Da quel terribile giorno di febbraio, quando il mare l’ha inghiottita, il tempo per Mia si è fermato. Dal sonno profondo in cui è precipitata e da cui sembra non volersi ridestare, Mia si sente però al sicuro. Il suono di una voce che lei conosce bene la avvolge e la protegge, la tiene lontana da qualsiasi sofferenza e la trasporta in una sorta di sogno, in cui può sentirsi ancora vicina a chi ama. Quella voce è più forte di tutte le altre che ha intorno e che la chiamano, cercando in ogni modo di farle aprire gli occhi. Ma lei non ha alcuna intenzione di tornare alla sua vita di un tempo. Finché, dopo quasi due mesi, Mia finalmente si risveglia. Qualcuno ha voluto che tornasse a vivere, qualcuno con cui Mia riesce ancora a parlare, e che non vuole smettere di ascoltare. Qualcuno che la ama più della sua stessa vita e che ha fatto di tutto per salvarla...
Federica Bosco è scrittrice e sceneggiatrice. Appassionata di yoga e convinta sostenitrice dell’alimentazione vegan a cui sottopone parenti e amici, ultimamente sta anche imparando a fare il pane («Con i tempi che corrono è bene avere un mestiere in mano!»). Potete leggere di lei nel suo blog all’indirizzo www.federicabosco.com. Con la Newton Compton ha pubblicato Mi piaci da morire, L’amore non fa per me e L’amore mi perseguita, tre romanzi con Monica come protagonista, e Cercasi amore disperatamente: tutti hanno avuto un grande successo di pubblico e di critica, in Italia e all’estero. È anche autrice di uno spassosissimo manuale di sopravvivenza per giovani donne: 101 modi per riconoscere il tuo principe azzurro (senza dover baciare tutti i rospi).
È incredibile quanto la penna di Federica Bosco, la vita di Mia, mi abbia saputo così tanto emozionare per una seconda volta a distanza di anni.
Il primo romanzo della trilogia, "Innamorata di un angelo" si concludeva con il colpo di scena quanto più doloroso si potesse immaginare: la morte di Patrick. Di conseguenza, questo secondo capitolo lo definerei che un inno alla vita, alla rinascita e alla voglia di ricominciare a vivere lì da dove tutto sembrava finito e senza speranza. Mia è in ospedale, in coma, sempre in ascolto, ma non intenzionata a svegliarsi. La perdita di Patrick è stata troppo devastante, e pensa che la vita dopo ciò che è successo, non valga più la pena di essere vissuta. Però, a un certo punto, Mia sente una voce nella testa che le è più familiare che mai: è Patrick, il suo Patrick, colui che la dà la forza di aprire gli occhi, di uscire dal coma e combattere per vivere la propria vita. E così comincia questo romanzo con Mia che nonostante tutto il dolore che ha vissuto, si innamora ancora una volta della vita, dell'amore, ma soprattutto della danza.
Leggere i primi capitoli, così pregni di dolore, è stata una coltellata in pieno petto. Mi sono ritrovata a piangere più e più volte. Poi, procedendo con la lettura, il romanzo è stato più semplice da leggere.
È incredibile quanto Federica Bosco sia stata brava ancora una volta a immedesimarsi nella testa di una sedicenne. Ogni ragionamento fatto da Mia, era praticamente come ragionavo io quando avevo la sua età, e rendermene conto a distanza di dieci anni, mi fa uno strano effetto per quanto fossi ingenua e immatura, anche se con il procedere, il suo personaggio comincia a maturare.
Per quanto io adori il personaggio di Patrick, in alcune scene, in cui si comportava da buon samaritano saggio, devo ammettere che qualche volta l'ho mal sopportato. Mi è sembrato un po' pesante sotto certi aspetti.
In questo secondo romanzo, il personaggio di nonna Olga è ben più delineato che nel primo, e l'ho adorata, sebbene anche lei abbia i suoi difetti non da poco.
L'unica critica che mi sento di fare, è riguardo l'editing del romanzo: è davvero poco curato. La mancanza della punteggiatura è presente in ogni pagina, e questa cosa mi ha un po' snervata.
Uno ci prova con tutta la buona volontà a leggere un libro. Purtroppo però, quando le aspettative vengono disilluse e i riferimenti ad altri libri diventano troppo palesi o la piega narrativa che sta prendendo la storia poco convincente o interessante, c'è un'unica soluzione: bye bye!
Libro brutto, c'e' poco da dire. L'ho preso in biblioteca in cerca di una storia leggera da ombrellone, ma mi sono ritrovata fra le mani una storia che non mi ha coinvolta, una protagonista che avrei picchiato volentieri, uno stile di scrittura che non mi ha colpita in niente. Ho scoperto solo dopo averlo iniziato che questo e' il secondo capitolo di una serie, ma il libro si puo' leggere come uno stand - alone perche' e' spiegato bene cos'e' successo nel primo. Dunque, cominciamo con le cose che mi hanno fatto provare l'istinto di scaraventare il romanzo per terra: - i temi trattati. D'accordo, il romanzo e' per giovani e giovanissime e allora direi, proprio per quello fai attenzione quando parli di morte, di voglia di suicidarsi, di una quasi sedicenne che finisce in coma! Ognuno ha le proprie idee sulla morte e su cosa c'e' dopo, e condivido quelle dell'autrice, pero' tutto e' scritto in maniera troppo semplicistica, per esempio, dubito che un morto pensi dopo cosi' poco dopo a fare l'amore con la sua Mia rimasta sulla Terra, ma dai! Purtroppo l'anno scorso una ragazza di un anno piu' giovane di me e' andata in coma all'improvviso in seguito a qualcosa che le e' scoppiato nel cervello, e' rimasta in coma per un anno e mezzo e poi e' morta. La sua famiglia abita vicino a me e conoscevo di vista quella ragazza dai tempi delle scuole; non vorrei immaginare che cosa proverebbero i suoi famigliari e i suoi amici piu' cari se capitasse loro questo libro fra le mani, per il modo in cui si parla del coma: SUPERFICIALE! Come, lo ripeto, e' superficiale tutto in questo romanzetto. - Mia, e' definita tosta, sicura di se' ecc peccato che a me e' sembrata un'insicura che si lamenta, che ha bisogno del suo "angelo custode" (ovvero Pat) per tornare a vivere, ingrata ed egoista che non si rendo conto subito della cavolata che ha fatto a cercare di togliersi la vita e anche qui ho dei dubbi, della serie, questo romanzo doveva essere una sorta di Romeo e Giulietta moderno? Lei che si vuole uccidere dopo che lui annega e roba del genere... lo ripeto, il target e' quello degli adolescenti e purtroppo ce ne sono stati sin troppi di casi di giovani che si sono suicidati per un motivo o per un altro; dovremmo parlare del suicidio a quell'eta' in maniera consapevole, non solo per fare andare "di la'" la protagonista in modo che possa parlae con il suo innamorato. Comunque, non ho sopportato Mia. - le cavolate di sottotrame, per esempio la madre di Mia che vuole rimettersi col suo ex marito e tutte quelle manovre della nonna (unico personaggio decente, me ne parlero' dopo) alla Beautiful. - per rimanere in tema "Beautiful", sto per fare uno spoiler e lo dico a chi ha intenzione di leggere il romanzo: Nina (ex) migliore amica di Mia e' incinta. Alla fine, quando forse l'autrice non sapeva piu' che dramma infilarci, si scopre appunto che Nina, appena sedicenne, aspetta un bambino da un ragazzo, Carl, che non la ama piu' e nessuna delle due famiglie li sopporta. Anche questo tema, sensibile e importante, e' trattato con orrenda superficialita'. Due cose hanno reso tollerabile la lettura (a parte il fatto che in spiaggia "stacco la spina" e potrei leggere anche l'elenco telefonico per aspettare l'ora di andare a nuotare): - la nonna Olga, unico personaggio decente, con le p...e, non si fa mettere i piedi in testa da nessuno, e' anziana ma vive la sua vita, e' risorta dalle sue ceneri (una famiglia uccisa in un bombardamento durante la guerra; giusto, poteva mancare il tema della Seconda Guerra Mondiale?), ama nonostante la sua eta' e lo fa con semplicita' e gioia e soprattutto e' forte, usa gli smidollati che non sanno farsi rispettare (e che dovrebbero imparare a farlo. - la danza. Ho studiato danza per un po' di anni e anche se la classica non e' mai stata la mia preferita mi ha fatto piacere leggere delle lezioni, dell'ansia di Mia per l'audizione e mi e' piaciuto molto anche il personaggio del maestro con cui Mia studia a Firenze (non ricordo il nome). Ah, piccola nota, gran parte del romanzo e' ambientato in Inghilterra e quando Mia va a fare gli esami vede i compagni che nascondono i bigliettini e si preparano a copiare, vorrei incontrarli dei ragazzi britannici che fanno cosi' a scuola, non uno ma tutta la classe (come nel libro), li' le cose funzionano diversamente! Insomma, per concludere un romanzo superficiale, la storia d'amore a me ha fatto ridere, smancerie e sdolcinate senza senso, non l'ho trovata ne' romantica ne' interessante. Un libro bocciato in pieno che non consiglio a nessuno e ovviamente non leggero' gli altri capitoli della serie ne' altri romanzi della stessa autrice.
Chi ha già letto la mia recensione al primo volume, Innamorata di un angelo, ricorderà quanto mi era piaciuto al di là dei miei pregiudizi sull’autrice, e quanto l’avessi trovato godibile non solo come passatempo piacevole, ma nello sviluppo dei contenuti, nel significato che quella storia aveva. Non sentivo la necessità di un seguito: ho sempre pensato che quel romanzo fosse perfetto in quel modo, con quello sviluppo e quella conclusione che, seppur tragica, gli conferiva maturità. Ma la Bosco non era d’accordo con me (e neppure la maggior parte delle sue lettrici): ha sentito il bisogno di una diversa conclusione, di dare speranza a Mia, la protagonista del romanzo che sembrava ormai averla persa. Ecco che ora la ritroviamo in quella stessa condizione: una ragazza che non spera più, che non crede più, che non lotta più. Ma che ama ancora, nonostante tutto. Mia aveva una vita stupenda: una migliore amica, Nina, cresciuta con lei come una sorella; un sogno nel cassetto, la danza, per il quale era disposta a qualunque sacrificio; un amore, Patrick, che era quello giusto, la sua anima gemella. In Il mio angelo segreto Mia non ha più nulla di tutto ciò: Nina le ha voltato le spalle quando ha scoperto che l’amica era fidanzata col fratello a sua insaputa; Patrick è morto travolto dalle onde nel tentativo di porre in salvo delle vite; il sogno di danzare si è infranto nel momento in cui Mia ha tentato di uccidersi, e ora lotta in un letto d’ospedale per tornare a parlare, a muoversi. La vita che attende la ragazza all’uscita da quell’ospedale non sarà facile: non c’è più nulla del suo passato e starà alla sua forza di volontà costruirsi un futuro che sia all’altezza dei suoi sogni. Quali sogni? Mia non ne ha più: non vuole più nulla, non lotta più, non ha desideri. Ha paura e dolore. Ma non è sola: fin dal primo momento sarà aiutata e accompagnata da qualcosa di magico. La voce di Patrick è dentro di lei, sempre. Quando è sveglia e quando dorme: lui l’aiuta, la sostiene, la incoraggia… e soprattutto la ama. La sua presenza diventa una costante del romanzo, necessaria per la totale ripresa della ragazza. Mi fermo qui con il riassunto della storia, non voglio svelare troppo. Cosa dire de Il mio angelo segreto? Nonostante l’inizio un po’ lento e terribilmente tragico, il romanzo si riprende in fretta. La Bosco ci aveva già abituati a dialoghi ironici, anche se sempre pieni di affetto. Qui l’ironia regna sovrana, diventando spesso pungente. Un’ironia che aiuta protagonista e lettori ad affrontare scene che avrebbero potuto forse annoiarci, o comunque non entusiasmarci alla follia, come il lungo periodo di degenza della ragazza. Enorme spazio viene dato a nonna Olga, un vero e proprio vulcano. Divertente, irriverente, esplosiva: tutte le pagine in sua compagnia volano troppo presto. Ci si diverte continuamente e si arriva a sperare che il suo personaggio non esca mai di scena, in quanto il più forte e riuscito di tutta la storia. In generale, Il mio angelo segreto ha le caratteristiche – positive e negative – dell’essere un secondo volume. Non accade molto in esso: la storia mira a ristabilire un equilibrio, a riassestarsi dopo gli sconvolgimenti del primo. Se nel primo regnavano speranza, desiderio, gioia di vivere e amore, qui bisogna recuperarli. Qui c’è la disperazione che lascia il posto alla rassegnazione, i desideri non hanno ragione di essere, la gioia di vivere si tramuta in tentativo di vivere la vita giorno per giorno, con cautela. Il personaggio di Mia è costretto a crescere e a comprendere le conseguenze delle sue azioni; è costretto a mettersi di fronte al futuro e decidere se andarselo a riprendere o lasciarlo annegare; è costretto a diventare grande, lasciando che una parte di sé resti per sempre nel passato. Personalmente non ho amato questo volume come il primo, ma obiettivamente ho apprezzato come l’autrice abbia reso la rinascita (o i tentativi di rinascita) della protagonista. È un romanzo che non si ferma alla superficialità: va a fondo, trova il problema e lo sbatte in faccia a Mia come al lettore. Noi lettori risorgiamo con lei, noi lettori diventiamo di volta in volta la vocina di Patrick, la risolutezza della nonna, l’affetto dell’amica Betty… ci stringiamo tutti intorno alla ragazza per non farla sentire sola e aiutarne la ripresa. E ci riusciamo.
La prima parola che mi è venuta in mente mentre leggevo i primissimi capitoli di questo libro è stata: banale. Seguita, subito dopo, da surreale, con connotazione negativa, per non dire irreale. Romanticissima l'idea di far sopravvivere Patrick per lo meno alle orecchie di Mia,un bell'esempio di amore che non muore mai, più forte perfino del destino e della morte. Ma le frasi che, soprattutto all'inizio, si scambiano Mia e Patrick, sono di una sdolcineria vista già troppe volte nei romanzi rosa. E non ho trovato, nello stile dell'autrice, quella freschezza, quella spontaneità che invece mi aveva fatto assegnare quasi cinque stelle al primo libro. L'aggettivo più adatto credo sia "tirato": insomma, è come se la Bosco sapesse di dover scrivere in un certo modo, ma non avesse l'ispirazione. Il risultato, è qualcosa che "dovrebbe" essere divertente e in linea con il precedente volume, ma che in realtà in molti casi sembra soltanto un tentativo a dir poco esasperato di mettere questo secondo volume sullo stesso piano del primo, senza peraltro riuscirci. La storia nel suo complesso mi è piaciuta, se tralasciamo che Mia un attimo è depressa, poi decide che è ora di finirla, poi torna a disperarsi, poi si dà della stupida per aver perso così tanti giorni senza fare niente, poi ancora non trova una ragione sufficientemente valida per ricominciare a vivere nel vero senso della parola. Insomma, ho notato diverse contraddizioni nei personaggi. Un'altra impressione che ho avuto, è che in alcuni casi l'autrice non avesse la più pallida idea di come andare avanti e continuare un certo discorso, una certa spiegazione o situazione, e allora che fa? Semplicemente la taglia, passa ad altro, lasciandola in sospeso o facendo intendere nelle pagine successive come il tutto si è risolto. Inoltre,le litigate con Patrick le ho trovate a dir poco assurde e prive di senso, introdotte soltanto per far sembrare più realistica la relazione tra lui e Mia, forse, perché non avevano davvero ragione di esserci e poi non si accordano per niente con il desiderio travolgente di Mia di avere il suo Patrick sempre accanto a sè. Patrick che, a dirla tutta, dopo un po' comincia un po' a rompere. O meglio, non lui, ma tutti quelli ( Mia inclusa) che continuano a ripetere come una tiritera: Patrick era il migliore del mondo, tutti lo amavano, era unico, il migliore ecc ecc. Detto una volta, basta. E, opinione mia personale, non condivido assolutamente la visione dell'amore che la Bosco attribuisce agli adolescenti ed ho trovato semplicemente incredibile l'aver trovato, in questo come nell'altro romanzo, adolescenti minorenni già intenzionati a sposarsi, come i due compagni di danza di Mia dalla Sinclaire che "vogliono sposarsi non appena raggiunta la maggiore età". Non mi sembra qualcosa di realistico, tanto meno con i tempi che corrono. In definitiva, la storia di fondo è stata mooolto diluita, giusto quel tanto che serviva per giungere a uno spessore di circa 400 pagine. A mio parere si è divagato troppo, le stesse cose si potevano dire in spazi molto più ridotti, senza perdersi in pagine e pagine che si sarebbero tranquillamente potuti evitare.
..e ancora non mi ha convinto! che devo dire!??! probabilmente i fan della Bosco mi uccideranno ma a me non a entusiasmato molto neanche il secondo libro della trilogia di Mia e company...
Anche qui la scrittura è molto fluida e scorrevole ma c'è qualcosa che non mi ha convinta del tutto!
Mia si riprende dal coma e continua a sentire Pat che ora è diventato il suo angelo custode!!! Oddio..mi sembra un pò una bambinata..però ho apprezzato che l'autrice abbia cercato di spiegare le svariate reazioni che le persone possono avere al dolore per una persona scomparsa! si passa attraverso tutte le fasi della rinascita di Mia che cerca di superare il dolore e di riappropriarsi della sua vita, dell'amore della danza che torna e dei rapporti che ha con le persone che la circondano: sua nonna, sua mamma, Nina e la sua famiglia, carl, Betty, Paul etc...
Aspetterò a questo punto di leggere anche il terzo libro ma sinceramente anche questo mi ha deluso! Speravo in qualcosa di meglio..e sembra un pò il "ghost" degli adolescenti..senza contare la mamma isterica che sembra peggio della figlia!!!
Non credevo fosse possibile mi potesse piacere un libro letto ben otto anni or sono. Invece così è stato e anzi, l'ho apprezzato molto di più di quanto feci all'epoca. Perché la prima volta non riuscii a cogliere l'inno alla vita, all'amore della famiglia e all'amicizia che in realtà questo libro è in grado di trasmettere in modo così puro e toccante. Per me è l'ennesima prova che un libro, se letto al momento giusto, può diventare una di quelle storie che non ti lasceranno mai e il cui significato porterai sempre nel cuore. "Viviamo la vita sempre proiettati nel futuro, sempre a dire farò, sarò, diventerò. Fingiamo di essere immortali e poi un giorno incontriamo la morte e diventiamo pazzi e il resto dei nostri giorni lo impieghiamo per trovare una spiegazione che non c'è."
Il sequel di questa saga procede, anche se continua a non farmi impazzire. Il secondo libro è al confine con il genere fantasy più romance. In alcuni capitoli era veramente assurdo per non parlare della parte finale. Continuo le letture perché forse quello che mi incuriosisce di più è proprio il 4.
"... Io avrei voluto vivere Mia, lo sai quanto avrei voluto, volevo servire il mio Paese, girare il mondo con te, avere dei bambini, diventare nonno, tutte quelle cose banali e meravigliose che non potrò più fare, ma che a te non importano un fico secco!"
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Secondo libro di Federica Bosco e della sua tetralogia che dire meravigliosa credo sia ancora troppo poco. Dopo aver finito il primo "Innamorata di un angelo" per tutte le sensazioni che avevo provato avevo un po' di timore a iniziare il secondo, sinceramente non saprei come mai. Però una volta iniziato man mano che procedevo, nonostante le tante lacrime versate con Mia, mi sono fatta forza con lei e ne sono uscita insieme a lei. Ho ripensato ad alcune situazioni vissute in prima persona, molto diverse dalla storia, che mi hanno segnata e fatta sentire come si sentiva lei e ho iniziato a vederle con occhi diversi e con una nuova forza.
Le parole di Federica mi hanno fatto mettere una pietra sopra situazioni che avevo ancora aperte e che era il momento di chiuderle senza rimpianti e solo pensando a vivere. Perchè Mia mi ha insegnato a vivere nonostante tutto. Nonostante le difficoltà e i momenti bui della vita, perchè la vita è il dono più bello che ci possa essere fatto e non la si può sprecare piangendosi addosso e con troppi rimpianti e rimorsi. Dobbiamo viverla appieno godendoci ogni singolo istante che ci viene dato e traendo da esso il massimo.
Le descrizioni dei luoghi e dei sacrifici che tutti affrontano, la meticolosità di particolari di Federica Bosco poi rendono il tutto ancora di più un piccolo capolavoro: vieni trascinata da Skegness a Firenze, poi di nuovo a Leicester e infine ti trovi a Londra non in un posto qualsiasi, ma alla Royal Ballet Academy... Vivi la più grande opportunità della vita, quella che ogni ballerina ti invidia, e improvvisamente maturi e capisci cosa vuoi dalla tua vita, cosa ti meriti e qual è davvero il tuo posto nella vita. Cosa fare? Seguire questa nuova consapevolezza oppure continuare a inseguire quello che era il tuo sogno nella tua prima vita?
Oggi torno con una grande autrice italiana: Federica Bosco e con il seguito di Innamorata di un angelo. Avevamo lasciato Mia a quel terribile giorno di febbraio e al suo gesto estremo per riabbracciare Patrick. Da allora per lei il tempo si è come paralizzato, precipitando in una sorta di coma, ma percependo chiaramente tutto ciò che le succede intorno, dalle battute delle infermiere al profondo dolore di tutti coloro che le vogliono bene – chissà se anche quello delle sue lettrici? Nonostante tutto non vuole svegliarsi poiché lì, in quel torpore, riesce a sentire il suo amato e perduto Patrick… ma sarà proprio lui a riuscire a farla risvegliare. Tornata in vita, Mia continua a vedere il suo angelo, ma è come se avesse perso ogni interesse per la vita, che con lei si traduce nella danza. Ritornerà a ballare? Anche perché a breve ci saranno le audizioni della Royal Ballet School. E il rapporto con Nina si aggiusterà? Leggetelo anche perché proprio - quell'antipatica - di Nina vi svelerà un grandissimo segreto… Secondo libro eccezionale di Federica Bosco! Una storia, che stavolta mescola anche il fantasy, davvero unica, scritta sempre con molta maestria. Molti colpi di scena (totalmente inimmaginabili) movimentano la trama, in più entrano in gioco nuovi personaggi tutt’altro che banali, a partire dalla nonna Olga (che dopo Mia è diventato il mio personaggio preferito). Lo stile dell’autrice e il modo in cui riesce a trattenere il lettore sono semplici, ma potenti. A fine di ogni capitolo non si riesce a resistere alla tentazione di iniziare quello successivo, talmente si è invogliati alla lettura… e come per il precedente il finale è spiazzante e contro ogni aspettativa! Un romanzo che a mio parere insegna a sopravvivere al dolore e a continuare a lottare per i propri sogni.
Parliamo di quanto tempo ci ho messo a leggere questo libro? Ben 12 giorni! Ma partiamo dall'inizio. Il mio angelo segreto parla di questa ragazza Mia che dopo un brutto incidente è andata in coma ma dopo alcune settimane si risveglia. Mia sente una voce, l'unica voce che può darle speranza per rialzarsi. Questa voce è di qualcuno che la ama e che ha sempre voluto salvarla da tutto e tutti... Ma mia vorrà rialzarsi? Vorrà tornare a combattere?
Ho dato tre stelline perché mi è piaciuta moltissimo la storia, è innovativa e fresca secondo me per da leggere sotto l'ombrellone ma.. Ma si ripetono sempre le stesse cose in quasi tutti i capitoli, certi concetti vengono esaminati molte, molte volte dalla protagonista cosi che delle volte mi dicevo "Ok abbiamo capito.. andiamo avanti?" Questa secondo me è l'unica pecca del libro perché si dilunga veramente troppo avvolte. Come stile di scrittura è molto semplice e scorrevole, tranne per quei pezzetti che vi ho detto prima.
Mi sono rispecchiata in Mia solo avvolte, quando fa capire il suo amore per Patrick e in questo mi ci rivedo molto.
Il mio unico personaggio preferito è la nonna di Mia!! L'ho ADORATA!! Il suo carattere prepotente, pieno di vita anche dopo tanti anni..
Comunque ricapitolando è un buon libro da leggere sotto l'ombrellone, con una storia molto bella dietro. Peccato per i monologhi che certe volte, secondo me, si potevano risparmiare.
Spero che la mia recensione vi sia piaciuta <3 Un abbraccio miei Koala assortiti :3
Rispetto al primo libro, questo secondo mi è decisamente piaciuto di più. Considerando la tragedia con cui termina il primo libro, il tema principale di questo secondo volume è il lutto, in varie sue sfaccettature, e l'autrice devo dire che tratta bene l'argomento. Il modo in cui descrive i sentimenti dei personaggi mi è piaciuto molto, in alcune descrizioni la Bosco è molto suggestiva e a tratti poetica. Nonostante il tema triste questo libro ha decisamente risollevato la storia, anche perché si ha una maturazione della protagonista, Mia, che perde tutta la sua spensieratezza ed immaturità per affrontare il dolore per la morte di Patrick. Mia non riuscivo a sopportarla nel primo libro: immatura, egoista, saccente, arrogante, capricciosa e viziata. l'antitesi del mio modello di protagonista ideale. Qui l'ho rivalutata, cresce e impara a vedere il mondo per quello che è, impara a rispettare gli altri e a non pensare unicamente ai propri scopi, anche se non ho raggiunto nessun livello di empatia con lei (proprio non riesce ad entrarmi dentro). L'idea dell'angelo custode è romantica e dà quel tocco di paranormale che intriga il lettore. Il finale è abbastanza sorprendente e personalmente lo vedrei bene come conclusione definitiva della storia. Spero infatti che il terzo volume non mi porti a dover riconsiderare nuovamente la mia opinione sulla storia.
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E poi boh, improvvisamente ti rendi conto che hai bisogno di leggere. Si, ma di leggere qualcosa di tranquillo, non troppo impegnativo. E allora rigiri tra le mani questo romanzo, indecisa, fino a quando poi prendi un bel respiro e ti immergi nella lettura. E allora torni a leggere le ultime righe del primo libro, per avere un minimo di continuità. E poi boh, il libro ti prende. E poi boh, anche tu inizi a riflettere, sperare, impazzire. Inizi anche, se sei un po' più fortunato, a sentire le voci nella tua testa, come se anche tu avessi un Pat personale che ti consiglia, ti guida, ti fa ridere. E poi boh, non ti accorgi del tempo che passa, non abbassi il volume nemmeno per un secondo, ti perdi tra quelle parole. E poi boh, le pagine sono quasi finite. E i brividi, i sorrisi comparsi sulle tue labbra senza un ordine preciso, gli occhi velati sono lì, a testimoniare quello che hai provato. E poi..boh. Giri l'ultima pagina e ti senti diversa.
Se non ricordi la ragione del tuo dolore, niente ti impedisce di tornare a vivere.
L'esperienza mi aveva insegnato che era importante gustarsi quello che la vita poteva offrire di bello senza chiedersi niente di più, o si rischiava di essere puniti.
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Secondo libro della trilogia, sono sinceramente rimasta un po basita, questo libro non toglie e non aggiunge nulla o quasi nulla alla storia... Mah! Trama: Il libro riprende da dove avevamo lasciato l altro. Mia sispravvissuta al tentativo di suicidio, si ritrova in ospedale, in coma, in una sorta di limbo dove vede tutto dall alto, ma non può interagire con nessuno. Nell oblio ritrova Pat che la trascina verso l alto e la riporta su. Esce dal coma e cerca di riguadagnare la sua vita, di certo non quella che aveva lasciato, ma una sorta di vita senza Patrick. Piano piano riesce a ritrovare un rapporto con sua madre, con sua nonna e forse col tempo riuscirà anche a riallacciare il rapporto con Nina... Penso che alla fine questo libro si possa proprio saltare, chissà magari nel terzo succede qualcosa.
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Libro mediocre. Il primo mi era piaciuto abbastanza, questo meno. Direi che fino alla metà è decisamente brutto e abbastanza banale, ci ho messo un po’ ad adattarmi all’idea di Pat che tornava e parlava con Mia e anche quando ce l’ho fatta i loro dialoghi mi sembravano surreali e eccessivamente melensi. Dall’arrivo della nonna il libro migliora e prende vita insieme a Mia che torna alla danza. Finale bellino, ma più di 3 stelle non merita perché ci è voluta costanza per arrivare a leggerlo tutto!
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Ad un tratto, Mia, la protagonista di questo romanzo, si è ritrovata a fare i conti con la cruda realtà: ha perso per sempre l'amore della sua vita, il suo sogno di divenire una ballerina di successo si è volatilizzato, l'allontanamento brusco della sua amica del cuore, dalla scuola, dei suoi amici, dalla sua casa e poi della famiglia. Ha dovuto intraprendere un viaggio fuori dalla sua amata città, per ritrovare se stessa ed alla fine, capire, per cosa realmente è importante vivere...... "Serva me. Serbavo te.". (Salvami. Ti salverò.). Chissà quante volte ce lo siamo detto?!
Sono molto combattuta: ho trovato questo secondo libro noioso e ridondante come il primo, continuo a mal sopportare la protagonista e anche le figure maschili sapevano di poco, i dialoghi per carità, inverosimili e affettati... Però ho apprezzato molto la descrizione della rinascita di Mia, mi è piaciuto il rispetto e la sensibilità nel raccontare i vadi modi di soffrire per un lutto, ho adorato la nonna psicopatica e adesso ho molte aspettative per il futuro di Nina, conto su di lei per appassionarmi al terzo libro. Forse è solo stato scelto il titolo sbagliato, mi aspettavo un po' di paranormale... Invece niente angeli né fantasmi, giusto un amico immaginario. Vabbè...
Questo libro mi ha dato molte emozioni contrastanti. Ho apprezzato molto la maturazione di Mia che con lo scorrere delle pagine cresce molto e abbandona l'infantilità che la caratterizzava molto nel primo libro. Un personaggio insopportabile invece trovo sia Elena, la mamma di Mia, perché la trovo molto immatura. Anche Nina ha bisogno di crescere ma il finale fa ben sperare. Questa saga continua a stupirmi, non vedo l'ora di iniziare il terzo!
Questo secondo libro l'ho trovato molto triste, il dover andare avanti senza Patrick e scontrarsi con la realtà su come tutti intorno a Mia vogliono che lei passi oltre. Inoltre anche la nonna mi ha fatto capire quanto si può essere soli in una gabbia d'oro perchè si vuole controllare tutto e tutti. Carine e divertenti le discussioni con il "fantasma"
Il proseguo di un libro scontato, che sembra essere più particolare del prequel. Sicuramente meno intuibile, ma il racconto esce fuori tema. Il rapporto tra la protagonista e il suo amore è il punto più interessante della storia. Per il resto, sconsiglio agli amanti delle letture impegnative. Consiglio agli adolescenti in cerca di un libro leggero con il romanticismo a farla da padrone.
La storia mi ha coinvolta molto di più rispetto al primo e non vedo l’ora di andare avanti. Fino ad adesso è stata una lettura piacevole, che mi ha tenuto compagnia durante questi ultimi giorni di vacanza.
Anche questo secondo volume mi ha fatto battere il cuore. Mia e Patrick ormai mi sono entrati dentro. Ho terminato piangendo e ho iniziato questo libro facendo altrettanto. Il finale mi ha lasciata un po' perplessa, non mi resta che leggere l'ultimo libro. Consigliato!
Molto intenso e struggente. Mi ha fatto riflettere molto sulla vita, sulle opportunità da cogliere e sull'amore. La scrittura è così limpida e chiara, le descrizioni sono così reali che mi è sembrato di essere lì, insieme a Mia e a Patrick.
Mi-a placut foarte mult, dar de cand am terminat-o, ma gandesc la final: de ce a facut Mia asta?! De ce? N-are niciun sens! Poate aflu raspunsul din volumul viitor... Recenzia in curand.