Brucia il desiderio di vendetta, acceca e corrode come il vino più forte, logora e affoga in un folle delirio il nostro dolore. Quando Aighas si risveglia dopo essere stato tramortito da Maireo, è completamente in balia del lutto, del rimpianto, della rabbia per non essere riuscito a vendicarsi. Ogni piano di fuga o rivalsa sembra essere solo una vuota speranza ora che è caduto prigioniero del re dagli occhi verdi, il quale progetta di usarlo per la guerra. Trovare la forza di rialzarsi e continuare a lottare quando la vita non sembra avere più senso è una delle prove più tragiche e difficili da superare. Eppure nemmeno il fiume più impetuoso ti può affogare quando trovi una mano tesa pronta ad aiutare. Se troverai quella mano, se cercherai la sua presa e ti lascerai afferrare, nemmeno la notte farà più non più covo di demoni, ma dimora di stelle infinite.
Gli Occhi del il Dio e il Lupo vuole presentare le emozioni più viscerali dei personaggi. È una storia che scava nei dubbi e nelle debolezze che si annidano nei momenti più bui della vita. È un racconto in bilico tra rabbia e amicizia, vendetta e perdono ma, soprattutto, è un racconto che parla di speranza. Guerra e complotti fanno solo da sfondo alla crescita interiore del protagonista.
Questo romanzo è un’opera di fantasia. I riferimenti alla mitologia norrena, così come alla cultura greca e romana, sono stati rielaborati dall’autrice. L’opera non vuole essere un romanzo di divulgazione storica quanto piuttosto un racconto incentrato sulla vita e la crescita dei suoi personaggi.
Giulia Nurchis è nata a Cagliari il 10 febbraio 1993. Ha conseguito un diploma classico, una laurea triennale in Scienze politiche e una laurea magistrale in Relazioni Internazionali nel polo universitario di Firenze. Dopo la laurea si è trasferita in Germania dove risiede tutt'ora. Trascurando le sue reali passioni a favore degli studi, per molti anni ha represso la sua indole artistica. Ma non ci si può nascondere in eterno e l’arte, anche se soppressa, trova sempre modo di fiorire. Così,nel settembre 2020 ha pubblicato tramite Amazon il suo romanzo d'esordio "Gli occhi del re: Figlio scelto", curato e illustrato dall'autrice stessa.
Aighas è nelle grinfie del re barbaro, il suo cuore è spezzato, il suo corpo ferito ma la sua mente lucida. Deve fermare il re e mettere fine alla guerra. Ma nel corso dei mesi, sebbene sia prigioniero si rende conto che non tutto è bianco o nero. I dubbi lo assalgono, i sensi di colpa lo divorano, i ricordi lo indeboliscono. Riuscirà a fidarsi di se stesso? Ad ascoltare il proprio cuore e a mettere da parte il dovere?
Giulia incanta con la sua penna, il suo modo di raccontare è travolgente e affascinante. Sa come descrivere ogni scena, da quella più cruda a quella più tenera, a quella più dolorosa a quella più divertente, sa come renderla vivida, ricca di descrizioni e dettagli. I personaggi sembrano avere vita propria, sono tridimensionali, ognuno di loro ha diverse sfaccettature e sfumature che lo rendono unico e perfetto per il ruolo che gli dà l'autrice. Questo secondo volume mi ha sorpreso, niente è stato come me l'ero immaginavo. C'è un profondo senso di fiducia, giustizia e amicizia in questa storia. Una storia fatta di scelte e legami saldi che non sono dati dal sangue. L'amore vero, incondizionato che lega i personaggi di questi libri è così soverchiante da mettere in ginocchio chiunque. Io sono caduta in ginocchio e faccio fatica ad alzarmi non tanto per la storia in sé ma per tutte le emozioni che essa mi ha scatenato.
Qui la figura del re barbaro, ammantata di mistero nel primo volume, è cardine. Si leva la maschera, non in senso letterale, ma finalmente si fa conoscere, fa conoscere veramente i suoi ideali, il suo lato più umano, più giocoso. Mi ha completamente conquistato.
Anche Aighas compie una bella evoluzione, il suo è il classico personaggio che rimane impresso nella mente, il personaggio a cui inevitabilmente ti affezioni e vorresti guidare verso le scelte più giuste. Quel personaggio che vorresti proteggere sempre.
Il finale mi ha stupito, sia per il rapporto che instaurano i protagonisti sia perché lancia un campanello d'allarme per ciò che avverrà. Non vedo l'ora di scoprire come evolverà la situazione la Nurchis.
NON sarà una recensione spoiler free quindi se ancora non avete letto il primo evitatevi questa recensione❤️ • Il romanzo si apre dove avevamo lasciato il precedente e, rispetto al primo, in questo c’è ancora più introspezione del protagonista. Abbiamo un Aighas più grande, più maturo sotto certi punti di vista, ma irrimediabilmente spezzato dalla morte di Salai. • Non mi dilungherò sulla trama di questo secondo volume, ma cercherò di evidenziare i punti chiave che, per me, hanno reso questa storia un gioiello. • Oltre al protagonista due sono i personaggi che ho amato alla follia: Jeiwel, dolce e tenace ragazzino di 13 anni che è un po’ il barlume di speranza, lo spiraglio di vita di Aighas. L’unico che lo tiene ancora aggrappato al mondo dei vivi. L’altro personaggio è il re dagli occhi verdi. Lui è stato una autentica sorpresa costante. Avendo il punto di vista di Aighas ho potuto imparare ad amare questo personaggio attraverso i suoi occhi ed è stato stupendo. • Una caratteristica dell’autrice è la sua magistrale capacità di descrivere scene, eventi, sensazioni. Durante tutta la storia sono riuscita a vedere ogni scena che ha descritto, a sentire ogni sentimento e sensazione dei personaggi ed è stato travolgente. • Metes è un altro personaggio molto particolare, che un po’ si ama e un po’ si odia, ma con un ruolo decisivo e una personalità che lascia intendere quanto ci sia altro sotto. • Lo stile dell’autrice è ricco di descrizioni e forbito ma non pesante anzi, riesce a dare vita alla storia che sta narrando nonostante sia qualcosa di molto lontano storicamente. • È stato un viaggio lungo e molto introspettivo, magari meno ricco di azione rispetto al precedente, ma altrettanto intenso e travolgente. • È stato stupendo poter vedere la rinascita di Aighas, la sua rinnovata forza e la sua risalita dal baratro. Non vedo l’ora di scoprire come finirà ora che anche lui ha capito di avere uno scopo preciso, un ideale. • Menzione anche per Jarok che inizialmente mi infastidiva, ma è riuscito a prendersi un po’ di spazio nel mio cuore e il rapporto con Aighas é semplicemente stupendo. Ps C’è una tensione crescente tra due personaggi, volevo dirvela, ma ho cambiato idea. Leggete la storia per scoprirlo, vi dico solo che io ERO STUPEFATTA.