In un unico volume oltre 350 poesie della piú importante poetessa americana del XIX secolo, che la traduzione di Silvia Bre restituisce in tutta la loro tellurica potenza. «Ogni raccolta di poesie di Emily Dickinson, come un frattale, è di per sé un trattato sulla parola: un trattato, beninteso, per immagini. Lei insegna meglio di ogni altro poeta che la parola, sacra in quanto esile, è un puro velo che la lettura taglia come fosse una tela di Fontana, per andare verso il suo rovescio, l'immagine sconfinata che la lingua poetica proietta per sempre in tutte le direzioni e che si offre come esperienza universale» (Silvia Bre). Introduzione di Sara De Simone.
Emily Dickinson was an American poet who, despite the fact that less than a dozen of her nearly eighteen hundred poems were published during her lifetime, is widely considered one of the most original and influential poets of the 19th century.
Dickinson was born to a successful family with strong community ties, she lived a mostly introverted and reclusive life. After she studied at the Amherst Academy for seven years in her youth, she spent a short time at Mount Holyoke Female Seminary before returning to her family's house in Amherst. Thought of as an eccentric by the locals, she became known for her penchant for white clothing and her reluctance to greet guests or, later in life, even leave her room. Most of her friendships were therefore carried out by correspondence.
Although Dickinson was a prolific private poet, fewer than a dozen of her nearly eighteen hundred poems were published during her lifetime.The work that was published during her lifetime was usually altered significantly by the publishers to fit the conventional poetic rules of the time. Dickinson's poems are unique for the era in which she wrote; they contain short lines, typically lack titles, and often use slant rhyme as well as unconventional capitalization and punctuation.Many of her poems deal with themes of death and immortality, two recurring topics in letters to her friends.
Although most of her acquaintances were probably aware of Dickinson's writing, it was not until after her death in 1886—when Lavinia, Emily's younger sister, discovered her cache of poems—that the breadth of Dickinson's work became apparent. Her first collection of poetry was published in 1890 by personal acquaintances Thomas Wentworth Higginson and Mabel Loomis Todd, both of whom heavily edited the content.
A complete and mostly unaltered collection of her poetry became available for the first time in 1955 when The Poems of Emily Dickinson was published by scholar Thomas H. Johnson. Despite unfavorable reviews and skepticism of her literary prowess during the late 19th and early 20th century, critics now consider Dickinson to be a major American poet.
Le poesie della raccolta che ho letto sono accompagnate da una lunga introduzione di M. Guidacci, particolarmente interessante per la contestualizzazione biografica. Essa è stata per me essenziale per comprendere l'arte della poetessa che preferì vivere reclusa nella propria dimora. Riceveva con parsimonia gli amici, per il turbamento che le visite le provocavano. Le tante lettere che la Dickinson scriveva rappresentano la sua modalità confacente di comunicazione; le poesie, la forma somma di espressione.
Penso che proprio la scelta di ' sottrarsi al mondo ' , per usare la bella formula di Marguerite Yourcenar, abbia contribuito in modo determinante all'intensità poetica delle sue composizioni, unita alle forti risonanze affettive che le giungevano dall'esterno e ai lutti che la lasciavano come annichilita. Questa donna sempre vestita di bianco, nella sua lunga solitudine, doveva essere una creatura sempre di fronte a se stessa, che anche dal dolore sapeva distillare brillanti e perle rare.
" Questa polvere quieta fu signori e dame E giovani e fanciulle, Fu riso, arte e sospiro E bei vestiti e riccioli " .
Ho visto al cinema, sabato scorso il film "A quiet Passion", che descrive la vita di Emily Dickinson.
Ebbene, mi ha incantato.
Non solo il film è (a mio parere) girato in modo meraviglioso per scenografia, musica, cast e dialoghi (nonostante sia un film lento, tristissimo e probabilmente non per gli amanti del genere Star Wars); raccorda la vita di Emily e la sua poesia in modo incredibilmente efficace e ha avuto l'effetto di stimolarmi a leggere alcune delle sue poesie che avevo da anni in libreria.
Ed è scattato l'amore per tutti quei sentimenti che sono chiaramente espressi dietro le poche e precise parole che Emily ha usato.
Quando sottolinea la sua intenzione di non essere famosa, perché esser famosi significa doversi comportare in accordo al proprio personaggio, come una rana nel pantano:
"Io sono Nessuno! Tu chi sei? Sei Nessuno anche tu? Allora siamo in due! Non dirlo! Potrebbero spargere la voce! Che grande peso essere Qualcuno! Così volgare — come una rana che gracida il tuo nome — tutto giugno — ad un pantano in estasi di lei!"
O quando parla della morte, non temuta ma anzi attesa come transizione a una vita eterna migliore:
"Poichè non potevo fermarmi per la morte
lei gentilmente si fermò per me La carrozza portava solo noi due e l’immortalità
Andavamo piano, ignorava la fretta e io avevo abbandonato il mio lavoro e il mio riposo per la sua cortesia
Passammo oltre la scuola dove i bambini nell’intervallo facevano la lotta in cortile Passammo campi di grano che ci fissavano Passammo oltre il tramonto
o piuttosto fu lui a oltrepassarci Scesero rugiade tremanti e gelide solo garza il mio vestito, il mio mantello di tulle
Ci fermammo a una casa che sembrava un gonfiore della terra Il tetto era appena visibile il cornicione sepolto nel suo oro Da allora sono secoli eppure sembrano più brevi del giorno che intuii per la prima volta che le teste dei cavalli erano rivolte all’eterno."
ED, ancora giovane, sceglie di ritirarsi nella propria cameretta, nella casa di famiglia ad Amherst, Massachusetts. E’ anche un atto di ribellione contro una società molto chiusa e tradizionalista (siamo nella seconda metà dell’800), dove le donne sono relegate ad un ruolo di semplici comparse. Ciò non significa che cessa di vivere e di relazionarsi: lo farà in modo diverso con un’acutezza ed una passione amplificati attraverso la scrittura di poesie e lettere, praticamente inedite e rivolte a pochi selezionati lettori, e la semplice osservazione della natura nel giardino di casa o nelle passeggiate nei boschi circostanti, in compagnia del suo amato Carlo, un grande cane terranova.
Ci ha lasciato circa 1800 poesie, scritte a mano su fogli da lei rilegati in diversi quaderni. Le sue poesie sono minime in lunghezza, qualche decina di parole o frasi in genere, ma densissime di significato e fortemente evocative. Profonde e acutissime, geniali e sfidanti per noi umilissimi lettori. E molto anticonvenzionali, libere e ribelli: dalla sua cameretta contro il piccolo mondo antico esterno.
Ci parlano principalmente di vita/morte e del fluire del tempo, di amore/amicizia, di fede mai bigotta, di natura/cosmo, ci parlano di noi, dei nostri sentimenti e desideri. A volte con toni cupi, altre volte con tanta energia. Utilizzando paradossi e metafore, con una scrittura che gira molto fluida, anche grazie alla punteggiatura innovativa, il famoso dash di ED.
Due esempi (altri sono negli update di lettura).
j958
C’incontrammo come scintille - selci divergenti - sparpagliate in varie direzioni. Ci separammo come se una scure avesse spaccato il centro della selce - Sostenuti dalla luce che portammo prima che sentissimo la notte, selce, forse, fino a questo giorno se non per quell’unica scintilla.
j850
Io canto per consumare l'attesa. Allacciarmi la cuffia chiudere la porta di casa - non ho altro da fare, fin quando viaggeremo verso il giorno in cui s’avvicina il passo fatale - e ci racconteremo come abbiamo cantato per tenere lontana la Notte.
Questa edizione Newton è una selezione di una cinquantina di componimenti, con testo inglese a fronte. La traduzione delle poesie di ED non è semplice in quanto non può essere meramente letterale dovendosi rendere senso e immagine quando a volte non sono, appunto, così letterali, e si confondono soggetti, oggetti, legami tra le frasi. A me questa versione Newton è piaciuta. Unica pecca, manca la numerazione delle poesie: non pubblicate, composte in più versioni, occasioni e supporti, senza titolo, la catalogazione non è stata chiaramente agevole; sono quindi state inventariate con numerazione progressiva con due diversi sistemi succedutisi nel tempo, leggermente diversi per numero di opere. Un plus dell’edizione è invece la riproduzione di disegni dell’artista Ugo Attardi.
Ho poi letto altre poesie nella raccolta Garzanti Poesie - con diverse sovrapposizioni rispetto alla raccolta Newton – e in articoli in rete. Fondamentale www.emilydickinson.it che raccoglie tutte la produzione di ED (incluse le lettere). Vi trovate tutte le poesie, in originale, tradotte (Ierolli) e commentate, molto ben organizzate.
Devo ancora trovarlo un saggio sulla Dickinson che ne metta a fuoco come si deve quella che per me è la qualità migliore o una delle componenti primarie della bellezza delle sue poesie: la limpida precisione, la lucida esattezza. E siccome la mette spesso a servizio della conoscenza di se, dei sentimenti, del mistero della vita e della morte, questa esattezza si traduce in chirurgica spietatezza. Verso gli altri, ma soprattutto verso se stessa.
Una qualità che può essere legittimamente interpretata anche come cattiveria (avrebbe avuto d’altronde abbondanti ragioni per nutrirne). Ma la vera cattiveria è quella che viene dall’indifferenza al dolore, proprio e altrui; dalla cecitá della mente chiusa alla potenza rivelatrice delle emozioni, proprie ed altrui. A me sembra che al contrario sia il portato inevitabile di una sensibilità straordinaria e straordinariamente messa al sevizio della conoscenza. È lucida manifestazione di una coscienza ipertrofica.
Ecco un esempio di bellezza abbagliante.
“Cadde tanto in basso nella mia considerazione che lo udii battere in terra e andare a pezzi sulle pietre in fondo alla mia mente.
Ma rimproverai la sorte che lo abbatté meno di quanto denunciai me stessa, per aver tenuto oggetti placcati sulla mensola degli argenti.”
questa raccolta comprende solo 350 poesie (Emily Dickinson ne ha scritte in tutto quasi 1800), però la selezione è ottima e la traduzione di Silvia Bre è speciale (menzione d'onore per l'introduzione di Sara De Simone). da anni, periodicamente, torno da Emily Dickinson. c'è qualcosa di familiare e rassicurante in queste poesie; anche se sono spesso oscure, anche se chiedono di essere sentite addosso. come dice Silvia Bre nella premessa: bisogna "mettersi vicino ai suoi versi e lasciarli agire".
"Forse ho voluto troppo grandi cose – non prendo – nulla meno di cieli – perché terre, crescono fitte come bacche, nella mia città natale –
Il mio cesto tiene – solo – firmamenti Loro – mi oscillano lievi – sul braccio, ma fardelli minori si ammassano."
Le cortesie più piccole - un fiore o un libro- piantano sorrisi come semi che germogliano nel buio ~~~~ Uno squarcio d’azzurro - un tratto di grigio- qualche chiazza di rosso sulla strada , così appare il cielo della sera. Un po’ di porpora scivolata in mezzo- pantaloni indossati in fretta-color rubino- e poi un’onda d’oro- una sponda di giorno- di questo è fatto il cielo del mattino ~~~~~
Quieto come il massacro di soli trucidati dalle sciabola della sera
Emily, quanta ardente passione, di quanto amore eri capace. Hai dato voce alle mie emozioni, rendendole parola senza sbiadire la voce dell'anima. La tua poesia è rugiada; purissima, candida, ingenua. Dolce Emily, mi hai commosso.
Nelle Lezioni Americane Italo Calvino scrive: Esattezza vuol dire per me soprattutto tre cose: 1) un disegno dell’opera ben definito e ben calcolato; 2) l’evocazione di immagini visuali nitide, incisive, memorabili; 3) un linguaggio il più preciso possibile come lessico e come resa delle sfumature del pensiero e dell’immaginazione. Le poesie di Emily Dickinson sono un inno all'esattezza, motivato da una prepotente passione per la verità. Nel suo amore per la verità era indiscutibilmente implicita l'attenzione per la realtà oggettiva. Amava la precisione, Emily. Amava i particolari concreti e "casalinghi": scrive di gomitoli e sciarpe, di serpi, pettirossi e mosche che ronzano... Piccoli capolavori di esattezza descrittiva. Ma l'accuratezza con cui definisce il mondo esteriore è niente rispetto alla capacità che ha di descrivere la sua esperienza interiore. Riesce a tratteggiare i moti dell'anima ed i fenomeni della propria coscienza con la precisione dell'entomologo, regalandoci autentici capolavori di autoanalisi. Tutto questo grazie ad una sensibilità superiore, unita ad una forza ed un coraggio impensabili per il tempo (ed il luogo) in cui visse. Sopravvissi, non so come, alla notte, Entrai nel giorno. Per esser salvi, basta essere salvi, Senz'altra formula. Da allora prendo il mio posto tra i vivi Come chi, commutata la sua pena, E' candidato alla grazia dell'alba - Ma la sua vera dimora è tra i morti.
"Non c’è bisogno di essere una camera per venire infestati – non c’è bisogno di essere una casa – la mente ha corridoi in quantità. Più sicuro è incontrare a notte fonda un fantasma esteriore – che affrontare l’intima presenza di quel più gelido visitatore. Più sicuro un galoppo in abbazia – rincorsi dalle pietre – che incontrare se stessi disarmati – in un luogo del tutto solitario. L’io che dietro di noi rimane occulto, questo è terrorizzante – l’assassino nascosto in casa nostra – non è poi un così profondo orrore. Il corpo impugna a un tratto la pistola – mette spranghe alla porta – trascurando un fantasma superiore ancora più vicino."
Sebbene ami le poesie di Emily, non posso consigliare questa edizione. Le sue poesie sono perfette per chiunque — anche per chi, come me, non è abituato alla poesia (non parlo di chi la detesta, ma di chi semplicemente non la frequenta). I versi di Emily sono affascinanti proprio perché misteriosi e liberi da ogni regola. Purtroppo, questa edizione presenta numerosi difetti.
Il libro è già breve di suo, eppure hanno riempito troppe pagine con prefazione, introduzione e bibliografia — tutte informazioni facilmente reperibili altrove.
Il difetto più grave sono le illustrazioni inserite: inappropriate, fuori contesto e di pessimo gusto.
Emily era una poetessa, non un'illustratrice — perché includere i disegni di qualcun altro accanto alle sue poesie? E nemmeno sono pertinenti ai testi.
La traduzione è mediocre e in diversi punti discutibile.
Non sono una persona abituata a leggere poesie, ma devo dire che quelle della Dickinson sono spettacolari, specialmente le prime (poste in ordine cronologico). Questo libro presenta una raccolta di poesie selezionate con un prologo riguardante la vita personale di Emily Dickinson. È stata davvero una bella lettura, mi è piaciuto particolarmente il fatto che fossero presenti sia le poesie in lingua originale che la traduzione in italiano, così da capire meglio le emozioni che una poesia può dare sia in una lingua che in un altra.
Poesie coinvolgenti, che passano dalla tristezza allo struggimento,dalla tenerezza alla passione, delicati come la loro autrice, una lettura che consiglio
Non sono mai stata un'amante delle poesie, ho sempre preferito i romanzi. Non conoscevo Emily Dickinson, fino a quando mi sono imbattuta nella serie TV sulla sua vita e ho quindi conosciuto questa grande icona. La serie mi ha permesso di conoscere lati di me che tenevo nascosti al mondo ed accettarli. Alcune poesie hanno toccato le corde della mia anima e sono grata ad Emily per averle scritte. Beh, come prima raccolta poetica, mica male. Ingegnosa l'idea di mettere la versione in lingua originale e a fronte la traduzione. Ho letto per la maggior parte la versione in inglese ma, dato che la Dickinson è vissuta a fine 800, di certo non mancavano termini ormai entrati in disuso e quindi consultare la traduzione affianco mi è risultato molto utile.
Questa raccolta di poesie, alcune più brevi (in certi casi oserei dire fulminanti nella loro brevità) altre più lunghe coprono un arco di diversi lustri e trattano, con uno stile impeccabile, svariati temi, dalla natura alla morte. Alcune di queste poesie sono state poi soggette ad una gestazione lunga e fatta di svariate modifiche che in certi casi sono state anche drastiche nel senso che hanno cambiato sensibilmente ed in certi casi anche radicalmente quello che era il testo originale. Per questa edizione la curatrice ha attinto di volta in volta a diversi testi critici.
In un confuso e incoerente insieme di poesie poco incisive, ho trovato 15 piccole piccole perle. Inutile parlare di poesia, dubito si possa descrivere. Ecco un esempio del perché:
Tanto precipitò nella mia stima che lo sentii battere per terra e farsi in mille pezzi sulle pietre in fondo alla mia mente
Diedi la colpa al fato che lo spinse ma ancora di più rimproverai me stessa d'aver tenuto oggettini placcati sulla mensola dell'argenteria.
Meraviglia ritrovare le poesie di Emily Dickinson, soprattutto quelle che parlano dell'isolamento dal mondo esterno, una condizione sì volontaria e ponderata, ma che ci permette di sentirci tutti meno soli in questi giorni difficili.
Much Madness is divinest Sense - To a discerning Eye - Much Sense - the starkest Madness - 'Tis the Majority In this, as Allm prevail - Assent - and you are sane - Demur - you're straightway dangerous - And handled with a Chain -
"Ho sempre amato, e te ne do la prova: prima di amare, io non ho mai vissuto pienamente. Sempre amerò, e questo è il mio argomento: l’amore è vita e la vita ha qualcosa di immortale. Se dubiti di questo, allora io, amore, nient’altro ho da mostrare, nient’altro che il Calvario."
Stile poetico talmente semplice e diretto da denudare amore, natura e morte del loro alone poetico. Un romanticismo inquieto e spigoloso antitetico a quello ordinato e armonioso di Whitman.