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El tren de la última noche

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En la Europa desolada de 1956, dividida en dos por los vencedores de la Segunda Guerra Mundial, Amara, joven periodista de Florencia, decide cruzar el telón de acero tras las huellas de Emanuele, su amor de adolescencia.

En el trayecto de Amara por encontrar el amor perdido la maestría de Dacia Maraini nos retrata la catástrofe y el abismo en que se precipitó el siglo XX.

464 pages, Hardcover

First published January 1, 2008

25 people are currently reading
587 people want to read

About the author

Dacia Maraini

248 books260 followers
Dacia Maraini is an Italian writer. She is the daughter of Sicilian Princess Topazia Alliata di Salaparuta, an artist and art dealer, and of Fosco Maraini, a Florentine ethnologist and mountaineer of mixed Ticinese, English and Polish background who wrote in particular on Tibet and Japan. Maraini's work focuses on women’s issues, and she has written numerous plays and novels.

Alberto Moravia was her partner from 1962 until 1983.

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Community Reviews

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287 (40%)
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60 (8%)
1 star
14 (1%)
Displaying 1 - 30 of 69 reviews
Profile Image for Violet wells.
433 reviews4,481 followers
April 29, 2017
All my instincts were haranguing me to abandon this around page 40 but my stupid stubbornness to finish what I begin triumphed again…

The novel begins with Amara, a Florentine journalist, on a train. She is about to visit the Holocaust museum at Auschwitz. She begins reading letters sent to her by her childhood soulmate, an Austrian Jewish boy whose parents, in an inexplicable fit of nationalism, left Florence and returned to Vienna after Hitler invades. The first big problem is these letters, sent from the Lodz ghetto. There’s no artistry whatsoever in their composition. They’re like a wholly impersonal bombardment of research. Maraini writes about the Holocaust as if she is the first person ever to do so and we, as readers, should be shocked by details we’ve actually heard a hundred times before. If a novel is to be truly moving there has to be a convincing imaginative identification with its characters and their predicament, not merely a stockpiling of shocking detail delivered by a talking head. It’s like the difference between being told there’s a famine in Somalia and being shown images of a mother tending to her starving child. We need to see the humanity in the suffering to be truly moved by it. This is a novel of constructs rather than characters.

Soon the unsuccessful 1956 uprising in Budapest takes centre stage and remains there for most of the novel. I didn’t understand how that connects to the Holocaust. Again there was an awful lot more telling than showing.

It ends with an Auschwitz survivor, another talking head, telling us what it was like in the camp and this I found distasteful. It wasn’t shocking or moving; it was just irritating in its righteous presumption.

There were glimmers that Maraini has interesting things to say; unfortunately though not about the Holocaust or the uprising in Budapest.
Profile Image for Dolceluna ♡.
1,265 reviews158 followers
December 4, 2018
Dalla rivoluzione ungherese dell'Ottobre 1956 al clima freddo e ostile della Guerra Fredda passando per il campo di sterminio di Auschwitz.In questo libro, romanzo storico e romanzo epistolare, Dacia Maraini affronta temi caldi e pone il treno come metafora di un percorso nel proprio passato e nella propria coscienza ma anche nell'ignoto, alla ricerca di conferme e verità. Verità che, quando veranno a galla, faranno male. E molto.
Amara è la protagonista del romanzo, e l'autrice non avrebbe potuto scegliere un nome più adatto: amara è infatti la sua vicenda, quella appunto di un viaggio nel cuore dell'Europa appena uscita dalla Seconda Guerra Mondiale e scossa da quella Fredda, alla ricerca di Emanuele, un amore giovanile di cui si sono perse le tracce nel ghetto di Lodz; amara e piena di sgomento è la sua tappa nell'Ungheria mossa dalla rivoluzione d'Ottobre; amarissimo è il finale, un macigno che si fa fatica ad ingoiare, un pugno cattivissimo, forse inatteso eppure plausibile.
Sì, decisamente l'amarezza è il sentimento che fa da sfondo alla storia narrata.
Di certo in alcuni aspetti il romanzo lascia un po' desiderare: ad esempio la parte relativa alla Rivoluzione d'Ottobre risulta a tratti un po' troppo confusa e ricca d'azioni abbozzate e non sempre ben approfondite (forse la Maraini ha voluto mettere un po' troppa carne al fuoco e ne è venuto fuori un minestrone non sempre cotto al punto giusto); allo stesso modo alcuni elementi (come lo stile epistolare maturo e accurato, da "adulto", di Emanuele, nonchè lo stretto legame instauratosi fra Amara e le due figure maschili che conosce per strada e che subito s'impegnano nell'aiutarla nella sua ricerca) risultano poco plausibili. Tuttavia lo stile limpido, lineare, empatico ma non mieloso dell'autrice, unito alla sua volontà di gridare al pubblico temi impegnati in un'epoca di facilità e leggerezze rendono il risultato complessivo più che buono. E confermano la mano di un'autrice capace e coinvolgente.La frase di chiusura, poi, è una gemma da incorniciare.
Profile Image for Eibi82.
193 reviews65 followers
Read
September 13, 2019

Decía hace unos días Edna O'Brien en El País que "una pieza de ficción no es cuestión de mentira o realidad, sino de intensidad del sentimiento, de identificación con el personaje, el entorno, el contexto". Sus palabras encajan perfectamente con esta lectura.

En esta historia acompañamos a Amara, periodista italiana que decide cruzar el telón de acero para hacer una crónica de la situación tras la IIGM y a su vez, buscar a Emmanuel, su amigo de la infancia desparecido en 1943. Tan solo tiene unas cartas que él le escribía desde el gueto de Lodz y un diario que le hicieron llegar tras acabar la guerra.

La novela se mueve entre los recuerdos de infancia, las cartas contando los primeros pasos del nazismo y fascio italiano, la vida en el gueto y el horror de los campos de concentración...; pero no llegáis a imaginar cómo lo cuenta. Este creo que es uno de los puntos fuertes de la novela, la forma de rememorar ese momento y cómo va envolviendo a los personajes.
Hay también una pequeña parte centrada en la situación de Hungría en la época, con la ocupación rusa; para mí, muy interesante, porque conocía muy poquito al respecto, aunque reconozco que puede "sacarte" de la trama principal.

Pocas veces un libro me deja sin saber qué decir y con un sentimiento de desesperanza tan profundo como me ha dejado este.
Mientras que gran parte de la lectura tiene el tono inocente de los recuerdos de infancia -y un presente lleno de posibilidades- el último tercio del libro da un giro radical hacia la rabia, la amargura y la impotencia de saber, que no se puede hacer nada ante lo que hemos leído/vivido, ni siquiera hay redención o esperanza.

Dacia Maraini escribe muy bien, consigue que la búsqueda vital de Amara se convierta en la tuya propia; expone con claridad las dos caras de la guerra y sus consecuencias; te deja con la sensación de haber vivido un viaje de los que no se olvidan. Y menos mal, porque a pesar del dolor, tener memoria puede evitar repetir el horror que supuso esa parte de la historia.

" Qué será, será; whatever will be, will be, the future is not ours to see; qué será, será..."

Profile Image for Claudia.
346 reviews17 followers
December 17, 2014
"Sembrava che lui mi fissasse....col suo sguardo dilatato e immenso che avvolgeva, condannava, esecrava tutto l'universo. Mi sembrò di sentire quel grido sussurrato: Che orrore! Che orrore!."
E' la storia di Amara che va in cerca, nell'immediato dopo guerra, del suo amico d'infanzia Emanuele Orestain, il bambino che tanto lei ha amato nella sua Firenze, da piccoli giocavano, andavano in bici, erano ghiotti delle buonissime ciliegie, ma un giorno del 1939, i genitori del piccolo decidono di rientrare a Vienna, loro ricchi ebrei, famiglia importante non temevano l'avanzare delle idee di Hitler e del nazismo, stupidamente pensavano di essere indenni dall'orrore che quotidianamente colpiva gente delle loro origini. Emanuele tiene informata Amara, tramite lettera prima e poi lascerà un piccolo quaderno/diario, all'interno di una crepa in un muro nel ghetto di Lodz, dove racconta tutte quello che gli succede fino alla deportazione, dove si perdono le sue tracce.
Amara parte da qui, percorre l'Europa, durante la guerra fredda, alla ricerca del suo caro amato amico perchè è convinta che lui sia vivo, alla fine lo troverà, completamente cambiato dall'ORRORE che ha vissuto. "Ombra mai sazia di splendide apparenze, di realtà spaventose:ombra più cupa che non le ombre di notte". (Conrad)
Questo libro è un viaggio terribile, che ripercorre con cruda realtà tutto il male delle persecuzioni fatte da Hitler e dai suoi uomini. Quanto male hanno causato al popolo ebreo, uomini e donne ai quali veniva tolta la loro dignità, erano un numero e subivano ogni tipo di atrocità, crudeltà e perversione. Tutte le idee di un pazzo, Hitler, che inneggiava ad una razza perfetta, pura, che eliminava "una specie parassita", avevano reso cieco ed esaltato il popolo tedesco che a fine guerra deve aver provato una grande vergogna, disagio e turbamento, terribile deve esser stato scoprire ciò che avveniva nei campi di concentramento.
"...una fila di donne nude, dalle carni bianche, come appare la pelle quando viene spogliata dei vestiti, d'inverno. Una nudità così non l'ho mai veduta. Una nudità che, nel suo rivelarsi ultimo, arreso, si fa lieve, trasparente e muta. Le teste sono incassate nelle spalle, i petti incurvati in avanti, le mani a coprire i sessi. Sono i dannati che si avviano, senza ribellarsi, verso l'estrema condanna, pur sapendo di essere innocenti. C'è un marchio che li inchioda al loro destino di martiri. Sono colpevoli di vivere, di essere se stessi. Anche se non hanno ascoltato il serpente, se non hanno morsicato la mela della tentazione, sono lì a subire l'umiliazione del rifiuto divino. Per sempre, dicono, quei corpi curvi, per sempre. Ma perchè?"
Un racconto complesso che tratta temi forti, tristi e intolleranti, un pezzo della nostra storia che non va dimenticata, ci umilia ed avviliste, l'Olocausto costituisce un evento fondamentale per comprendere sia la civiltà occidentale che l'evoluzione degli stati nazionali, la moderna società burocratica e, naturalmente, la natura umana. L'Olocausto altro non fu che l'assassinio premeditato di milioni di civili innocenti. Un libro che porta a pensare ed a riflettere, bello e tristissimo allo stesso tempo.
"Il futuro si apre davanti a lei come un fiore precoce che ha sentito il primo raggio di sole, ma potrebbe rimanere congelato sul ramo. Perché la primavera non è ancora arrivata e quel raggio di sole l'ha ingannata."

Profile Image for Daenerys.
137 reviews
March 18, 2014
Train to Budapest (Italian: Il treno dell’ultima notte, literally “The Train of the Last Night”) chronicles the journey of a young Italian journalist through the post-war gloom of Eastern Europe in 1956. She’s looking for her long-lost childhood love Emanuele, a boy of Austrian Jewish descent who disappeared during the war, leaving behind a bundle of love letters that constantly remind her of what could have been. Her search seems doomed from the start as she faces border guards and long train journeys that take her beyond the Iron Curtain into the bleak and grey world of the Soviet Union. Although she seems to have relatively few issues when crossing borders and never gets into serious trouble, a number of elements in the narration suggest that her search will not be fruitful, starting from her own name, Amara, meaning bitter or sour in Italian. In addition, there are numerous references to Heart of Darkness throughout the book: while they can be interpreted as referring to the Holocaust as a whole, they also seem to ominously point to more horrors ahead.
The character of dreamy, self-contained Amara is well constructed, as is that of the people who accompany her on her journey, during which she encounters a heterogeneous mix of people from Austria and the Soviet-occupied states, in particular Hungary and Poland. Amara’s meetings attempt to provide a comprehensive picture of a haunted, frightened post-war Europe which includes unapologetic ex-Nazis but, curiously, no Russian characters at all: the Soviet Union remains impenetrable and distant, its people hidden behind statues of Stalin and stuffy propagandistic speeches on the radio.
As Amara’s quest takes her to Vienna, Krakow, Auschwitz and Budapest, the plot wanders progressively away from Emanuele and drags the protagonist and her companions into the wider historical setting: this move away from the individual story starts with the tale of the Battle of Stalingrad and continues when the main characters find themselves in Budapest in the middle of the Hungarian Revolution. In spite of the engaging and well-developed characters, this is where I began to lose interest: the narration is dry and aseptic and relates the events in a style so clunky that it reminded me of old newsreels (and I don’t think that was a deliberate choice).
When the search for Emanuele resumes after the events in Budapest, it is with a renewed sense of disillusionment and tiredness. As the novel comes to an end .
Although this is a good book and I do not regret reading it, it wasn’t gripping enough to keep me interested all the way through, especially after the bit set in Budapest (given that this is the second time this has happened - the first time was with Under the Frog - I had to conclude that novels about the Hungarian Revolution are not for me). The strong point of Maraini’s style is characterisation; if you like well-rounded characters, and you’re interested in post-WWII Eastern Europe, you will probably enjoy this.
Profile Image for Mery.
236 reviews25 followers
October 31, 2019
¡Qué bien escribe Maraini! He disfrutado mucho este libro, los datos históricos y la profundidad con la que aborda los sentimientos de los personajes. No solamente son simples personajes adornando una historia, están completamente retratados, tanto física como psicológicamente. Es una historia que transcurre en la Europa de la postguerra, con todas las heridas, el hambre y la pobreza aún latentes. Amara está en búsqueda de alguien que conoció durante su infancia, pero este viaje que emprende al centro de los acontecimientos, le ayuda a buscar a sí misma, a conocer la verdad de la guerra y a entender muchas cosas que desde su país no ha entendido. Me ha gustado mucho el final porque aunque algo inesperado, intuyo a una protagonista fortalecida.
Profile Image for Fifu.
24 reviews3 followers
July 3, 2020
Ho adorato questo libro e sicuramente recupererò altro della Maraini.
Una trama avvincente che si sviluppa tra passato e presente, un presente ambientato negli anni ‘50, che ha come sfondo diverse città e diverse realtà. Da subito la storia di Amara mi ha coinvolta, mi è entrata dentro e mi sono trovata in sintonia con questa protagonista, una giovane donna alla ricerca di una figura del suo passato, che continua ad amare attraverso delle lettere, nelle quali si rifugia nel momento del bisogno.
I personaggi che Amara incontra durante il viaggio mi sono piaciuti tantissimo e ho trovato tutto il contesto storico davvero affascinante. Ho trovato magnifico anche lo stile di scrittura, che, restando semplice, riesce a rappresentare sentimenti immensi e contrastanti.
Il finale mi ha distrutta, non dico altro, ma concludo consigliando questo libro a tutti. Bellissimo.
Profile Image for Chequers.
597 reviews35 followers
December 14, 2020
Avevo deciso di dare 5 stelle a questo libro di Dacia Maraini, che tratta in maniera leggiadra un argomento pesante come un macigno: ho tolto una stella per il finale, che mi e' sembrato scritto da un'altra persona, e' come se facesse parte di un altro libro, molto frettoloso, anche se probabilmente e' un effetto voluto dalla scrittrice.
E' comunque un libro che mi ha preso tantissimo e che consiglio vivamente: oltre la ricerca dell'amico ebreo le cui tracce si perdono dopo la sua deportazione dal ghetto di Lodz, viene descritta l'insurrezione di Budapest del 1956 vista dalla parte della popolazione.
Profile Image for cseri.
11 reviews1 follower
October 18, 2019
Megdöbbentően rossz könyv. Nyilván a magyar vonatkozása miatt adták ki, ugyanis ez egy olyan holokausztregény, amiben egy rész az 56-os forradalomról szól. De hogy miért, az nem igazán derült ki számomra. Arról van szó, hogy a főszereplő egy második világháborúban eltűnt gyerek után nyomoz, és mellesleg elvetődik Budapestre, ami egyébként zsákutca a nyomozás szempontjából, de ha már ott van, akkor átéli a forradalmat, persze mindig épp ott, ahol az épp zajlik. Akár ki is maradhatott volna ez a rész, a cselekményhez nem sok köze van.
Amúgy. Talán nem túl szép ilyet írni, a téma iránti tisztelet miatt, de holokausztról szóló regényként ez a könyv szerintem, vagy nekem legalábbis már nem mond semmi újat, nem ad új nézőpontot, lényegében egy újabb lenyúzott bőr a témáról. Ami ebben benne van, azt már mind olvastuk máshol.
Az 56-os események leírása is közhelyes. A szereplők hiteltelenek, úgy összességében sem hihetőek, de néha meg konkrétan úgy viselkednek, ahogy ember nem viselkedik. Például látott már valaki olyan férfit, aki az új ruhájában megpördül, hogy megcsodálják?? Meg még olyanokat csinál a szerző, hogy öt soron át taglalja, hogy valakin milyen ruha van, de azért biztonság kedvéért a végére még odaírja, hogy nagyon elegáns. Hátha nem értettük azt.
Elolvastam, mert kíváncsi voltam, mire fut ki, de végig azt éreztem, időpocsékolás.
Profile Image for Sally68.
298 reviews32 followers
February 9, 2022
Amara e la sua voglia di tenere vivo un ricordo, un sentimento. Amara che scoprirà quello che gli orrori e gli eventi del nazismo possono provocare e lasciare nei sopravvissuti. Amara che non solo affronterà la questione della Seconda guerra mondiale e quello che ha comportato ma si ritroverà anche coinvolta a vivere giornate drammatiche durante la rivoluzione ungherese del 56 e la conseguente invasione da parte della Russia. Amara che non ha tenuto conto che la vita ci cambia e che le esperienze fatte segnano e lasciano ferite che non si possono più rimarginare. Un finale crudo, duro, di monito, per farci riflettere quanto l'uomo sia stato capace di fare a un suo simile. Grande lavoro della Maraini, in qualche tratto anche troppo particolareggiato, per un comune lettore come me. Bella lettura!
Profile Image for Albus Eugene Percival Wulfric Brian Dumbledore.
587 reviews96 followers
January 1, 2019
[Feb 22, 2015]
«un senso di panico nel cuore …»
Dicembre 13, 2014, Santa Lucia. Lucia mi regala il mio primo libro di Dacia Maraini.
Santa Lucia muore il 13 dicembre 304, durante le persecuzioni di Diocleziano a Siracusa. Il libro parla di persecuzioni. Quando si dice il caso …
Vienna, 1956. «Arrivederci, console Schumacher. Lei è stato molto utile. Non per trovare le tracce di Emanuele Orenstein, ma per capire cosa è stato il nazismo in questo paese: come ha saputo corrompere anche le persone oneste, trasformandole in cieche e sorde.»
Firenze, anni ’30. Amara Sironi, dieci anni, figlia di un ciabattino, è amica di Emanuele, coetaneo e figlio di un industriale ebreo. Il loro è un rapporto di affetto appassionato. Nel dicembre del ’39, contro ogni logica e prudenza, la famiglia di Emanuele si trasferisce nella bella casa della mamma, in Schulerstrasse a Vienna ...

«E quello che mi addolora è che l’8 dicembre, all’VIII Congresso del Partito Comunista Italiano è stato approvato l’intervento sovietico in Ungheria, isolando le voci dei dissenzienti.»
Il libro inizia con queste due citazioni tratte da Cuore di tenebra di Conrad:
«Mi chiesi cosa ci stessi a fare là, con un senso di panico nel cuore come se mi fossi smarrito in un luogo pieno di misteri assurdi e crudeli, proibito ai mortali.»
«Sembrava che lui mi fissasse […] col suo sguardo dilatato e immenso che avvolgeva, condannava, esecrava tutto l’universo. Mi sembrò di sentire quel grido sussurrato: che orrore,! Che orrore!».

Tanti, tantissimi anni fa ho visitato il lager nazista di Mauthausen. Non ho mai finito il mio ‘tour’. Dopo la visita alla sala medica, provvista di adeguata lastra di marmo con relativi canali di scolo del sangue per le operazioni … sperimentali, senza anestesia, e lo strumento per misurare l’altezza delle persone, ingegnosamente ‘adattato’ per ospitare la pistola per il risolutore colpo alla nuca, il mio cervello aveva opportunamente staccato la spina.
Tiene in mano un libro di Pascal e legge a voce alta: «Si immagini un gran numero di uomini in catene, tutti condannati a morte, alcuni dei quali siano ogni giorno sgozzati sotto gli occhi degli altri; coloro che restano vedano la propria sorte in quella dei propri simili e, guardandosi l’un l’altro con dolore e senza speranza, aspettino il loro turno. Questa è l’immagine della condizione umana.»
Giusto celebrare la Giornata della Memoria, ma senza una reale conoscenza delle origini e sul portato degli orrori passati e … presenti, la belva umana cantata da Guccini, di sangue non sarà mai sazia.
«La bellezza può contenere in sé la giustizia o sono due verità che si oppongono e si eliminano a vicenda? la bellezza non è anche equilibrio, armonia della ragione? l’intelligenza, quando è disinteressata, non diventa bellezza? e il pensiero, quando è generoso e giusto, non diventa bellezza?»
Chissà, magari aveva ragione il principe Myškin … forse … chissà …
Profile Image for Martina.
203 reviews113 followers
June 28, 2017
In realtà più un 3.5/3.75 .

Sento molto il bisogno di scrivere qualcosa su questo libro, forse perché mi è sembrato di essere seduta su un cactus mentre lo leggevo.


Ecco, qualcosa come questo.
Era proprio una sensazione di prurito interiore, quasi fastidio ma non in senso negativo.
Capisco di non essere stata molto chiara, ma sospetto di non essere in grado di esprimere ciò che ho provato.

La trama
Amara ed Emanuele sono amici d'infanzia e il reciproco primo amore, ma devono separarsi a causa della decisione della madre del ragazzo di trasfersi a Vienna, per schierarsi contro il regime nazista, nonostante le loro origini ebree. Si continuano a scrivere per qualche anno, mentre le lettere di lui diventano sempre più rare e scritte su carta di peggior qualità, finché non le viene recapitato un quaderno, che contiene gli ultimi scritti di Emanuele. Da allora non riceve più nulla.
Tredici anni dopo, in piena guerra fredda, una ventottenne Amara, aspirante giornalista e separata dal marito, decide di cercare il suo primo amore, attraversando con Hans, un uomo incontrato su un treno, l'Europa dell'Est, conoscendo varie persone e le loro storie, vivendo sia nel passato del Nazismo che nel presente della caduta del regime comunista a Budapest.

La recensione
Questo romanzo non è una lettura facile, quindi se siete alla ricerca di un intermezzo, non prendetelo nemmeno in mano.
Estremamente realistico e crudo, senza provare piacere nella descrizione di fatti tremendi, è ottimo per conoscere le più svariate sfumature del periodo nazista, da chi ne ha subito le angherie a chi ne ha tratto profitto.
Purtroppo risente di un "punto morto", la rivolta dei budapestini al governo comunista, che, pur essendo interessante, divaga rispetto al centro della narrazione, cioè la ricerca di Emanuele.
La ricostruzione storica è veramente spettacolare e si nota quanto sia stata curata tutta la documentazione.

Amara è un personaggio preso dalla sua ricerca, spinto da un amore rimasto intatto e forse anche sublimato, che decide di compiere un viaggio pericoloso per sapere il destino di quel ragazzino e venendo a conoscenza di quello di milioni di persone. Mi è piaciuto come si indagasse anche nelle sue relazioni personali, pur trovando forse eccessivo il carico di sventure che quella famiglia ha sofferto . Ho adorato la sua semplicità e la sua capacità di ascoltare le storie degli altri con attenzione e compassione. Nonostante non abbia vissuto in un periodo molto pacifico è riuscita a non diventare cinica e brutale, continuando ad avere fiducia negli altri. Inoltre è molto forte caratterialmente e riesce a non cedere alla minaccia della solitudine e dello sconforto.
Hans, l'uomo "delle gazzelle", è colto e curioso, pronto ad aiutare una sconosciuta e a lasciarsi coinvolgere nelle storie altrui. E' facile amarlo per come si prende cura di Amara e per come la rispetta.

Tutti i rapporti che vengono descritti nel libro sono qualcosa di stupendo e stridono con la crudezza del presente, duro e poco generoso.
Amara conosce molte persone, che magari sono presenti solo per il tempo di narrare la loro storia, eppure è legata a loro a causa di Emanuele, di cui possono essere lontani parenti o coloro che hanno occupato la sua casa. Nonostante tutte le tragedie, questi personaggi continuano a essere generosi e capaci di aprire il loro cuore, offrendole ospitalità o cercando di aiutarla nella sua ricerca.
Solo alla fine la durezza di ciò che è stato sofferto nei campi di concentramento le mostrerà la sua vera faccia.
Profile Image for cláudia.
1 review
January 7, 2020
Comecei este livro com enormes expectativas, no entanto acabei bastante desiludida e "exausta" com esta leitura.

Este livro é sem dúvida um livro onde se aprende imenso, não só sobre aquilo que foi a perseguição e o extermínio, apoiado pelo governo nazista, de milhões de judeus, bem como de outros grupos considerados racialmente inferiores, como deficientes físicos e mentais, mas sobretudo sobre a crescente divisão política entre a Europa de Leste e a Europa Ocidental no pós-guerra (o que me levou, em grande parte, a não gostar do livro!).

No entanto, houve imensos pontos fracos. Achei as personagens pouco desenvolvidas e, sinceramente, não achei normal só me ter conseguido relacionar com uma - Emanuele. Além disso, apesar dos seus 28 anos, achei Amara uma jovem um pouco imatura. Também a história em si não me cativou nada, precisamente pela forma como foi contada: ora diálogos bastante básicos, ora diálogos de páginas repletos de dados. E, por fim, senti que certas relações eram puro machismo e humilhação psíquica.

Porém, gostei bastante das cartas que Emanuele escrevia a Amara, muito realistas e fortes, assim como da relação entre os dois quando ainda eram duas crianças.

Para terminar, o final do livro foi até esperado, mas não o suficiente para que me sentisse preparada e visse uma das minhas personagens favoritas ter o final que acabou por efetivamente ter.
This entire review has been hidden because of spoilers.
Profile Image for John Keahey.
Author 10 books33 followers
November 29, 2014
Dacia Maraini is one of Italy's foremost writers. This story is a remarkable vehicle for discussing the human impact of the Holocaust at a time more than a decade after the war ended, and in the context of the Hungarian uprising against the Soviet domination of 1956. Maraini's protagonist, an Italian journalist, is searching for a childhood friend who had been sent to Auschwitz. The experience is told through letters he wrote to her and, later, in a journal he wrote for her that he hid in a wall when he could no longer use the postal service. That journal, somehow, mysteriously, was sent to her after the war. His letters and journal entries paint a horrifying description of day-to-day life in the Lodz ghetto before he was shipped to Auschwitz. Maraini's research into the 1956 Hungarian uprising, which she and a companion were caught up in as they were trying to get to Poland to study Auschwitz records, is impeccable. A marvelous read, hard to put down.
Profile Image for Dina.
646 reviews403 followers
May 9, 2015
Fantástico y triste libro, sobre el holocausto y la búsqueda desesperada de su protagonista. Angustioso pero brillante. Muy recomendable.
Profile Image for Michela.
8 reviews
June 13, 2017
Emozionante e commovente. Stupendo. Lo consiglio a tutti!
Profile Image for Adelaide Silva.
1,287 reviews16 followers
August 5, 2025
Uma visão diferente do pós II Guerra nos Países da Europa Central , dividida e desconfiada.
52 reviews
January 6, 2023
É mais cativante o ambiente envolvente do que o enredo e personagens principais.
Dá uma visão diferente do pós-ww2 nos países da Europa Central.
26 reviews
July 26, 2020
A huge book that fails to convey its intended message.

~400 pages at a very slow pace, with irrelevant details and void characters. Particularly, I was not able to build an emphatic connection with the main one, Amara. Also, the last chapter that finishes the whole story is a disappointment. Let the reader with a feeling of frustration. A book that missed its aim.
Profile Image for Maiko76.
156 reviews5 followers
January 2, 2012
Fine crudele ma decisamente realistica. Bellissimo libro, racconta il dramma dell'Olocausto visto con gli occhi di chi l'ha vissuto tramite i racconti di un amico.
Profile Image for Eddy64.
590 reviews17 followers
June 28, 2025
Quali sono i treni dell’ultima notte? Sicuramente i treni che portavano i deportati e gli ebrei verso i ghetti, i campi di concentramento e di sterminio, ma anche i treni che negli anni ’50 attraversavano la cortina di ferro, con i controlli burocratici dei militari, le lunghe attese nelle stazioni, i passeggeri chiusi nei vagoni senza nessuna certezza di proseguire… Su uno di questi viaggia Amara, giovane giornalista inviata nel 1956 per un reportage sui paesi dell’est, i primi hanno invece trasportato Emanuele, il ragazzino ebreo che Amara sta cercando

Amara ed Emanuele - lei figlia di un ciabattino, lui di un ricco industriale austriaco – si erano conosciuti da bambini, frequentati, innamorati come si può esserlo a quell’età ma con il desiderio di stare sempre insieme. Poi nel 1939 la famiglia di Emanuele decide di rientrare a Vienna, atto sciagurato dalle nefaste conseguenze: prima le restrizioni, poi la perdita dei beni e della casa, il trasferimento nel ghetto di Lodz e poi… forse il campo di sterminio.
La ricerca di Amara comincia da Auschwitz, poi a Cracovia, a Vienna, alla ricerca di una traccia, di un elenco, di un documento, una testimonianza sul destino di Emanuele, il ragazzino biondo che voleva volare. La trama si amplia, è un viaggio nella memoria di tutte le persecuzioni, raccoglie anche storie ed esperienze di altri, di chi ha subito e di chi è stato semplice testimone inconsapevole o meno, chiudendo entrambi gli occhi. Trova l’amicizia e l’aiuto di Hans, un intellettuale dai mille mestieri e mille interessi, mezzo ceco, mezzo polacco, mezzo ebreo e di Horwath, un bibliotecario ungherese che raccoglie le lettere dei soldati caduti a Stalingrado. Arrivano a Budapest giusto in tempo per assistere alla rivolta degli Ungheresi contro il regime filosovietico, l’entusiasmo per la neo repubblica di Hagy e la dura repressione ordinata da Kruscev.
L’Europa non ha ancora superato i traumi e i fantasmi del nazismo che nuovi e vecchi totalitarismi si affacciano. Poche le speranze, quando in un mondo ancora in macerie e alla fame arrivano i carri armati russi a portare nuove distruzioni, a cancellare libertà e diritti.
Amara e i suoi amici ne escono sconfitti, l’Emanuele di un tempo non esiste più: molti sopravvissuti ai campi sono in realtà morti e risorti tante volte ed ora sono altri individui, segnati mentalmente e trasformati fisicamente. Il futuro è incerto e ingannevole e i qualche treno dell’ultima notte continuerà a viaggiare.
Un libro molto duro che vuole dire tante cose, scritto qualche anno prima della caduta del muro e ambientato in uno dei momenti più bui dell’epoca della guerra fredda. Scorrevole, diretto, quasi cronachistico, con molte divagazioni, anche sulle storie personali dei diversi personaggi, che potrebbero far perdere il filo del racconto ma sono indispensabili per il senso complessivo del romanzo. Personalmente ho apprezzato i capitoli sulla rivolta di Ungheria perché conoscevo poco la vicenda, ma le parti su Auschwitz e il ghetto di Lodz, forse più scontate, sono comunque un bel pugno sullo stomaco. Non la consiglio molto come lettura estiva, comunque quattro stelle meritate.
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March 6, 2021
Amara ed Emanuele si sono conosciuti da bambini su un albero di ciliegio e da allora sono diventati inseparabili.

“Un incontro non si sceglie ma si prende come un destino e quando è avvenuto, è compiuto per sempre.”

Emanuele ama vedere volare gli uccelli e vorrebbe farlo anche lui, Amara lo segue ovunque, ma tra di loro ci sono delle differenze, lui è ricco, lei no; lui è un ebreo, lei no, quando la famiglia di Emanuele decide di rientrare a Vienna, la guerra imperversa e la deportazione degli ebrei è già cominciata, i due bambini si separano promettendo di scriversi sempre. Ma a separarli c’è l’orrore, la tragedia di quello che è stato l’olocausto.
Diversi anni dopo Amara diventa giornalista e non avendo ricevuto più notizie dal suo Emanuele, decide di andare a cercarlo. Comincia così un lungo viaggio alla ricerca della verità.

“È un treno lento che arranca sulle rotaie. Si dirige verso nord. Amara se ne sta seduta composta, in preda a una sorta di eccitazione sonnolenta. Il primo lungo viaggio della sua vita. Un treno che si ferma a ogni stazione, ha i sedili decorati da centrini fatti a mano e puzza di capra bollita e di sapone al permanganato. Sono gli odori della guerra fredda che ha diviso i paesi dell’Ovest da quelli dell’Est, segregandoli con muri, fili spinati e soldati armati di fucile.”

Amara si troverà a visitare il campo di Auschwitz dove dietro il cancello principale appare in ferro battuto la famosa frase “Il lavoro rende liberi”. E nella sua mente riaffiorano alcune parole rimaste impresse: “Per me si va nella città dolente. Per me si va fra la perduta gente”.
Amara continua a leggere le lettere inviatele da Emanuele, lo hanno buttato fuori dalla sua villa di Vienna e portato nel ghetto di Lòdz e molte delle cose che scrive la colpiscono dritte al cuore.

“Sai che non riesco più a sognare? Cosa significa secondo te quando non si sogna più? Mi sveglio la mattina con la lingua che scotta in bocca. Ho fame. Non riesco a pensare ad altro.”

Amara continuerà a cercare e quando arriverà in Ungheria si troverà nel bel mezzo della rivolta. Ma il pensiero di Emanuele non l’abbandona, il loro amore innocente, nato da bambini, è cresciuto insieme a loro.

“Per questo è qui, per cercare di trovarlo, vivo o morto, perché oltre tutto continua a sognare Emanuele che le parla e le dice di andare da lui.”

In questo viaggio Amara scoprirà gli orrori del nazismo, le crudeltà inflitte agli ebrei privati di ogni dignità.

Dacia Maraini descrive perfettamente e nella realtà nuda e cruda quello che succedeva nei campi di sterminio e lo fa tramite una donna forte e coraggiosa, Amara, un personaggio femminile dalle tante sfumature che ci porta in viaggio con lei ad affrontare tutto quello che di marcio c’era in quel periodo. Lo consiglio.
Profile Image for Paul.
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August 5, 2018
Sometimes you come across a book that grabs you from the get-go. While dealing with a topic I have read a lot about over the past few years it also moves into the world post world war two. It manages to capture a world most have never really given much thought to. The effects of the Warsaw pact had long reaching effects and gave birth to the cold war. But for some behind the iron curtain, It was a choice forced upon their country and one the did not wish to stand by. The author manages to capture these uncertain times in a very human way. Showing us the people on the ground and how their struggles came from the heart and a wish for a better life.



Within this book not only do we see the struggles of the time, she also shows that the traumas caused by the war were still as fresh a decade after the tragic event. It is through the letters Emanuele sent Amara that we learn of there life before the war and up to the point when Emanuele could no longer send them. There is something about the letters that connects us to the story in a new way. I think in the world we now live in letters are becoming a thing of the past. Before people would put there everything into sending a message out to people they cared for. It was a life linen for those they could not be with and a way to still feel connected. In the cases of Amara, it is also a form of clues as she traces Emanuele path through the world of the Nazi occupation.



This book for me carries's another worldly quality, as she meanders across Europe in her search for not only what befell her childhood love but also in the search for the story her job has tasked her with. Along the way, she meets across a section of the people who now inhabit these lands. It gives the reader insight into a place that carried deep wounds, and how they fought to try and heal them. The way the book is written feels almost like it's floating, as we move from the present to the past interconnected by the people she meets along the way. They serve to give light to the reader's lack of knowledge and expand the story beyond our heroine. It ends up forming a book, unlike the ones that have come before on the subject. While I don't think it will ever capture the true horrors of what took place, for me it managed to encompass an interesting tale with historical facts.



Between the letters and the first person narrative, it allowed me to become immersed in the story and I was left feeling glad to have read the book.

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November 21, 2021
Dacia Maraini, now 74, is one of the best-known Italian writers of the past 50 years. But is her Train to Budapest one more Holocaust story? Not at all: this is a well-written book with a gripping plot, full of suspense and analysis of personal stories. The novel is set in post-war Europe, in 1956. A 26-year-old journalist – Amara Sironi, a Florentine shoemaker's daughter – sets out on a journey to Auschwitz.

Commissioned to write a series of articles, she ends up in Budapest, in the middle of the Hungarian revolution: a bloodbath that becomes a Russian victory over the forces of democracy. Amara decides to recreate the journey of her Jewish childhood friend Emanuele Orenstein from Rifredi in Tuscany to Vienna, Lodz, and most probably on to Auschwitz. On the long train journey, she meets Hans, a half-Jewish Austrian who acts as a surrogate father at weddings for orphaned brides, and the gentle Horvath, a librarian from Budapest, whose main ambition is to publish soldiers' letters from the Russian front.

Both men accompany Amara to Budapest. This trio, on Amara's initiative, contact several Orensteins: the old painter Theodor, the book-binder Elisabeth, the conscientious Dorothea Morgan, with her perpetual sense of guilt towards the victims of the Holocaust, and many others, all of whom share their sufferings with the reader.

None of these stories is melodramatic: they are told with realistic historic details. So despite our familiarity with this period, the author brings insight and freshness. Amara is an archetypal heroine, a young, independent woman who leads the reader through this maze.
Maraini's novel combines a sense of momentous events with deep humanity; the characters are rocked by events that break relationships and family ties. History intersects with individual lives and stories, disrupting their smooth flow. Forgotten feelings resurface when stirred up by a third party's quest for reconciliation with the past. In Amara's case, her nostalgia and love for Emanuele is the link to her childhood war experience - a bizarre mixture of love and terror which will haunt her forever and is now compounded by her adult sense of powerlessness in the face of the Hungarian revolution, and the subsequent loss of life.
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August 21, 2025
Esta novela de Dacia Maraini llegó a mis manos hace más de dos años, me topé con ella en una librería de segunda mano sin muchas pretensiones y me la llevé segura de que iba a gustarme por haberla escrito Maraini.

Y vaya si me ha gustado. Se trata de una novela histórica, ambientada en 1956, en plena Guerra Fría. Amara, una joven periodista, va tras los pasos de su primer amor, Emmanuele, un chico judío, con el que compartió sus años de infancia en Florencia. Pero los padres de éste decidieron volver a Viena, en pleno apogeo del nazismo, desapareciendo todos ellos. Amara vive del recuerdo de Emmanuele y se embarca en trenes a lo largo y ancho de una Europa tensa y hostil junto a Hans, el hombre de las gacelas, con quien se cruza en un tren y se ofrece a acompañarla en su periplo.

Tiene pasajes hermosos pero también muy duros, la autora nos muestra las consecuencias de la II GM en diferentes países, estamentos sociales, pero sobretodo en el alma de las personas que sobreviven a algo tan atroz como la guerra, el reencuentro de Peter (Emmanuele) y Amara es desgarrador, ¿cómo va a quedar algo de candidez en él después haber vuelto del infierno, de haber perdido la dignidad? Me recordó un poco a Maus, cuando el padre del autor nunca fue el mismo, dudo que uno pueda recuperarse de algo así.

El único “pero”: la parte de la revolución húngara se me hizo algo pesada, supongo que porque a mí no me interesa demasiado ese período del comunismo en Europa del Este.

Más allá de ello, muy recomendable.
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Profile Image for Valentina.
268 reviews8 followers
July 1, 2018
È un viaggio quasi senza fine quello che intraprende Amara per trovare il suo amore di gioventù, Emanuele Orenstein, ebreo rinchiuso in un campo di concentramento durante la guerra. Treno dopo treno, che la porta di città in città, la giovane giornalista Amara cerca di rintracciarlo, incontrando sul suo percorso dei nuovi amici, come Hans e Horvath, che l'aiuteranno nella sua impresa. In realtà non sa con certezza se Emanuele sia ancora vivo - di lui non se n'è saputo più niente - ma un forte presentimento le fa credere che sia così. A supporto della sua ricerca ci sono le lettere che il giovane amico le aveva scritto durante la deportazione, dove emergono le nefandezze commesse dai nazisti, la vita atroce condotta nei campi di concentramento, che la Maraini descrive senza sconti tra le pagine del romanzo. Interessante è anche la prospettiva da cui è narrata la storia, non ambientata ai giorni nostri (come si potrebbe supporre), ma a metà degli anni '50 durante la guerra fredda. Il ricordo di una terribile parte di storia si sovrappone all'incombenza degli avvenimenti contemporanei all'epoca della protagonista, che vive sulla propria pelle la rivoluzione ungherese del 1956, quando gli ungheresi si ribellarono ai russi. L'alternarsi di diverse forme narrative e il racconto di uno spaccato di storia da non dimenticare, uniti alla scrittura precisa e coinvolgente della Maraini, lasciano il segno e rendono il libro una lettura altamente consigliata.
Profile Image for Veerlibros Jeaque Vargas R..
634 reviews9 followers
June 23, 2022
Como ya lo he manifestado sobre otras lecturas, qué es el hombre si no el único ser en todo el universo capaz de lo mas sublime y de lo más terrible a la vez?

Resumo el libro en este bello fragmento de un poema de Gyulia Illyés, que aparece en la historia y que fue publicado realmente en una revista en Budapest, en 1956.

«Donde vive la tiranía, vive la tiranía,
no sólo en el fusil,
no sólo en la prisión, no sólo en las cámaras de tortura,
no sólo en la voz del guardia nocturno,
no sólo en el oscuro discurso de la acusación o en los signos del alfabeto Morse inscritos en los muros de la celda,
no sólo en la confesión o en la condena inapelable del juez: ¡culpable!
Vive la tiranía en todas partes,
también en el parvulario, en el consejo paterno,
en la sonrisa de la madre,
en el beso del adiós,
vive en el rostro de tu amada,
que de pronto se petrifica,
sí, también ahí vive la tiranía,
en las palabras de amor, / en las palabras de éxtasis,
como el mosquito del vino,
vive la tiranía
porque nunca estás solo,
ni tan siquiera en tus sueños,
está ahí también, en el tálamo,
y aun antes, en el deseo,
porque donde hay tiranía
todo es vano,
incluso la palabra más fiel,
incluso el verso que escribo,
porque desde el principio vela,
sobre la tumba, la tiranía,
ella decide quién fuiste,
quién eres y serás,
tu polvo servirá todavía,
a la tiranía servirá…».
Profile Image for Juncal García.
108 reviews10 followers
January 17, 2024
El libro es un viaje hacia el pasado atravesando una Europa que no había curado sus heridas. La Europa central después de la Segunda Guerra Mundial dividida y desconfiada. Una mujer de 28 años sale en busca de un amor de la infancia. Un niño que incomprensiblemente se trasladó con su familia a Viena durante la persecución nazi. Amara la protagonista busca a este niño en Viena. La novela es muy desigual todo lo que es el nudo central de la búsqueda sufre demasiados desvíos , demasiadas vueltas. La historia central es muy convincente pero tantos rodeos y disgresiones hacen que la idea de la búsqueda pierda mucha fuerza. Lo que más me ha gustado son las cartas que Emmanuel así se llama el niño le escribió después de su separación. Los recuerdos de ella también están muy bien descritos. La añoranza del paraíso perdido de la infancia que ella pretende recuperar.
Podríamos decir que la idea central y su desarrollo se llevan las mejores páginas y las paradas en el camino distraen al lector de lo principal. El final melodramático y exagerado es algo excesivo. Sin embargo se lee muy bien y se viaja en tren por Europa central recordando una etapa nefasta de la historia. No hagan ni caso y prueben a leerla.
Profile Image for Juan Carlos.
511 reviews18 followers
March 23, 2018
Una crónica histórica situada en 1956 en la Europa de la Guerra fría. El levantamiento de Budapest es elemento central del libro aunque no de la trama que lleva a cabo Amara, una joven periodista italiana de 27 años que busca por la Europa en ruinas y reconstrucción al amor de su niñez y adolescencia, Emanuele, desaparecido de la Viena nazi en 1943.
Hermoso lenguaje lindante con la poesía, pero cierta inverosimilitud en el comportamiento de algunos personajes. Para mí lo mejor es el precioso envoltorio de referencias y citas culturalistas de todo tipo (literarias, musicales, pictóricas, cinematográficas...) que acogen el duro relato del sufrimiento recibido por los judíos en las ciudades primero, luego en los guetos a los que los llevaron, en los trenes que como animales los trasladaban a los campos y finalmente en estos campos cuya finalidad era la de acabar con una raza maldita en la opinión de estos seres llenos de maldad y cerrazón mental que fueron los nacionalistas de la Alemania de III Reich.
Muchas enseñanzas para nuestra vida actual se pueden extraer de esta novela que en mi opinión no es una obra redonda, pero que se disfruta mucho leyéndola.
Profile Image for 🫧.
1 review
July 31, 2022
ho finito di leggere questo libro alle 16 di oggi pomeriggio. l’avevo iniziato un giovedì sera perché, dopo mesi che non leggevo, la trama mi aveva incuriosito e non poco. infatti dalla prima pagina, se non riga, sono rimasta incollata alle pagine e facevo fatica a staccarmi. oggi l’ho finito tutto d’un fiato. questo libro mi è rimasto impresso non solo nella mente ma anche nel cuore. il finale è devastante, per me almeno, totalmente inaspettato. sarò stata ingenua, ma io speravo che emanuele fosse vivo e che una volta ritrovato con Amara, sarebbero stati finalmente liberi di amarsi, ma ovviamente così non è stato. un finale amaro, cosa che avrei dovuto intuire già dal nome della protagonista, ma mi sono lasciata trascinare con lei stessa, entrambe convinte che avremmo trovato lo stesso Emanuele che ci aveva lasciato.
ritengo anche la parte di budapest ottima. ammetto di essermi un po’ annoiata, ma solo perché ero troppo smaniosa di avere il mio finale smielato e pacifico.
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