Barcelona. 18 cm. 159 p. Encuadernación en tapa blanda de editorial ilustrada. Colección 'Libros "Plaza"', numero coleccion(19). Simenon, Georges 1903-1989. Versión. de Fernando Cañameras. Gráficas Guada. Canyameres, Ferran. 1898-1964 .. Este libro es de segunda mano y tiene o puede tener marcas y señales de su anterior propietario.
Georges Joseph Christian Simenon (1903 – 1989) was a Belgian writer. A prolific author who published nearly 500 novels and numerous short works, Simenon is best known as the creator of the fictional detective Jules Maigret. Although he never resided in Belgium after 1922, he remained a Belgian citizen throughout his life.
Simenon was one of the most prolific writers of the twentieth century, capable of writing 60 to 80 pages per day. His oeuvre includes nearly 200 novels, over 150 novellas, several autobiographical works, numerous articles, and scores of pulp novels written under more than two dozen pseudonyms. Altogether, about 550 million copies of his works have been printed.
He is best known, however, for his 75 novels and 28 short stories featuring Commissaire Maigret. The first novel in the series, Pietr-le-Letton, appeared in 1931; the last one, Maigret et M. Charles, was published in 1972. The Maigret novels were translated into all major languages and several of them were turned into films and radio plays. Two television series (1960-63 and 1992-93) have been made in Great Britain.
During his "American" period, Simenon reached the height of his creative powers, and several novels of those years were inspired by the context in which they were written (Trois chambres à Manhattan (1946), Maigret à New York (1947), Maigret se fâche (1947)).
Simenon also wrote a large number of "psychological novels", such as La neige était sale (1948) or Le fils (1957), as well as several autobiographical works, in particular Je me souviens (1945), Pedigree (1948), Mémoires intimes (1981).
In 1966, Simenon was given the MWA's highest honor, the Grand Master Award.
In 2005 he was nominated for the title of De Grootste Belg (The Greatest Belgian). In the Flemish version he ended 77th place. In the Walloon version he ended 10th place.
”Solo a giochi fatti, è ovvio, le ore assumono tutta la loro importanza. Quell'ora, sul momento, aveva il colore del cielo, un cielo uniformemente grigio: in basso, dove correvano nubi spinte dal vento dell'Est, in alto, dove si intravedevano riserve di pioggia per giorni e giorni.”
Vladimir e Blinis sono due russi in esilio. Dopo aver a lungo girovagato, in ristrettezze, dalla Turchia all'Europa, sono approdati alla loro miniera d'oro. La ricca Jeanne Papelier, infatti, li ha assunti per occuparsi dell'Elektra, lo yacht attraccato al porto di Golfe Juan. La Costa Azzurra pullula di nobili decaduti, donne e in cerca di avventure e nullafacenti amanti della bella vita. Jeanne Papelier attira come mosche tutta una serie di parassiti che entrano ed escono dalla villa di Mimosas. Vladimir, intanto, si barcamena tra il ruolo del domestico e dell'amante condividendo con Jeanne sonore sbornie che si concludono con lacrime di autocommiserazione. Ma da quando è arrivata Hélène, la misteriosa figlia di Jeanne, le cose sono cambiate perchè lei è diversa e pian piano Vladimir non è più lo stesso...
C'è una profonda solitudine che attanaglia ogni singolo personaggio. Simenon -con impeccabile scrittura- pare dirci che ogni destino è già stato scritto e rassegnarsi non è altro che un atto di liberazione dal male che ci si porta dentro senza via di scampo.
”E se era l'amante di Jeanne non era tanto per interesse o per paura della miseria, ma perché, quand'erano ubriachi, potevano rivangare insieme tutta l'amarezza che entrambi avevano in fondo al cuore.”
Solo a giochi fatti, è ovvio, le ore assumono tutta la loro importanza L’apertura è da Simenon classico, lo svolgimento invece non ha la stessa precisione coinvolgente. Siamo in Costa Azzurra ci sono uno yacht, un bar, una villa e si fatica a capire dove i vari personaggi agiscano. Ci vogliono una manciata di pagine per acquisire l’informazione che Jeanne Papelier è la padrona di quasi tutto, ma non dei propri comportamenti viziati dall’alcool. Lei vive in villa, due uomini (Vladimir e Blinis) vivono sullo yacht ormeggiato occupandosi di manutenerlo e passano la maggior parte del tempo a bere nel bar del porto. Vladimir si è venduto come capitano senza averne i titoli, è diventato l’amante della dispotica Jeanne Papelier, una che pur di contornarsi di persone a cui far mostra di sé, mantiene una serie di sfaccendati sovvenzionandoli con denaro, cibo, alcool e male parole. Jean ritiene che Vladimir le sia affine, bevono insieme fino a stordirsi, spesso passano dall’euforia alle lacrime prima di accoppiarsi selvaggiamente. L’equilibrio si rompe quando la giovane figlia di Jeanne pretende di andare ad abitare nello yacht ormeggiato e inizia a simpatizzare con Blinis. Il capitano invidioso non tollera la loro intimità e per interromperla si rende protagonista di una falsa delazione che porterà al licenziamento del collega e amico. Questo atto finirà per condizionare tutti quelli futuri compiuti da Vladimir, incapace fin da subito di accettare moralmente l’infamia di cui si è reso protagonista. Un romanzo più nero e meno appassionante di numerosi altri. Non mancano le bevute colossali e i colpi di scena, manca invece l’alchimia degli Intrusi, dei complici, della chambre bleue, del gatto, delle luci… insomma se non avete mai letto Simenon non sarebbe questo il romanzo da cui consiglierei di partire.
Già dopo poche pagine, Simenon riesce a immergerti nei luoghi e nelle sfaccettature dei personaggi. Se i luoghi (Costa Azzurra) sono suggestivi lo sono meno i personaggi che ruotano intorno a questa vicenda. Abbiamo una ricca signora dell'alta borghesia, Jeanne Papelier, viziata, con tre matrimoni alle spalle, insoddisfatta, spesso ubriaca, la quale si consola con un domestico russo, tutto fare di nome Vladimir, il quale insieme al suo amico Blinis, vengono assunti dalla stessa, solo raccontando un sacco di bugie. Vladimir a sua volta, passa gran parte della sua giornata in un bar del porticciolo, bevendo whisky mentre dovrebbe controllare "Elektra" lo yacht, di proprietà di Jeanne, dove da qualche giorno soggiorna la figlia. Vladimir, per gelosia, commetterà una scorrettezza verso il suo amico Blinis, il quale di conseguenza verrà licenziato e mandato via. Col passare dei mesi però Vladimir non riesce a non pensare all'amico e inizia a sentirsi in colpa e ad avere nostalgia del passato e del tempo passato insieme. Le cose poi precipiteranno ….. Il finale, che sembrava mettere le cose a posto però secondo me non lo fa fino in fondo...anzi, per me mette in discussione anche le buone azioni fatte poco prima. Un finale che ti stupisce ma che non mi ha soddisfatta a pieno. Ogni volta è un piacere immergersi nella delicata scrittura di Simenon, leggere di come riesca ad entrare nell'animo umano e scandagliarlo nelle sue infinite sfumature, in questo caso anche in quelle meno belle,
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Tutto procede come deve, niente puo' far deragliare il treno della distruzione. E' un ingranaggio perfetto quello che porta al destino ultimo i personaggi di questo romanzo ambientatato in Costa Azzurra nella prima meta' del '900. Non vi e' dubbio fin dall'inizio su chi commettera' un crimine e su chi sara' la vittima. Prima dell'inevitabile epilogo si dipana pero' tutta una serie di avvenimenti ossessivamente ricorsivi che rende in maniera eccelsa la paranoia di una situazione nella quale l'agiatezza di alcuni, raggiunta in maniera improbabile, va a braccetto con il disperato, ipocrita bisogno di altri. Come poche altre volte si prova una misteriosa e imbarazzante simpatia per il personaggio principale, attore di un crimine.
Si potrebbe definire questo romanzo come un "delitto e castigo" in versione Simenon, il senso di colpa infatti attanaglia talmente Vladimir al punto che deve riparare al delitto commesso nei confronti dell'amico Blinis. Non anticipo come per non commettere a mia volta il delitto di anticipare la storia. Una storia che merita e che conferma in toto la mia idea che mi sono fatto dell'autore. In questo più che in altri. "I suoi racconti e i suoi personaggi sono tutti senza speranza. Vivono una vita senza senso e senza la ricerca di questo. Tirano avanti la loro vita senza il desiderio che questa abbia una speranza. E se compiono un delitto non sanno neanche loro perché lo hanno fatto. Lo compiono perché gli capita di farlo, ma possono tranquillamente essere sia colpevoli che innocenti." Il romanzo inoltre merita di essere letto perchè si svolge dove vado in vacanza tutte le estati, può non essere un buon motivo ovviamente, ma per me lo è.
In questo libro sento l'ispirazione presa dai viaggi di Simenon in Europa, sfociata nel reportage "Europa 33", ma il racconto qui stenta a decollare, a tratti si inciampa e non scorre fluido come sempre.
A good one, but hard to describe. Vladimir has drifted through life, and ended up as a yacht “captain”, beholden to a very rich woman. The yacht almost never goes to sea, so he is a caretaker, along with his friend Blinis, and serves as confessor, drinking companion and lover for his matron. He pays for nothing and is “kept”, but it is clear that if he had nothing he would revert to the vagabond existence he had earlier. In the course of the story he commits an unspeakable act of betrayal toward his friend, and later an even more unspeakable act. There are no consequences. He tries to make restitution to the one he has betrayed, and then he passively watches as his life spirals downward. He is happy that things are proceeding as they should.
Dans les Maigret, Simenon s’attache généralement à ce qui se passe après le drame, quand le commissaire arrive. Dans ses romans durs, il s’intéresse plutôt ce qui se passe avant, à ce qui amène à la rupture, les envies, les frustrations, l’argent, le sexe, le pouvoir, la misère…
Ici, c’est un homme rongé par l’alcool et la jalousie qui se débat avant de craquer et se morfondre dans les remords.
Une sombre histoire sous le soleil de la côte d’Azur, bercée par les vagues et le champagne
Per la prima volta Simenon mi delude. L'impressione è che non sapesse dove andare a parare e il libro si sia "costruito" strada facendo. Il protagonista Vladimir è l'unica cosa riuscita di questo romanzo breve, ma la storia si perde senza riuscire mai ad essere incisiva; troppi personaggi minori confondono la scena, il pathos è spesso dichiarato anzichè essere creato con la scrittura. Insomma, una ciambella non riuscita, nella quantità della produzione di Simenon ci può pure stare.