În vara lui 1989, în plin deşert, în orăşelul Tel Keidar, povestea de dragoste dintre Teo, un inginer sexagenar, şi Noa, o mai tânără profesoară, se dezintegrează încet. Moartea unui elev în circumstanţe ciudate pune toată comunitatea în alertă. Sosirea tatălui, care, în memoria fiului său, o convinge pe Noa să se ocupe de construirea unu institut pentru îngrijirea adolescenţilor drogaţi, stârneşte suspiciune. Cu o profundă înţelegere a fiinţei umane, Amos Oz scrie o istorie amară şi tandră despre ambiţii frustrate şi iubiri neîmplinite, într-un roman dens, cu oaze de poezie şi de ironie fină.
Amos Oz (Hebrew: עמוס עוז; born Amos Klausner) was an Israeli writer, novelist, journalist and intellectual. He was also a professor of literature at Ben-Gurion University in Beersheba. He was regarded as Israel's most famous living author.
Oz's work has been published in 42 languages in 43 countries, and has received many honours and awards, among them the Legion of Honour of France, the Goethe Prize, the Prince of Asturias Award in Literature, the Heinrich Heine Prize and the Israel Prize. In 2007, a selection from the Chinese translation of A Tale of Love and Darkness was the first work of modern Hebrew literature to appear in an official Chinese textbook.
Since 1967, Oz had been a prominent advocate of a two-state solution to the Israeli–Palestinian conflict.
Parlando di piccole cose, quelle minime, cose che non succedono, e anche se succedono non sono eventi, sembrano scivolare via senza traccia come le ore di un tardo pomeriggio estivo, Amos Oz racconta la vita, racconta un quadro vasto e spazioso nel quale è facile sia immergersi che sentirsi risucchiati.
Negev
Ecco qua Theo e Noa, che si amano e vivono insieme, e lui ha quindici anni più di lei. Trascorrono la loro vita di coppia in una città nuova costruita nel deserto del Negev. Lui è in quello che si potrebbe definire il pomeriggio della vita, ha un po’ tirato i remi in barca, ha poca voglia di azione e partecipazione, poca voglia di credere e appassionarsi. Vorrebbe soprattutto godersi lei, la loro vita insieme, le piccole cose quotidiane, con lentezza. Noa invece ha ancora sogni progetti entusiasmo slanci vitalità, è frenetica, inquieta, caotica, torna a casa sfinita, distrutta… Lei è un’insegnante di letteratura, lui un urbanista di successo che ha lavorato molto all’estero, ora non più, ha deciso di ritirarsi. Lui ha fatto, lei vuole ancora fare, vuole esprimersi. Insieme passeggiano di notte nel deserto, insieme hanno deciso di non avere figli.
Negev
Uno studente muore di overdose. Il padre del ragazzo decide di finanziare un centro di recupero tossicodipendenti e vuole che sia Noa a occuparsene e dirigerlo. Noa accetta e s’imbarca nell’avventura. Nella cittadina non è proprio che la novità venga presa con gioia, al contrario, serpeggia il timore che il posto si trasformi in un covo di drogati. Theo evita di interferire, ascolta paziente gli sfoghi e i racconti di lei, anche se un po’ scettico, disilluso.
Un capitolo lui e uno lei, dialoghi solitari, ma anche tanto silenzio, il suono del silenzio, proprio come nel deserto. Anche qui si manifesta l’arte di Oz. Come nelle trame psicologiche. Come nella costruzione di “un deserto di quiete e passione”, nella descrizione della polvere e della sabbia del deserto, di cui si sente l’odore dentro le pagine di questo bel romanzo.
Negev
Con il compromesso, la pazienza, con la consapevolezza che hanno bisogno l’uno dell’altra, si dipana questo romanzo domestico, e la crisi di coppia che l’iniziativa di Noa innesta diventa un lavoro di scavo e introspezione: di Oz, dei suoi due umanissimi personaggi, e di noi lettori.
Ora che forse sta accadendo tra di noi l’amore, mi aiuti a cercare di non distruggere ma di salvare la nostra amicizia?
A very beautifully written book about the deterioration of love between two people, punctuated with insight into the relationships of both of them, from the past to the present. The death of a 17 year old is the catalyst that makes them realize once more the differences between them, and if they still want to work and manage them, so they can be together. I enjoyed the imagery and the setting of the story feels very real, the characters are believable. I'm quite surprised with how much I still like Amos Oz (I read the first book of his about 8 years ago), and I'm happy I came back to him.
Quando termino un libro, mi dispiace abbandonarlo, perché mi affeziono alla trama, ai personaggi, ecc. Peccato che di questo libro non possa dire lo stesso. "Non dire notte" è la storia di una coppia che attraversa la classica crisi del settimo anno. E' la storia di Theo, un sessantenne statico, passivo, senza stimoli e energia e di Nora, di 15 anni più giovane di lui, insegnante, dinamica e attiva, che dopo una tragedia, decide di aprire con alcuni amici un centro per tossicodipendenti. Oz ci racconta questa storia analizzando il punto di vista di entrambi i protagonisti, con i loro pensieri, le loro preoccupazioni. Non mi è piaciuto. L'ho trovato noioso, barboso, pesante e ho fatto davvero fatica ad arrivare alla fine. Non mi ha emozionato, non mi ha lasciato nulla, il vuoto assoluto. P.s. Di Oz consiglio "Una storia di amore e tenebra": meraviglioso.
Tare bun. Subtil, intim şi personal. Despre chestii de viaţă and so on... Un roman despre care place să vorbeşti cu cineva care la citit, nu neapărat să scrii...
Hay algo de Amos Oz que me trastorna de amor, algo más que me entristece de dolor, y una pequeña parte de él que me aburre. Me gusta mucho el libro. No me mata.
Una coppia che vive in un territorio di confine tra l'equilibrio e lo scontro frontale, in cui entrambi hanno continuamente bisogno di definire la geografia dei propri spazi. Punti a favore: (1) La sabbia e il deserto che diventano un elemento caratterizzante come la terra e la polvere lo sono in Furore; (2) il realismo di Noa e Theo, due personaggi credibili e non plasmati ad hoc con un mix di caratteristiche da personaggio letterario; (3) alcune parentesi narrative da ricordare: Theo che si perde in auto nella tempesta di sabbia, l'abbandono dello scimpanzè, il turista irlandese in cerca della sua Daphne, il padre di Noa in sedia a rotelle che fa collezione di cartoline di luoghi dove non è mai stato e spia i vicini col telescopio dal tetto di casa; (4) il fatto che sia inconcludente. Cose che non funzionano: (1) tutto ciò che ha a che fare con il progetto del centro per ragazzi tossicodipendenti è, ad esser gentili, molto poco interessante. Probabilmente ha un senso solo in relazione a come influisce sul rapporto tra i due protagonisti; (2) il flashback sulla vita di Theo, che ne esce come il più grande amatore di quegli anni in terra sudamericana; (3) ma soprattutto lo stile, fin troppo delicato, da colori pastello, o da letargo. Fosse un audiolibro la sintesi vocale del computer potrebbe bastare.
Guarda il giorno che muore e aspetta: chissà che cosa promette l’ultima luce. Primo incontro con questo scrittore e devo dire che è andato bene. L’uomo delle piccole cose negli spazi infiniti del deserto. C’è una storia si, l’apertura di un centro per tossicodipendenti in una cittadina israelita al confine con il deserto. Ci sono due figure principali, Theo e Noa, lui sessantenne, lei molto più giovane, che si trascinano in un rapporto insopportabile per il lettore. Lui succube di una lei capricciosa e a tratti instabile. E poi c’è il deserto sconfinato, abbacinante, la luce del sole che arde e imbianca tutto, il vento che soffia in nuvole di sabbia, in una natura che fatica ad essere addomesticata dall’uomo le stelle minuscole capocchie sul pavimento del piano di sopra, gocciole di luce del firmamento incandescente viste dalla parte opposta. A rivoltarlo, la Terra s'inonderà di splendore e tutto sarà chiaro. E poi ci sono i piccoli dettagli raccontati che creano l’immagine, mille istantanee di qualcosa che è lì fermo in quel momento ma che volerà via con il primo soffio del vento deserto. Un libro delicato, misurato, attento.
I've read a few Amos Oz books and this is my least favorite so far. It's about a deteriorating relationship between an older man and his much younger girl friend with a little drama thrown in to add a little punch to the story. It's told through alternating first person narrations in each chapter from his and her point of view. As with all of his books the writing is excellent but I just found the story dull. The only thing about the book that stood out for me was one insignificant sentence that really had nothing to do with the story. The reason this sentence stood out is because of my irritation with religious claims. The sentence is: "Even though he is not a practising Jew, he has some fear of God in his heart, and also some respect for the religion that has protected us from all manner of evil for two thousand years.". To claim that God protected Jews from evil for two thousand years is ridiculous. They have endured extreme prejudice for that whole time including the Holocaust, perhaps the worst evil event ever. This example is typical of all religions though. Who, because they worship imaginary gods, can make up any attribute they want.
Nao Chames Noite á Noite De Amos Oz "Afinal ninguém sabe nada sobre ninguém. E ainda por cima , do que menos se sabe é do amor." Em Tel Keidar, uma pequena cidade situada junto ao deserto do Neguev, a morte brutal de um jovem adolescente, possivelmente por overdose, vai interferir no equilíbrio íntimo do casal Theo e Noa, fragilizado pela diferença de idades, pela ausência de filhos, pelo tédio e pela incomunicabilidade.
Com uma sapiência e delicadeza maravilhosa, Amos Oz leva-nos aos limites do amor da perda e da solidão. Não Chames Noite à Noite é uma ode poética sobre a humanidade e os limites da tolerância, uma viagem ao interior das personagens, com um respeito que comove,Amos mostra-nos a perspectiva de vários ângulos numa quase humildade do escritor como se tivesse a pedir licença para expor o ponto de vista dele . Amos Oz é um dos escritores que mais gosto de ler, nunca desilude ....
«Cae la noche. En el pueblo se encienden las farolas y las ventanas de las casas se alternan con la oscuridad. El viento arrecia y con él llega un olor a fogatas y polvo. La luz de la luna extiende una máscara de muerte sobre los montes cercanos, como si ya no fueran montes, sino sonidos graves. Para él, este lugar es el fin del mundo. Él no está mal en el fin del mundo: ya ha hecho lo que ha podido y, a partir de ahora, espera.»
¿De qué tratan las novelas de Amos Oz?
Esta pregunta, que según decir del autor le han hecho en más de una ocasión, me la llegué a hacer yo misma cuando por primera vez me encontré con sus libros, cuya trama, en efecto, no suele ser fácil de definir, o identificar, no parece haber un punto de referencia o “tema” o idea concreta hacia la cual dirigirse, no obstante lo cual, las suyas son para mí narraciones maravillosas, de una introspección sorprendente y elaboración exquisita, que si acaso son difíciles de definir, lo son porque su tema es simplemente la vida, y tan absurdo resulta pedirle al escritor que explique de qué van sus novelas, como pedirle que nos explique de qué va la vida.
En la prosa de Oz encontramos algunas de las mejores recreaciones posibles de la existencia cotidiana y el normal devenir de los días, sus frases están llenas de imágenes vivas y escenas cautivantes, cuadros magníficos de los nimios, y por lo general desapercibidos detalles que conforman nuestra vida, los pequeños actos, la regularidad del paso de las horas, con sus ocasionales quebrantos e imprevistos, todo eso que se va acumulando, o pasa, al alejarse los días, los meses, los años, y que a final de cuentas es sólo nuestra vida misma, elevado todo a nivel de poesía gracias a su poder de introspección, de observación, a su sensibilidad y lucidez que lo miran todo, y que con un talento poco común es capaz después de plasmarlo en palabras.
En el caso concreto de No digas noche, el autor nos ofrece lo que a grandes rasgos podríamos llamar, a riesgo de sonar trillado, una historia de amor, el amor firme y sosegado entre Teo, un hombre maduro, práctico, austero, si no precisamente desencantado con la vida sí escéptico con todo y todos, por un lado, y una mujer ya no muy joven que, como ella misma dice, comenzó a vivir algo tarde, atrapada en un mísero núcleo familiar que jamás le proporcionó afecto y apenas protección, pero que aún así, habiéndose desecho del lastre, está ansiosa de vida y dispuesta a enfrentar lo que sea.
Bajo el hilo conductor de un chico muerto y el peregrino proyecto de fundar un centro de rehabilitación para drogadictos en ese pequeño pueblo de nueve mil habitantes perdido en medio del desierto, Amos Oz nos va mostrando los pormenores de ese amor y vida conjunta, los pensamientos, las ideas, el vago discurrir de la mente, que se enfrasca, se enreda, dilucida, se pierde, resuelve, planea, sueña, ama, odia, se cansa y se harta, y vuelta a empezar, tal y como nos pasa a todos a diario, nos demos plena cuenta o no, se nos note o no.
Más allá de los encuentros o desencuentros amorosos de la comedia romántica, y también más allá de los obstáculos y problemas que podrían truncar un amor con el pasar del tiempo, la de Noa y Teo es la relación concreta y sin aspavientos de la comunión o simple comunidad de la vida compartida, conjunta, que poco o nada tiene que ver ya con dramas o melodramas, si acaso alguna vez los hubo, y que se enfoca más bien en lidiar con el presente y futuro compartidos, la rutina, la convivencia diaria, en ocasiones también el hastío de la cercanía, los roces por las discrepancias, las diferencias de parecer inevitables, dentro de aquel pueblo desértico y abrasado por el sol, con sus gentes apacibles, chismosas, amables, solidarias, que hacen todos los días lo mismo y como en cámara lenta, aletargado cada uno por el calor del desierto que los rodea y que todo lo domina.
La trama, pues, es en ésta y otras novelas de Amos Oz lo que menos importa, lo interesante (y lo grandioso) radica en el mismo transcurrir de la narración, en la profundidad y lirismo de sus frases, la perspicacia con la que consigue recrear la vida interna de sus personajes, que de esa forma conectan con nosotros.
Questo è uno di quei libri che ti lasciano addosso una strana malinconia. Potrei dirvi che Theo è un architetto di una sessantina d'anni, molto attivo e abile con le donne che sta con Noa, una professoressa di venti anni più giovane. Potrei dirvi che lui è una persona tranquilla e pacata, solido, concreto e molto equilibrato mentre lei è impetuosa, testarda, impulsiva e indecisa. Potrei dirvi che la storia si basa essenzialmente sul progetto di creare un istituto per tossicodipendenti in memoria di uno studente di Noa nel quale entrambi restano coinvolti, ma non è quello che ha colpito me o che comunque mi è rimasto più impresso. Finalmente si parla di una coppia che non si sposa per scelta, che non ha figli e nonostante le proprie diversità si amano, si cercano, litigano, fanno la pace e vivono una vita comunque appagante. Sarà che mi ci ritrovo molto, sarà che anche io come Noa volevo fare l'insegnate, sarà che per ora non voglio avere figli, sarà che sono anche io una paladina delle cause perse in partenza... sarà quel che sarà ma anche io mi sarei innamorata di Theo, di quest'uomo cosi' sicuro e calmo quasi da urlargli in faccia di perdere il controllo almeno per una volta. Per concludere, lo stile e la trama potevano essere migliori, mentre i personaggi sono perfetti così come sono.
I am hooked on Amos Oz. There is something about every book of his that I have read that leads me to read every word to the end and to enjoy it greatly without any sense of a rush to the finish. I think that Mr. Oz portrays very finely the long term heterosexual relationship. The relationship might be marriage or might not, but it is always like marriage in its exclusivity. That is, the couples are monogamous and live together. Their relationships are complex and so are the individuals. Nonetheless, their lives are quiet and lived in backwaters. Just look at "My Michael" or the mysteries of "To Know a Woman". I love them.
Mr. Oz also portrays the Israeli scene very finely --- or, at least, I believe he does it well, never having been in Israel. In any event, he convincingly shows a land where people are still a type of pioneer. I find this portrayal of humanity to be an excellent antidote to the typical dreary news article about events in the Middle East. I am glad to receive from Mr. Oz' pen the sense that we are dealing with humans on both sides of The Wall.
Israel's consensus writer and thinker Amos Oz could only hold this honorable position in Israel. Not because he lacks talent; because his writing, despite how lush it may get, is still strange, dark and quietly satirical. Complexities, of virtually any kind and color, feel at home in Israel, and therefore it makes sense that the country's leading man of letters isn't very cliché-fueled. He is ambiguous. Questions are left unanswered in most of his books. "Don’t Call it Night" is a bit plot-less. Yes, there is a key event and a general storyline; but in a way that reflects the discreet motions of the desert Oz's fictional small-town occupies, the book moves very slowly and mysteriously. I think the film "Paris, Texas" and the book "Fat City" might come to mind when reading this. Look elsewhere if suspense and action is your cup of tea. Beautiful, quiet, cryptic and with a feel of eruption lurking permanently; "Don’t Call it Night" is a weird yet honest tourist guide to the Negev, the south region of Israel.
Pod pewnymi względami można nazwać powieść Oza nudna. Narracja snuje sie niczym piasek po pustyni Negew. Mamy naprzemienna opowieść architekta u skraju kariery oraz jego młodszej towarzyszki. Już od samego poczatku można zrozumieć, że zwiazek przeżywa kryzys. Nie chodzi tu o zdrade, czy inny dramat podobnego kalibru. Miedzy Teo i Noa coś się wypaliło. Pod wpływem projektu, w który zaangażowała się kobieta uwypuklaja się różnice charakteru między obydwojgiem. Wraz z bohaterami przeżywamy ich podskórna irytacje i zniechęcenie. Obraz nakreślony przez Oza jest bardzo subtelny, ale przez to wiarygodny. Miedzy kobieta a meżczyzna wcale nie potrzebne sa skrajne sytuacje, żeby sprawdzić granice ich wzajemnnych uczuć. Wystarczy codzienność. Nudna jak krajobraz pustynny.
Crepuscolare. Non capisco se mi è piaciuto o no, la storia mi piaceva, mi piaceva l'ambientazione in mezzo al nulla del Negev. Mi sono piaciuti i personaggi, l'atmosfera creata nella storia, le digressioni africane e sudamericane. Eppure... Non lo so, sarà lo stile della narrazione che non mi ha convinto, boh? E' molto lento, d'altra parte rende bene di come dev'essere la vita in un villaggio del Negev. Non so... Diciamo che non lo regalerò a qualcuno che parli italiano qui come faccio di solito, perché non sono convinta che sia un bel libro. Mah. Forse è un libro che va letto in un altro momento della vita. Ci ritenterò tra 15 anni, se mi ricordo :)
Boring. I do not know if this is because I cannot find the perfect book for me or this is because it was really boring.
Yes, I admit that there were moments when I felt something. It is a book about having to deal with everything and still remaining alive, still loving the other, still moving forward.
But the reading was hard, without perspectives, I did not even want to find out how the book ended. I just wanted it to end and never come back to it.
Two voices, an aging, unsentimental brilliant man and his younger, dynamic, passionate wife. A young student of hers over-doses, and his father asks her to found a re-hab center. This project tests and deepens the couple's relationships. Amos oz always brings a strong taste of Israel into his books.
I had a hard time with it. The chapters are alternately told in first person from the perspective of Noa and that of Theo with the odd chapter thrown in told in omniscient third person perspective. Don’t Call it Night is definitely my least favorite of his works, but I will certainly pick up more of Amos Oz’ books
"Afinal, ninguém sabe nada sobre ninguém. E ainda por cima, do que menos se sabe é do amor." Amos Oz sabe tudo sobre o género humano e escreve como um deus. Precioso retrato de Israel e israelitas numa pequena cidade a beira do deserto, havendo também deserto no interior do casal protagonista. Que importa se" Quem usa da benevolência encontrará benevolência em qualquer lugar."?
L'ho trovato un po' noioso. Mi sono piaciute la scrittura, le descrizioni, l'idea del progetto che appassiona, ma poi dopo poche pagine non vedevo l'ora che finisse. Bella la figura e la descrizione appena accennata della zia Tolstojana.
For such a short book, it took a while for me to get absorbed in it. But it is beautifully written and beautifully felt. This is the first book I've read by Oz and I will certainly read more.
Ecco finalmente un libro che ti spiazza. Non avevo mai letto nulla di Amos Oz e, sinceramente, non sapevo nemmeno che esistesse un autore con questo nome (vergogna, vergogna!). la prima volte che ho letto il nome ho perfino pensato che fosse un autore australiano.. per via di Oz.. Mi è capitato tra le mani quasi per caso. Prima di partire per le vacanze sono passata a prendere un paio di libri, così… affinché non mi mancassero… e così ho afferrato un libro di Marcela Serrano (uno così a caso, se è della Serrano va sempre bene…), uno di Zivkovic e questo… la copertina mi piaceva. Scelta abbastanza varia e veloce a causa del pochissimo tempo a disposizione. Tuttavia sono felicissima di avere preso Non dire notte. Se vi dovessi davvero spiegare il perché di questa felicità, onestamente non saprei da dove cominciare, non è sempre facile spiegare cosa ci è piaciuto o cosa ci ha colpito di un libro. Solitamente è più facile descrivere i difetti che non i pregi. In ogni caso cercherò di trasmettere a voi quello che ha trasmesso a me. Entriamo in punta di piedi nelle loro vite: Noa è un’insegnante di letteratura e Theo è un ingegnere edile; i due sono una coppia da ormai sette anni, vivono a Tel Kadar ed hanno una differenza d’età di quasi quindici anni. Non hanno figli, non sono sposati e sono molto diversi tra loro, non tanto per una questione d’età (inizialmente ci pare quasi che siano due vecchietti in pensione!!!), ma da un punto di vista caratteriale. Il loro carattere si delinea piano piano lungo tutto il racconto. Il libro si può dividere idealmente a metà, alcuni capitoli sono raccontati da Noa, altri da Theo. La cosa interessante di questo racconto a due voci è che ci aspetteremmo di conoscere di più di Theo attraverso le parole di Noa e viceversa. Invece no. O meglio, Oz è molto bravo a darci l’impressione che un personaggio descriva e aiuti a comprendere l’altro, ma è altrettanto bravo a permetterci di capire la personalità dei protagonisti attraverso quello che loro stessi dicono. E fin dall’inizio, secondo me, è inevitabile farsi un’idea su entrambi. La loro vita procede normalmente fino a quando la scuola nella quale lavora Noa viene scossa da un fatto insolito e triste: un ragazzo, Immanuel, è morto in seguito ad un’overdose. Era un suo alunno. La morte del ragazzo inizialmente non scuote particolarmente la coscienza di Noa, è dispiaciuta, si, come lo sarebbe chiunque, è amareggiata per questa scelta sbagliata che Immanuel ha pagato con la morte, ma sicuramente non è coinvolta. Qualcosa comincia cambiare quando inizia a ricevere alcune informazioni che le elargiscono in modo gratuito: Immanuel amava la letteratura, Noa era la sua insegnante preferita, forse ne era anche innamorato, davvero non se ne era mai accorta?? A questo quadro sia aggiunge la richiesta del padre di Immanuel, rientrato in fretta e furia dalla Nigeria, di creare un centro di recupero per i ragazzi tossicodipendenti a Tel Kadar. Tutta la gestione ricadrà sulle spalle di Noa proprio perché Immanuel avrebbe voluto così. Qui comincia un’altra fase del libro, in qualche modo: all’inizio vengono presentati Noa e Theo nella loro quotidianità, qui la loro normalità comincia a vacillare. Theo è un uomo estremamente influente su tutti, pare risplendere di luce propria, ogni cosa che fa gli riesce molto bene e sa già che l’impegno che Noa si è assunta, senza peraltro avere motivo o dedizione per farlo, rappresenterà una grossa delusione ed una disfatta eclatante. Lui potrebbe tranquillamente aiutarla, ma le ha promesso che ne starà fuori, le ha promesso che non si impiccerà mai, che lei andrà avanti da sola e con le sue forze perché deve dimostrare a se stessa (e agli altri) che lei è Noa e riesce bene anche senza Theo. Così lui ne resta lontano, non si interessa di tutto quello che assorbe il tempo di Noa. Impegni, incontri, meeting, che la trascinano fuori di casa alle sei di mattina e le permettono di rientrare solo a tara sera. Si, perché non è che la cittadinanza sia così felice di avere dei tossici da internare in una struttura modello. Temono che questo porti altri tossici, spaccio di droga, criminalità, no grazie insomma. L’impegno che si è assunta con tanta pompa magna comincia a fare acqua da tutte le parti… ma Theo, come richiesto, non mette mano per aiutarla, o favorirla con la sua influenza, non intercede per lei, non mette una buona parola dove servirebbe. No grazie, Noa vuol fare da se. Non voglio raccontarvi altro. In realtà, come vi ho già detto, la trama è molto semplice ma non è questo l’aspetto fondamentale di questo libro. Il punto di forza sono i personaggi, le loro personalità, i loro modi di affrontare la vita, i problemi, di affrontarsi l’un l’altro quotidianamente e imparare ogni giorno qualcosa di più. Vi consiglio caldamente di leggerlo! Mi verrebbero in mente almeno tre domande da farvi… per vedere se alla fine abbiamo dedotto le stesse cose da questo bellissimo spaccato di vita. Ve le lascio qui sotto… - Chi tra Noa e Theo è più innamorato? - Chi tra Noa e Theo è più maturo? - Come definireste l’avvicinamento di Noa a Tal? Scusate, sembra un compito in classe!!! Hahaha non lo è giuro! Poi vi dico come la penso io!!!!!
A strange and mature love story, the hard and gracefull day-to-day perserverance to keep relantionship on track - all with the almost hypnotical writing style of one literature giant of our time.
Avrei tanto voluto che mi piacesse, ma proprio non sono riuscita ad andare avanti. Atmosfera fin troppo lenta, costruzione noiosa... magari ci riproverò, per adesso DNF