In una Napoli sensuale, disperata e viziosa, una ragazza sparisce portando con sé una cartella di documenti importanti - un appalto truccato. Il padre della ragazza, don Michele Miletti -l'uomo forse più ricco di Napoli, sessantanove anni e «ancora il ritmo di un'Esportazione ogni cinque minuti, il tempo di fumare la precedente - incarica Sasà Iovine, finto avvocato che si arrabatta con piccoli luridi affari, di ritrovare la figlia difficile e ribelle ma soprattutto di far sparire i documenti la cui pubblica circolazione avrebbe compromesso un giro di mazzette consistenti. Sasà si ritrova coinvolto in un malaffare molto più grande di lui, famigliare e politico. Il malaffare è talmente sporco che Sasà le prende di santa ragione da due omoni grandi come armadi, i Gemelli, ma sopporta tutto perché insegue - come un cane inseguirebbe una salsiccia - una mazzetta, una percentualina che non ha alcuna intenzione, come tutti gli altri, di farsi sfuggire. Tra corruzione, istinti famelici, cadaveri, adulteri e inganni si snoda questo romanzo, capostipite del giallo italiano, così attuale, ritmato e potente che sembra essere stato scritto domani.
Un noir cupo, molto hard boiled, ambientato in una Napoli cruda e violenta, tra affaristi senza scrupoli e camorra, sotto il segno dei soldi. L’inizio è da classico del genere: Don Michele, l’uomo più ricco della città, convoca Sasà Iovine perché ritrovi la figlia scomparsa che, piccolo particolare, ha anche sottratto una cartellina con la documentazione di un grosso appalto truccato… Sasà, non è però un Marlowe, un investigatore con un rigoroso senso di giustizia tra mille difetti, ma un sedicente avvocato, un piccolo faccendiere che ha organizzato l’appalto per conto di Don Michele e da cui si aspetta una cospicua mazzetta come ricompensa. Parte quindi alla ricerca e subito cominciano i morti ammazzati (e malamente); nell’affare è coinvolto anche un boss della camorra, di quelli che non scherzano e Sasà per sfangarla cerca di tenere i piedi in due scarpe così le mazzette promesse si moltiplicano, anche se più che soldi riceve botte e torture (mitica la minaccia di fargli mangiare linguine fino a scoppiare…). Sasà ovviamente è destinato a capirci poco o nulla, tallonato dal commissario Assenza che in barba al; nome sembra essere onnipresente, in un mistero che mescola interessi economici e oscuri segreti familiari. Una trama abbastanza serrata per una storia con più violenza di quanto mi aspettassi. “i soldi aggiustano ogni situazione”, massima preferita del boss della camorra, è il principio che agita i protagonisti, a partire da Sasà, un uomo in fondo mediocre, senza grandi qualità se non eccellere nell’arte dell’arrangiarsi, ingenuo e furbo nello stesso tempo, capace di giostrare le situazioni più intricate come di essere preso per il naso (a cominciare dalla fidanzata). Un bel personaggio ma Veraldi è bravo a tratteggiare tutti i protagonisti, compresi quelli secondari, senza mai finire nel macchiettistico o nel folklore (niente pizza, mandolini e sceneggiate) e se c’è una pecca, a volte eccede nella verbosità dei dialoghi (ma siamo a Napoli dove l’arte della parola…) Un libro vintage dove si guidano Alfette e 124 e si usa il telefono a gettoni, ma non datato. Tre stelle e mezza.
Sasà Iovine denominato l'avvocato (pur non avendone il titolo) è un faccendiere nella Napoli di fine anni 70, in cui traffica in situazioni sempre al limite del lecito. Attilio Veraldi l'autore del romanzo è considerato, il padre putativo del giallo italiano facendo da apripista in un genere, che un tempo è stato bistrattatto e poco considerato. Oggi a distanza di vari decenni, bisogna saper riconoscere la capacità dello scrittore di aver dato lustro ad una genere che in epoca contemporanea risulta saturo e non sempre della stessa qualità narrativa. Il Romanzo è avvicente con una trama inverosimile ma proprio per questo molto reale, con riferimenti, ad una mazzetta che fa da cardine a tutta la storia che è una scusa per raccontare l'Italia di ieri, così simile a quella di oggi
"[...] viveva, sola e presumibilmente con gli alimenti che le passava l'ex marito, a Milano, in via Macedonio Melloni. I nomi delle strade di quella città."
Quarantacinque anni ben portati.C'è tutto quanto si dannano di riportare gli scrittori di nera oggi. Camorra e sodali,corruzione e impunibilità. Ottimo.
Iovine, a man of business, works for Don Michele, one of the richest Godfathers in Italy. When the Dons dughter disappears with money and evidence, Iovine is to get her back.