Scrittura scorrevole, acutezza dello sguardo sul mondo, attenzione a un'umanità piccola e affaccendata sono le doti di Maupassant, narratore prolifico e vivace che dal maestro Flaubert trae l'avvio per una produzione novellistica vasta e polifonica. Scrittore disincantato e uomo inquieto, Maupassant riversa in questi racconti ciò che i suoi occhi vigili registrano di un mondo annoiato e borghese, ricavandone una interpretazione impietosa ma onesta di una realtà – spesso banale, a volte tragica – in cui ognuno è condannato all'impotenza del vivere.
Henri René Albert Guy de Maupassant was a popular 19th-century French writer. He is one of the fathers of the modern short story. A protege of Flaubert, Maupassant's short stories are characterized by their economy of style and their efficient effortless dénouement. He also wrote six short novels. A number of his stories often denote the futility of war and the innocent civilians who get crushed in it - many are set during the Franco-Prussian War of the 1870s.
Questa edizione contiene ventidue racconti, dopo i primi undici ho deciso di prendermi una pausa. Invidio coloro che comprano il pacchetto e poi si fumano un racconto ogni tanto, sono una tipologia umana diversa da coloro che non fumano affatto e da quelli come me che cedono al vizio. I racconti nuocciono alla salute, i racconti (quelli più riusciti) rappresentano il piacere perfetto, sono buoni e lasciano insoddisfatti. (Il paragone è mio l'epigramma di Wilde, in passato mi sono già avvalso di entrambi)
Mi sono fermato a undici perché ho iniziato a tossire con insistenza, il forte tabacco ottocentesco aveva irritato i miei bronchi. Racconti ben scritti, conchiusi, dove spesso si incontrano protagonisti corpulenti che riempiono lo spazio che abitano, donne ammaliate dal lucore dei diamanti e poi ombre sinistre; quelle degli invasori prussiani, prima vittime della resistenza, poi carnefici di due pescatori che si improvvisano resistenti per patriottismo inesorabile in quanto francese. Mi sono piaciute le descrizioni della movida parigina agghindata e intenta a festeggiare sul lungo Senna e poi sull’acqua a bordo di uno zatterone che Maupassant definisce “il ranocchiaio”. La movida è sotto il sole, Edison e Tesla non hanno ancora regalato al mondo lo strumento che permetterà la conquista della notte.
Era il caso d’interrompere, ossigenarsi con 500 pagine di salubre aria romanzesca, disintossicarsi e io l’ho fatto. Quando ho ripreso il libro, ad attendermi, ho trovato di nuovo prussiani e gioielli falsi ma anche un certo senso di superiorità nei confronti dell’Italia e degli italiani nel racconto “Le sorelle Rondoli”. Un nazionalismo inevitabile (come tutti i nazionalismi) che mi ha spinto a cercare in rete il nomignolo con il quale i francesi ci identificano. Ho trovato questo link che mi pare interessante (commenti sottostanti inclusi)
La raccolta contiene due dei racconti lunghi (o novelle) più famosi di Maupassant, uno lo avevo già fumato due volte (l’eredità), l’altro (l’horlà) va a braccetto con le simultanee scoperte di Charcot sull’inconscio e l’ipnosi. Forse perché erano le ultime due, “L’inutile bellezza” e “l’oliveto” sono le sigarette che ho fumato più avidamente. Come quel mio amico che dopo trent’anni non ha ancora imparato a spegnerle correttamente nel portacenere, ecco dal filtro di una di esse alzarsi la spirale azzurrina e tossica della provocazione
«Che vuoi farci? È la natura!» «Sì, ma io dico che la natura è la nostra nemica, che bisogna continuamente lottare contro la natura perché essa cerca sempre di riportarci alla condizione di animali. Quanto c'è di pulito, di bello, di elegante l'ideale sulla terra non è Dio che ce l'ha messo, ma l'uomo, il cervello umano. Siamo stati noi a portare nel creato, inneggiandovi, interpretando, ammirando da poeti, idealizzando da artisti, spiegando da scienziati (sbagliando magari, ma scoprendo ingegnose ragioni dei fenomeni), un po' di grazia, di bellezza, di fascino sconosciuto e di mistero. Dio ha soltanto creato degli esseri grossolani, pieni di germi di malattie, i quali, dopo qualche anno di rigoglio animalesco, invecchiano nelle infermità con tutta la laidezza e l'impotenza della decrepitezza umana. Si direbbe che li abbia fatti soltanto perché si riproducano sozzamente e poi muoiano, come gl'insetti effimeri delle serate estive. Ho detto: “Perché si riproducano sozzamente” ed insisto. Esiste infatti qualcosa di più ignobile, di più ripugnante, dell'atto osceno e ridicolo della riproduzione degli esseri…? Egli sentì come per una specie d'intuizione, che quella creatura non era soltanto più la donna destinata a perpetuare una razza, ma il prodotto bizzarro e misterioso di tutti i nostri complessi desideri, accumulatisi lungo i secoli, sviati dal loro primitivo e divino scopo verso una bellezza mistica, intravista e irraggiungibile. Sono così alcune che fioriscono soltanto per i nostri sogni, adorne di tutto quanto la civiltà ha inventato di poesia, di lusso ideale, di fascino estetico per la donna, per la statua di carne che avviva la febbre dei sensi come gli appetiti immateriali.
Era venuta l'ora di conoscere meglio la tecnica di scrittura e la fantasia vulcanica di Maupassant! Leggere racconti e novelle lo trovo estremamente utile; anche in questo caso trovate racconti più riusciti altri un po' meno. Comunque sia, è consigliato.
Questa raccolta comprende parecchi racconti (ventisei, per la precisione), più o meno lunghi, alcuni più completi e profondi di altri. Tutti intriganti e... saporiti. Utili soste di "decompressione" tra altre letture, comunque momenti piacevoli trascorsi in diversi ambienti francesi di fine 800, a volte con l'invasione prussiana nello sfondo, in un'umanità ricca e di diversi livelli sociali, tra arricchiti e contadini, borghesi e pescatori, aristocratici e donnine allegre.... Sempre psicologie ben delineate, sfocianti a volte in gravi psicosi. I personaggi risultano molto intensi ed efficaci anche perché Maupassant sa riflettere, nelle sue narrazioni, il vivere difficile, le estraniazioni, i problemi della propria esistenza.
Il cannone ricominciava a tuonare. Morissot volse la testa e vide, al disopra della riva, verso destra il gran profilo del Mont-Valérien con un pennacchio bianco sulla fronte: la schiuma della polvere che aveva sputato allora. [...] Sauvage alzò le spalle: -Eccoli che ricominciano - disse. Morissot, il quale stava guardando con ansietà il piumino del suo sughero immergersi senza interruzione, fu preso da un'improvvisa collera di uomo pacifico, contro quegli arrabbiati che combattevano in quel modo e brontolò: -Bisogna essere dei veri imbecilli per ammazzarsi così!... -Son peggio delle bestie - rispose Sauvage. [da: "Due amici", pag 177]
Carrellata di piccoli e grandi personaggi, tutti straordinari nella loro semplicità ed umanità. Alcuni racconti sono dei veri e propri capolavori, che si rileggono sempre con gran piacere perché nell’economia di un aggettivo, di un sostantivo, aprono e chiudono interi mondi. In questa raccolta sono stati sapientemente selezionati i toni realistici, quelli tragici, quelli orridi e quelli sarcastici, in pratica la quintessenza della scrittura di Maupassant. Le sue creature evidenziano lo sguardo paternalistico ma anche atrocemente cinico dell’autore, per cui si intuisce come la sua esistenza terrena non debba essere stata semplice. Chi possieda e domini uno sguardo simile, non può riuscire a vivere come un qualsiasi essere umano.
Come ho fatto a vivere fin ora quasi ignorando tutto su Maupassant? È possibile che un autore del genere sia passato un po' in sordina nella letteratura o sono io che ho girato attorno a un macigno per tanti anni e non l'ho mai visto? Do di rado 5 stelle, perché vorrei che a ottenerle siano davvero solo i libri del mio Pantheon personale, il meglio che ho letto e probabilmente questa è la prima raccolta di racconti ad aggiudicarsi questo voto. I racconti mi snervano, mi costringono ad affezionarmi e dopo poco abbandonare i personaggi che appena iniziavo a conoscere; ho imparato ad apprezzarli a partire da "La ragazza coi capelli strani" di Wallace. Nella mia edizione sono raccolti una discreta quantità dei racconti di Maupassant, oserei dire tutti, ma non ne sono certa, e sono tutti costruiti in modo straordinario. Ma non è solo la costruzione, davvero in queste pagine i protagonisti messi in scena sono dei più disparati, tutti incastrati in un altalenarsi di tragedia profondissima e una comicità grottesca: prostitute (innumerevoli), preti, giovani, ricchi e poveri, giovani donne cariche di aspirazioni, borghesi e conti. Ogni frammento è stato una scoperta straordinaria e fatico a trovare anche un solo racconto insignificante. Per ora, la scoperta migliore dell'anno.
Raccolta di racconti inaspettatamente adatta al periodo in cui l’ho letta, per la maggior parte ambientati nei caldi mesi estivi e sulle rive della Senna, nelle campagne soleggiate poco lontano da Parigi. Non sono tutti uguali, è come se ognuno corrispondesse ad un dipinto impressionista d’epoca, un istante di vita catturato su una tela e racchiuso in una preziosa cornice.
Raccolta di racconti molto bella che parla dell’ipocrisia della società di fine 19 secolo. Ipocrisia che vediamo anche nei nostri giorni, in alcuni casi ancora più accentuata che in quei tempi. Tolgo una stella solo per un racconto senza senso, almeno secondo me, su cui farò una sintesi in seguito.
Ragazza: è da tanto che non allatto, mi fa male il seno per il troppo latte Ragazzo: se vuoi ti posso aiutare io Lei: grazie Lui: grazie a te, erano due giorni che non mangiavo
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La quintessenza distillata dell'arte narrativa. Gioioso e tragico come il sole di primavera. La scrittura di Maupassant si avvicina molto a quello che si può definire un oggetto vivo, pulsante di luci e ombre come lo stormire degli alberi e il frusciare ombroso di un ruscello.
Nella raccolta si alternano novelli e raccolti ottimi ad altri piuttosto basici. Interessante visione del vario e difettato genere umano. Bellissime le descrizioni. Tre stelle e mezzo
Mi trovo in difficoltà a parlare obiettivamente di questo capolavoro, poiché l'ho amato e far passare l'amore attraverso il filtro della razionalità non è mai facile; si rischia di ridurre tutto ad un'analisi priva di quegli slanci sentimentali che invece il libro fa provare. Perciò voglio solo dire che, al di là della perfezione della struttura narrativa e di quei finali amari o ironici o melanconici che chiudono i racconti, lasciandoti una sensazione di meraviglia, il libro è pervaso da un umorismo irriverente, sorprendente, di cui non ci si può non innamorare. Un umorismo spesso grottesco che sonda il campo del deforme. La scrittura è scorrevole, caratterizzata da una poesia in prosa forse meno vivida di quella di flaubert, di cui è considerato il discendente, ma ugualmente suggestiva. La meraviglia e il divertimento mi hanno accompagnata in tutti i racconti.