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Italia longobarda. Il regno, i Franchi, il papato

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Chi sono i Longobardi? Certamente unalternativa al potere dei papi e dei re franchi. Ma sono stati sconfitti e su di loro è calato loblio dei vincitori.La conquista franca, la creazione del primo impero medievale e gli inizi della dominazione territoriale da parte della Chiesa di Roma: questi tre avvenimenti, difficilmente prevedibili anche solo pochi decenni prima, cambiano profondamente la storia d'Italia alla fine dell'VIII secolo. Fra i protagonisti, gli sconfitti sono i Longobardi che con la loro lunga storia cadono nell'oblio. Stefano Gasparri recupera la loro memoria, presenta la società longobarda in tutta la sua complessità, senza trascurare i contatti e i rapporti tutt'altro che eternamente conflittuali avuti con la stessa Chiesa romana.Un racconto affascinante che restituisce la complessità di quell'epoca e aiuta a liberarsi dai pregiudizi negativi nei confronti dei Longobardi.Approfondimenti on-lineConsulta l'ampia bibliografia sui temi trattati nel volume.

208 pages, Paperback

First published May 18, 2012

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Stefano Gasparri

26 books2 followers

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Displaying 1 - 7 of 7 reviews
Profile Image for Marmott79.
136 reviews36 followers
February 11, 2018
Per ridare dignità a 200 anni di storia italiana!
Per una maggior godibilità filologica raccomando caldamente la lettura dello studio di Stefano Gasparri solo dopo la lettura di Storia dei Longobardi di Jarnut e ovviamente dopo Paolo Diacono, fonte primaria, seguendo così anche l’evoluzione degli studi sui Longobardiun filo temporale: Jarnut pubblica nel 1982, Gasparri trenta anni dopo nel 2012 e la prospettiva, vuoi per la nazionalità degli autori, vuoi per gli studi, le scoperte e le analisi di studiosi del popolo Longobardo è totalmente ribaltata.

I 200 anni di dominazione longobarda vengono visti da una prospettiva rivoluzionaria. Tabacco fu tra i primi a vedere in chiave positiva l’arrivo dei Longobardi in Italia, un punto di rottura con il passato che ha impresso un forte cambio di direzione alla penisola che prima aveva il suo baricentro nel Mediterraneo e poi fu sempre più tendente al Continente.

LE FONTI
Gasparri mette a confronto l’Editto di Rotari, unica fonte coeva del VII secolo con i ritrovamenti archeologici, pochi e maltrattati, i corredi funerari, i resoconti dei processi, gli atti catastali… lì dove la storiografia classica aveva affrontato il tema dei Longobardi solo tramite le fonti letterarie accreditate di Diacono, dei Liber pontificales e dell’Historia Francorum, ovvero fonti tarde e filtrate politicamente in senso anti-longobardo, Gasparri va oltre e mette alla prova le fonti classiche riuscendo più volte a scoprire i punti deboli, le storture e le manomissioni. E’ proprio vero che la storia la scrive chi vince, in questo caso vinsero i Franchi e il Papa e per più di un millennio la loro è stata l’unica versione.

L’INTEGRAZIONE
Studiosi come Jarnut hanno sempre lamentato le scarsissime tracce lasciate da questo popolo aspettandosi di trovare tra i reperti archeologici divisioni marcate di ciò che era longobardo o romanico senza considerare il fatto che forse l’integrazione tra Longobardi e Romanici aveva portato di fatto alla scomparsa degli elementi divisivi tanto che a pochi decenni dalla conquista non si riuscivano più a distinguere case romaniche da quelle longobarde, tombe romaniche da quelle longobarde… Jarnut sottolinea le differenze e divisioni tra i due popoli, Gasparri i tratti comuni e l’integrazione. Questo libro dimostra che il popolo italiano in quei due secoli combaciava con il popolo longobardo e che l’integrazione era stata abbastanza veloce, intuizione dimostrata anche dal fatto che il primo scritto longobardo, l’Editto di Rotari del 643, sia redatto in lingua latina.

IL RAPPORTO CON LE GERARCHIE RELIGIOSE
Altro aspetto molto interessante di questo studio è l’analisi delle gerarchie religiose che non furono affatto massacrate, profanate e smembrate come fanno credere sia Paolo Diacono sia i Liber Pontificalis coevi ma funsero da patteggiatori, interlocutori tra i Longobardi e il mondo bizantino. Se è vero che gli ecclesiastici di rango senatorio seguirono le corti bizantine e romane lasciando buona parte dei territori conquistati è anche vero che il clero medio-basso continuò la sua opera all’interno del mondo longobardo tanto che già venti anni dopo la conquista l’erede al trono Adaloaldo venne battezzato secondo il rituale cattolico.

E’ interessante l’analisi di Gasparri sulle relazioni tra le gerarchie religiose e i Longobardi: da un lato sottolinea come l’assenza di un clero “alto” che potesse fungere da consiglio del re abbia di fatto impedito al Regno longobardo di diventare quella potenza politica che diventò il regno franco pochi anni dopo con i Carolingi proprio grazie all’aristocrazia ecclesiastica. Questa mancanza è tangibile proprio nella letteratura coeva fatta soprattutto di atti giudiziari e codici di leggi. Mancano in toto, se si esclude L’Origo Gentis Langobardorum e Paolo Diacono, l’una perduta e l’altra redatta dopo la fine del Regno Longobardo, le cronache e le lettere, veri strumenti di propaganda politica come sia il papa sia i Carolingi hanno dimostrato in seguito. La mancanza di un consiglio esperto degli affari della Penisola e di una buona propaganda si noterà poi nelle divisioni interne del regno e nella mancanza di una dinastia reale forte come tra i Franchi, appoggiata dal papa e dal senato ecclesiastico e tutto ciò contribuirà purtroppo alla caduta del Regno.

Inoltre gli stessi re Longobardi, che nel diritto tenevano molto in considerazione il patrimonio, da Liutprando in poi agevolarono sempre più i lasciti a chiese e monasteri rendendoli di fatto sempre più forti, ricchi e influenti come istituzione… in poche parole hanno minato le proprie stesse basisi sono praticamente scavati la fossa da soli: l’istituzione del papato era praticamente ininfluente dopo la guerra gotica: il papa non era altro che il capo di un istituzione religiosa di stanza a Roma e sottoposto all’autorità del duca di Bisanzio. Poi Bisanzio si allontanò dall’Italia per vari motivi e i re longobardi non furono in grado di riempire il vuoto di potere venutosi a formare. Di fronte a questa incapacità altre due potenze presero il sopravvento: il Papa e Carlo Magno.

Il capitolo V del saggio narra la caduta o meglio narra di come è stata riportata la caduta del regno longobardo nei testi partendo ovviamente sempre dalla letteratura papale e carolingia ma dando anche ampio spazio a testimonianze di origine longobarda che ancora nel IX secolo parlavano di Desiderio e di Adelchi come eroi.

Per seguire il filo della Marmotta http://marmott79.blogspot.it/2018/02/...
Per seguire la SfidaMedioevo http://marmott79.blogspot.it/p/sfida-...
Profile Image for Vladimiro.
Author 5 books37 followers
April 10, 2020
Bellissimo libro che ridà dignità ai Longobardi, popolo su cui per lungo tempo è calato un giudizio negativo, frutto anche della sconfitta (la storia la scrivono i vincitori, in questo caso è assolutamente vero).

Il libro, come spiegato dal sottotitolo, si concentra su alcuni aspetti dell'ultimo secolo del regno anche perché, con grande onestà, l'autore ammette la grave mancanza di testimonianze per il primo periodo (VI-VII secolo). L'esposizione è arricchita dai precisi riferimento testuali alle fonti letterarie (poche) e, soprattutto, ai documenti giudiziari (di origine regia e non), che vengono usati per ricavare indizi sulla società dell'epoca. Ad esempio, dall'elenco dei testimoni chiamati a deporre in un certo processo di inizio VIII secolo, si fa notare che mai essi vengono definiti Romani o Longobardi, ma distinti soltanto per condizione laica od ecclesiastica; così come si fa notare che i negoziantes (cioè artigiani di città) sono inclusi tra gli strati più ricchi della popolazione e devono servire nell'esercito. Sono tutti indizi che confermano un fatto importante: alla metà dell'VIII secolo Romani e Longobardi, superate le distinzioni religiose e di classe, si erano definitivamente in un solo popolo.

L'autore si concentra poi sulla ricostruzione dei rapporti tra Longobardi, Franchi e Papato, indagando gli "strati di propaganda" delle varie fonti (che sono gli annali di storia franchi, il liber pontificalis, alcune lettere e poco altro). La storia passata poi alle masse (il papa chiede aiuto ai Franchi, che intervengono) è ovviamente una semplificazione di cinquant'anni di rapporti travagliati, con fasi alterne, che, potenzialmente, erano aperto ad ogni prospettiva. Non era assolutamente ineluttabile la fine del regno longobardo, giunto ad un passo da unire l'intera penisola. Basti pensare all'aiuto di Liutprando contro gli arabi in Provenza o all'adozione di Carlomanno, fratello di Pipino il Breve o, infine, al famoso matrimonio di Carlo Magno con la figlia di Desiderio.

Su alcuni aspetti l'autore è carente. L'analisi è per lo più sui documenti primari dell'epoca, non sulle testimonianze archeologiche. O forse il libro non si proponeva analisi differenti, non saprei dire.

Lettura consigliata, dunque, ma comunque di livello specialistico. Bisogna avere, come prerequisito, più che un'infarinatura di storia longobarda e altomedievale.
Profile Image for Lorenzo.
92 reviews6 followers
Read
April 12, 2025
Non so perché l’ho fatto.
Profile Image for Gian.
319 reviews1 follower
October 22, 2023
3 - stelle su 5

Questo libro è un lungo saggio sulla storia del Regno dei Longobardi dalla spedizione di Alboino (seconda metà del VI secolo) fino alla conquista dei Franchi avvenuta due secoli dopo.

È un saggio molto approfondito, forse anche troppo, che si perde spesso nella narrazione di eventi minori e nell'analisi puntuale di centinaia di fonti, e questo inevitabilmente rende la lettura molto lenta e pesante e, per quanto mi riguarda, anche molto noiosa e poco interessante, dato che non sono un appassionato di storia e il tutto mi interessa relativamente (solo per sostenere un esame universitario).

Ha una scrittura molto piatta e priva di attrattiva. È sicuramente utile per studiare i Longobardi, ma, per me, non regge il confronto con un manuale "standard" anche perché mette insieme un sacco di informazioni, a volte solo accennandole, per cui è necessario possedere delle conoscenze pregresse per non rischiare di perdere il filo o di non capirci più nulla. L'autore non è sempre chiarissimo nella sua analisi e il suo discorso spesso si perde in lunghe digressioni che non aiutano di certo a capire.

È sicuramente un libro valido, per carità; c'è un grande lavoro di ricerca e di ispezione delle fonti. Ma non è coinvolgente, è poco divulgativo, e forse anche in parte poco adatto ai "non addetti ai lavori."

La storia è quella, gli eventi non possono di certo essere cambiati, ma forse si potrebbe quantomeno adottare uno stile più attrattivo per non tediare eccessivamente il lettore.

Ottimo per preparare un esame, ma mediocre per una lettura "di approfondimento", a meno che non si è degli storici o degli appassionati incalliti.

Ho letto altri saggi storici scritti meglio e di gran lunga più coinvolgenti.
217 reviews8 followers
September 10, 2024
4,5.
È innegabile che questo libro faccia il suo dovere: è breve ma piuttosto denso (avrei bisogno di leggerlo altre due volte per assimilare bene tutte le informazioni, ma non dovendo dare esami di storia medievale mi guardo bene dal farlo), ed espone i fatti con chiarezza. Avrei preferito un'introduzione più approfondita sui primi anni dei longobardi in Italia, anche se è vero che le fonti a riguardo non sono tantissime, ma ho apprezzato il livello di dettagli con cui è stato esplicato il rapporto dei longobardi con Carlo Magno e soprattutto il capitolo relativo alle diverse percezioni dei fatti per come emergono dalle fonti medievali. Ammetto comunque che l'ho trovato interessante e utile, ma non troppo appassionante; ma ciò perché l'argomento non è il mio ambito di preferenza, anche se mi affascina, e d'altra parte questo è un libro abbastanza scolastico, con uno stile piuttosto secco che non risulta particolarmente coinvolgente. Ma per un primo approccio al tema è ottimo, e inoltre ha risolto un dubbio che avevo da anni sulla pratica del taglio dei capelli presso i longobardi, quindi direi che è pienamente promosso.
Profile Image for Fabio Cavaler.
20 reviews
February 15, 2025
Non è un libro adatto a chi si affacci per la prima volta al mondo dei Longobardi, ma piuttosto per chi voglia approfondire i temi soprattutto della politica e del rapporto con la Chiesa.
Il libro analizza e confronta le (poche) testimonianze scritte che abbiamo sia di mano dei longobardi stessi che delle altre parti (i Franchi, il papato e poco altro) per evidenziarne la veridicità storica, l'intento propagandistico o di distorsione dei fatti.
é un agile lettura, ma lo consiglierei a chi abbia già nozioni di geopolitica e storiografia del mondo del regno longobardo.
Profile Image for Lorenzo Domenis.
13 reviews2 followers
March 18, 2021
Gasparri tratteggia con cura le principali dinamiche politiche dell'Italia longobarda. Di particolare pregio la sezione dedicata ai rapporti diplomatici del triangolo papato, regno franco e regno longobardo.
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