi stessi e gli altri nei soliti contesti, lasciamo che siano i ruoli sociali ad interagire; l'esito comportamentale non può che essere prevedibile e coerente alle aspettative. Diventa invece impossibile pronosticare ciò che sarà di noi e degli altri quando le dinamiche situazionali si rimescolano in modo da creare condizioni nuove e impreviste.

129 pages, Paperback

First published May 1, 2009

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Piero Bocchiaro

2 books1 follower

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Displaying 1 - 6 of 6 reviews
Profile Image for Martina Valentino.
122 reviews7 followers
April 20, 2023
Uno dei saggi piú belli che io abbia mai letto.
Fa riflettere quanto sia banale fare del male. Mi chiedo come sia possibile danneggiare l'altro senza provare rimorsi, sottomessi ad un potere che non dá libertà di agire. O meglio. La libertà c'é, ma si cerca di conformarsi a ció che é ritenuto piú opportuno dalla maggioranza.
Se la banalità del male é cosí evidente, perché non si trova un modo per rendere anche il "fare del bene" cosí banale?
Perché risulta piú facile denigrare una persona (che si conosca o meno fa poca differenza) piuttosto che ribellarsi ad un sistema che ci vuole automi? Ci siamo abituati ad una visione sociale all'insegna dell'odio fin dai tempi piú antichi. Si sta andando incontro a una disumanizzazione sempre piú travolgente.
Fa paura tutto questo.
Profile Image for Yupa.
764 reviews128 followers
July 10, 2024
L'altro lato del problema

Ho imparato che per quanto riguarda la crudeltà nell'essere umano, a grandi linee esistono due approcci: quello "disposizionalista", secondo cui la crudeltà è frutto di caratteristiche specifiche di determinati esseri umani: i cattivi esistono, e sono diversi dai buoni; quello "situazionista", secondo cui qualunque essere umano, se si trova in determinate situazioni, può comportarsi crudelmente: potremmo tutti diventare cattivi, se ci troviamo nelle circostanze sbagliate.
Ovviamente sono pochi gli studiosi e gli esperti che adottino uno di questi due approcci in maniera esclusiva. Questo libro tuttavia è molto netto nella sua posizione "situazionista". Nei testi che ho letto sinora sull'argomento sembra che il situazionismo sia ormai dominante e il disposizionalismo marginale, almeno presso gli esperti (l'individuo comune, invece, sembra ancora ragionare in termini di "buoni e cattivi"). L'unica alternativa, finora, l'ho trovata in Reparto assassini. La mentalità dell'omicidio di massa, di Abram De Swaan, che propone una posizione intermedia tra disposizionalismo e situazionismo. Devo dire che non mi ha convinto del tutto, mentre questo libro, invece, porta molti argomenti solidi ed empiricamente fondati a favore del situazionismo (a partire dagli esperimenti classici di Milgram e Zimbardo).
A prescindere su quale dei due approcci sia più vero o più falso, sono evidenti le rispettive ricadute in termini di politica pubblica: se crediamo che esistano persone tipicamente malvagie, la risposta sarà, da parte dei buoni, di individuarli e magari neutralizzarli (o punirli, se si crede comunque nel libero arbitrio); se crediamo che la crudeltà sia frutto di determinate situazioni, la risposta sarà di riformare la società in modo da ridurre le situazioni generatrici di cattiveria.
Quello che mi stupisce di questo libro è che, invece, non prende minimante in considerazione quest'ultima possibilità. L'autore si concentra unicamente su quelle persone che, anche in situazioni generatrici di crudeltà, sono comunque riuscite di dire "no". Ammette che, allo stato attuale delle conoscenze, non è ancora noto perché alcuni si lasciano andare alla crudeltà mentre altri resistano alla tentazione (forse, chissà, qui potrebbe rifare capolino un po' di disposizionalismo), ma auspica comunque che si riescano a coltivare negli individui questa capacità di resistenza.
Il punto, per me, è che c'è un altro lato del problema, che il libro non prende in considerazione. Fa l'esempio della manovalanza nazista, incastrata in una macchina in cui si finiva per obbedire docilmente all'autorità ("eseguivo gli ordini"). Viene fatto l'esempio dell'esperimento di Milgram, con comuni cittadini che, se comandati da un'autorità, finiscono per far subire scosse elettriche anche letali a degli sconosciuti. Appunto, l'autorità. Forse il primo passo per ridurre sia le crudeltà piccole e medie che attraversano la società, ma anche e soprattutto quegli scivolamenti che portano alle persecuzioni di massa se non agli sterminî, non sta tanto nello sperare che una minoranza si ribelli a questo meccanismo, bensì a ripensare a come viene distribuito il potere all'interno della società stessa, e rendersi conto che ogni concentrazione del potere e dell'autorità politica sono sempre a rischio di creare situazioni come quelle riportate dal libro. È su questo che bisogna vigilare. C'è certo un problema a valle, dal lato degli esecutori, ma c'è anche un problema a monte, dal lato di chi impartisce gli ordini e dei meccanismi storici per cui chi impartisce gli ordini si ritrova ad avere in mano un potere spropositato, che quasi sempre finisce per andare fuori controllo.
Profile Image for Marty Carollo.
36 reviews1 follower
March 6, 2022
"Il male non è mai straordinario ed è sempre umano. Divide il letto con noi e siede alla nostra tavola." ~Whystan Hugh Auden

Questo libro mi è stato consigliato dalla mia professoressa del corso di Psicologia sociale.
In questo libro Bocchiaro mette in crisi la tradizionale dicotomia Bene/Male, dimostrando che chiunque, in particolari circostanze e situazioni, possa eseguire degli atti di violenza su un altro essere umano.
Mi ha veramente stupito ciò che è descritto in quest'opera e soprattutto i risultati degli esperimenti realizzati per spiegare alcuni fatti apparentemente inspiegabili da quanto crudeli.
È stato davvero una lettura interessante!
4⭐
Profile Image for Francesco.
1 review
September 5, 2020
È stato interessante guardare alcune delle azioni brutali e infami commesse nella storia da una prospettiva diversa. Questo libro mi ha permesso di interrogarmi sulle mie stesse azioni e sul giudizio che a volte si da con leggerezza a quelle degli altri, senza però mai essere apologetico dei comportamenti presi in considerazione. Penso che un testo del genere dovrebbe essere letto da più persone possibili.
Profile Image for Aurora Pesce.
54 reviews11 followers
September 16, 2022
Psicologia sociale we love you.
E ricorda, tu sei intrisecamente cattivo, ma puoi scegliere di fare del bene e non restare indifferente... Un giorno vedi un ferito per strada e guardi dall'altra parte, il giorno dopo potrei esserci tu al suo posto
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