Die Geschichte von der Menschwerdung des Amtsrates Julius Zihal setzt ein mit dessen Pensionierung. Jetzt, wo ein durch Vorschriften und Dienstanweisungen klar umrissenes Leben jäh seinen Sinn zu verlieren droht, stellt sich heraus, dass es gerade die „Dienstpragmatik“ war, die den Amtsrat über vierzig Beamtenjahre hin seiner Menschwerdung entgehen ließ.
Heimito von Doderer lebte fast ausschließlich in Wien. 1916 geriet er in russische Gefangenschaft und kehrte erst 1920 zurück. Er studierte Geschichtswissenschaft. Seit der Veröffentlichung seiner Hauptwerke "Die Strudlhofstiege" (1951) und "Die Dämonen" (1956) gilt er als einer der bedeutendsten österreichischen Schriftsteller.
Il capitolo lieve della trilogia su un mondo disfatto
Mi capita spesso di lamentarmi dello stato dell’editoria italiana, ormai secondo me completamente asservita a logiche esclusivamente di mercato, che per loro natura fanno a pugni con quella che dovrebbe essere la missione primaria di chi pubblica libri: diffondere cultura. A volte mi chiedo se questa mia opinione non sia pregiudiziale, viziata dall’avversione di fondo che nutro per il capitalismo e per il dogma della riduzione di qualsiasi valore ed attività a ricerca del profitto. Poi però mi trovo di fronte ad un ennesimo caso clamoroso, come quello dato dal fatto che oggi, in Italia, è impossibile acquistare in libreria qualsiasi opera di un autore importante come Heimito von Doderer, e ciò mi porta a concludere che sul fronte editoriale, soprattutto per quanto riguarda le grandi case, siamo davvero messi male. Tra gli anni ‘60 e ‘80 del secolo scorso importanti case editrici come Einaudi e Garzanti hanno pubblicato, anche nelle collane economiche, i più importanti romanzi e racconti di questo autore austriaco: memorabile in particolare l’edizione Einaudi in tre volumi del capolavoro di Doderer, I demoni, uno dei romanzi fondamentali della letteratura contemporanea in lingua tedesca. Ancora nel 1999 la casa editrice SE pubblicava un piccolo volume di racconti, Divertimenti e variazioni. Bene, tutti questi libri sono, nei maggiori siti di vendita di libri, esauriti, non ordinabili on-line oppure momentaneamente non disponibili, secondo l’ipocrita indicazione che va per la maggiore. Cosa è successo perché in questo nostro paese che secondo la vulgata mainstream appartiene ad un mondo globalizzato ci sia di fatto impedito di leggere delle opere che nell’Italia provinciale di cinquant’anni fa erano rese largamente disponibili al pubblico, spesso con traduzione e cura dei maggiori intellettuali del tempo? Riflettiamoci, e probabilmente anche per questa via troveremo le radici vere dell’angosciante, ancorché fortemente voluto, impoverimento culturale della nostra società. Heimito von Doderer è infatti, come detto, un autore importante, l’ultimo rappresentante degli scrittori che hanno tratto ispirazione per la loro attività letteraria dagli sconvolgimenti che, a partire dalla prima guerra mondiale, hanno più volte sovvertito l’identità stessa dell’Austria, portandola dai fasti asburgici alla piccola repubblica odierna, attraverso le convulsioni del primo dopoguerra e la tragedia, per la verità troppo presto dimenticata quanto a connivenze e responsabilità, dell’Anschluss nazista. Nato nel 1896 da una ricchissima famiglia della piccola nobiltà austriaca e di madre tedesca e protestante, iniziò a scrivere durante la prima guerra mondiale, mentre era prigioniero in Russia. Negli anni ‘20 e ‘30 pubblicò alcuni romanzi, che ebbero però scarsa eco. Aderì precocemente al nazismo, esprimendo posizioni apertamente razziste e salutando l’Anschluss come la naturale unione dei popoli tedeschi, distaccandosi tuttavia dal partito nel 1940, quando abbracciò la fede cattolica. Subito dopo la guerra, a causa dei suoi trascorsi gli fu vietato di pubblicare, e solo nel 1951 apparve quello che è considerato uno dei suoi capolavori, La scalinata, che lo rese celebre; nello stesso anno fu pubblicato Le finestre illuminate. Il monumentale I demoni è del 1956. Morì nel 1966 dopo aver dato alle stampe numerosi altri romanzi e racconti nonché un saggio sui principi e la funzione del romanzo. Come si può notare, gran parte della sua produzione letteraria appartiene al secondo dopoguerra, anche se affonda le sue radici nei primi decenni del secolo, spesso anche in quanto a ideazione: infatti sia La scalinata sia I demoni erano stati abbozzati, per poi essere abbandonati, negli anni ‘30. Questa particolarità della letteratura maggiore di Doderer non è a mio avviso da leggersi in senso meramente temporale: a tutti gli effetti i tre grandi romanzi appartengono infatti, non solo come ambientazione, al periodo precedente la seconda guerra mondiale, ed in qualche modo è come se la loro pubblicazione sia stata differita nel tempo: il completamento postbellico ha portato in alcuni casi ad aggiustamenti delle opere dovuti alle diverse posizioni nel frattempo assunte dall’autore (ad esempio I demoni aveva in origine un marcato sostrato antisemita) ma non ne ha intaccato lo spirito essenziale, quello della descrizione e della sublimazione del Finis Austriae, che accomuna Doderer ai grandi autori della generazione appena precedente, Musil e Broch anzitutto. Non so se Le finestre illuminate, che con i due altri grandi romanzi citati sopra forma una sorta di trilogia ideale nella quale tra l’altro vi sono molti personaggi comuni, sia anch’esso frutto di una ideazione prebellica, ma certo a mio avviso risponde anch’esso appieno alla definizione di romanzo differito. Si discosta tuttavia dalle altre due opere sia per il tono, che qui è lieve, scanzonato e sarcastico, sia perché la storia non è corale, essendo concentrata sulle vicende di unico personaggio: ciò, insieme alle ridotte dimensioni, rende la lettura di questo romanzo senza dubbio più agevole di quella dei due fratelli maggiori, senza peraltro condizionarne la valenza artistica e culturale. La storia narrata è minimalista e dai tratti quasi gogoliani: Julius Zihal, stimato Consigliere (un ruolo piuttosto elevato nella gerarchia della burocrazia asburgica) dell’Imperial Regio Ufficio Centrale Imposte e Tasse, vedovo da tempo, un mattino del 19.. si ritrova in pensione. È un perfetto servitore dello Stato, ed ha vissuto sino ad allora avendo come unico faro culturale L’Organico, il volume in cui sono raccolte le norme che regolano l’attività della pubblica amministrazione, dove tutto è formalizzato, tutto è procedura fine a se stessa, senza alcun collegamento con la realtà, con la vita. Nel corso del romanzo troviamo numerosi estratti di questo regolamento, che il protagonista legge per trarne rassicurazione circa il suo essere ancora parte del sistema nonostante la pensione. Entrato al buio nell’appartamento di Vienna dove ha traslocato per risparmiare qualcosa sull’affitto, si rende conto che alle finestre circostanti può osservare momenti di vita intima dei suoi vicini, soprattutto di piacenti ragazze. La cosa lo eccita, tanto da indurlo a organizzarsi per svolgere sistematicamente tale attività: compra prima un vecchio binocolo quindi un potente telescopio per affinare le sue osservazioni notturne; nel contempo allaccia una relazione con la matura ma piacente direttrice del locale ufficio postale, con la quale presumibilmente convolerà a seconde nozze. Nel corso del romanzo assistiamo alla trasformazione di Zihal da integerrimo funzionario a voyeur. Quello che potrebbe sembrare il percorso di abbrutimento di un uomo che ha perso il proprio status sociale e morale a causa del pensionamento è però di fatto ribaltato nel suo contrario dall’autore sin dal sottotitolo – come fa notare Anna, la redattrice del blog dietroleparole.it, nella sua imperdibile recensione a questo romanzo - sottotitolo che recita: ovvero come il consigliere Julius Zihal divenne uomo. Il consigliere Julius Zihal non era un uomo, era per l’appunto un consigliere, un semplice ingranaggio in un meccanismo burocratico spersonalizzante, che trasformava le richieste in istanze, che trovava sempre il modo per rimandare il reclamante in un’altra stanza per competenza. Ma non è solo l’Imperial Regio apparato burocratico che finisce vittima degli strali di Doderer: è la kakania stessa, tutto il mondo di ieri, descritta come il mondo della banalità, dell’immobilismo e del conformismo: l’inizio del terzo capitolo è in questo senso folgorante: Doderer (una delle caratteristiche del romanzo è data dal fatto che il narratore interviene spesso in prima persona con commenti e giudizi propri per lo più ironici, conferendo in questo modo freschezza al testo) ci dice che ”Erano tempi bui... E tutto era più o meno ovvio… la gente portava a spasso con disinvoltura le proprie opinioni o qualunque altra sgradevole caratteristica… ma… queste… venivano semplicemente ignorate… Era questa la peggiore delle tirannie...Il «senso comune» celebrava vere orge”. La non umanità del consigliere Zihal è sottolineata più volte nel corso del romanzo, ma emerge plasticamente in una particolare circostanza: quando egli si vanta con l’amico dottor Döblinger di non aver mai letto un romanzo, perché “...io sono una persona seria: non leggo romanzi. Letteratura per me è quel che un ebreo copia da un altro”. Anche il suo primo matrimonio, cui sembra di capire non era estranea la relativa ricchezza della sposa, è ridotto da Doderer – con una buona dose di preveggenza rispetto a dinamiche oggi dominanti – alla serie di cartoline mandate ai colleghi ed al bar dallo sposo in luna di miele a Parigi. Quindi, se il consigliere Julius Zihal non era ancora un uomo quando si limitava ad esercitare la sua funzione pubblica, ad essere definito in base a quella funzione, Doderer – con un vero colpo di genio - lo fa diventare uomo non attraverso un’azione eroica o altruista, non per il mezzo del recupero di una normalità comportamentale, ma attraverso l’apparente degrado del voyerismo, attraverso l’esercizio di un vizio di natura sessuale. L’umanità è anche e sopratutto istinto e impulso, ci dice Doderer, per cui Zihal può diventare uomo solo nel momento in cui si abbandona al suo istinto, per quanto perverso esso sia, solo abbandonando il falso perbenismo del ruolo sociale che sino al giorno prima ha ricompreso in toto la sua personalità. Da un lato è evidente, in questa scelta di un comportamento sessualmente scorretto come paradigma dell’umanità, l’influsso che sul viennese Doderer ha la psicanalisi freudiana; dall’altro una scelta così radicale è funzionale a sottolineare con grande efficacia, per contrasto, quanto per l’autore fosse profondo il degrado delle relazioni umane nella società asburgica. Il cammino di Zihal verso l’umanità non sarà comunque breve ed indolore: all’inizio delle sue osservazioni notturne egli tenta di ricondurre questa attività entro i canoni di quello che sempre era il suo mondo: classifica le finestre che osserva in base a posizione e interesse del soggetto, conferendo loro una irresistibile codifica in burocratese, cercando così di giustificare la devianza del suo comportamento come un’attività di indagine dai tratti quasi ufficiali. Continua anche a leggere passi dell’Organico, sia pure sempre più di rado, per conferire un senso ai suoi comportamenti, per ritrovarsi entro il perimetro delle sue certezze. Saranno gli incontri con un giovane che lo schernisce per il suo vizio e con la fisicità della signorina Rosl Oplatek, la direttrice dell’ufficio postale, a farlo letteralmente crollare dal precario baldacchino che si era costruito per tentare di rimanere all’interno del suo mondo. La sua definitiva umanizzazione avviene per il tramite della malattia e del sogno, che freudianamente divengono gli elementi di cesura e di resa: il sogno di Zihal, descritto minuziosamente, è colmo di richiami quasi kafkiani, simboleggianti l’agonia del vecchio mondo, tra i quali spicca l’animazione disperata dell’aquila bicipite, che caccia Zihal dal palazzo del potere con una condanna inevitabilmente tratta dall’Organico. Vi è da aggiungere che comunque anche la dimensione umana di Zihal è trattata da Doderer con una buona dose di ironia, riducendosi alla prospettiva di una mediocre esistenza piccolo-borghese, non è lecito sapere quanto più gratificante del passato. Ne è simbolo patente la parabola del vecchio binocolo acquistato per le osservazioni notturne. È un binocolo aristocratico, che ha partecipato alla guerra contro i prussiani del 1866 (significativamente il conflitto che segnò l’inizio dell’inarrestabile declino della potenza asburgica); divenuto lo strumento che accompagna lo sgretolamento delle certezze di Zihal, viene infine da questi consegnato alla signorina Rosl perché possa andare per la prima volta al Teatro Imperiale grazie ad un biglietto gratuito: Doderer qui annota ironicamente il recupero dell’antica nobiltà temporaneamente perduta dal binocolo. Accanto a Zihal, un protagonista minore del romanzo è la città di Vienna, che – se non svolge il ruolo primario che avrà ne I demoni, è tuttavia oggetto di ariose descrizioni del centro, dei sobborghi, dei dintorni, di caffè e trattorie, che ce ne fanno assaporare la peculiare atmosfera. Le finestre illuminate è un romanzo importante, che con un tono lieve ci descrive il disfacimento di un mondo e la mancanza di prospettive di ciò che lo sostituisce, scritto da un grande e lucido narratore, che non si rifugia mai entro prospettive nostalgiche ed autoassolutorie. Un libro che attualmente risulta difficile leggere. Se a qualcuno interessa, vista l’epoca in cui viviamo e la sua presumibile evoluzione, lo posso prestare affinché lo impari a memoria e lo trasmetta così alle future generazioni.
Бюрократическую систему нельзя победить, пока ты остаёшься в её рядах, но не победишь и после. Можно торжествовать в единственном случае, победив бюрократа в самом себе, что неимоверно трудно осуществить. Как же это сделать? Додерер предложил понаблюдать за человеком, вышедшим в отставку. Некогда он трудился в рядах налоговой службы, затем вышел на пенсию. Теперь ему предстояло смотреть на жизнь глазами обычного обывателя, которому никто ничем не обязан, зато от него многого требуют, не забывая отказывать в полагающемся по закону. Как быть в такой ситуации? Не сразу, но совсем скоро герой повествования начнёт понимать, насколько полон дыр коллективный договор, по которому служащие должны продолжать жить в тех же условиях, которые им предоставлялись во время исполнения обязанностей. Небольшие оговорки сводили на нет всякое громкое обещание, из-за чего выход на пенсию действительно превращал служащего в обычного обывателя. Теперь ему только и оставалось, что смотреть на жизнь людей, на которых прежде взирал с высоты собственного положения. Теперь всё иначе — в его руках бинокль, он всматривается в освещённые окна по вечерам.
"Il firmamento terreno di ciascuno è pieno di stelle inferme, che ammiccano e palpitano come quelle celesti; diverse, da migliaia di finestre, per migliaia di occhi solitari e certo perfettamente adatte ad ognuno. Chi va alla finestra […] va sotto la propria costellazione; e certo bisognerebbe interpretare questo lontano e fervido appello della tenebra, se ne fossimo capaci." (p. 44)
"Ogni punto zero […] conferisce grandezza per alcuni istanti, grazie all'offerta, che ci sta proprio accanto, della libertà, sella vuota su cui dobbiamo balzare per cavalcar via da tutta la nostra angoscia, dal nostro pericolo, con i passi potenti della vita stessa." (p. 106)
“Sapeva utilizzare il suo libro: è già molto. Oggi ormai attitudini così naturali sono soltanto patrimonio di quei pochi tuttora consapevoli che l’argomento delle proprie letture è del tutto indifferente; perché un libro per lo spirito umano non è nulla di più - e certo nulla di meno! - della cosiddetta pista di lancio per un aeroplano: s’egli può staccarsene scorrendo le righe, e staccarsi infine completamente dalla pagina, librandosi libero sulle proprie ali, più libero forse e più affrancato dell’autore, questi ha ottenuto da un pezzo e nel modo migliore la meno importante delle sue ricompense, la più esteriore e accessoria, quella dell’efficacia. Perché ha trovato un imitatore, e forse, almeno in quel punto del suo libro, in quella pagina dove il lettore è riuscito a staccarsi dalla letteraria pista di lancio, è stato anche ampiamente superato. Può uno scrittore, quanto all’efficacia, desiderar di più, se ha provocato un mutamento, anzi una metamorfosi là dove, con cautela e prosaico riserbo, offriva una semplice comunicazione? Del resto soltanto i tecnici e i portinai vogliono sempre prender nota di qualcosa, vogliono essere continuamente persuasi di qualche cosa.” (p.140-141)
Actually, before I dove into The Demons, I felt I had to read this; Zihal is a character in The Strudlhof Steps, and thus it's part of the Doderer Expanded Universe. It's weird but cute; Zihal may seem like a creep, but really, his mindset is so alien that it's hard to judge. Fun and funny.