Un'amicizia infantile che segnerà tutta una vita, una riflessione sulle misteriose luci interiori che ci affratellano e ci rendono diversi, dalla sensibilità di Banana Yoshimoto. Tratto da "Ricordi di un vicolo cieco", pubblicato da Feltrinelli. Numero di 22.973.
Banana Yoshimoto (よしもと ばなな or 吉本 ばなな) is the pen name of Mahoko Yoshimoto (吉本 真秀子), a Japanese contemporary writer. She writes her name in hiragana. (See also 吉本芭娜娜 (Chinese).)
Along with having a famous father, poet Takaaki Yoshimoto, Banana's sister, Haruno Yoiko, is a well-known cartoonist in Japan. Growing up in a liberal family, she learned the value of independence from a young age.
She graduated from Nihon University's Art College, majoring in Literature. During that time, she took the pseudonym "Banana" after her love of banana flowers, a name she recognizes as both "cute" and "purposefully androgynous."
Despite her success, Yoshimoto remains a down-to-earth and obscure figure. Whenever she appears in public she eschews make-up and dresses simply. She keeps her personal life guarded, and reveals little about her certified Rolfing practitioner, Hiroyoshi Tahata and son (born in 2003). Instead, she talks about her writing. Each day she takes half an hour to write at her computer, and she says, "I tend to feel guilty because I write these stories almost for fun."
In realtà quando viene la sera e si fa buio e uno torna a casa, se vede la luce accesa si tranquillizza» insistei. «Le luci, quando ci sono delle persone che vivono, danno una sensazione di calore, no?». Makoto meditò per un po’, quindi disse: «No, secondo me è la luce che c’è dentro le persone nelle case che dà una sensazione di allegria e calore perché si riflette fuori. Infatti spesso ci si sente tristi anche quando le luci sono accese...
“Ma non è che le luci sono calde, secondo me” mi rispose Makoto. Fuori dalla finestra si vedevano il fiume e i salici, e al di là del fiume le luci dei vecchi negozi del quartiere che brillavano. “Dici? Però nei libri è sempre scritto così, ci sono tante scene dove le persone sole vedendo delle finestre illuminate di notte si sentono stringere il cuore. E poi in realtà quando viene la sera e si fa buio e uno torna a casa, se vede la luce accesa si tranquillizza” insistei. “Le luci, quando ci sono delle persone che vivono, danno una sensazione di calore, no?” Makoto meditò per un po’, quindi disse: “No, secondo me è la luce che c’è dentro le persone nelle case che dà una sensazione di allegria e di calore perché si riflette fuori. Infatti spesso ci si sente tristi anche quando le luci sono accese”. “Le persone hanno una luce?” “La presenza umana manda luce, sicuramente. Perciò uno la guarda con desiderio, e gli viene voglia di tornare a casa.” Infatti, a pensarci, nei modelli di case da esposizione, anche se ci sono tutte le luci accese, non si sente niente, mi convinsi facilmente. Poi, per scacciare la noia, toccai l’elastico del calzino di Makoto.
Alcune, troppe cose agghiaccianti (la purezza, la vita dei gatti bianchi, altro) e un gigantesco MACCOSA. Però almeno è molto breve. E l'ho letto gratis.
Questo racconto di Banana Yoshimoto unisce lo stile evanescente e delicato tipico dell'autrice ad una struttura solida, un messaggio ben delineato e un'ottima traduzione di Giorgio Amitrano. La luce che c'è dentro le persone è una piccola storia con un protagonista dall'animo talmente candido da sembrare angelico ed esserci inciampato del tutto casualmente a poche ore dalla visione di Lazzaro Felice di Alice Rohrwacher è una coincidenza forse felice, forse inquietante.
Bello, molto poetico e permeato da una certa dose di nostalgia e sensibilità tipicamente orientali. Però è anche molto breve, una cosina di poche pagine che si legge in venti minuti.
I had never read anything by this author and I wanted to give it a try. The style is not the one that I prefer but it is nice enough. However, I was expecting something more oriented towards an inner analysis of humankind or of the soul. Even though it depicts a powerful event, I had the feeling it failed to make the reader feel the event rather than just observe it. A very fast read, so it is worth trying.
carino. ovviamente doveva esserci la tragedia u_u me l'aspettavo ad ogni voltare di pagina. Questa lettura mi ha ricordato tanto la costanza del tempo. Il riferimento al tempo e alla costanza in questa lettura, lo si può vedere come la capacità di compiere una sorta di "zoom" all'indietro, non in avanti. Cioè la capacità di collocare l'episodio circoscritto e presente in un contesto più ampio e più dilatato nel tempo, senza attribuirgli magari un'importanza esagerata. In definitiva, l'attenzione non va ai dettagli e ai singoli pezzi del puzzle, ma all'immagine complessiva che si vuole ottenere.
Do 3 stelle perché essendo un racconto molto breve va riletto, secondo me, per poter essere apprezzato a pieno. È pervaso da un senso di comfort che viene spezzato temporaneamente a metà dall’evento clou del racconto, è molto carino e raggiunge l’eventuale scopo secondario dei racconti molto brevi: incuriosire il lettore affinché egli legga altro dell’autore. Confortevole come breve lettura, magari estiva. Primo approccio con Banana Yoshimoto.
Un delicato racconto dell'autrice sulla figura di un bambino, compagno di giochi e solito colpire tutti per la sua grande bontà d'animo e per il suo modo di esprimersi. Commovente ed intensa lettura!
Breve, profondo, intimo. Un piccolo racconto, una confessione. Sentimentalismo puro. Resta un leggero senso d'amaro al palato, di dolore. Piccolo libro che lascia spunti profondi per riflettere sull'uomo e sulla sua anima (ed esistenza).
Ho letto questa storia d'un fiato. Mi ha fatto ricordare di quel bambino che non parla mai ma quando dice qualcosa ti segna nel profondo, come Makoto che traccia un segno indelebile nella memoria della scrittrice Mitsuyo con il suo viso dolce e le sue parole profonde.
Libro brevissimo e scorrevole; non ha una trama: sembra una pagina di diario o un racconto che si fa dei ricordi del passato che, seppur dolorosi, lasciano qualcosa di positivo e spingono ad apprezzare la propria vita per le piccole cose. Buone le premesse e la scrittura ma poca intensità.
Lettura scorrevole e gradevole. Letto per conoscere lo stile dell'autrice. Lo consiglio, soprattutto per viaggi brevi, perché si legge tutto d'un fiato!
Banana Yoshimoto always makes me cry like a river ~ This was shorter than expected but I’ve enjoyed many parts of it. I will make my highlight public so you can check!
Un bel racconto breve, molto introspettivo e autobiografico che fa pensare più in profondità alle relazioni speciali che si creano tra alcuni di noi, e a come dipenda da noi stessi captare questa luce speciale che ognuno, a ben guardare, emana. Racconto che scorre via piacevolmente e con un po' di tensione narrativa fin alla fine. Vale la pena!