Inseparabili. Questo sono sempre stati l'uno per l'altro i fratelli Pontecorvo, Filippo e Samuel. Come i pappagallini che non sanno vivere se non sono insieme. Come i buffi e pennuti supereroi ritratti nel primo fumetto che Filippo ha disegnato con la sua matita destinata a diventare famosa. A nulla valgono le differenze: l'indolenza di Filippo - refrattario a qualsiasi attività non riguardi donne, cibo e fumetti - opposta alla determinazione di Samuel, brillante negli studi, impacciato nell'arte amatoria, avviato a un'ambiziosa carriera nel mondo della finanza. Ma ecco che i loro destini sembrano invertirsi e qualcosa per la prima volta si incrina. In un breve volgere di mesi, Filippo diventa molto più che famoso: il suo cartoon di denuncia sull'infanzia violata, acclamato da pubblico e critica dopo un trionfale passaggio a Cannes, fa di lui il simbolo, l'icona in cui tutti hanno bisogno di riconoscersi. Contemporaneamente Samuel vive giorni di crisi, tra un investimento a rischio e un'impasse sentimentale sempre più catastrofica: alla vigilia delle nozze ha perso la testa per Ludovica, introversa rampolla della Milano più elegante con un debole per l'autoerotismo. Nemmeno l'eccezionale, incrollabile Rachel, la "mame" che veglia su di loro da quando li ha messi al mondo, può fermare la corsa vertiginosa dei suoi ragazzi lungo il piano inclinato dell'esistenza. Forse, però, potrà difendere fino all'ultimo il segreto impronunciabile che li riguarda tutti...
Alessandro Piperno (Roma, 25 marzo 1972) è uno scrittore italiano. Nato da padre ebreo e madre cattolica si è laureato in letteratura francese presso l'Università degli studi di Roma Tor Vergata, dove ha insegnato a contratto la medesima materia ed è divenuto ricercatore dal 1º ottobre 2008. Nel 2000 ha pubblicato il controverso saggio critico "Proust antiebreo" sulla figura di Marcel Proust. Nel 2005 è giunto alla notorietà con la pubblicazione del suo primo romanzo Con le peggiori intenzioni. Sulla scia di una critica molto favorevole del giornalista Antonio D'Orrico del Corriere della Sera (che lo definisce "un nuovo Proust"), ottiene un grande successo di pubblico (quasi 200.000 copie vendute in pochi mesi) e vince il premio Campiello opera prima. Il romanzo, che narra le vicende di mezzo secolo della famiglia Sonnino e in particolare del suo membro più giovane, Daniel, si caratterizza per lessico colto e uno stile originale, ricco di aggettivi e di avverbi. Il romanzo ha goduto di un grande interesse mediatico che ha coinvolto la figura dello scrittore e il suo stile di vita (vestiti raffinati, cibi ricercati, buone letture e vezzi come la pipa), con interviste giornalistiche, partecipazioni a trasmissioni televisive e polemiche letterarie. Gli sono stati riconosciuti ironia e autoironia sia verso il suo ambiente, sia verso i propri sentimenti e una visione amara e disincantata della vita. I critici gli hanno rimproverato una trama difficile o addirittura confusa e povera. Nel 2010 ha pubblicato Persecuzione. Il fuoco amico dei ricordi. Ha studiato chitarra e fino al 2005 ha fatto parte della band romana rock-blues Random in qualità di chitarrista solista e cantante. È un tifoso della S.S. Lazio.
Dopo la conclusione - anzi sarebbe meglio dire la mancata conclusione - del dramma giudiziario di Leo Pontecorvo, l'attenzione dell'autore si concentra sui figli Filippo e Samuel, la voce narrante si cala nei loro panni per raccontare le loro vicende che saranno la spiegazione della storia del genitore. L'intreccio si completa e raggiunge maggiore solidità, si trova la quadra per tutto quello che nel primo libro rimaneva un po' vacuo.
Il tema dell'inseparabilità tra due fratelli è sviluppato abbastanza bene ma mi è piaciuto di più in "Come l'insalata sotto la neve" di Gallo.
La storia riprende ai giorni nostri, con i figli di Pontecorvo ormai adulti e alle prese con alcune delle considerazioni ed emozioni che già nel libro precedente sono state raccontate per il padre: i rapporti coniugali ed extra, gli ambienti delle famiglie benestanti e di successo, i rapporti con l'ebraismo, ecc. L'ambientazione non è più solo a Roma ma anche Milano e New York.
Confermo alcune delle annotazioni che ho scritto precedentemente: la voce narrante interna-esterna, lo stile colloquiale, scrittura buona ma non eccelsa. I figli hanno anche gli stessi difetti del padre ormai apparentemente dimenticato: sono ben strutturati questi due protagonisti che poco per volta vanno a costruire delle piccole repliche del padre, in contesti diversi ma con conclusioni psicologiche piuttosto simili, come a voler insegnare che la storia chiude un cerchio, e al tempo stesso tende a ripetersi. Alcuni dettagli nei personaggi secondari, invece, presentano qualche incongruenza.
Questo libro è fatto della stessa sostanza dell'altro, è ancora un tantino verboso, ma questa volta c'è quello che prima mancava: un bel ritmo. Dunque rettifico parzialmente la mia precedente recensione: da consigliare a chi avesse voglia di leggere la storia di una famiglia (non proprio una saga), contemporanea, non troppo impegnativa, con qualche considerazione sull'ebraismo in Italia e in generale, qualche spunto di riflessione sull'attualità: la stretta connessione tra il successo - il saper riscuotere apprezzamento presso la gente - e la volubilità nella reazione della gente stessa che passa da un amore idolatrante all'odio esacerbato nel volgere di breve tempo. Questo volume ha una marcia in più rispetto il precedente: l'autore è bravo nel sostenere la tensione in un crescendo fino alla resa dei conti finale, come nel più classico dei film hollywoodiani. Se l'intera storia fosse stata esposta secondo un ordine meramente cronologico risulterebbe banale, invece così come è stata spezzettata risulta avvincente.
Va sottolineato che gli inseparabili del titolo non sono solo i due fratelli protagonisti ma anche i due volumi che compongono l'opera.
Sconsigliato leggerne solo uno o leggerli in ordine inverso: impossibile cogliere tutte le sfumature di "Inseparabili" e apprezzarlo appieno senza avere prima letto "Persecuzione"; impossibile farsi una ragione della lentezza di "Persecuzione" se poi uno non legge anche "Inseparabili". Leggendo questo, l'altro risulta essere una lunga premessa, che finalmente acquisisce un senso compiuto. Andrebbero semplicemente pubblicati in un unico volume. Messi insieme, sono un qualcosa con una buona completezza: ci sono il tema del successo, del rapporto con il pubblico; della famiglia; dell'ebraismo; c'è una cronaca giudiziaria con un po' di 'giallo psicologico'.
Niente di superlativo, non è il romanzo che ti cambia la vita ma tutto sommato avvincente.
E’ vero che le colpe dei padri ricadono sui figli. Anche quelle colpe si rivelano… montatura e falsità. Inseparabili è un grande romanzo. Grande davvero: vi si trova l’humus nel quale lo scrittore (docente di letteratura francese) è immerso. Senza presunzione, Piperno, come il suo adorato Marcel Proust o come Saul Bellow, scava nella decadenza sociale. E ci dice, ci ripete, quasi, con una scrittura perfetta e tuttavia incalzante, che l’ipocrisia genera i mostri e i segreti di famiglia possono diventare una metastasi. La felicità? Dura poco. E’ effimera va afferrata in fretta, mentre i ricordi possono anche uccidere.
All’inizio, convinto: “Scrive bene!” Dopo un po’, perplesso: “Ma... cosa scrive?” Strada facendo, contrariato: “Racconta (a essere sintetici) articolatissime vicende di nevrotici, egocentrici e antipatici.” Alla fine, amareggiato: “C’è talento, ma è sprecato. Che peccato...”
Ho un debole per questo tipo di scrittura. La prosa di Piperno ricorda quella di Philip Roth, ed è questo uno dei motivi per cui apprezzo questo scrittore. Quando lessi “Con le peggiori intenzioni” questa eco rothiana mi folgorò positivamente. Poi però ho perso di vista Piperno ed eccomi qua agli Inseparabili. La storia è interessante, la prosa ricorda Roth, anche se è più carica e ridondante, anche se Piperno non smette mai di strizzare l’occhio al lettore per accaparrarsene l’entusiasmo o la risata (insomma un po’ ruffiana), anche se non ci sono quei momenti di lirismo in cui Roth è insuperabile nel descrivere l’eroe vincente o perdente del momento…. ma forse tutto ciò è una scelta dello scrittore, non lo so. Comunque gradevole.
"Progon" kao prva knjiga iz ove serije bio je dobar i sasvim dovoljan. Što se ovog dijela tiče, pola sam pročitala a pola prolistala. Stalno sam se pitala čemu ovaj nastavak. U prvom dijelu pratili smo "pater familiasa" Lea Pontecorva a ovaj je dio bio rezerviran za odnos između braće Filippa i Samuelea. Na kraju sam zaključila da ni dana ne bih mogla živjeti u jednoj takvoj obitelji, čak pomislivši da i sam autor ima nekakvih problema kad nešto takvo piše. U trenucima kad bih morala uzeti knjigu u ruke, osjetila bih nervozu u želucu, što je bio signal da moram prestati što prije.
Moj zaključak je apsolutna bespotrebnost ovog nastavka i zgražanje nad činjenicom da je ovaj roman zaslužio književnu nagradu Strega jer nisam mogla a da se ne prisjetim jedne M. Mazzantini, koja je istu nagradu zasluženo dobila za svoj roman Ne miči se.
Uglavnom, knjiga je srećom zaklopljena i bit će brzo vraćena na police prekrasnog prostora naše nove knjižnice, a nervoza u želucu je odmah prestala.
Probabilmente lo scrittore italiano contemporaneo dotato dello stile più internazionale, incomprensibilmente sottovalutato dalla critica italiana e dai lettori.
'De onafscheidelijken' is een openhartig boek over identiteit, familie en seksualiteit. Het verhaal begint met de aanklacht van verkrachting tegen Leo, de vader van Filippo en Samuel en zijn tragische dood. Zijn dood en (on)schuld zijn onbespreekbaar in dit joodse gezin en blijkt 20 jaar later een grote impact te hebben gehad op hun respectievelijke passiviteit en ambitie. Beide zonen zijn niet in staat tot een gezonde seksuele relatie en hebben ambivalente gevoelens omtrent hun Joodse identiteit en bijhorende tradities. Het boek heeft wat weg van Philip Roth's 'Portnoy's complaint' in dat opzicht.
'Gli Inseparabili' è un libro abbastanza schietto sull'identità, sulla famiglia e sulla sessualità. La storia comincia con l'accusa di stupro contro Leo, il padre di Filippo e Samuel e la sua morte tragica. La sua innocenza/colpevolezza sono un tabù nella famiglia ebrea e 20 anni dopo risulta che abbia avuto un impatto importante sulla passività e l'ambizione dei figli. Entrambi i figli sono incapaci di avere un sano rapporto sessuale e hanno atteggiamenti ambivalenti rispetto alla loro identità ebrea e alle tradizioni ebrei. A questo proposito il libro assomiglia a 'Portnoy's complaint' di Philip Roth.
Ho comprato questo libro prima ancora che il Premio Strega venisse assegnato e semplicemente perché era un e-book in sconto sul sito di Amazon. Volevo dare una seconda possibilità al mio Kindle e mi serviva una cavia ed ho scelto il libro di Piperno perché il titolo mi incuriosiva e la trama mi ispirava. Il problema è che poi dentro ho trovato una storia pomposa, piena di termini ampollosi, infarcita di sesso, problemi sessuali, fortuite casualità (è proprio culo se un uomo con problemi di impotenza si trova come amante una ragazza che adora l'autoerotismo!)e analisi introspettive che io, personalmente, ho trovato forzate. Non lo so, sono rimasta davvero delusa perché mi aspettavo seriamente molto, ma molto di più. Mi dicono che "Con le peggiori intenzioni" sia decisamente meglio, magari passo dalla biblioteca e provo a leggerlo. Quindi, per adesso, libro stroncato ma giudizio sospeso sull'autore.
Due sono le cose che più mi piacciono nei romanzi di Piperno: la capacità di scavare nella mente dei personaggi e il modo in cui riesce a far emergere la fragilità di persone apparentemente forti. Rispetto ai precedenti, 'Inserparabili' ha una trama e un ritmo più avvincenti. La seconda parte l'ho praticamente letta tutta d'un fiato. Speriamo solo di non aspettare altri due anni per il prossimo romanzo
Accortomi di leggere praticamente solo autori stranieri di fascia A mi sono autoimposto di leggere italiani contemporanei e vista l'offerta a neanche un euro su Amazon eccomi qui.
E' il primo che leggo di Piperno e mi è parso un lavoro degnissimo, piacevole alla lettura, con una buona cura dei personaggi e qualche spunto molto interessante.
Non è Frenzen ma lo consiglierei anche perché, per quanto mi riguarda, con un altissimo rapporto qualità/prezzo. (4 stelle risicate)
Cijelo se vrijeme čitajući ovaj roman nisam prestala pitati "čemu ovo".
Pročitala sam ga isključivo zato što mi je prvi dio, Progon, bio jako dobar. Zanimalo me hoće li se u drugom dijelu reflektirati na dogadjaje iz prvog, baciti neko drugo svjetlo... Pa i prikazati odnos dvojice odrasle braće koji su u prvom romanu djeca. I zato sam čitala.
No razočarana sam. Nakon 357 stranica teksta ne dokučih čemu drugi dio.
Κατ'αρχήν να διευκρινήσω οτι σαν βαθμολογία μάλλον τείνω προς 3 και κάτι, ίσως 3 και μισό, το 3 μου φαίνεται μάλλον λίγο, το 4 πάρα πολύ για αυτό το βιβλίο.
Οι ήρωες είναι δυο αδέρφια τα οποία έχουν σημαδευτεί ανεξίτιλα και συνεχίζουν να επηρεάζονται δραματικά απο ένα γεγονός στην ζωή του πατέρα τους όταν ήταν μικροί, το οποίο ακολούθησε σύντομα ο θάνατός του και κυρίως απο τον τρόπο που η μητέρα τους αποφάσισε να χειριστεί το όλο θέμα. Και φυσικά απο την σχέση τους με την μητέρα τους διαχρονικά. Ουσιαστικά το βιβλίο προσπαθεί μέσα σε όλα αυτά να διαπραγματευτεί την σχέση των δύο αδερφών απο τα παιδικά τους χρόνια μέχρι και σήμερα.
Να πω ότι η δράση σε αυτό το βιβλίο είναι άρκετά αργή. Ο συγγραφέας προσπαθεί να ισορροπήσει μεταξύ τριών αξόνων που φυσικά δεν είναι απόλυτα διακριτοί. Τον τρόπο σκέψης και την ψυχολογία των ηρώων, τα γεγονότα του παρελθόντος και τα γεγονότα του παρόντος.
Κάποιες φορές η πλοκή κυλάει με σχετικά καλό ρυθμό, πολλές φορές διακόπτεται απο ψυχολογικές αναλύσεις λίγο πιο μακροσκελείς απο όσο θα έπρεπε, άλλες φορές αναμνήσεις και φλας μπακ διακόπτουν την ροή του βιβλίου και σε κάποια σημεία το μυθιστόρημα ψιλοκουράζει τον αναγνώστη. 'Αρα δεν μπορώ να πω πως είναι απο τα βιβλία που διαβάζονται απνευστί. Η σκηνή που υποτίθεται θα έπρεπε να είναι η κορύφωση του δράματος, όπου επιτέλους τα αδέρφια με την μητέρα τους βγάζουν τα εσώψυχα τους, δεν είναι τόσο ρεαλιστική και καλογραμμένη όσο θα περίμενα, ενώ το πολύ τέλος του βιβλίου αφήνει αρκετά κενά. Θα περίμενα λίγα λόγια παραπάνω για το πως εξελίσσονται οι ζωές των ηρώων, ιδίως του μεγαλύτερου αδερφού, η αλλαγή του οποίου και την γυναίκας του δεν πείθουν ιδιαίτερα.
Κατα τα άλλα το εύρημα με την κατα κάποιο τρόπο αντιστροφή των ρόλων των δύο αδερφών, οι δευτερεύοντες χαρακτήρες και η πλοκή του βιβλίου, αν και σε κάποια σημεία δεν πείθει και τόσο, αρκούν για να κατατάξουν το μυθιστόρημα στα ευχάριστα αναγνώσματα του καλοκαιριού για εμένα.
Δεν θα συνιστούσα να πάτε τρέχοντας να το αγοράσετε, αλλα αν βρεθεί στο δρόμο σας μην το προσπεράσετε.
Se escludo il fatto che la prosa corre leggera e fluente per le 350 pagine di un libro che si legge in poche ore, se metto da parte i personaggi ben costruiti, le situazioni opportunamente congegnate e i dialoghi senza pecche… di questo libro non mi rimane nulla. L’ho letto d’un fiato, perché si fa leggere. L’ho letto d’un fiato perché per le prime 349 pagine hai la sensazione che accadrà qualcosa di determinante, che potrebbe farti cambiare la tua visione del mondo. Invece il libro termina senza alcun finale pirotecnico, e la sensazione che resta è quella di non essersi capiti. Perché Piperno mi ha lasciato la sensazione di aver qualcosa di determinante da dire. Quindi a) non era questa l’intenzione dell’autore, e quindi sono io che mi attendevo qualcosa che non ho trovato; b) era esattamente l’intento dell’autore, nel qual caso io non ho capito cosa volesse dirmi. Con questo non voglio presuntuosamente stroncare questo libro, che come ho detto ho letto con piacere. Semplicemente sono rimasto deluso dal non avervi trovato un solo elemento di identificazione, non mi ci sono trovato, non mi ha detto nulla di nuovo su di me o sul mondo, non mi ha aiutato a scoprire qualche nuova verità. E’ stato un po’ come leggere un buon giallo, una specie di divertimento artistico ben confezionato, che da domani avrò dimenticato.
"Se ora guardi allo specchio il tuo volto sereno non immagini certo quel che un giorno sarà della tua vanità." No, non è un passo di Inseparabili ma una canzone di Angelo Branduardi ed evoca la stessa malinconia che aleggia sull'opera di Piperno. Il romanzo tratteggia dei ritratti psicologici che si muovono sullo sfondo della decadenza del nostro tempo, gli strumenti formali che l'autore possiede sono notevoli ma la sostanza prevale sulla forma ed alla fine ne esce un grande romanzo dove la storiella diventa solo il pretesto per un piccolo capolavoro.
Si tratta della continuazione di persecuzione. Un libro un po' impegnativo, incentrato sulle vite dei figli di Leo Pontecorvo già presenti nel precedente libro. Vite decisamente particolari e ricche di conflitti sia interiori che con le persone che con loro convivono. Vite difficili permeate e segnate da quanto loro successo nell'infanzia. Ho provato sollievo di essermi liberata dai loro problemi nel momento in cui ho finito il libro!
Non riuscirò mai a sopportare l'insulsa ignavia dei protagonisti di questo dittico. Comunque molto meglio del precedente "Persecuzione". Dimenticabile.
Oggi vi parlo di un'altra lettura che ho terminato nei giorni scorsi, Inseparabili. Inseparabili. Questo sono sempre stati l'uno per l'altro i fratelli Pontecorvo, Filippo e Samuel. Come i pappagallini che non sanno vivere se non sono insieme. Come i buffi e pennuti supereroi ritratti nel primo fumetto che Filippo ha disegnato con la sua matita destinata a diventare famosa. A nulla valgono le differenze: l'indolenza di Filippo - refrattario a qualsiasi attività non riguardi donne, cibo e fumetti - opposta alla determinazione di Samuel, brillante negli studi, impacciato nell'arte amatoria, avviato a un'ambiziosa carriera nel mondo della finanza. Ma ecco che i loro destini sembrano invertirsi e qualcosa per la prima volta si incrina. In un breve volgere di mesi, Filippo diventa molto più che famoso: il suo cartoon di denuncia sull'infanzia violata, acclamato da pubblico e critica dopo un trionfale passaggio a Cannes, fa di lui il simbolo, l'icona in cui tutti hanno bisogno di riconoscersi. Contemporaneamente Samuel vive giorni di crisi, tra un investimento a rischio e un'impasse sentimentale sempre più catastrofica: alla vigilia delle nozze ha perso la testa per Ludovica, introversa rampolla della Milano più elegante con un debole per l'autoerotismo. Nemmeno l'eccezionale, incrollabile Rachel, la "mame" che veglia su di loro da quando li ha messi al mondo, può fermare la corsa vertiginosa dei suoi ragazzi lungo il piano inclinato dell'esistenza. Forse, però, potrà difendere fino all'ultimo il segreto impronunciabile che li riguarda tutti...
Sinceramente non mi ha entusiasmato, nonostante la scrittura scorrevole. A volte sembra di leggere le ripicche di due bambini viziati, nonostante siano ragazzi sposati. Per contro vengono descritti i problemi di una famiglia benestante ma che sono comuni a tutti noi, tradimenti, passioni improvvise, dubbi alle soglie del matrimonio, problemi lavorativi e tanto altro.
(Il primo romanzo di Piperno che ho affrontato) Capisco l'esigenza di destrutturare la fabula in intrecci sempre più complessi per allettare il lettore e condurlo nei meandri della storia, ma a volte si esagera! Piperno costruisce un intreccio dove si è catapultati dal presente al passato recente al presente al passato remoto e ancora al passato recente e poi al presente e via così... senza che ci siano per forza separazioni grafiche tra questi eventi e senza che ci siano dei punti fermi su cui il lettore possa fare affidamento. Il romanzo si dispiega quasi come se fosse un flusso di coscienza, dove il prima e il dopo non hanno un gran valore, ma il problema è proprio questo perché l'inseparabilità del titolo non emerge in modo prepotente ed invece dovrebbe essere proprio ciò che tiene in pugno gli eventi. Peraltro, l'esordio del romanzo (Filippo viene ammesso al Festival di Cannes) si porta dietro sì alcuni conflitti ma appare una svolta debole rispetto al passato dei protagonisti. Così al termine della lettura mi sono chiesto di cosa parli veramente questo romanzo. E, avendo esso vinto il Premio Strega, mi sono domandato quale sia stato lo spunto geniale che ha colpito la giuria. Il che mi porta alle questioni formali: Piperno gioca molto con gli aggettivi, e in questo mi è molto piaciuto perché lo strumento con cui caratterizza luoghi e personaggi; così come non si abbandona ad una prosa tradizionale e pretende che il lettore lo segua nella sua ipotassi spinta. Ma il mio apprezzamento si ferma qui.
Niet uitgelezen - Binnen mijn coronaprojectje om zoveel mogelijk Italiaanse boeken te lezen die de hoogste, Italiaanse onderscheiding (Premio Strega) ontvingen, werd ik voor het eerst zwaar teleurgesteld. De 100 pagina-regel hanterend besloot ik dan ook er de brui aan te geven.
De eerste honderd pagina's beslaan niets meer dan een overpeinzing van één van de hoofdpersonages. De gebeurtenissen en dialogen gaan voorbij in zijn overpeinzingen en worden dus ook compleet onderbelicht. Daarnaast slaagt de schrijver erin die overpeinzingen zo enorm uitgebreid en overdreven bloemrijk te maken dat het geheel bijna niet leesbaar is. De simpele beschrijving van een niet proper liggend huis duurt bijvoorbeeld pagina's lang in zinnen die geen punt lijken te bevatten. Wanneer al dat literair gegoochel enkel het literair gegoochel tot doel heeft, blijft enkel de pretentie over.
Lettura gradevole, ma a tratti poco convincente, sia nella scrittura che nella trama. Il finale è un po’ troppo ovvio e le figure dei due fratelli in alcuni passaggi sono troppo stereotipate. Ben strutturato, invece, il personaggio della madre, così come mi hanno convinta alcune dinamiche familiari, anche se non raggiungono le vette introspettive che mi sarei aspettata. Nel complesso, comunque, è un romanzo che ho letto volentieri, apprezzando, in particolare, le pennellate fugaci con cui viene descritto un certo contesto romano, apparentemente accogliente, ma, in realtà, intriso di taglienti convenzioni che lo rendono nel tempo stesso inospitale, sintetizzato nel salotto dei Rubén.
Ho letto il primo libro del dittico „Persecuzione“, nel quale il narratore riempiva le pagine con il suo giudizio spassoso ed eloquente.
Perciò potete immaginarvi quanto fossero le mie aspettative disattese nel notare un narratore inizialmente abbastanza silenzio rispetto al primo libro. Per fortuna si è ripreso dando sfogo all’ironia e a un piccolo colpo di scena fino alla fine del romanzo.
Nonostante mi aspettassi un ritorno di scena di una certa nevrotica Camilla (libro I ) e magari anche, perché no, un po‘ di sana giustizia, ho accusato il colpo ma ammetto : „ mi è piaciuto „
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Προσπάθησε να μου το πει από νωρίς. "Ο γάμος του με την κόρη ενός εκατομμυριούχου ήταν αριστοτεχνική κίνηση" (σελ. 10) Δεν του έδωσα σημασία. Συνεχίζει: "Ο πατέρας του υπήρξε παιδογκολόγος διεθνούς φήμης, για πολλά χρόνια η μητέρα του ήταν η πιο "ιν" γεροντολόγος..." (σελ. 10). Συνέχισα να κρατάω το βιβλίο και γύρισα σελίδα. Ε, στο "Κάτι κοινό που είχαν με την σύζυγό του ήταν η αδιαφορία τους προς τα υλικά αγαθά" (σ. 11) το πήρα το μήνυμα. Δεν είναι για μένα αυτό το βιβλίο.
2.5 stelline aumentate a 3 per le ultime 100 pagine. Il problema è arrivarci alle ultime 100 pagine. E sorvolare quel senso di insoddisfazione e incompiutezza che rimane dopo l'ultima pagina.
...both I did enjoy them really much !!! (...indeciso tra le 4 e le 5 stelle)
========== Questa vita è un ospedale in cui ogni ammalato è posseduto dal desiderio di cambiare letto. CHARLES BAUDELAIRE Adesso che ho vinto uno slam, so qualcosa che a pochissimi al mondo è concesso sapere. Una vittoria non è così piacevole quant’è dolorosa una sconfitta. ANDRE AGASSI ========== Aveva senso infettare il benessere conquistato grazie a una lunga indolenza con il germe dell’ambizione? Aveva senso, raggiunto un grado di saggezza che nel corso dei millenni uomini molto più in gamba di lui avevano soltanto saputo invocare, mandare a puttane tanta sapienza? ========== Il problema di uomini come Samuel Pontecorvo è che non riescono a fare a meno di circondarsi di donne molto più in gamba di loro. E il guaio ancora più grosso è che gli uomini come Samuel Pontecorvo sono i primi a essere consapevoli di tale irrefutabile inferiorità. ========== Gli uomini muoiono molto più lentamente dei loro corpi. La tua mente fa un po’ di fatica ad accettare l’idea che qualcuno che hai sempre dato per scontato d’un tratto non ci sia più. Per questo l’incontro con la morte di tua madre avviene quando meno te lo aspetti, molto tempo dopo l’effettiva estinzione del suo organismo.
E' il primo libro di Piperno che leggo. L'aspetto che mi ha colpita maggiormente è lo stile della scrittura. Ricercata, elegante e curata, il genere di scrittura che generalmente voglio trovare quando leggo un libro che, oltre ad emozionarmi, deve arricchire il mio bagaglio culturale e lesscale. Quindi, sotto questo punto di vista, promosso a pieni voti. Non dò 5 stelle per la storia, è bella e i personaggi convincenti e ben costruiti ma il finale è a mio parere un po' affrettato, arriva all'improvviso quando sembra che la storia non debba ancora finire. Comunque un ottimo libro, e leggerò presto altre opere di Piperno.