Nell’estate del 1999 un nonno e un nipote si incontrano per la prima volta, dopo che una lunga serie di incomprensioni li ha tenuti distanti. Il nonno, ebreo, nato il 17 novembre 1938, giorno in cui in Italia vengono promulgate le leggi razziali, ha trascorso la propria vita senza sentirsi autorizzato a esistere. Andato in pensione al termine di una brillante carriera come consulente, si ritira nella borgata di montagna dove durante la guerra si era rifugiato con la famiglia e dove vuole morire. Il ragazzino, un preadolescente sensibile ed estroverso, appassionato di fumetti, che viene affidato a lui perché il padre deve sottoporsi a una delicata terapia, entra in quella che potrebbe essere la sua ultima stagione in modo perentorio e imprevisto. Così, mentre sulle rive del lago artificiale in cui si specchia il paesino il giovane verrà in contatto con il proprio passato e con il proprio futuro, il nonno riceverà, tramite lui, quell'iniziazione gioiosa alla vita che la Storia gli aveva negato, riuscendo, forse, al crepuscolo del secolo, a non essere più un fantasma.
Born in Turin in 1972, Fabio Geda is an Italian novelist who works with children in difficulties. He writes for several Italian magazines and newspapers, and teaches creative writing in the most famous Italian school of storytelling (Scuola Holden, in Turin). IN THE SEA THERE ARE CROCODILES is his first book to be translated into English.
“E capii che in lui, in mio nonno, c’era un intero universo di silenzi che avevo profanato”.
Ho già avuto modo di apprezzare Fabio Geda con “Nel mare ci sono i coccodrilli”, una odissea, il viaggio verso la speranza e anche in questo suo libro non mi ha deluso. Simone e Zeno, nonno e nipote sono i protagonisti de “L’estate alla fine del secolo”. L’estate del titolo è quella del 1999, quando i due si incontrano per la prima volta. Nel loro rapporto, fatto di poche parole e molti, troppi silenzi, entrambi riusciranno, anche grazie alla pittura che li unisce, a conoscersi, a capirsi. Il romanzo è raccontato a due voci: da un lato il bambino Zeno che si ritrova a vivere una realtà diversa in un paese di montagna con una persona (il nonno) che non ha mai visto e dall’altro, il nonno, che per tutta la vita si è sentito un fantasma, anche a causa delle leggi razziali del 1938 e che porta dentro dolore e amarezza che lo hanno indurito. Con una scrittura semplice e intensa al tempo stesso, entriamo nella vita di questi due personaggi, assistiamo al loro avvicinamento e scopriamo il loro mondo. Con questo libro, Geda ha toccato il mio cuore e spero possa toccare anche il vostro, qualora decideste di leggerlo.
Quanta delicatezza grazia e sensibilità nell’ascoltare "L'ultima estate del secolo"
Estate 1999 : l’adolescente Zen, arriva dalla Sicilia fino a Genova con la mamma Agata e il papà Vittorio, malato di leucemia e bisognoso di cure. Non potendo rimanere in clinica con la madre, il ragazzino viene affidato al nonno materno Simone, che non ha mai conosciuto e che vive un’esistenza solitaria in una casa sull’appennino ligure.
Simone è nato il 17 novembre 1938, giorno in cui l'Italia ha promulgato le leggi razziali e ha convissuto tutta la vita ossessionato dal ricordo del ragazzino ebreo che era...
È la storia di una famiglia italiana nel corso di diverse generazioni: gli anni della guerra, della caccia agli ebrei, della vita dell'esodo e della clandestinità, intervallati da amicizie e incontri, poi i destini oscillano, i malintesi si intrecciano e la vita continua, nonostante tutto .... Fabio Geda racconta l'estate del vecchio Simone e l'incontro con il giovane Zen, appassionato di fumetti, sognatore e avventuroso.
Le voci delle due generazioni si mescolano in un gioco di punti di vista che svela i misteri del passato e libera ciascuno del peso della memoria. I personaggi rendono il romanzo commovente e delicato in cui la forza delle parole forgia e sottolinea l'intensità delle emozioni, attraverso le quali ognuno cura le proprie ferite interne, le incomprensioni, i ricordi, la nostalgia, i segreti dell'infanzia Di Geda avevo letto Una domenica, ma L’estate alla fine del secolo è un piccolo gioiello di sensibilità!
Un libro bellissimo, ricco di emozioni, pensieri, sentimenti, di vita. Due storie raccontate in parallelo che nonostante i tempi diversi riescono ad intrecciarsi ed amalgamarsi perfettamente per incontrarsi poi nell’ultimo capitolo. L’autore è una garanzia, in questo libro c’è tutto: guerra, razzismo, mare, montagna, vita, morte, dolore, gioie, arte, fabbrica, fortuna, sfortuna, malattia, sport, religione,...
Una storia ricca di sentimenti ed emozioni e di persone che si perdono e che si ritrovano. Ci si ritrova all'interno una piccola speranza di vita ma al contempo questo non crea illusioni sull'avvenire. Due vite molto lontane quelle di un nipote e di un nonno, ma con entrambe delle difficoltà, dei momenti bui e degli sprazzi di gioia pura. Due vite così distanti e sconosciute l'una all'altra fino ad un momento quasi di incontro, sfuggente e delicato, com'è la vita. Ci si perde, ci si rincontra, ci si perde di nuovo, il tutto in minuscoli istanti quasi impercettibili, quasi surreali.
Due storie che partono da lontano. Dalla Liguria una, dalla Sicilia, l’altra. Ai tempi della seconda guerra, l’una, dai giorni nostri, l’altra. Zeno, poco più che un bambino, lascia all’improvviso l’estate sonnolenta e il mare di Capo Galilea per arrivare insieme ai genitori a Genova. È malato, il papà di Zeno, una leucemia fulminante se lo sta portando via, e il ricovero in ospedale e un imprevisto, o forse solo uno di quegli strani sgambetti del destino, costringono la madre a rivelargli l’esistenza di un nonno che pensava morto da tempo e a lasciarlo per due mesi insieme a lui. È bella la scrittura di Fabio Geda, che intreccia l’estate di Zeno, trascorsa in una casa immersa nei boschi liguri dove non prendono nemmeno i cellulari, al racconto della vita di Simone, il nonno, che sin da bambino è costretto a conoscere la guerra e l’infamia delle leggi razziali; che intreccia lo Zeno adulto allo Zeno bambino, il nonno silenzioso e brusco di oggi al nonno bambino di ieri e allo Zeno curioso e diffidente di oggi, che intreccia Simone a Zeno come l’edera agli alberi. Geda intesse con delicatezza e garbo un romanzo fatto parole di oggi e parole di ieri, di storie lontane in cui l’ombra della guerra e della discriminazione razziale si fanno sempre più minacciose fino a diventare reali, e di storie vicine in cui supereroi e bambine fantasma, grotte da esplorare e paesi sommersi dalle acque di un lago regalano scoperte quotidiane e stupore all’abbandono forzato, di parole che accompagnano i due bambini attraverso il ritratto di un’Italia che cambia e che cresce con loro. È un’estate indimenticabile, quella che il destino regalerà a entrambi, un’estate di quelle in cui silenzi e parole non potranno mai più essere cancellati, un’estate in cui un legame inesistente, e impensabile fino a pochi mesi prima, diventa saldo e inestricabile; come quello dell’edera che si avvinghia all’albero; come quello di due piante che scoprono di essere l’una il destino dell’altra.
Una storia che corre sul doppio binario del presente e del passato e che nel suo insieme funziona: scrittura salda, trama coerente con qualche cedimento, per i miei gusti, in qualcosa che non dirò per non rivelare esiti, personaggi tutto sommato credibili. Quattro stelle arrotondate un po’ per eccesso ma si può leggere.
Bello proprio, Geda non sbaglia un colpo. La storia e' quella di un nonno e un nipote e anche quella dell'Italia dalla promulgazione delle leggi razziali ai giorni nostri passando per l'Ivrea dell'Olivetti e del boom economico italiano. A rileggere di questo ora quasi non ci si può' credere... Zeno ha 12 anni e suo nonno Simone 61 quando s'incontrano la prima volta, ma nessuno dei due ne e' particolarmente entusiasta. Serviranno parecchie settimane e il lavoro fianco a fianco per permettere davvero ai due di condividere qualcosa che poi li unirà' per sempre, un po' come l'amore per il disegno. In questo libro ci sono altri temi cari all'autore come per esempio l'immigrazione, la paura del diverso, ma come al solito Geda rende il meglio quando fa parlare i ragazzi, di qualsiasi generazione.
Molto banalmente, l'ho letto perché la vicenda principale si svolge nella vallata di casa mia. L'ambientazione è abbastanza aderente e la storia è comunque godibile per tutti, anche se la premessa del nonno che sta dodici anni senza vedere il nipote mi pare un po' forzata.
Questo romanzo ed io abbiamo già un certo passato alle spalle: comprai questo romanzo nel 2015 . Era il periodo in cui stavo scrivendo la tesi. Infatti, quando iniziai a leggerlo non riuscì proprio a concentrarmi sulla trama, non capivo i collegamenti, il significato. Avevo tante altre cose per la testa. Non ero ancora pronta per la storia. Ma questa volta la cosa era diversa. Fin dall'inizio mi sono immersa nella storia e non sono riuscita a staccarmene facilmente. Finalmento ho colto i collegamenti ed i significati dapprima ignorti e non compresi. È da tanto che un libro non mi abbia scosso come ha fatto questo. Mi sono commossa: un sentimento profondo. Per niente strapppalacrime e neanche kitsch. Si potrebbe dire solenne.
Il romanzo racconta la storia di un ragazzo, Zeno, e di suo nonno. Narra degli avvenimenti che li fanno avvicinare. È ambientato durante un periodo turbolento, per entrambi. Per l'uno è più evidente che per l'altro. Mi è piaciuto molto come Geda abbia collocato la storia della vita del nonno nella narrazione dell'estate di Zeno, un periodo piuttosto corto. In più ho trovato stupendo come l'autore, alla fine, abbia ricongiunto saldamente entrambi gli elementi. Da ciò diventa ovvio che l'inizio si può soltanto capire alla fine. Ed è incredibile ciò che Zeno inconsapevolmente abbia fatto per suo nonno, dapprima inesistente.
Inoltre, era fenomenale come l'autore avesse integrato nella narrazione tante voci differenti: la voce del nonno (bambino, adolescente, adulto) e quello di Zeno (bambino e adulto). Il modo in cui le voci si nascondono e si alternano durante il racconto mi è piaciuto moltissimo.
Il motivo dell'invisbilità nella vita del nonno era molto movente e significativo. In generale, la storia parla di emozioni sincere, scomode, egoiste, ma soprattutto umane. È una storia di un 'coming-of-age' speciale. Sia il nonno che il ragazzino sono cresciuti interiormente, aiutandosi a vicenda, muti, di nascosto ed inconsapevolmente.
Il romanzo racconta una storia che è monumentale e forte, ma che allo stesso tempo è quiescente e mite. L'autore ci riesce grazie ad un linguaggio metaforico e sincero, a volte molto complesso. La storia di questi personaggi resta con il lettore, lo accompagna. Ed immancabilmente ci si mettono in discussione alcuni aspetti della propria vita, per esempio la propria relazione con i familiari. Almeno il romanzo ha avuto questo effetto su di me.
Posso dire con tutto il cuore che sono felice e soddisfatta di averlo finalmente letto e capito. Mi sa che prima non ero pronta. Secondo me la lettura di questo romanzo premette e pretende una certa maturità da parte del lettore.
'L'estate alla fine del secolo' di Fabio Geda è una storia bellissima, intensa come un ricordo. Racconta di maturazione, amore, speranza e di vita. Inoltre dimostra in modo doloroso e scomodo che la vita è difficile e che va vissuta fino in fondo. È una specie di lezione di vita.
Fabio Geda 🤨 adesso che ti ho stanato non ti lascerò tanto facilmente! Un racconto alternato di due vite che s’ incontrano: un nipote ed un nonno. Il primo è giovane e curioso e il secondo è pieno di silenzi (anch’io lo sarei caspita!)! Li conosceremo man mano e sarà un viaggio di luoghi perché andremo in Sicilia, a Genova, Ivrea, Torino e non ci si stanca per niente! Nonché un viaggio di tempi: passati quando ci parla il nonno Simone ebreo svelto di mano e di mente, e presenti vivendo la malattia del padre di Zeno. Il grande tema che si respira è l’incomunicabilità tra padri e figli che poi si trasforma e diventa un rapporto vivo. Si respira dolore,ma i personaggi lo dominano coraggiosamente e ci rendono orgogliosi di loro! Finalmente un po’ di sana speranza!
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La storia di un ragazzino e parallelamente quella del nonno materno, nell'estate del loro primo incontro. Un semplice racconto che racchiude molto di più, gioie, malinconie, piccoli sprazzi in cui è possibile riconoscersi.
"Der Sommer am Ende des Jahrhunderts" ist eine nette Geschichte, nicht mehr und nicht weniger. Die Charaktere (Zeno, seine Freunde und seinen Großvater) fand ich sympathisch und frei von Klischees, wie man es nicht oft hat. Auch die Grundidee der Geschichte konnte mich überzeugen, auch wenn sie nicht wirklich neu ist (tatsächlich hat mich die Story ein wenig an "Heidi" von Johanna Spyri erinnert, da es durchaus Parallelen gibt). Trotzdem hatte ich die Hoffnung, dass mich die Geschichte auf andere Weise berühren würde, wenn schon nicht durch Originalität. Das ist leider nicht ganz gelungen. Insgesamt war mir alles zu banal und nichtssagend. Sowohl die Erlebnisse des Jungen Zeno, der einen Sommer bei seinem Opa verbringt, wie auch die Lebensgeschichte des Opas sind irgendwie alltäglich und gewöhnlich. Es fehlen "außergewöhnliche" Ereignisse, die einen mitreißen und einen aus dem eigenen Alltag katapultieren. Zenos Geschichte hat mir noch ein wenig besser gefallen, aber die Ereignisse im Leben des Opas sind teilweise so langweilig (z.B. wird seitenweise beschrieben, wie er sich eine Karriere als Unternehmsberater aufbaut), dass man die ganze Zeit hofft, dass noch etwas Besonderes passieren möge. Dem ist leider nicht so.
Insgesamt ist alles recht gemächlich und einfach gestrickt. Der Schreibstil ist simpel, die Sätze sehr kurz; mitunter wirkt alles ziemlich abgehackt. Fabio Geda baut mehr auf Atmosphäre; Naturbeschreibungen spielen eine große Rolle, ebenso das einfach Leben gewöhnlicher Leute.
Alles in allem ist "Der Sommer am Ende des Jahrhunderts" kein schlechter Roman, nur eben nicht für mich. Ich erwarte von meinen Büchern ein wenig mehr "Aufregung" und "Außergewöhnlichkeit". Das bietet dieser Roman leider nicht.
Un libro delicato, che entra in punta di piedi nella vita di Zeno e della sua famiglia. Zeno, teenager che sta attraversando tutte le difficoltà della sua età, si trova a dover fare i conti con la malattia del padre, ed il conseguente distacco dai genitori mentre durano le cure a Genova. Zeno viene affidato alle cure del nonno materno, Simone, nonno del quale non conosceva l’esistenza. La crescita di Zeno si interseca con la chiusura della vita ( o quella che lui pensava esserlo) del vecchio e severo Simone. Non ci sono grandi colpi di scena, non succede nulla di inaspettato, si alternano capitoli nel presente che dipingono la vita di Zeno e le sue scoperte, con il passato. Simone racconta nel suo diario la guerra ed i suoi orrori. Ci sono capitoli nel futuro, nel quali brevemente vediamo la vita di Zeno da adulto, e ci strappa un sorriso sapere che per lui, il futuro si prospetta roseo.
Questo romanzo mi è piaciuto moltissimo, anche se non me lo aspettavo. I personaggi sono tutti ben tratteggiati, ma il nonno, Simone, ha scavato così tanto dentro al mio cuore che non so se lo dimenticherò mai.
La narrazione mi ha dato tantissimi spunti per ciò che sto scrivendo io. L'andare indietro di Simone, l'andare avanti di Zeno, e come questi due movimenti paralleli e speculari siano rappresentati perfettamente nei loro gesti, nelle loro parole e nelle loro linee narrative. E, ovviamente, nel finale.
Mi è dispiaciuto leggerlo a pezzi e non godermelo in pochi giorni, ma è stato anche bellissimo confrontarmi con i miei studenti man mano che leggevamo un capitolo. Forse alcune scene sono un po' forti, ma nel complesso penso che anche a loro sia piaciuto molto (a chi più, a chi meno).
Tra viaggi e settimane di campeggio non ho avuto molto tempo per leggere, quindi ci ho messo un po' più del mio solito per finire questo libro. Ma è stato meglio così, perché ho potuto centellinare il romanzo e gustarmelo come merita. Queste pagine sono scritte divinamente: Fabio Geda ha una di quelle scritture davvero BELLE, che fanno sorridere senza che ce ne si accorga e che fanno salire le lacrime ogni dieci righe. I personaggi sono memorabili; la storia è delicata e forte al tempo stesso, appassionante e dolce come un'estate (una vita) che lascia il segno.
Strano come questi due personaggi, estremamente diversi, ti rimangano nel cuore dopo così poco tempo, uno scorcio fin troppo breve di un nonno e un nipote estremamente opposti. Mi aspettavo un libro diverso, un incontro di vite invece che un semplice occhio ad una corsia accanto : eppure mi ha rapito. Voglio conoscere nonno Simone e Zeno.
"Perché la vita mi frana accanto? Non addosso. Accanto."
il nonno simone che scompare, marchiato dalla sua data di nascita che appunto a scomparire lo condanna, è un personaggio fantastico. zeno provvede alla parte "romanzo di formazione". le due voci si alternano e io facevo confusione tra i personaggi di due epoche diverse, me meschina - non che geda mi abbia semplificato la vita, eh. bello, nel complesso, ma ho la sensazione di essermi persa qualcosa per strada. nel mare ci sono i coccodrilli mi è piaciuto di più.
Dieses Buch beschreibt das Leben des 12-jährigen Zeno, sowie das Leben seines Großvaters. Eine Familiengeschichte, die zwischen diesen 2 Welten hin- und herwandelt (was mir weniger gefällt, da dies zeitweise verwirrend ist). Ansonsten ist das Buch wunderbar geschrieben und Zeno, der gezwungen ist seinen Sommer bei dem ihm unbekannten Großvater zu verbringen, gelingt es, auch aus dieser Situation (und mit der Krankheit seines Vaters) das beste zu machen.
Un libro che ne vale due. Due tempi di lettura diversi, due reazioni diverse. Resta la dolcezza dell'ultimo tempo, nella nostalgia del racconto che è ancora presente ma odora di passato. La storia di una famiglia che riporta alla mia storia, alla mia famiglia. A un libro che non ho mai scritto ma che potrebbe essere questo.
Voto 3,5. Un buon libro, bella scrittura, stile scorrevole, storia interessante e mai banale o scontata. La vicenda dei due protagonisti, nonno e nipote, nel suo dipanarsi tocca temi universali, quali l'assurdità della guerra, l'annientamento degli ebrei (non necessariamente fisico), il rapporto tra generazioni, l'ingresso nell'età adulta, ma anche il nostro ruolo nella società, il volto pubblico e le maschere che ci impone... il tutto senza mai risultare troppo pesante, senza alcun moralismo o pretesa di giudizio, come se l'autore si limitasse a indicarci le tracce, lasciando libero ogni lettore di trarre le proprie conclusioni con i propri tempi e modi. E' infatti solo mettedoci del nostro che ci si svela, per le vie indirette, che se nonno e nipote si sono rivisti per alcuni anni dopo quell'estate è perchè il loro primo incontro ha deviato le traiettorie delle loro vite, salvando Simone dal suicidio e permettendo a Zeno di affacciarsi all'età adulta. L'espediente delle due voci narranti, con i due piani temporali che si alternano per intersecarsi solo alla fine, è sicuramente classico ma nel complesso risulta un meccanismo efficace e ben oliato, dando un buon ritmo alla lettura, che solo in un paio di passaggi incespica un poco.
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Due vite che, da due estremi lontani man mano che le pagine scorrono, arrivano ad incontrarsi per la prima volta per poi non lasciarsi andare più nonostante si siano "sfiorate" per poche volte dopo la prima.
Le due vite raccontate dalla nascita all'anno di "fine secolo", sono quella di Zeno e del suo nonno materno che non ha conosciuto fino all'età di 13 anni e che credeva morto, costretti dalla sorte a trascorrere un'estate insieme. Nelle rispettive epoche, vengono raccontate le vite di Simone e Zeno, in epoche diverse, nei momenti salienti della loro infanzia e adolescenza, in capitoli alternati dove ciascun personaggio racconta la propria storia. Un parallelismo dei due personaggi che tanto sono distanti all'inizio quanto in realtà si somiglino, ma che nell'incontro riceveranno il dono dell'arricchimento e di un affetto profondissimo.
Poetico, delicato, semplice e profondo. Per ricordarci sempre quanto che i nonni, per chi ha avuto la fortuna di conoscerli e viverli, siano bene preziosissimo.
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Apprezzo sempre la scrittura di Geda, che in questo romanzo traccia un percorso parallelo a due voci che ci fa conoscere la vita presente del protagonista e quella passata del nonno. È stata una lettura molto scorrevole e piacevole.
Adoro Geda come autore, ho letto tutti i suoi libri, questo era l'ultimo rimasto ed anche quello che più ho amato. Mi ha affascinato dalle prime pagine. Una storia forte, un intreccio di vite, la vita che silenziosamente va come arriva.
4.5 Questo romanzo di Geda mi ha colpito al cuore, come tutti i suoi libri che ho letti finora. Davvero ben scritto e con un finale che chiude e rivela. Bello e consigliato.
Non leggevo un libro così bello da molto tempo. Commovente e profondo, tenero e disarmante, parla all’anima pur raccontando anche il dramma dell’incomunicabilità. Leggetelo.