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La voce degli spiriti eroici

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La voce degli spiriti eroici, pubblicato nel giugno del 1966 come opera conclusiva di una trilogia (comprendente inoltre il racconto Patriottismo e il dramma Crisantemi del decimo giorno), è il resoconto di un drammatico rito a cui Mishima partecipò e in cui vennero evocati gli spiriti irati dei protagonisti di due degli eventi della recente storia giapponese che più profondamente impressionarono e influenzarono la vita e le opere di Mishima: la fallita rivolta dei giovani ufficiali che il 26 febbraio 1936 tentarono un colpo di stato per restaurare il potere assoluto dell'imperatore e l'epopea dei piloti kamikaze nella Seconda guerra mondiale.
"L'assoluta purezza, l'ardimento, il sacrificio di questi giovani" scrisse Mishima "tutto corrispondeva al modello leggendario dell'eroe, e il loro fallimento e la loro morte li trasformavano in autentici eroi".
La voce degli spiriti eroici è un racconto sconvolgente che contribuisce in modo decisivo a illuminare il senso del tragico gesto con cui Mishima si tolse arditamente la vita il 25 novembre 1970.

128 pages, Paperback

First published January 1, 1966

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115 people want to read

About the author

Yukio Mishima

466 books9,262 followers
Yukio Mishima (三島 由紀夫) was born in Tokyo in 1925. He graduated from Tokyo Imperial University’s School of Jurisprudence in 1947. His first published book, The Forest in Full Bloom, appeared in 1944 and he established himself as a major author with Confessions of a Mask (1949). From then until his death he continued to publish novels, short stories, and plays each year. His crowning achievement, the Sea of Fertility tetralogy—which contains the novels Spring Snow (1969), Runaway Horses (1969), The Temple of Dawn (1970), and The Decay of the Angel (1971)—is considered one of the definitive works of twentieth-century Japanese fiction. In 1970, at the age of forty-five and the day after completing the last novel in the Fertility series, Mishima committed seppuku (ritual suicide)—a spectacular death that attracted worldwide attention.

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Displaying 1 - 16 of 16 reviews
Profile Image for Ajeje Brazov.
951 reviews
January 17, 2022
La voce degli spiriti eroici ha nel titolo tutto il significato intrinseco di questo racconto, a metà tra mitologia e storia, ma il più profondo dei significati quale sarà?
Anni fa trovai questo libretto in una libreria dell'usato, lo girai e rigirai spesso tra le mani, lo sfogliai e lessi parecchie volte la trama. Di Mishima conoscevo poco o niente, se non che morì praticando il seppuku: il suicidio rituale e perchè veniva citato in una canzone dei CCCP: Morire.
https://www.youtube.com/watch?v=JsEY_...

Così parto per questo viaggio nella mitologia giapponese e dall'inizio la scrittura mi avvolge con una narrazione magnifica, densa di sfumature oniriche e riflessive. La narrazione è così affascinante ed appassionante, da non riuscire a distogliere un secondo gli occhi e la mente dalle pagine che scorrono impetuose, come la cascata dei "Cinque Picchi".
Ma tra canzoni, storia e mitologia, cosa vuole (veramente) comunicarci Mishima con questo racconto denso di atmosfere funeste?
Una scoperta straordinaria!
Profile Image for Patty_pat.
455 reviews75 followers
January 18, 2022
“Ah, quale suprema felicità! Come sarebbe stato appagato il nostro amore che ci induceva a sacrificare la vita per lui! Se in quell'attimo fosse discesa su di noi la sua solenne, limpida voce, pronunciando un'unica parola: Morite!, quale violenta gioia avremmo assaporato nell'obbedirgli! E che supremo appagamento!”

Questo passo riassume il pensiero di Mishima sul sacrificio per l'Imperatore. Come del resto è stato il pensiero di migliaia di giapponesi. Questo amore incondizionato per un'entità considerata divina persino nella loro Costituzione influenzerà Mishima al punto da portarlo al suo suicidio rituale del 25 novembre 1970.
Il libro parla di ciò che accadde durante un rito, attraverso il quale vengono “richiamati” gli spiriti degli eroi più cari a Mishima: i protagonisti del fallito colpo di stato del 1936 in favore dell'imperatore e i più famosi kamikaze della seconda guerra mondiale.
Il mio caro, dolce, tormentato, folle e disilluso Mishima vive questa esperienza in maniera coinvolgente e ce lo racconta con una lirica impressionante e potente. Sembra quasi di vederli, di sentirli, questi giovani che vedono l'Imperatore come una divinità e farebbero tutto pur di compiacere il suo essere. Ma dopo il sacrificio... Dopo il sacrificio il “Vento Divino” non spirò... L'imperatore ha dichiarato di essere un uomo. Perché?
“Fare ipotesi nella Storia è da stolti. Ma se queste due volte l'Imperatore fosse stato un Dio, risolutamente, avremmo evitato quella vana tragedia e l'attuale, vuota felicità”.
“L'immortalità della nostra morte fu profanata”
La purezza del sacrificio degli eroi tanto cari a Mishima viene ulteriormente confermata in questo scritto, rendendogli ancora più difficile sopportare un Giappone sempre più occidentale e corrotto negli usi, nei costumi e nella politica.
Se mai avrò dubbi sulle motivazioni del tuo “seppuku”, caro Mishima, verrò a rileggermi questo libro.
Profile Image for Theut.
1,886 reviews36 followers
February 19, 2013
Di Mishima avevo letto solo "Confessioni di una maschera" e non mi era piaciuto. Non pensavo che avrei letto altro di suo e invece... questo racconto lungo l'ho trovato profondamente interessante, potrebbe avermi riconciliato con l'autore :)
Profile Image for Libia Fibilo.
237 reviews10 followers
August 6, 2025
LA MORTE O LA VIOLENZA? IL BENE E IL MALE O L'UTILE E IL DISUTILE?

L'idea centrale di questo libro è il TRIBUTO.

è un libro difficile da recensire. La difficoltà deriva da una ragione soggettiva e da una ragione oggettiva.

La ragione oggettiva è la potenza, la purezza del sentimento di quest'opera, e la maestria nel racconto. Il racconto ha un tema saggistico, ma è presentato come un racconto fantastico, simile a Clara di Schelling, ma dai toni più cupi e violenti, senza scadere nello zampillare gratuito di cattiverie.

La ragione soggettiva è il contrasto tra la mia venerazione per Mishima e il totale disaccordo per l'idea che lui esprime in questo racconto lungo. L'idea che lui esprime è la divinità di un regnante come ratio essendi della vita di un popolo. Il tributo di venerazione a questa divinità è quello di fedeltà, di coraggio, ma gli esempi sono bellici, violenti. Riesco a capire il FASCINO delle figure tragiche dei morti in guerra, il coraggio delle persone che ancora oggi affrontano il crimine e il male per la nostra sicurezza. Ma verso i grandi geni del male non provo ammirazione. è necessario riconoscere le loro doti, ma il male resta male e deve essere condannato.

Gli sterili giochi ermeneutici per glorificare la violenza, in nome di un'alternativa debolezza che non potrebbe spartire il suo nome con la virtù, sono codardia, ipocrisia o inferiorità mentale.

Mi ripugna vedere la glorificazione dei criminali nelle serie televisive (Peaky Blinders p.e., Dahmer etc), un perverso amore, per loro,per l'adrenalina o per se stessi come "coloro che avvertono dei pericoli che ci sono nel mondo", camuffato da fini documentaristici (gialli basati su storie vere et similia).

Allo stesso modo mi ripugna che Mishima glorifichi i kamikaze giapponesi della seconda guerra mondiale, e gli direi che la sua è una penosa compensazione per il fatto di non avere partecipato alla guerra e sentirsi un vile per questo. Ma il suo destino era molto superiore. Il destino di un artista non è quello della sofferenza, ma della diffusione della bellezza. Questa è una repulsione istintiva, perché Mishima non glorifica direttamente i kamikaze. è certo che Mishima non potesse DISPIACERSI per i giovani kamikaze, perché sarebbe significato, per Mishima, tradire quegli stessi giovani. Per ciò, Mishima tributa al loro coraggio un significato che tuttavia esiste solo attraverso l'arte. Capisco l'intento e la commozione, riconosco il coraggio dei giovani pronti a morire, ma è un coraggio PER ME del tutto mal riposto. Ammiro invece il suicidio rituale, perché la morte è data a se stessi.

La bellezza non è pace, ma le guerre della bellezza sono trasfigurate, domate, come in un incantesimo. Il flauto magico e l'arpa di Orfeo sono divini, il corno di guerra e l'inno marziale sono soltanto forti.

è terribilmente difficile non vedere nel bene ipocrisia, quando le nostre capacità di farlo si limitano in un senso fisiologico. E come il bene è limitato, così il male è necessario che ci tenti. Talvolta non è neppure crudeltà, ma semplicemente istinto. "La battaglia nel cuore degli uomini" non cesserà mai. Se terminasse, noi scompariremmo. Ma che parti di questa battaglia si riversino sul mondo è un fattore del tutto superfluo.

La capacità dell'uomo di suicidarsi è tanto importante quanto quella razionale. Infatti, attraverso la ragione noi possiamo astrarci da noi stessi e compiere verso di noi il male che vorremmo compiere. Ci vuole un coraggio straordinario per infliggersi il male con cui vorremmo procurarci dei vantaggi. Questo coraggio è divino, mentre la fantasia per giustificare il proprio male come un bene o come la conseguenza di un trauma, di una malattia o di una colpa altrui non è neppure animalesca.

Vedere Mishima che equipara il suicidio di un kamikaze al suicidio rituale mi disgusta. Tuttavia, il modo in cui lo fa mi illude che la sua fosse la risposta ad una personale ferita, una sensazione di tradimento che lui aveva verso i giovani morti mentre lui, per motivi di malattia, non aveva partecipato al conflitto. Non sono io che devo perdonare Mishima, però vedere la fine che lui stesso si è data ne fa per me un eroe.

Mishima descrive sia il tentativo di colpo di stato degli idealisti samurai del 1936 sia i kamikaze nella 2nda guerra mondiale, e colloca i primi su di un piano spirituale più alto. Aggiunge dei secondi che costoro agivano per disperazione. Questa consapevolezza per me salva tutto il libro. -Infatti, Mishima compì il suo gesto per disperazione e per ideali, non per una glorificazione della violenza e dell'odio. La disperazione di Mishima deriva dalla consapevolezza del suo destino di letterato e dalla fede che gli mancava nella forza della letteratura stessa?

Forse questo lo sapeva soltanto lui. Per quanto mi riguarda, continuerò a credere nella letteratura come il faro nella voce delle onde, un bagliore di possibilità per una pace piena, per un significato di guerra interiore così come annunciato da Neve di Primavera, e non come la pratica disonesta, vile o debole di persone il cui destino è l'ignoto riflesso nella vanità del proprio sconforto e delle proprie conquiste.

Capisco molto di più il dubbio di Ivan Karamazov, e ancora di più la coscienza impossibile di Honda Shigekuni, e chi non riesce a vedere la bellezza di queste sorgenti divine sigillate dalla scrittura per evocare nelle solitudini speranza verso l'ignoto, forza nel presente e intelligenza del passato non può ascrivere alla natura questa sua personale indegnità.

Mi dispiace quando Mishima critica le visioni pacifiche, di intima bellezza che sono la famiglia, un lavoro in cui la passione conduce ad un'onesta maestria; mi rallegro quando invece ne parla come ne La voce delle onde.

Penso che chiunque abbia provato rabbia per le ingiustizie che ha visto nel mondo, per i suoi casi atroci e inspiegabili, e che il vuoto di certi momenti abbia potuto spezzare l'equilibrio di molte menti e avvelenare la costituzione di molti corpi.

Non so dire se le grandi opere d'architettura dei signori della guerra, le preziose scoperte scientifiche che ci consentono una qualità della vita migliore potessero essere conseguite senza violenza o con minore violenza di quella impiegata. Vorrei credere di sì.

Negare che alcuni non ascoltano altro se non la frusta mi è del tutto impossibile: non sono un paladino del perdono totale, della riabilitazione ad ogni costo et similia. La giustizia ha i suoi limiti, e chi li supera deve pagare. Ma non ho neppure mai conosciute le Erinni, ministre di una giustizia divina.

Mi sono stupito del pochissimo peso dato alle ARMI come strumento che ha trasformato il mondo e accompagnato DA SEMPRE la scienza, la cui onestà, più che la sua inesistente purezza, è sempre stata contaminata dalle arti belliche e dall'astuzia lucrosa. Nondimeno, chi non ha mai provato il sospiro nostalgico e il fremito di un sogno di pace universale non è neppure una bestia.

Persino in modo più realistico non riesco a capire alla LETTERA Mishima. Poteva criticare la SPERSONALIZZAZIONE della violenza, più ancora che quella della divinità dell'imperatore. Infatti, se anche la violenza fosse necessaria, quella personale ha ancora i tratti di un'emozione sovrumana, ma non di una forza sovrumana e sinistra. è invece terribile che avere un'arma nella propria tasca possa addirittura creare una personalità diversa, una confidenza incurante e letale.

Questa "estetica bellica" è altrettanto pericolosa dell' "estetica economica" del prodotto con lo scopo di lucro che precede la soddisfazione del bisogno o il valore di scambio.

Possa "La voce degli spiriti Eroici" continuare a tormentare e temprare i nostri spiriti; possano gli spiriti sopportare il loro dialogo sovrumano, e regalare al mondo una regalità pacifica, solida, con nostalgia, gratitudine e colpa verso tutti coloro che fino ad allora avranno sofferto per la crudeltà, non per il progresso, non per il destino.

Al termine di questo libro una sensazione onirica e commossa ci ricorda di non cessare quel dialogo.

Dovremmo ucciderci per la pace che non riusciamo a suscitare negli eventi del mondo? Dimostriamo una volontà più potente accorrendo allo stesso torrente a cui le catastrofi attingono la loro indifferenza, per incarnarne l'ebrezza nella forma della crudeltà umana? O possiamo nutrire quella luce benigna che a volte ci benedice con scorci di indicibile bellezza, con l'esempio e il tentativo di una felicità che si dirama dai piccoli gesti, fino ai misurati traguardi personali, tramite la fede nell'ignota fecondità di ciò che è bene?

Deve essere terribile avere il talento e la maledizione di esprimere soltanto la verità, di potere mentire solo al prezzo di diventare. Ma se è vero che la guerra rivela il meglio del coraggio e il peggio della crudeltà, mi intristisce che Mishima si sia ucciso. Non penso di mancargli di rispetto, perché non lo compatisco e rispetto il suo suicidio, perché è male rivolto a se stessi. Ma questo se non è Kirillov è Stavrogin, e non il Giappone.

Quante persone ancora avresti sollevato da un'amara solitudine e un senso di estraneità dal mondo con le tue storie, la tua presenza? E se anche fossero stati solo tua moglie e i tuoi figli avresti avuto una ragione completa di orgoglio e di vita. Perché c'era bisogno del grande gesto, della platea, quando sai che è dal confronto con il nulla, con la disperazione che si alterna all'orgoglio, con la felicità che si alterna allo sconforto che un'artista come te ha creato opere immortali?

L'EDIZIONE

è un piccolo libro di 77 pagine effettive. Spero che tradurranno molto altro di Mishima. Per esempio, mi pare incredibile come i suoi saggi sul suo personale metodo creativo siano ancora non tradotti..
Profile Image for Mattia Agnelli.
164 reviews6 followers
June 1, 2022
“la morte ci visita in forma di felicità suprema”
Profile Image for Elis.
524 reviews9 followers
January 19, 2023
Tralasciamo il fatto che io abbia iniziato da quello che in teoria sarebbe il libro finale di una trilogia: me ne ero dimenticata. 🤦🏻‍♀️ È comunque possibile leggerlo separatamente dagli altri, io non ho avuto problemi e non ho percepito "vuoti" né la mancanza dei primi due.

Primo approccio ad uno degli scrittori giapponesi più osannati, conosciuti e produttivi: ottimo. Ho adorato questo libro: dalla copertina pazzesca (adoro lo stile di questa CE); l'atmosfera un po' mistica della storia (in fondo, parliamo di una seduta spiritica); la volontà e l'intento di questo testo, ossia dare un'ipotetica voce a soldati dell'esercito giapponese periti durante il Colpo di Stato dei primi del '900 e ai piloti della Seconda Guerra Mondiale. 🇯🇵

Questo testo vuole essere quindi un modo per fare rivivere al lettore quegli eventi storici (con particolare enfasi sul primo piuttosto che sul secondo) visti con gli occhi di chi ne ha fatto parte. A parlare sono degli ufficiali, tutti giovani e pieni di passione e convinzione per i propri ideali patriottici: ognuno di loro era convinto di avere delle ragioni pure e giuste per volere che l'Imperatore tornasse a regnare sul Giappone con piena autorità. Molti di loro, però, esprimono anche con amarezza e senso di abbandono la maniera in cui sono stati repressi e il modo in cui l'imperatore ha dato loro poco peso e non li ha ricordati come qualcuno che si è sacrificato per lui. 🏯

Per quanto riguarda i piloti del conflitto mondiale, l'autore mette l'accento sul fatto che fossero dei kamikaze: sacrificati nel tentativo estremo di frenare il nemico. Mishima li esalta come eroi coraggiosi, valorosi, e sottolinea la loro volontà di donare la propria vita per l'onore e la patria. 🪖

Il modo di scrivere di Mishima mi ha affascinata: è solenne e da ogni parola traspare l'importanza degli argomenti trattati, ma al tempo stesso la situazione presa come pretesto per dare voce agli spiriti è mistica, a tratti fantastica, e lugubre. Mi sono piaciute le descrizioni e l'ardore di cui ogni parola è permeata, si capisce che lo scrittore era rimasto particolarmente colpito da quei due episodi storici e quanto il tema dell'onore gli fosse caro: non a caso, Mishima metterà poi fine alla propria vita tramite il seppuku, un antico rituale di suicidio che era riservato ai samurai, ed era considerato una morte onorevole.
Profile Image for Maria Chiara Maestri.
892 reviews9 followers
April 6, 2020
Un romanzo breve che pare una tragedia antica. Le anime dei soldati che si sono sacrificati per alti ideali, ma inutilmente, parlano al protagonista e ai suoi compagni durante una seduta spiritica. Un racconto tragico che si divora e ti fa riflettere una volta terminato
Profile Image for Luca Corvi.
1 review8 followers
September 14, 2017
Uno sguardo onirico,lirico sulla tragica epopea dei giovani piloti Shimpu(kamikaze nella lettura più volgare degli stessi caratteri),i giovani che con il loro sacrificio tentarono di evocare ancora una volta il Vento Divino a protezione della loro Patria.
Mishima ci offre la possibilità di venir a contatto con lo Spirito di questi ragazzi nel loro prepararsi alla morte,chiamati dalla propaganda giapponese "Petali di Ciliegio di una sola stagione",furono loro malgrado gli ultimi martiri(nel senso letterale del termine,quello di Testimoni)di un Giappone eroico,che lo scrittore già a suo tempo avvertiva come sin troppo lontano dalla modernità,inseguita e raggiunta dopo la sconfitta nella guerra,una distanza che Mishima così sintetizza"Si costruiscono edifici enormi,ma crollano le grandi cause".
Un libro che ho trovato affascinante,e l'ennesima testimonianza del rispetto e del fascino che i piloti del Vento Divino esercitarono sullo scrittore.
Profile Image for Alberto Vacca.
31 reviews1 follower
May 25, 2022
Un racconto a metà tra mito e storia. I contenuti (che potrebbero apparire tronfi e deliranti se non adeguatamente contestualizzati) sono da inquadrare nel pensiero e in parte della poetica narrativa dell’autore che, voce appassionata, autentica, colta, sensibile oltre misura - nel bene e nel male - pose enfasi ed interrogativi sulla sacralità/genuinità/valore/orgoglio del “vero” spirito giapponese.
Riflessioni che hanno un gusto antico da ritrovare nelle antiche radici spirituali del Giappone e legate agli ideali shintoisti di purezza di corpo e di mente. Concetti dal ricco potere suggestivo e che per questo possono inevitabilmente anche turbare immaginando i possibili risvolti negativi se portati al loro limite più estremo.
Profile Image for Nicolò Cherubini.
19 reviews
January 12, 2023
Mishima ci porta con lui in un viaggio spirituale in cui si evocano degli spiriti. Gli spiriti che decisero di parlare con Mishima e le altre persone che li invocarono, non erano altro che gli spiriti di quei giovani che nel 1936 tentarono un colpo di stato e quelli che nel 1945 si trasformarono in immortali diventando quelli che conosciamo ancora oggi come "kamikaze". Nel testo trasuda l'amarezza, la rabbia e la tristezza per quel Giappone che si stava trasformando sempre più in un paese occidentale.
Banzai Yukio!
Profile Image for romanticgeek.
44 reviews1 follower
December 5, 2022
The tragedies of people who gave their lives for words and ideals that were betrayed by the Emperor of Japan. Mishima can’t forgive who he considered to be the god because he turned away from his people.
Profile Image for Luigi Santoriello.
5 reviews1 follower
May 12, 2024
Lirica,densa,struggente,corporea:tale è la penna di Mishima.
Alla modestia della foliazione fa da contraltare la forza dei temi trattati che,manco a dirlo,sono tragicamente attuali e perciò di estremo interesse.
398 reviews5 followers
Read
December 6, 2020
La cultura giapponese è sempre interessante, anche se questa è una visione un po' parziale.
Profile Image for Davide Trava.
27 reviews3 followers
Read
October 19, 2021
Sul contenuto potrei dire: it's not my cup of tea, ma la prosa di Mishima è senz'altro degna di nota
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