Sicilia, estate 1980. Da una radio la musica di Franco Battiato si mischia al frinire delle cicale e allo spumare delle onde tra Scilla e Cariddi. Due ragazzi sono sdraiati all'ombra di un pino marittimo in un agrumeto sulle sponde del mare. Il sole sopra di loro, gli aghi di pino sotto la pelle. Ma l'unico movimento è quello del vento. Stranizza è la storia di due ragazzi che si sono innamorati una mattina di giugno. Che hanno vissuto un'estate insieme e che hanno sognato che una stagione potesse diventare una vita. Ispirata ai fatti reali del delitto di Giarre, una storia che parla d'amore e dell'odio cieco e immotivato che nasce dal pregiudizio.
Valerio la Martire è nato a Roma il 5 novembre 1981, con due settimane di ritardo. Ha recuperato il tempo perduto mettendosi a scrivere a dodici anni.
Visto che le sue giornate durano 42 ore ha lavorato come barman, commesso, operatore di call centre, animatore turistico e baby sitter. È stato volontario per Greenpeace e per non farsi mancare nulla ha lavorato anche con l’Unhcr e Medici Senza Frontiere.
Tra le sue pubblicazioni, I ragazzi geisha (Ed. Bakemono Lab, 2016), libro sulla prostituzione maschile; Stranizza (Bakemono Lab. 2013; Rizzoli 2023), storia d’amore e mafia nella provincia siciliana; Nephilim Saga (Armando Curcio Editore 2014-16; DZ Edizioni 2022), Intoccabili (Marsilio 2017); Elyss (DZ Edizioni 2019).
Valutazione 4.5 Vorrei poter dire che questa è solo una storia scritta per intrattenere il lettore o per farlo pensare, ma in realtà questa, a dispetto di qualche licenza narrativa dell’autore, è una storia vera, la storia di due ragazzi uccisi nella Sicilia di fine anni ‘70 solo per il “crimine” di amarsi, essendo entrambi maschi omosessuali. Un omicidio rimasto a tuttora irrisolto, i cui colpevoli non sono mai stati perseguiti e che ha avuto un finale altrettanto amaro: anche nella morte i due ragazzi sono stati divisi. Il libro, nonostante alcune ingenuità narrative, nel complesso è ben scritto e ripercorre la vicenda di Nino e Marco, i due protagonisti, incontratisi per caso e scopertisi innamorati. Anche i personaggi collaterali sono trattati abbastanza bene, risultando credibili. La storia non è esattamente quella dei due ragazzi reali, ma è perfettamente credibile nel suo svolgimento.
Di questa storia possiedo la riedizione 2023 di Rizzoli. Non conoscevo questo romanzo, finché non se n'è parlato per la nota polemica sul film. Che lasciamo alle decisioni dei legali. Qui parliamo di una storia (ispirata a un vero crimine commesso nel 1980 e rimasto impunito) che ha il passo inesorabile di una tragedia shakespeariana. Nessuno spoiler. Sappiamo tutti che non c'è alcun futuro per Nino e Marco. Il loro amore è "strano", è "illecito". È un amore cui nessuno vuol riconoscere il diritto di esistere. Un amore da condannare e punire. Con la morte. Li vediamo morire nella prima pagina. Poi ripercorriamo la parabola di un incontro che ha la leggerezza di una farfalla e la potenza di un'eruzione vulcanica. Un sentimento contro il quale nulla possono Nino e Marco. Posto che vogliano ribellarsi. E non vogliono. Noi lettori sappiamo già. Loro lo intuiscono presto che non ci sarà alcuna clemenza. Tentano, come possono, di sfuggire a una sorte segnata. Ma sono pronti ad affrontarla. Leggere questo romanzo fa male, tanto. Ma è giusto e necessario percorrerlo fino alla fine e riconoscere a Valerio La Martire la capacità di farcelo scorrere direttamente nelle vene l'orrore di quanto hanno dovuto affrontare, giovanissimi e innocenti, i protagonisti. Sia Nino e Marco sia i loro ispiratori sui quali tante bugie e tanti depistaggi sono stati fatti. Che fosse amore (quello dei due ragazzi di Giarre assassinati nel 1980) non si disse mai. Questo libro invece lo grida forte, fortissimo. Da leggere.
Současná, italská, bolavá jednohubka. Chtěla jsem napsat literárně nic moc, ale možná to spíš jenom není pro mě. Strašně důležité téma. Kvůli tomu by si to měli přečíst všichni. Kolik lidí muselo umřít, abychom měli tenhle život? Přečetla bych to mnohem dřív, kdyby to tolik nebolelo.
Konec jsem pochopitelně ořvala. Přesně takhle má vypadat novela, naprosto rozumíš všem postavám, atmosféra italského léta, ke které jsem si samozřejmě pouštěla nejklasičtější italské love songy a taky rap. Ona to totiž vlastně je romance, jenom všichni ti mafiáni, ovce a přizdisráči z toho udělali horor. Chápete to, zabít dítě za to, že někoho vezme za ruku.
Mám ráda všechny okolnosti, chápu, proč autor musel napsat právě tenhle příběh.
Nevěděla jsem, že jsou podle toho Ohňostroje, které mám na watchlistu.
"Za citrusovým hájem, za prašnými cestami, které se svažují k moři, za hranicemi strachu šestnáctiletého kluka, který viděl, jak se umírá, lidé oslavují, nicnetušící a lhostejní."
"Odpoledne bojovala sama se sebou: ten souboj byl každým dnem kratší a ona z něj vždy vycházela poražená."
"Nebyla po dní tráva, ale suché jehličí, které připomínalo vor plující v rozbouřeném moři temně zeleného trávníku."
4.5 - Voto . Iniziare questa recensione è un po’ dura, sia perché è stato un libro che mi ha fatto parecchio pensare, incazzare (permettetemi il francesismo, ma non c’è altra espressione per poter definire l’emozione), sorridere e piangere, sia perché parla della mia terra, di posti che io frequento e conosco molto bene e quindi mi ha fatta sentire molto vicina alla storia.
Per me che sono una convinta sostenitrice dei libri a lieto fine, l’approccio è stato drammatico. Già, perché è giusto dirvelo: questo NON è un libro a lieto fine. Lo so, voi potreste chiedere: ma cosa c’è di bello in un finale scontato? Io vi rispondo che nella lettura, forse cerco un modo per evadere dai problemi quotidiani e dall’incertezza della vita e il sapere che, comunque, dopo varie e quasi impossibili traversie, i protagonisti vivranno felici e contenti mi rimette in pace con il mondo.
Quindi immaginatevi il mio stato d’animo quando ho cominciato la lettura, sapendo come andava a finire. Poi però tutto è andato scemando nel racconto e l’ho trovato molto bello, struggente e delicato.
Stranizza parla di due ragazzi di un paesino sul mare nei pressi di Catania, in un periodo di tempo che può collocarsi all’inizio degli anni ’80. Marco, 25 anni, appena uscito dopo sei mesi di galera per un torto che non ha commesso e Gaetano, detto Nino, di 16, tutti e due belli come il sole.
Il loro è un incontro fortuito, ma è bastato semplicemente guardarsi per fare scoccare prima un’amicizia e poi un amore profondo. È dolcissimo vedere l’evoluzione della loro storia e, allo stesso tempo, triste, soprattutto per quello che ha attraversato Marco, figlio “bastaddu” della signora Carolina e da tutti definito “arruso”, che in siciliano è il termine dispregiativo per definire i gay. Una madre alcolizzata, che non esce mai di casa per evitare i giudizi della gente, di questo piccolo paesino dove tutti sanno e vedono e, soprattutto, giudicano.
Loro vanno avanti nonostante tutto, felici e spensierati, cercando di fare attenzione a non farsi notare, di non farsi vedere. I loro incontri amorosi si svolgono in un agrumeto, sotto un pino marittimo, e sono di una tenerezza da mettere i brividi. Forse proprio perché tutto viene lasciato all’immaginazione, l’atto in sé appare come qualcosa di etereo e immortale. Una delle scene più belle è quando Nino scopre di essere innamorato di Marco, quando Marco, appunto, gli dedica al piano la canzone “Stranizza D’Amuri”, di Battiato. È una scena molto intensa, molto intima, e te la senti addosso.
Un passaggio del libro, che mi è piaciuto moltissimo può definire quello che accade:
“Il punto è che stava succedendo molto di notabile in quel momento. In quel momento, i due ragazzi costruivano il silenzio e il tempo che solo una grande intimità e consapevolezza possono dare.”
Ma nonostante il loro cercare di essere discreti, in paese cominciano a girare le voci. Marco porta Nino a Catania, facendogli scoprire la grande città, lui che non era mai uscito dal paese se non per accompagnare il padre che ha una bancarella di dolciumi e giocattoli che fa girare per le varie fiere e sagre. Nino ne rimane incantato, come un bambino a cui hanno dato il lecca lecca più buono del mondo. Conosce il migliore amico di Marco, Leo, un professore triestino che ha deciso di trasferirsi qui dopo varie vicissitudini non troppo felici della sua vita. Ho trovato Leo un personaggio davvero bellissimo: è vero che la cultura porta ad essere più aperti mentalmente.
Mentre passeggiano per Via Etnea, la strada principale di Catania, il diavolo ci mette lo zampino e vengono visti da un loro compaesano mentre si tengono per mano, innescando una spirale di eventi che porteranno alla svolta finale.
Mi sono ritrovata spesso a infuriarmi per la pochezza e l’ignoranza delle persone che li circondano, soprattutto perché si parla della mia terra, capace di emozioni forti come il suo sole implacabile, ma appunto per questo capace di estremismi dovuti al bigottismo e alla parvenza.
Grazie a Dio non è più così. Catania, oggi, è reputata come una delle città italiane più gay-friendly, ma nei paesini credo che la realtà sia un po’ diversa. Non come quella che ha circondato Marco e Nino, visto che i tempi sono cambiati, ma quasi. Questi due vecchi di cui non si capisce neanche l’età, vestiti tutti di nero, con la classica “coppola”, che decidono dei destini delle persone, mi hanno inquietato non poco, perché esistono ancora.
È stato bello, comunque, ritrovare tanti posti da me conosciuti, soprattutto il locale con la grotta sotterranea dove scorre il fiume Amenano e che sfocia all’esterno, fornendo l’acqua per la fontana detta appunto “dell’Amenano”, che noi chiamiamo “Acqua ‘o Linzolu” (Acqua a Lenzuolo, perché produce un muro d’acqua simile a un lenzuolo) e dove si è soliti buttare le monetine esprimendo un desiderio.
Così come vedrò con occhi diversi i fuochi d’artificio.
Valerio la Martire non ha parlato di vicende o persone reali in questo suo romanzo ma, come ha scritto lui stesso, “l’autore – vivendo come ognuno di noi nella società attuale – non può ritenersi insensibile o impermeabile ai troppi eventi drammatici che – tanto in passato quanto nel presente – hanno riguardato e riguardano ragazzi e ragazze vittime della violenza e del pregiudizio.”
Vi dico questo perché i fatti narrati mi hanno rievocato un fatto di cronaca risalente al 1980, che ha portato, tra le altre cose, alla nascita del primo circolo Arcigay a Palermo e da cui poi è cresciuta l’organizzazione che adesso ha sede a Bologna.
Sarà bello passeggiare per Catania, nelle vie descritte dall’autore, immaginandomi Marco e Nino camminare mano nella mano, felici e sorridenti, senza doversi preoccupare del giudizio della gente, godendosi il sole e il loro amore.
Il pino marittimo è un albero che mi ha sempre affascinato: adesso per me è diventato un simbolo.
Il racconto è ispirato ad un fatto realmente accaduto, il delitto di Giarre, quindi non ci sarà nessun lieto fine ma solo la triste e dolorosa realtà dei fatti. Nel libro non si parlerà solo di Nino e Marco, ma l’autore darà spazio anche a tutte le persone che in qualche modo hanno avuto un ruolo nella loro storia, facendoti comprendere ancora di più la gravità di quanto è accaduto. Fa rabbia pensare come un gruppo di pochi “eletti” possa decidere della vita o morte altrui, di come l’onore venga prima di tutto, dei sentimenti, della famiglia.
Questo è uno di quei libri che ti lascia senza parole, perchè di fronte alla crudeltà, all’indifferenza e all’ignoranza non ti resta che rabbia e dolore. Ma è anche uno di quei libri che “deve” essere letto, per poter comprendere che la libertà di amare, che pian piano stiamo raggiungendo, ha avuto un prezzo e che i due ragazzi di Giarre ne hanno pagato una parte.
Ho una particolare predilezione per i per i libri ambientati a Catania. Ormai l'ho capito. In parte dipende dai colori, in parte dal dialetto, cavallo di battaglia degli scrittori meridionali che dona realismo al racconto, soprattutto è una questione di Dna: al sud è tutto amplificato. Amplificati i sentimenti, amplificate le tragedie. Mi sembra assurda oggi la storia di Marco e Nino, eppure è un romanzo ispirato al delitto di Giarre, cronaca nera degli anni 80. Assolutamente bella e romantica la prima parte legata all'innamoramento, splendente e nera di lava la via Etnea, troppo piccolo il paese di Fochi, silenzioso ed omertoso il finale: non si parla della Stranizza, non se ne deve parlare e va cancellata a tutti i costi. Atroce. Sono curiosa di vedere Stranizza d'amuri, il libro mi è capitato fra le mani perché ho letto delle dispute per i mancati crediti, per ora consiglio certamente il libro.
Sicilské slunce, zakázaná láska a tragédie, které nelze uniknout. Tak by se dal charakterizovat román italského spisovatele Valeria la Martire, volně inspirovaný skutečnou vraždou dvou mladých gayů z roku 1980. Tehdejší událost silně rezonovala ve společnosti a podnítila debatu o právech LGBT komunity. Autor však neusiluje o historickou přesnost - mění jména postav i místo děje. Z původního příběhu zůstává jen samotná esence: společenské vyčlenění s tragickými následky.
Kniha je prodchnuta atmosférou ostrovního maloměsta. Stísněnost místa, kde se všichni znají, pozorují a soudí, působí velmi autenticky. Ale přestože ze stránek vane horký sicilský vzduch, vztah obou protagonistů na mě citově tolik nedolehl. Možná proto, že autor věnoval více prostoru popisu tlaku okolí než vnitřním stavům hrdinů, působí text v některých pasážích až dokumentárně.
I tak ale příběh dokáže vzbudit emoce. Bezvýchodnost situace, ve které se mladíci nacházejí, přináší úzkost. Autorovi se podařilo také dost věrohodně a vrstevnatě ztvárnit vedlejší postavy, ovlivněné maloměstskou morálkou a obavami z neznámého. Některé z nich by si zasloužily větší prostor. Přinášejí totiž otázky, které v textu zůstávají jen naznačené. Jak žijí ti, kteří svou orientaci skrývají? Co prožívá matka syna, zavrženého celou komunitou?
A především - co se dělo dál? Jak se město se smrtí obou mladíků vyrovnalo? Hnulo se v někom svědomí?
Tak, jak je Podivnost koncipována, nepřináší vlastně nic zásadně nového. Motiv zakázané lásky a společenského odsudku menšinové orientace není v literatuře neobvyklý. Přesto jde o dílo velmi čtivé a atmosférické. Je taky dobře, že podobných knih přibývá. Hlavně teď, když se společnost v otázkách tolerance znepokojivě vrací k tématům, která jsem považovala za dávno vyřešená.
Z průměru však knihu jednoznačně vyzdvihuje doslov. Ten je prostě perfektní a velký dík za něj patří Alici Flemrové. Právě díky němu ve mně Podivnost zůstala rezonovat i po dočtení, a už jen kvůli němu stojí za to knihu číst. Dodává totiž událostem tolik potřebný kontext a prohlubuje emoce, které příběh vyvolá.
Román Podivnost vypráví příběh Nina a Marca, dvou mladíků, kteří se náhodou potkají a zamilují se do sebe. Kdyby žili jinde, v jiném čase, mohli by být šťastní. Jenže jsme na Sicílii v roce 1980, homosexualita je tabu a lidé z jejich okolí vztahu ani trochu nepřejí. Svazují je předsudky, netolerantnost, pokrytectví a arogance – podle svého mínění jsou něco víc než Nino a Marco. Pro takovou „podivnost“, jako je „bukvice se štemplem” u nich ve vesnici není místo. A je potřeba proti nim zakročit...
Kniha je napsaná jednoduchým, téměř až strohým jazykem, o vnitřním světě hlavních hrdinů se toho moc nedozvíme. Zároveň je vyprávění velmi čtivé a má spád. I když jsem od první kapitoly věděla, že mě žádný happyend nečeká, s napětím jsem otáčela jednu stránku za druhou. Opravdu to muselo dopadnout takto? Nešlo se tragickému konci vyhnout? Kdo za něj nese zodpovědnost?
Valerio La Martire se při psaní Podivnosti volně inspiroval skutečnou událostí, tzv. Zločinem v Giarre, který se na Sicílii odehrál v roce 1980. Dva mladí muži tehdy byli nalezeni mrtví. Policie se při vyšetřování činu nijak zvlášť nepřetrhla, nejprve ho klasifikovala jako dvojnásobnou sebevraždu, po nalezení zakopané vražedné zbraně bylo jasné, že mladíkům vzal život někdo třetí. Jenže sicilská mafie měla oblast i místní pod palcem, a proto nikdo nic neviděl, neslyšel, neprozradil… Jejich smrt tak zůstává dodnes neobjasněná.
Podivnost je poutavý a přístupně napsaný příběh o zakázané lásce mezi dvěma mladými muži. Svým tragickým koncem připomíná moderní variaci na Romea a Julii a podněcuje k zamyšlení, kam jsme se od 80. let ve vnímání queer komunity posunuli. A obecně: co všechno je ve vztazích i dnes označováno za podivnost a kdo má právo to soudit.
V překladu Moniky Štefkové a grafické úpravě Nikoly Janíčkové vydalo nakladatelství Meridione.
Více tipů na knihy a recenzí na mém bookstagramu zuzana_reads.
“sentivano che quel tempo era prezioso, che quegli abbracci sotto il pino marittimo li avrebbero ricordati per sempre”
★★★★★
Questo romanzo prende ispirazione da una storia vera, la storia di Giorgio Giammona e Antonio Galatola, due ragazzi vissuti a Giarre, in Sicilia. La loro morte è vera. Il Delitto di Giarre è il nome con cui viene ricordato oggi il fatto avvenuto nell’ottobre del 1980.
“𝘦 𝘥𝘰𝘱𝘰 𝘲𝘶𝘦𝘭𝘭𝘰 𝘴𝘱𝘢𝘳𝘰 𝘕𝘪𝘯𝘰 𝘯𝘰𝘯 𝘩𝘢 𝘱𝘪𝘶̀ 𝘯𝘪𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘥𝘢 𝘱𝘦𝘳𝘥𝘦𝘳𝘦”: l’incipit del romanzo, già dalle prime righe, ci mostra il destino di due giovani adolescenti che hanno scoperto, l’uno nell’altro, l’amore.
Un amore considerato però 𝙨𝙩𝙧𝙖𝙣𝙤, un amore da condannare e da punire nel modo più infimo possibile, con la morte.
Da lettrice già consapevole di quale fosse l’esito della storia ho affrontato la narrazione con il cuore pesante, ma allo stesso tempo, con il desiderio di calarmi completamente in quel piccolo mondo che Nino e Marco sono riusciti a crearsi per evadere da quel paesino che li teneva in gabbia e da quelle voci opprimenti e piene d’odio, quei 𝘤𝘶𝘳𝘵𝘪𝘨𝘨𝘩𝘪 che si fermarono solo al seguito del premersi di un grilletto.
𝑺𝒕𝒓𝒂𝒏𝒊𝒛𝒛𝒂 è una lettura dolorosa, quanto necessaria. Una lettura che consiglio a tutti perché capace di risvegliare la consapevolezza su ciò che l’odio, la discriminazione e l’omofobia può generare. Una lettura che fa luce su una problematica sempre attuale: perché l’amore tra persone dello stesso sesso non è sempre quello che leggiamo nei nostri romance preferiti, ma più spesso estremamente tormentato e contrastato.
Le splendide descrizioni vi faranno immergere immediatamente nella storia; la penna dell’autore è di estrema leggerezza, nonostante i temi trattati, e in meno di 200 pagine sarà in grado di parlare al vostro cuore.
Stranizza ist ein Buch, das mich nachhaltig beeindruckt hat. Die Kernhandlung (basierend auf einer wahren Geschichte) befasst sich mit der grassierenden Homophobie und den damit verbundenen Leiden der Betroffenen im Italien der 80er Jahre - das Gesamtwerk ist jedoch ein Kommentar auf die Gesellschaft jener Zeit: Ein Sumpf der gegenseitigen Beobachtung, Schuldzuweisungen, Abhängigkeit, Ungleichheit und der in allen Charakteren präsenten Zerrissenheit, die sich über Generationen fortsetzt. Man findet sich leicht in eben jenen Strukturen wieder, die einem allzu bekannt und gar nicht weit entfernt erscheinen. Bisher die beste Geschichte, welche ich in diesem Jahr gelesen habe.
Stranizza è un libro che mi ha colpito in modo duraturo. La trama centrale si occupa dell'omofobia onnipresente e delle loro sofferenze nell'Italia degli anni '80 - tuttavia, l'opera complessiva è un commento alla società dell'epoca: uno stato di osservazione reciproca, colpa, dipendenza, disuguaglianza e la rottura interna presente in tutti i personaggi, che continua per generazioni. È facile trovarsi proprio in quelle strutture che sembrano troppo familiari e non lontane. Finora la migliore storia che ho letto quest'anno.
Ammetto, del delitto di Giarre sapevo poco o nulla, per cui riconosco il pieno merito a "Stranizza" di avermi fatto conoscere questo ennesimo triste episodio di crimine d'odio omofobico. È pur vero, siamo in una realtà italiana degli anni ottanta, una realtà non certo pronta a comprendere la portata né il peso di un tale delitto.
Movente: anteporre l'onore a tutto, anche all'amore. L'onore figlio di una gerarchia malata e tossica, non solo figlia del maschilismo più estremo, ma soprattutto delle dure leggi della malavita. Valerio La Martire si è, per sua stessa ammissione, solamente ispirato ai reali fatti di cronaca, raccontando la storia di Nino e Marco con una prosa scorrevole, asciutta, in alcuni tratti forse leggermente mielosa e ridondante, ma godibile e agrodolce al tempo stesso, come questa storia senz'altro richiede.
Uno sviluppo forse un po' troppo affrettato e un finale alquanto repentino non rendono perfettamente giustizia a questa vicenda, seppur romanzata. Un libro a ogni modo necessario e importante per comprendere le radici dell'odio, o comunque dei comportamenti di stampo omofobico nel Bel Paese.
Non conoscevo questo libro fino a quando, per puro caso, non mi sono imbattuto nel delitto di Giarre del 1980. Cercando informazioni online, mi sono imbattuto subito nel film (che non avevo ancora visto) e, approfondendo ulteriormente, ho scoperto la travagliata discussione sui diritti di questo libro. Prima di vedere il film, quindi, mi sono detto: "Leggerò il libro".
Nonostante conoscessi già il triste epilogo, ho amato questa lettura dalla prima all'ultima pagina. La capacità dell'autore di far immaginare i personaggi è incredibile: poche descrizioni, ma estremamente efficaci. Anche i luoghi, descritti brevemente, sono intrisi di quel sapore tipicamente siciliano. Sebbene ci siano alcune licenze poetiche che l'autore si è concesso (non credo che nella Catania dell'epoca due omosessuali fossero visti di buon occhio...), ho trovato questo testo di una leggerezza e di una profondità straordinarie.
4.5⭐️ “ […] il pino marittimo sotto cui si è rifugiato si staglia scuro contro la luna piena. sopra la testa del ragazzo, esplosioni di luce colorata. fulmini rossi, verdi e gialli che brillano nella notte sullo sfondo delle nuvole lontane. una pioggia di scintille e fumo che copre le stelle. nino li ha sempre odiati i fuochi d'artificio. ma quando sei vicino alla fine qualsiasi cosa ti manca. persino i fuochi d'artificio, lontani lassù.”
Un libro che merita di essere letto deve avere un forte impatto sui lettori, deve essere curato nei minimi particolari, deve far riflettere, un buon libro ti deve far perdere tra le sue pagine... e così è stato con "Stranizza" di Valerio La Martire, mi sono "persa" insieme a Marco e Nino 🥹 Un libro dolce, amaro, struggente, feroce 😨 è la fotografia di un'Italia disincantata di ieri, quella degli anni '80. Sicilia, estate 1980. Da una radio la musica di Franco Battiato si mischia al frinire delle cicale e allo spumare delle onde tra Scilla e Cariddi. Due ragazzi sono sdraiati all’ombra di un pino marittimo in un agrumeto sulle sponde del mare. Il sole sopra di loro, gli aghi di pino sotto la pelle. Ma l’unico movimento è quello del vento. Stranizza è la storia di Marco e Nino, che si incontrano casualmente una mattina di giugno, e basta uno sguardo a far nascere un amore talmente forte da mozzare il fiato 🖤 Marco e Nino hanno vissuto un’estate insieme... sognando che una stagione potesse diventare una vita.
"Carrettieri e comari e passanti. Ora tutti potevano guardarli e dire la propria. Ora tutti potevano emettere giudizi e sentenze, condanne..."
La loro storia finisce tragicamente 😭 Così è stato deciso. I colpevoli?? L'odio e l’omofobia. L'unico testimone: il pino marittimo. Ispirata ai fatti reali del delitto di Giarre, un duplice omicidio rimasto irrisolto, commesso nell'ottobre 1980 a Giarre (in provincia di Catania) divenne fondamentale nella storia del movimento di liberazione omosessuale italiano in quanto portò alla fondazione del primo circolo Arcigay 🌈 Non conoscevo questa storia, e dopo la lettura mi è venuto il magone 🥺 ...e livelli altissimi di disgusto e rabbia, ad ogni modo, ero già avvilita dopo aver letto il prologo: un pugno allo stomaco! In Italia tuttavia, oggi (2024) come allora, è ancora molto difficile dire di essere omosessuali senza il timore del giudizio altrui o, cosa ancora più grave, di subire offese e minacce 🤬 Che altro aggiungere?! Ho amato lo stile di scrittura di Valerio La Martire, sicuramente leggerò altro di tuo, grazie. E ringrazio Ines per l'idea del gruppo di lettura 🖤🖤🖤 uno dei libri più belli del mio anno libroso 📚 Consiglio!
Una storia che sarebbe bello pensare sia inventata, unico frutto della fantasia di un giovane scrittore si talento, ma che invece è tratta da un fatto di cronaca reale e terribile. Ad ogni modo, è bello che - seppure romanzato - l'amore ed il coraggio di questi due ragazzi venga ancora ricordato e raccontato. Specialmente quando lo si fa con delicatezza e passione.
Sicilia, estate 1980. Da una radio la musica di Franco Battiato si mischia al frinire delle cicale e allo spumare delle onde tra Scilla e Cariddi. Due ragazzi sono sdraiati all’ombra di un pino marittimo in un agrumeto sulle sponde del mare. Il sole sopra di loro, gli aghi di pino sotto la pelle. Ma l’unico movimento è quello del vento. "Stranizza" è la storia di due ragazzi che si sono innamorati una mattina di giugno. Che hanno vissuto un’estate insieme e che hanno sognato che una stagione potesse diventare una vita. Ispirata ai fatti reali del delitto di Giarre, una storia che parla d’amore e dell’odio cieco e immotivato che nasce dal pregiudizio.
"Misero in gioco il cuore, e il cuore non accetta limiti, non è ragionevole, non pensa alle conseguenze."
Nulla di più vero. Quando si ama, si ama e basta. Ho amato moltissimo questo romanzo, delicato, potente e profondo proprio come l'amore tra Nino e Marco. Stranizza si ispira a fatti realmente accaduti, portando sotto i riflettori il delitto di Giarre e grazie anche alla recente trasposizione cinematografica di Beppe Fiorello ha ricevuto la giusta visibilità che merita.
🤍 Marco e Nino sono due giovani che si innamorano con un solo sguardo e li si ama fin da subito. Ma la realtà in cui vivono purtroppo non concede libertà sessuale e sentimentale.
🤍 "Stranizza d'amuri" di Franco Battiato fa da colonna sonora alla loro storia e il loro amore è proprio una stranezza agli occhi della gente, qualcosa da proteggere dalle malelingue e da nascondere a quei familiari che considerano l'uomo come tale solo se ama una donna.
🤍 L'autore utilizza un linguaggio semplice e minimalista, concentrandosi sulla narrazione dei fatti e poco sulle descrizioni dei luoghi e dei personaggi, dando così un ritmo veloce alla lettura che mi ha spinto a leggerlo quasi tutto in una sera.
🤍 Quando l'ho terminato non ho trovato le parole ... Erano mesi che una lettura non mi emozionava così ❤️ Marco e Nino vivono intensamente ogni momento consapevoli del rischio che corrono ma senza rinunciare ad amarsi.
Tutti sapevano ma che fosse amore, non si disse mai.
Sicilia, estate 1980. Da una radio la musica di Franco Battiato si mischia al frinire delle cicale e allo spumare delle onde tra Scilla e Cariddi. Due ragazzi sono sdraiati all’ombra di un pino marittimo in un agrumeto sulle sponde del mare. Il sole sopra di loro, gli aghi di pino sotto la pelle. Ma l’unico movimento è quello del vento. "Stranizza" è la storia di due ragazzi che si sono innamorati una mattina di giugno. Che hanno vissuto un’estate insieme e che hanno sognato che una stagione potesse diventare una vita. Ispirata ai fatti reali del delitto di Giarre, una storia che parla d’amore e dell’odio cieco e immotivato che nasce dal pregiudizio.
Nuovo mese, nuovo autore, nuova piccola perla di libro trovata. Quando ho preso stranizza tra le mani la prima volta, sapevo che era basato su una storia vera ma non sapevo nulla di come si fosse sviluppato il vero fatto di cronaca quindi l'ho letto con il cuore pieno di speranza e tifando per i protagonisti. Ho trovato la scrittura di Valerio così delicata nel raccontare l'amore di questi due giovani. Così delicata e così brutale allo stesso tempo. L'apertura della storia con la scena finale mi aveva già lasciato presagire che piega avrebbero preso i fatti a lungo andare ma senza togliermi il gusto della lettura. L'uso del dialetto che di solito detesto nei romanzi qui, non è affatto invasivo. Ammetto di aver lottato per quella libertà negata di esprimersi con Nino e Marco e sull'epilogo di essermi chiesta "Perché?" La verità purtroppo è che non sapremo mai ma... l'autore ha fatto chiudere il cerchio lasciando al lettore la sensazione che loro due si siano fermati intenzionalmente ai piedi di quel pino marittimo ad attendere il loro destino e questa cosa mi ha infastidita un po'. Comunque un bellissimo libro che mi ha fatto venire voglia di recuperare altro di Valerio.
Il libro che aspettavo di leggere. Un pugno allo stomaco. Forse avrei sperato in un finale diverso, parallelo, che non conosciamo purtroppo. Avrei sperato in una loro vita insieme lontana da quella società che li ha uccisi. In un “E se..” che avrebbe dato conforto.
This entire review has been hidden because of spoilers.
In realtà questo libro Valerio lo ha scritto nel 2013, poi è stato contattato dalla Feltrinelli ed ora ho letto questa edizione, non ho visto il film di Fiorello. Il libro è come scrive l’autore inventata ma prende ispirazione da una storia vera, purtroppo nota alla cronaca come Il Delitto di Giarre. Non avevo letto nulla dell’autore, anche se in libreria ho i suoi fantasy e non sono mai riuscita ad incontrarlo, anche se lui è di Roma e ha partecipato più volte all’evento di dicembre “Più libri più liberi.” Mia nipote mi ha fatto girare più volte la fiera alla sua ricerca. Veniamo al libro, E’ una dolcissima storia d’amore di due ragazzi, molto diversi tra loro, due ragazzi che non hanno potuto vivere il loro amore liberamente, perché vivevano in paese piccolo, erano glia anni ottanta e ci troviamo il Sicilia. Pensare che in quel periodo, tenersi per mano era un “reato” amare un ragazzo era essere “ diversi”, ma diversi da chi? L’amore è amore e si deve essere liberi di amare chi desideriamo. La scrittura di Valerio è riuscita a farmi sentire il caldo di quell’estate, la loro unica estate, la rabbia di Marco e la dolcezza Nino, la sua inesperienza, ma la sua voglia di vivere libero. I personaggi son ben descritti e se Turi l’ho detestato da subito… alla fine l’ho quasi compreso, purtroppo erano tempi difficili, non è giusto, mi sembra assurdo anche scriverlo. Ho amato questo libro, la dolcezza con cui l’autore descrive l’amore di questi due giovani adolescenti, non scende mai nei dettagli torbidi, dona a questi personaggi ( esseri umani ) dignità, quella che le cronache non hanno dato. Ora sono curiosa di leggere anche i ragazzi Geisha, sono sicura che anche lì troverò, la dolcezza e l’umanità dell’autore anche se tratta argomenti difficili.
Ispirato al delitto di Giarre, i protagonisti di questo romanzo sono Marco e Nino, due ragazzi siciliani che hanno scoperto l'amore reciproco. Marco è considerato un 'bastardo', figlio di una donna dalla dubbia reputazione e di un uomo del paese che, però, non lo ha mai riconosciuto come proprio figlio, mentre Nino fa parte della famiglia Scalia, una rispettabile famiglia di stampo mafioso, che tutti temono e che, al contempo, tutti rispettano. L'amore tra i due giovani nasce all'improvviso ma, nonostante il loro tentativo di tenerlo nascosto, il paese comincia a mormorare e a dar vita ad una spietata azione repressiva nei confronti dei ragazzi i quali, forti del loro sentimento e stanchi di questa assurda persecuzione, decidono di fuggire. Ma nemmeno la forza dirompente del loro sentimento riuscirà a salvarli dalla crudeltà del mondo e dall'ignoranza delle persone. Questo breve romanzo è davvero molto interessante; il rimando ad un contesto sociale arretrato, ad un'ideologia retrograda e discriminatoria, colpisce il lettore, il quale si trova di fronte ad una realtà purtroppo ancora presente nella nostra cultura, anche se, fortunatamente, in netto declino. Lo stile narrativo è ben realizzato: gli eventi e le descrizioni degli ambienti vengono rese in maniera semplice e pulita, senza troppe inutili divagazioni. Un bel romanzo, che si legge molto velocemente e permette di empatizzare con i due giovani, tifando per il loro amore e temendo per la loro sopravvivenza. Apprezzato!
In questo libro La Martire riesce a trasmettere chiaramente le sfaccettature di ciascun personaggio, la loro posizione, il loro passato, presente e futuro. E questo permette di capire ancora meglio i personaggi, permette di immedesimarsi in loro e ti innamorarsi di loro. La Sicilia è descritta da favola, in ogni suo aspetto: paesaggio, cultura, atteggiamenti, modo di vivere. Lo dico da persona che sente questa realtà da vicino. È tutto così reale in questo libro. Dura così poco ma trasmette tanto. In poche parole, in piccole metafore, è convogliato tutto. I fuochi d’artificio penso siano una delle metafore centrali, e mi è piaciuta tantissimo. È estremamente realistico. Romantico. Straziante. Il messaggio principale arriva. Spero che arrivi a tutti i lettori: in un mondo dove vigono il superficiale e il temporaneo, l’amore vero non può essere cancellato. Non merita di essere cancellato. Potrà finire ma è indelebile. Vincerà sempre.
Sicuramente ha il pregio di far conoscere il caso di Giarre, che io stessa non conoscevo. Ed è il rispetto verso quanto accaduto che mi impedisce di bocciare completamente il libro, che seppur si faccia leggere, non è di certo un capolavoro. La costruzione e lo stile di scrittura non mi hanno convinto; non basta inserire descrizioni e dialoghi smielati per sottolineare quanto quello fosse amore e quanto terribile fosse l'ostracizzazione subita, ci vuole una costruzione narrativa più importante. È tutto troppo semplicistico e superficiale. E poi si passa da loro in motorino a scambiarsi promesse eterne al triste epilogo, che è successo nel mezzo? Se non si fosse ispirato al caso di Giarre sarebbe stato un romanzo mediocre, non staremmo neanche qui a parlarne.
EDIT 26/4/25: Ho visto il film e lo reputo decisamente superiore al libro, una perla unica di delicatezza e purezza. È già diventato uno dei miei film preferiti, mi ha emozionato in modo devastante, laddove il libro non è riuscito a fare. Non capisco neanche perché ci sia stato tutto quel tran tran sul presunto plagio/mancato riconoscimento al libro, perché sono due prodotti completamente diversi. In comune hanno solo il nucleo nudo e crudo del fatto reale a cui attingono, narrativamente parlando invece sono come il cielo e la terra. Certo, magari Beppe Fiorello avrebbe potuto evitare di utilizzare "Stranizza" nel titolo e gli stessi nomi per alcuni personaggi...
“Per l’eternità – disse Marco mettendo il piede sul pedale dell’accensione. Per l’eternità – disse Nino stringendo Marco al petto mentre la Vespa partì con uno scatto.”
Libro pieno d’amore e coraggio a dispetto di paura, ignoranza, cattiveria, che racconta le vicende che hanno portato alla nascita del movimento omosessuale italiano. Marco e Nino si incontrano in modo fortuito, ma è bastato uno sguardo per imprimersi nella mente, e nel cuore, dell’altro. L’evoluzione del loro rapporto è dolce, delicata e allo stesso tempo struggente. Nonostante il paese dove vivono, che ci mette un attimo a giudicarli e condannarli, loro, felici e innamorati, non si lasciano abbattere. Saranno più forti loro o il destino che li vuole divisi?
Che fossero due ragazzi così giovani si scoprì nel tempo. Che fossero morti abbracciati si scoprì ancora più tardi. Che il loro fosse amore non si disse (quasi) mai.
Credo che i loro spiriti siano vicini, che non siano riusciti davvero a separarli. Stanno ancora facendo l'amore sotto il pino marittimo, convinti che le persone sapranno aprire gli occhi e vedere la bellezza di quell'amore che nessuno ha voluto proteggere.
Giorgio, Antonio, mi piange il cuore a sapere che un intero paese non sia riuscito a comprendere la naturalezza e la NORMALITA' del vostro amore.
This entire review has been hidden because of spoilers.